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Moro per sempre.Tre trattative per una condanna a morte

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cdcuser
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... La «dietrologia», ovvero questa moderna arte divinatoria protesa a «predire il passato», ha tolto alla sinistra la capacità di capire la storia. Se i fatti sociali si vedono sistematicamente ridotti a eventi delittuosi, se il tentativo d’analisi e spiegazione che ne segue ricalca la trama giudiziaria, il fare storia non ha più nulla a che vedere con le scienze sociali ma diventa solo un capitolo, l’ennesimo, del paradigma penale. È in questo modo che la dietrologia contro le trame di Stato si è fatta dietrologia dello Stato contro la società. Forse si spiega così il fatto che gli scaffali delle librerie trabocchino di volumi che ripetono la medesima litania complottista ispirata o scritta da magistrati (Violante, Caselli, Priore, Imposimato ecc.), da giornalisti della giudiziaria o consulenti delle commissioni parlamentari che sulla dietrologia hanno costruito le loro carriere, mentre i contributi di storici e sociologi si contano sulla punta delle dita. Gli anni 70 sono diventati appannaggio della letteratura noir ma non della storiografia. Su quegli anni si romanza, s’inventa, si fantastica, si fa astrologia e cartomanzia, criminologia, vittimologia, fiction, tutto fuorché scienza sociale.

Antistoria
È noto come il discorso dietrologico segua una logica ermetica, un procedere circolare, un divenire chiuso. Questa sordità cognitiva lo tutela dalle smentite che si accumulano nel tempo rendendo estenuante e del tutto inefficace la verifica della semplice coerenza interna ed esterna delle sue asserzioni. Le teorie complottiste non recepiscono mai la confutazione, che anzi viene letta come una dimostrazione ulteriore della cospirazione contro la verità (dispositivo che ricorda la famosa «prova diabolica» dell’inquisizione). Tallonare i molteplici e mutevoli asserti che alimentano le teorie del complotto, quegli arcana imperii, quei «lati oscuri», quel «sottosuolo inquietante» sempre evocato, non sortisce risultati per la semplice ragione che la dietrologia è un’antistoria.
Quando si scoprì che il terzo uomo presente in via Montalcini, la prigione di Moro, non era la fantomatica «eminenza grigia», il «grande vecchio», «l’entità superiore», sempre evocata, ma un altro militante delle Br (Germano Maccari), Sergio Flamigni, arcigno esegeta del complotto, replicò che allora ve n’era sicuramente un quarto ancora ignoto, ed oggi per uscire dall’angolo si sostiene che la prigione fosse altrove.
Con un immenso lavoro documentale Vladimiro Satta ha pazientemente smontato tutto ciò, chiarito ogni «mistero» sul caso Moro, ma è servito a poco. In queste vicende il vero mistero restano le fonti dei teorici del mistero. La logica e i principi della razionalità illuministica non funzionano di fronte ad una retorica che ricorre a tecniche argomentative come il metodo dell’amalgama, la confusione di tempi e luoghi, ad acquisizioni parziali, ricostruzioni lacunose, errori macroscopici, manipolazioni, invenzioni, sentito dire, correlazioni arbitrarie, affermazioni ipotetiche, false equazioni.
Liberarsi dalle superstizioni e tornare a pensare una realtà traversata da processi, conflitti, contraddizioni; recuperare la categoria di storicità degli eventi, è il solo modo per uscire dalla superstizione del complotto.
Ma è forse già troppo tardi. La sinistra ha perso la voglia di pensare.

Radisol, riporto questo pezzo di Paolo Persichetti di qualche anno fá con cui mi trovo abbastanza daccordo sul "vittimismo" e che questa "dietrologia" (di quegli anni) "ha tolto alla sinistra la capacità di capire la storia" oltre che su quegli anni ci si fa "tutto fuorché scienza sociale", ma piú che altro, lo prendo come spunto per chiederle un'opinione sui lavori e gli studi di Vladimiro Satta, lei lo ha letto? che ne pensa? ..... da quel poco che ho letto dei suoi scritti, mi ha dato l'impressione di un "estremismo" opposto a quello di Flamigni.


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mincuo
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Con un immenso lavoro documentale Vladimiro Satta ha pazientemente smontato tutto ciò, chiarito ogni «mistero» sul caso Moro, ma è servito a poco.

Se si intende "Il caso Moro e i suoi falsi misteri" che ho letto, è un lavoro documentale non solo non immenso, ma relativamente modesto sotto quel profilo, e spesso frutto di fonti secondarie, o peggio, ed è inoltre sulla falsariga dei soli documenti selezionati a concordare una tesi precostituita.

Non che non valga nulla. Ogni cosa ha un valore. E qui siamo non su robaccia, ma su cose serie, che uno prende in considerazione, perchè è uno storico.
Ma non ha "pazientemente" nemmeno trattato o accennato ad alcuni dei quesiti.
Ha "smontato" invece per la maggior parte cose che si smontavano già da sole, a un livello decente, e che fanno parte appunto di complottismo d'accatto. Non una grande fatica.
Questa procedura è normale, quando si vogliono acclarare tesi, volontariamente o involontariamente.
La persona media vede un po' di frottole, dicerie, o tesi che ha letto smentite puntualmente.
E quindi pensa che tutto era fasullo.
Ma la persona media non sa generalmente un caxxo però.
Quando mai s'è letta gli atti, i documenti, le sentenze, le audizioni ecc.. una persona media? Ha visto il film, sentito la TV e letto qualcosa sui giornali.
E forse ha letto un instant book, di qualche "giornalista" conosciuto, ben che vada.
Nemmeno sa che problematiche ci sono, se non gliele dicono proprio. Ammesso che le capisca anche.


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radisol
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Condivido il giudizio di mincuo su Satta ...

Ha il merito di smontare, senza troppe difficoltà, le "panzane" più clamorose, tipo alcune riportate qua sopra dai vari malati di "complottismo" .... ed ogni sano ritorno alla realtà, in questo coacervo di clamorose e solenni minchiate, è senz'altro meritevole ...

Ma decisamente poteva fare di più ... non è che si sia sprecato ...

Piuttosto cose interessanti, non sul campo delle "rivelazioni" ... lui è entrato nel giro quando le Br erano al termine, direttamente negli scissionisti di Ucc/ Seconda Posizione .... ma sul metodo "complottista" come vera e propria malattia mentale .... soprattutto quando non ci sono "secondi fini" com'è invece il caso di Flamigni ... le ha scritte proprio Paolo Persichetti ...

E non si riferisce solo alle Br ed al sequestro Moro ... ma proprio ad una lettura "complottista" di tutti gli avvenimenti sociali ed umani ... una malattia mentale, lo dico senza offesa ma proprio come temine tecnico, di cui tra gli utenti di questo sito ci sono chiari esempi ....

E chi scrive, lo ripeto un'altra volta, di "controinformazione", di "controinchiesta", di smontamento di tante "versioni ufficiali" ne ha masticato pure parecchio ... ma i deliri mentali sono un'altra cosa, che come materia appartengono agli psichiatri, agli psicologi, agli "strizzacervelli" ....


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pidiemme
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@Radisol

Vorrei capire perché secondo te Pellegrino, a differenza di Flamigni, non sarebbe un complottista, visto che reputa plausibili, per non dire verosimili, diverse ipotesi che tu giudichi deliranti: che le prigioni di Moro siano state più di una, che l'ultima fosse nel ghetto, che gli esecutori materiali dell'assassinio non fossero i brigatisti - per dire le prime che mi vengono in mente. Come saprai ha anche indagato, o ha cercato di indagare, sul palazzo Antici Mattei e sul presunto covo nel ghetto.

Peraltro, se ben ricordo, Pellegrino è anche l'autore della teoria del doppio ostaggio (Moro e le sue carte), per cui una volta che "chi di dovere" fosse entrato in possesso delle carte, il politico poteva essere lasciato al suo destino. Per esempio, sempre se ben ricordo, secondo Pellegrino le carte originali sarebbero finite nelle mani di un servizio straniero.
Non che mi interessi difendere Flamigni o Pellegrino in particolare. Ma tipo: sugli originali di Moro tu credi alla versione di Moretti e Gallinari? Il primo che non le pubblica perché non capisce il loro significato politico (???) a causa del linguaggio arzigogolato dello statista e l'altro che le brucia in un casolare?

Poi ci sono altre cose che davvero non capisco.
Cosa avrebbe da nascondere lo Stato se non un qualche tipo di collusione con l'attività terroristica? Qualunque forma possa avere preso, anche solo quella del "lasciar fare". Perché siete tutti così sicuri che le BR non fossero infiltrate (nel paese delle cinque polizie e dei tre servizi segreti)?

Inoltre, questi brigatisti sono un po' proteiformi, in alcuni casi sono dei leoni furbissimi che non si fanno mai beccare, imbastiscono operazioni arditissime, sono rigidamente compartimentati e figurarsi se si fanno infiltrare e poi però in altre occasioni fanno le figure dei pecoroni, c'hanno pure una "botta di culo", come hai detto tu di Via Fani, con le armi che si inceppano etc. etc. Ora, che via Fani sia una botta di culo è un po' dura da mandar giù. Ne hanno fatti fuori cinque, per quanto impreparati, e senza causare neanche un graffio a Moro, con il rischio pure di tiro incrociato, visto che c'era Leonardi sul lato destro della macchina (a proposito: Gallinari era uno dei quattro in divisa, Moretti, stando alle sue dichiarazioni, era da solo nella sua macchina).

Tu continui a essere molto assertivo. Continui a dire: le cose sono andate così e cosà. Ti avevo già chiesto quali sono le tue fonti, perché se sono in gran parte i libri pubblicati dai brigatisti stessi, come sembrerebbe visto che citi il libro della Braghetti, secondo me stiamo freschi. Perché dovrebbero essere affidabili? Gli stessi che prima negavano in ogni modo che un terzo carceriere ci fosse, tanto per dire. Mi fa piacere che all'epoca tutti sapessero dell'ingegnere Altobelli, erano i br a processo che ne negavano l'esistenza. Perché la loro parola, che si è rivelata menzognera in un primo momento, dovrebbe risultare affidabile successivamente?

E' stata stabilita una verità giudiziaria, che si basa in larga parte, se non unicamente, sulla versione fornita dagli stessi brigatisti.
Se c'è stata una qualche forma di collusione, entrambe le parti avrebbero avuto interesse a stabilire una versione di comodo.
Per intendersi, secondo me il 99% dei brigatisti erano "sinceri", il fenomeno da un punto di vista sociologico e politico va inquadrato sicuramente all'interno dell'album di famiglia della sinistra (rivoluzionaria), ma non capisco perché escludere categoricamente fenomeni di infiltrazione e manipolazione. Gli esempi storici non mancano, in Italia e all'estero.


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Anonymous
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Chiunque abbia praticato ambienti contigui alle brigate rosse, o ad altre organizzazioni combattenti, ovvero quel brodo di cultura della sinistra rivoluzionaria anni 70, che va da potere operaio a lotta continua alla galassia dell'autonomia ... sa che non era possibile un'infiltrazione.
Parlo di organizzazioni "serie". Ovviamente possono anche esserci stati fenomeni assolutamente marginali, in qualche zona secondaria, dove un gruppuscolo di sfigati possa essere stato "infiltrato"... ma nel fenomeno della lotta armata / terrorismo... (chiamatela come volete) è un aspetto del tutto secondario.

Mi rendo conto che è un'affermazione assertiva, ma non posso farci niente. Chi ha vissuto quegli anni lo sa.

Immaginate gruppi di persone, piccoli gruppi, cresciuti insieme, che andavano a scuola insieme, che hanno condiviso tutta l'adolescenza, le prime lotte politiche, le manifestazioni, la fabbrica, l'università.

Ogni gruppo garantisce per i propri componenti, per successive cooptazioni che avvenivano naturalmente, progressivamente. Quando due persone di gruppi diversi si incontrano, magari da due città diverse, sono garantite dal proprio gruppo, da quello che hanno fatto, detto, scritto, letto, vissuto, e da conoscenze comuni.

E' un processo di crescita personale e di integrazione culturale che non poteva essere bypassato da nessuno "studio sulla carta".

Non si arrivava a scrivere e parlare in un certo modo se non avendo alle spalle un bagaglio, una cultura, centinaia di letture, esperienze comuni. Non si arrivava nemmeno a capirlo, uno scritto di quell'area politica, se non si aveva un substrato comune. Una "storia" comune.

Non era possibile costruire un infiltrato. Per quanto attento potesse essere il lavoro e bravo l'attore, gli sarebbe mancata per forza di cose, un pezzo di vita dietro, un pezzo di vita fatto di amicizie, amori, vacanze, giornate passate insieme davanti al bar o la sede, riunioni interminabili nei collettivi, nelle assemblee, l'attività di massa nei quartieri, l'autoriduzione, le manifestazioni, gli scontri, le botte con i fascisti...
anni e anni di "selezione naturale" se vogliamo, imprescindibili.

Non poteva, semplicemente non poteva, arrivare uno senza "storia" ed entrare in contatto. veniva ignorato come uno scemo. Se insisteva e non era uno scemo rischiava la pelle. Perchè era evidentemente una guardia. Punto.

A distanza di 30 anni, io posso riconoscere dopo un primo scambio di parole chi c'è stato e chi no, in quell'ambiente. Non che oggi me ne freghi qualcosa. Ma è così.


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radisol
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Francamente, questa discussione mi ha un pò rotto.

A parte mincuo e pochi altri, anche su posizioni diverse dalle mie, gli altri sparano slogan o riportano pezzi di letteratura "complottista" e basta .... senza avere nulla di personale da dire nel merito ...

Io ho fatto nomi, ho spiegato circostanze e contesti sociali ed ambientali .... ho raccontato storie anche "mie" personali ... ed è un altro tipo di dibattito .....

Pellegrino ha espresso un sacco di dubbi, alcuni legittimi ( che ho espresso pure io ) altri oggettivamente legati, ma senza arrivare ai veri e propri "falsi" di Flamigni, alla famosa storia dell' "album di famiglia", che certo è un problema anche suo.

Pellegrino però non nega il dato di fondo ... e cioè che le Br erano una "organizzazione comunista combattente" ... i suoi dubbi, quelli condivisibili e quelli no, sono su una serie di aspetti "tecnici" ... singoli fatti oggettivamente non del tutto spiegati .... da parte delle Br magari per "coprire" qualche singolo che l'ha fatta in parte franca ... oppure per la tesi, da me espressa esplicitamente, secondo cui certi documenti, ben più corposi di quelli di Via Montenevoso, siano stati negli anni usati dai detenuti Br per ricattare ambienti di potere ...

E poi Pellegrino si pone ampiamente anche i dubbi, ben più pregnanti, sui comportamenti "di stato" nella vicenda ... cosa che Flamigni tende ... anche quando è fatalmente costretto a rilevarli .... invece sempre a scaricare, di fatto, sulle Br ...

La differenza sostanziale tra i due - peraltro noti arci-nemici nel loro partito e nello specifico della commissione Moro - è che Pellegrino ha forse veramente interesse a "chiarire", pur ponendosi anche lui il problema dell' "album di famiglia" .... Flamigni invece "depista" a scopi politico/partitici e basta ....

In più per Pellegrino questa attività di "ricerca" non è fonte di reddito ... per Flamigni ( e Franceschini) invece si ....


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cdcuser
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grazie per le vostre considerazioni ai miei quesiti/commenti.


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grazie per le vostre considerazioni ai miei quesiti/commenti.

io personalmente ho molto apprezzato il pezzo di persichetti che hai postato.


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radisol
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Per dirla con Gaber "la mia generazione ha perso" ...

Facendo un sacco di errori clamorosi .... e le Br più di tutti ... anzi, arrivo pure a dire che le Br, salvo le "anomalie" romane e napoletane già descritte, di quella generazione non facevano nemmeno compiutamente parte, avevano la testa rivolta all'indietro, alla generazione precedente ....

Ma cazzo, la mia generazione, prima di perdere, ha giocato la partita .... forse malamente, ma l'ha giocata ... e tanti, non solo brigatisti o comunque gente che aveva scelto la lotta armata, ci hanno lasciato anche la pelle ... o hanno fatto, per quelle scelte, una vita di merda ....

Quelle successive di generazioni, invece, non hanno nemmeno toccato il pallone ...

Ed allora alcuni di questi "buttano merda" ... era tutto "teleguidato", mica solo le Br .... eravamo una enorme massa di burattini "manovrati da chissà chi" .... era tutto un "false flag" .... Ceruso, Salvi, Serantini, Giorgiana Masi, Zibecchi ecc. ecc. ... e ricordo che nessuno di questi era brigatista o lottarmatista ... sono "morti per finta" ... non era sangue vero il loro ma "pomodoro" sparso dai servizi segreti ... o, quantomeno, devono essere per forza morti inutilmente ....

Loro invece, i bimbi-minkia che giocano al "piccolo detective" col fotoshop ... papetiche le "ricostruzioni complottiste" sulla storia di domenica scorsa davanti Palazzo Chigi, materia di studio per interi plotoni di psichiatri ..... loro che si beano leggendo le minchiate di chi della mia generazione era "nemico giurato", di chi stava dall'altra parte della barricata .... sono forti .... hanno capito tutto ....

C'è pure chi arriva a santificare Moro ... noto rivoluzionario dell'epoca ...

Ancora Gaber, che certo non era un simpatizzante delle Br, diceva :

« Io se fossi Dio,
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio,
c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia Cristiana
è il responsabile maggiore di trent'anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio,
un Dio incosciente enormemente saggio,
avrei anche il coraggio di andare dritto in galera,
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era! »


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gianni72
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Ho visto, radisol, che hai postato la stessa risposta su due articoli differenti ma che alla fine fanno riferimento allo stesso argomento. Ora, siccome ho letto tutto, avrei una sola domanda da fare, a te o a chi ha vissuto quegli anni: ma cosa si voleva ottenere con la lotta armata organizzata in quel modo che tu hai descritto? Lo chiedo senza sarcasmo nè retorica. Perchè, pur leggendo tante opinioni, non lo capisco.


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radisol
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Evidentemente ... non è vero che hai letto tutto ..

Perchè ho scritto chiaramente che non c'era una condizione che era una per una lotta armata vincente ...

E che le Br avevano scambiato, avendo appunto la testa rivolta all'indietro, al 1945 ed alla "resistenza tradita", una formidabile "insorgenza di massa" sul terreno dei bisogni materiali e su quello dei diritti, con forme di lotta di massa anche durissime, per una situazione rivoluzionaria che invece non c'era proprio ...

Ma questo non vuole assolutamente dire che fossero "provocatori" o "teleguidati" ... i comunisti greci, nell'immediato dopoguerra, fecero lo stesso identico errore senza che a nessuno venisse in mente nessun giudizio del genere ... idem per i socialisti massimalisti prima dell'avvento del fascismo ...

E comunque, se invece esiste qualche vago indizio di "teleguida" per le Br, nella fase finale della loro storia e quindi molto dopo la vicenda Moro, questo riguarda inequivocabilmente Urss, Ddr ed Olp palestinese ... e non certo invece Cia, Mossad o servizi italiani ...

Tutto qua.


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gianni72
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Ti ringrazio della risposta, avevo comunque capito il tuo punto di vista e la tua analisi. A me non interessa se c'era qualcuno che le guidasse o se hanno fatto tutto da soli. Quella che non capisco è cosa volevano ottenere le BR. Quale poteva essere l'analisi da loro fatta che li aveva portati a prendere le armi, a fare rapimenti, ad uccidere persone. Cosa speravano di ottenere con queste credenziali nella popolazione? Una rivolta di massa? Non capisco poi cosa si intenda per "una situazione rivoluzionaria che invece non c'era proprio". Quale sarebbe la "situazione rivoluzionaria"? Quali sarebbero le condizioni nel paese e nella popolazione secondo le quali si può fare una rivoluzione "armata e vincente"? Credimi, io ho letto e sentito tante opinioni, ma nessuno che mi abbia spiegato questa cosa.


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radisol
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Nel paese, tra il 1968 ( ma soprattutto il 1969 operaio) ed il 1977, ci fu uno scontro di classe durissimo ...

Che, oltre ad ottenere numerose conquiste sociali, si innestò poi anche sul terreno dei diritti civili, dei cambiamenti di costume ecc. ecc. ...

Ma era soprattutto una battaglia che intendeva "praticare l'obiettivo", portare a casa risultati materiali, di tipo più sindacal/rivendicativo che non strettamente "politico" .... anche se certo portò anche a risultati strettamente "politici" ... tipo i successi elettorali del Pci di metà anni settanta, e le conseguenti parziali sconfitte, su questo terreno, della Dc ... tendenza che poi si ribalterà in senso contrario con la scelta berlingueriana del "compromesso storico" ...

Gli stessi "autonomi" del 1977, pur portando avanti nelle piazze forme di lotte al limite dell' "insurrezione", non si ponevano più di tanto, anche al di là degli slogan, il problema della "conquista del potere" ... era "rivolta sociale", non "rivoluzione" .....

Le Br invece ( ed in misura minore anche gli altri gruppi armati più legati ai movimenti di massa come Prima Linea ) scambiarono tutto questo per altro ... e cioè che ci fossero le condizioni per una presa violenta del potere ...

Che questo errore potesse farlo Prima Linea, che comunque dentro quei movimenti di massa ci stava e che in ogni caso, pur facendo errori inenarrabili, non alzò mai più di tanto il livello di scontro rispetto a quello praticato da quei movimenti, come invece fecero le Br con l'operazione Moro, poteva anche starci ...

Che l'abbiano fatto le Br che invece, a parte le "anomalie" del centro-sud di cui parlavo, "schifavano" quei movimenti di massa pur violenti .... che loro consideravono fondamentalmente "anarcoidi" e non comunisti ... è invece assai più clamoroso ...

Un conto è occupare la Fiat o l'Alfa Romeo, anche in forma "paramilitare", per ottenere un aumento salariale o per scongiurare licenziamenti ... un conto è occupare le case a San Basilio e poi difendere le occupazioni non solo con le molotov ma anche col fucile .... tutto un altro conto è mettersi sul terreno di scontro diretto con lo stato... in una logica di "apparati militari" contrapposti ... di "eserciti" .... con tanto di pretesa di "riconoscimento reciproco" ... di appelli alla Convenzione di Ginevra per i "prigionieri" ecc. ecc. ecc.

Un conto è il "contropotere" esercitato in fabbrica o nel territorio, in forma anche violenta/organizzata, per ottenere risultati materiali ... tutto un altro è pretendere di vincere la guerra totale con l'apparato statale come pretendevano le Br .... in questo senso, effettivamente, non esisteva una condizione che era una perchè potessero vincere ...


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mincuo
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@Radisol. Non credo che abbiamo chissà quale posizione diversa.
Semmai ci sono dei limiti fisici che sono di un blog, di un forum. Perchè è un argomento non solo quello di Moro ma del periodo intero, cioè del contesto, che richiederebbe uno spazio enorme.
Però vorrrei sottolineare un aspetto più generale, quindi non legato al periodo o ai fatti.
Purtroppo e per qualunque periodo c'è la tendenza a formare sempre una o più favole semplici, e questo è dovuto anche alla scarsa cultura.
C'è poco da fare, è così.
Questo vale per il "grande vecchio" che sia la CIA o la P2 o il KGB, da un lato, tanto quanto il "sistema" dall'altro. Sono termini favolistici e adatti appunto all'utente medio, e hanno il vantaggio che si può prendere un pezzetto di una cosa e poi fare "il tutto" anche perchè di fatto la gente non conosce e non studia e perciò è molto credulona.
Per cui, per fare un esempio: legami e frequentazioni con altri terrorismi Internazionali ci furono, e sarebbe anche assurdo se non ci fossero stati.
Ma ecco che per la persona mescolando un po' di vero e un po' di fumo diventa "il tutto". E con questo magari si vende il libro delle "rivelazioni".
Analogamente per la malavita perchè ci furono contiguità, o convenienze, o alcuni rapporti per fornitura di armi, ecc...E' una parte, un aspetto, anche logico, ma se si vuole lo si fa diventare la "Regia" della banda della Magliana, o della Camorra. Altro libro e altre "rivelazioni".
Per i Servizi sembra sciocco che non si interessassero e non facessero niente o non avessero interessi. E fecero infatti. Altro libro altra "regia".
Che in ambito politico non si facessero valutazioni, e che non ci fossero convenienze, sembra altrettanto sciocco, ma da lì si passa subito alla "regia"
Che le stesse BR avessero poi interesse a coprire, a dare delle versioni, quello è normale, e infatti non sono attendibili in gran parte.
E inoltre abbiamo chi si è dissociato e chi no, e poi ci sono anche questioni pratiche, relative a diminuzione di pena o coinvolgimento di terzi non ancora identificati. E anche esposizione a vendette. E anche, conoscendo questioni relative allo Stato, scomode, il non avere poi gli sconti o le agevolazioni. Abbiamo avuto brigatisti che hanno fatto 20 anni perchè gli hanno trovato delle armi, e basta. Altri con 6 o 7 omicidi hanno fatto molto meno.
Fino al 82, 1° processo già fatto, il covo di Montalcini non esisteva.
Morucci e Faranda ecc.. hanno ritrattato varie volte poi anche sui componenti il sequestro, prima 7 poi quando sbucava qualcuno 9 poi 10 ecc....Mai esistito l'altro carceriere finchè non si è potuto nasconderlo. E così via. Sono innumerevoli. Quindi molte reticenze e molte falsità o versioni di comodo, o concordate, come peraltro lo stesso Moretti ha dichiarato testuale ("versioni di comodo per partiti e politica in generale, sono parole sue).
Nè Bonisoli nè Azzolini nè Moretti o altri si sono voluti presentare in Commissione, che non aveva poteri giudiziari nè intenti giudiziari ma di ricostruzione storica. Degli atti della stessa Commissione una parte sono coperti da segreto di Stato ancora.
Alcuni apparati dello Stato hanno reso dichiarazioni false, nei processi, e anche in Commissione. Alcuni documenti presentano manipolazioni evidenti, con cambi di data o aggiunte con macchine da scrivere diverse, altri sono scomparsi.

Oltre a tutto questo c'è l'inclinazione delle persone con cui si discute a passare immediatamente a conclusioni "generali" a "giudizi" complessivi, a "insegnamenti" sulla base poi spesso di poco o nulla.
E infine a dare significato "pro" o "contro" a qualunque cosa.

Se io parlo della Honda blu, che è stata un po' derisa qui, in realtà è per capire, perchè fa parte del Processo (Santiapichi). Ha comportato anzi l'accusa aggiuntiva di concorso in omicidio, per via di uan pallottola sul parbrezza di un testimone. Ha 4 testimonianze differenti, di cui una quella di un appuntato. Il fatto per me è che non significa nessun Rambo, o complotto, e semmai è da accertare bene il suo significato. Cioè era una staffetta di appoggio, che magari comunicava l'arrivo della scorta, o erano due lì per caso, ma stranamente vestiti in un modo e uno con una mitraglietta. I testi sono congruenti? Differiscono? Sono contemporanei? Attendibili? Controinterrogati?
Ma non si può discutere in questi termini normali. Diventa tutto subito ideologico, cosa volevi "insinuare", oppure si fanno subito dei fioretti, delle speculazioni, dei salti Pindarici su un fatto di cui magari non si conoscono nemmeno gli estremi processuali.
Io non sono incline verso un'informazione e una cultura fondate sulle congetture e le opinioni piuttosto che sui fatti, ma soprattutto non sono incline a congetture e opinioni che i fatti proprio non li conoscono o peggio se li inventano per far quadrare le loro congetture.


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radisol
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Condivido pienamente il commento di mincuo, a cui non trovo proprio nulla da aggiungere nelle considerazioni di tipo generale.

Solo sull'Honda blu ... perchè conosco personalmente tutta la storia, Giuseppe Biancucci è stato, oltre che mio compagno di militanza nel comitato di quartiere di Primavalle/Torrevecchia, anche mio stretto amico personale fino alla sua morte sopraggiunta nel 2011 per gravissimi problemi respiratori ... avrei qualcosa da precisare ...

Giuseppe, per tutti noi "Superpeppe", regolare proprietario di quell' Honda blu ( e già te l'immagini un brigatista che va a fare Via Fani con la sua moto personale ?) svolgeva il suo turno notturno in un garage pubblico di Via Stresa, a non più di 40 metri dall'incrocio di questa strada con Via Fani, dove è avvenuto l'agguato .... mestiere che svolgeva da sempre, il gestore di quel garage era suo padre ...

Uscito per tornare a casa ( in moto con lui c'era anche la sua fidanzata, Roberta Angelotti, che gli aveva fatto compagnia per tutta la nottata nel garage ) si è trovato di fronte quello strano assemblamento di gente malamente travestita da piloti Alitalia ... sicuramente del gruppo conosceva Casimirri ( se c'era veramente) e Rita Algranati, tutti e due ex del comitato di Primavalle ... ma anche Morucci, Seghetti e Loiacono erano persone conosciutissime nel movimento romano ... il primo poi aveva pure frequentato lo stesso liceo di Biancucci, il Pasteur, a Monte Mario ...

Capito ovviamente, dopo qualche secondo, l' "aria che tirava" ... si è allontanato velocemente con la moto ... non aveva ovviamente nessuna mitraglietta e quindi non può aver minacciato nessuno ... e comunque se ne è andato un attimo prima dell'arrivo del convoglio di Moro ...

Raimondo Etro, brigatista "pentito" che in Via Fani aveva portato di prima mattina il borsone con le armi, racconta che la Algranati poi gli disse che "sul più bello sono passati i due cretini di Primavalle e si sono pure fermati un attimo a salutare con la manina" ..... cosa che aveva seriamente rischiato di mandare a monte tutta l'azione, cambiando forse il corso della storia italiana ...

"Superpeppe" non era proprio tipo da Br ... svolgeva attività politica alla luce del sole tra Primavalle e la zona di piazza Igea, ora piazza Walter Rossi ... solo il mese precedente era stato arrestato per pochi giorni perchè aveva rotto la testa ( dopo che i fascisti l'avevano rotta a lui nella stessa mega-rissa ) a Roberto Fiore, l'attuale capo indiscusso di Forza Nuova, con un crick davanti al liceo Tacito ...

E pochi mesi dopo Via Fani finì di nuovo in galera perchè lo pizzicarono, era un sub provetto, mentre si immergeva nottetempo nel mare di Santa Marinella, per recuperare un notevole quantitativo di "fumo" che stava depositato appunto nei fondali ...

Vabbè che le Br romane erano "anomale", che comprendevano anche "malandrini" o ex tali, ma le risse plateali coi fascisti o gli "impicci di fumo" decisamente non potevano entrare nella loro pratica ... ed in quella dei propri militanti ...

E meno che mai poteva entare in questa pratica brigatista l'andare in azione a bordo di una propria moto regolarmente intestata ... e pure a pochi metri da dove si svolge tutti i giorni il proprio lavoro, per di più in un esercizio pubblico, dove tutti quindi ti conoscono ...


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