Natalino Balasso - Sulla scuola

La scuola moderna nasce nell'800 quando gli asburgici, con la scusa di un'istruzione diffusa, vogliono fornire ai futuri adulti il libretto delle istruzioni per aderire alle direttive dell'autorità. L'ingerenza della Chiesa, dell'esercito e di tutto ciò che allora rappresentava il potere, si sarebbe in seguito dimostrata la prova che la scuola serviva a formare: a mettere cioè gli studenti in una forma predefinita.

Il potere ha sempre dovuto controllare la scuola, ha dovuto cioè "valutare" anche gli insegnanti. I programmi ministeriali altro non sono che progetti per la messa in forma nei modi che il potere del momento decide. Persino oggi, quando si parla di una democrazia diffusa, la scuola, come l'esercito e la chiesa, è inserita in una rigida piramide burocratica nella quale ciò che viene insegnato è deciso da poche persone.

Alla fin fine, ben pochi possono sottrarsi alla stretta dei fatti e cioè al fatto che la scuola serve a valutare quanto i giovani somiglino agli adulti. Il processo emulativo che è innato in ognuno di noi è applicato nella scuola anche a livello inconscio: se somigli a me sei bravo, se non mi somigli non sei bravo. Per questo gli insegnanti devono essere valutati: sarebbe disdicevole, per un'istituzione che afferma di possedere la verità, fornire ai giovani versioni discordanti della conoscenza della vita.

Quello che scrivo io ora, come tutto quello che scrivo, proviene dalla coscienza della mia marginalità nella comprensione del mondo, il mio è un racconto, è il racconto di come io vedo la scuola, ma non mi sforzo di aderire a ciò che quelli che ritengo intelligenti dicono della scuola, questo è quello che mi avevano insegnato a scuola, ma non l'ho mai trovato molto intelligente. So bene infatti che anche quello è un racconto ed è frutto delle medesime allucinazioni che tutti accettiamo per poter continuare a vivere.

Nel mio racconto, tra l'altro, non capisco che cazzo c'entrino i sindacati con la valutazione dell'efficacia dell'Invalsi. Certo, ognuno è libero di avere un'opinione e, in questi tempi di democrazia diffusa, bastano 50 persone a far saltare un dibattito, ma perché i sindacati dovrebbero arrogarsi l'autorità di stabilire l'efficacia di un test o di un metodo? Intendiamoci, non entro nel merito di quel test o di quel metodo, non m'interessa qui stabilire quanto sia efficace, perché per il resto, basta guardarsi intorno per capire che la scuola fallisce, che tutto il nostro sistema educativo è un fallimento, perché insistiamo a modellare i giovani sulla nostra forma che è, diciamolo, piuttosto deludente. Se la scuola funzionasse davvero non saremmo uno dei paesi più corrotti al mondo, o forse lo siamo proprio perché la scuola funziona, perché i giovani ci somigliano.

Purtroppo la scuola sarà sempre al centro di casini inenarrabili, lo è da 400 anni, perché si trova dentro un paradosso: come posso predicare ai giovani di pensare con la loro testa ma di pensare quello che gl'insegno io? Oggi, oltretutto, devo fare tutto questo per pochi soldi. Ecco, qua sì che ci vogliono i sindacati. Ma finché si scambia l'edilizia scolastica per un caposaldo dell'istruzione, si continua ad influire sulla cornice. Si continua a pensare che l'investimento pubblico deve produrre lavoro, non benessere diffuso, non conoscenza del mondo, non consapevolezza.

Arriverà un tempo in cui le aule non saranno sgarruppate, ma la scuola sarà dentro lo stesso casino. La mente dei giovani è delicata, talmente delicata che basta il tragitto in macchina con un genitore da casa a scuola, per vanificare cinque ore di lezione. Cinque ore nelle quali i giovani nemmeno si accorgono che ciò che si vuole da loro è che rimangano seduti nello stesso punto per tutta la mattina.

Natalino Balasso
Fonte: www.facebook.com
Link; https://www.facebook.com/natalinobalasz/posts/998568643494623
28.04.2015