Morelli e i Femministi Sumerici

Morelli e i Femministi Sumerici

di Brancaleoneay
Leggevo ieri un capitolo del libro di Raffaele Morelli “Le piccole cose che ci aiutano a vivere”, al capitolo ‘la donna salverà il mondo’.
Ma… il delirio!
Il Morelli evidentemente fa parte di quella schiera insisdiosa di eruditi femministi che definisco giocosamente Sumerici, ossia coloro che, per fare retorica del Femminile tirano in ballo i Babilonesi, Ishtar, Iside e Lilith (ok, Iside è egizia ma ci siamo capiti) e il tutto va a parare una sequela di stronzate compiute da pazienti, lettrici, testimonianze di boiate di donne strambe.
Una chiave di questi F.S. è la scelta astuta degli esempi: la donna che tradisce è come minimo Iside, Astarte o Afrodite, mentre il marito è descritto come un imbecille capace solo di sedere a capotavola mugugnando proverbi e frasi sul genere patriarcal-baretto.
Ovvio che se mi dai questa alternativa, lei-Ishtar e lui-coglione, la lettrice che fa? Si gasa, dice “ah, ma allora non sono zoccola, sono ISHTAR! E’ mio marito che è la versione scema di Homer Simpson.”.
Beh, vallo a fare ad armi pari l’esempio, amico!
Mettiamo Santippe e Socrate: lei rompipalle, lui genio.
Mettiamo Achille e Briseide, Ulisse e Penelope, Zeus e Hera, Ettore e Andromaca. E a proposito di Mesopotamia, scusate, allora citiamo pure il Dio Enki che disse “Sia lode al mio fallo!”, e il Dio Nergal che scopò per 7 giorni e 7 notti la Dea Ereshkigal! Diciamola tutta, se vogliamo fare i mitologi! Ma i F.S. fanno gli gnorri.
Morelli porta ad esempio una donna che gli scrive: la tizia fa cornuto il marito, colpevole di essere noioso e antico, e perde la testa a tal punto, racconta lei stessa, che non passa il Natale con marito e 5 figli, ma li lascia soli preferendo aspettare il 27 per vedere l’amante, il quale, invece, passa il Natale con sua moglie, dato che è sposato. Lei, insomma, abbandona marito e 5 figli aspettando che lui abbia fatto Natale e Santo Stefano per vederlo. Al che Morelli la loda! Lei è Iside, è la Dea che vuole giocare, ridere, far l’amore, non essere ingabbiata in ruoli tradizionali.
Oh, veramente?
E io zoticone che avevo pensato che fosse solo una fedifraga antimaterna! Ovviamente, solo la Dea può giocare, ridere e fare l’amore, per Morelli. Il Dio, boh? Ma perché, scusate, il marito non può avere dei motivi per essere noioso? Magari è lei che è insopportabile! Chi lo sa?
Morelli conclude il capitolo citando Groddeck: “l’uomo perisce, la donna resta”. Sostiene anche che la Dea ha lasciato lei il potere in mano agli uomini, per breve tempo, per sedurli e sfruttarli, ma ora sta per riprendersi le chiavi.
Wow. La storia dei Re e degli Imperatori sarebbe quindi solo una pisciatina di cane che la Dea, per gioco, ci ha fatto fare sotto casa per poi riportarci dentro. Non contento, Morelli insiste sostenendo che le donne non fanno guerre, e che salveranno il mondo, e che i veri uomini sono quelli aperti, empatici, femminili (???!!!) e non-gelosi. Sì, magari anche con un bel fidanzato, aggiungerei già che ci siamo. Amici, ma che razza di guru ci stanno in giro?
Morelli, amico, torna fra noi! E ricordiamo che Iside è stupenda, ma per amarla non devi imitarla, ma avere un fallo come l’obelisco d’Egitto!!!! Afrodite ama Ares, ragazzi! Saluti!

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