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Nizza: Attentato preparato per mesi


Rosanna
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Strage di Nizza, le indagini confermano: Bouhlel aveva complici. "Attentato preparato per mesi"

Confermato l'arresto dei cinque fiancheggiatori: ecco la rete che ha aiutato il killer di Nizza. E si rafforza la pista pugliese
dal nostro corrispondente ANAIS GINORI

PARIGI - Non era così solitario, Mohamed Lahaouiej Bouhlel. E il suo attacco alla Promenade di Nizza - in cui sono morte 84 persone - non è stato neppure un gesto improvvisato, di un "radicalizzato express", secondo l'analisi che ne ha fatto sbrigativamente il governo francese.

"Premeditava da mesi il suo piano criminale" ha rivelato il procuratore antiterrorismo François Molins a proposito del terrorista franco-tunisino di 31 anni. Se non esistono ancora prove di un legame con Daesh, ha detto Molins, è accertato che Bouhlel era dentro una rete di conoscenze che lo hanno "sostenuto nella preparazione e nell'attuazione" nella strage sulla Promenade des Anglais in cui sono morte 84 persone.

Una settimana dopo, il contesto in cui è maturato l'attentato diventa più complesso e ramificato. Cinque persone - quattro uomini e una donna - sono in stato di arresto, accusate tra l'altro di "partecipazione a organizzazione terroristica". I presunti complici sono una coppia di albanesi che hanno fornito la calibro 7.65 usata da Bouhlel la sera del massacro.

Una pistola che sarebbe stata procurata da Ramzie Arefa, 22 anni, sospettato di aver fatto da intermediario ma non solo. La sera della strage, il terrorista scrive al giovane un primo sms alle 20.29 e altri due alle 22.27, congratulandosi della pistola procurata, chiedendogli di trovarne altre. Il procuratore sottolinea anche che i messaggi "precisano ciò a cui sono destinate le altre armi", senza però aggiungere maggiori dettagli.

C'erano altri attacchi in preparazione? Di certo, Bouhlel è stato accompagnato nel suo progetto. Il 14 luglio, tre ore prima della strage, è sulla Promenade con Choukri Chafroud. Il tunisino di 37 anni viene ripreso nelle immagini di videosorglianza nel tir bianco, lato passeggero. Choukri, incensurato, ha vissuto a Gravina, quaranta chilometri da Bari fino al 2015, lavorando in una masseria. Secondo gli investigatori francesi, sarebbe anche tornato in Puglia qualche settimana fa, ospite di alcuni connazionali.

Gli agenti della Digos hanno condotto perquisizioni all'ex domicilio e nella casa nella quale è passato recentemente, sequestrando alcuni documenti. Da Nizza, Choukri avrebbe avuto contatti telefonici con tunisini e albanesi residenti in Italia. Un dettaglio che ha spinto le procure di Roma e Bari ad aprire un fascicolo giudiziario.

Bouhlel e Choukri erano in contatto regolare (oltre cento telefonate nell'ultimo anno). E il 4 aprile scorso, il tunisino "pugliese" scrive un messaggio su Facebook nel quale sembra incitare il suo amico di Nizz. Consiglia di "caricare il camion", riempendolo di "duemila tonnellate di ferro". Choukri parla di "tagliare i freni". Aggiungendo: "E io guarderò".

L'altro arrestato su cui si concentrano le indagini è il franco-tunisino Mohamed Walid G., 40 anni, amico di lunga data di Bouhlel: nell'ultimo anno i tabulati registrano 1278 chiamate tra i due. Walid appare come un altro dei mentori del gruppo. Il 10 gennaio 2015, tre giorni dopo l'attentato nella redazione di Charlie Hebdo, manda un sms all'amico: "Non sono Charlie... Sono contento, hanno portato i soldati di Allah per finire il lavoro".

Anche quest'uomo era presente sulla Promenade il 14 luglio, visto che nel suo cellulare è stato ritrovato un filmato del lungomare, mentre passeggia tra le vittime e i soccorritori ancora al lavoro. Walid fa anche un altro video nel quale si riprende sulla scena del crimine. Nel cellulare di Bouhlel sono stati ritrovati dei selfie scattati dentro al tir in compagni di Walid, durante i sopralluoghi effettuati nei giorni precedenti alla strage.

I legami tra i presunti complici di Bouhlel e l'organizzazione Daesh che ha rivendicato l'attentato non sono ancora stati appurati, ha sottolineato il procuratore di Parigi. Ma sembra ormai assodato che Bouhlel meditava al suo piano da tempo, forse addirittura da un anno visto che nel suo cellulare sono stati ritrovati "foto rivelatrici", secondo la definizione del procuratore, come un articolo del 22 maggio 2015 sul Captagon, "pozione magica dei combattenti", una droga già usata da altri jihadisti. Un altro dettaglio rivela la lunga premeditazione. Il 14 luglio 2015 Bouhlel fotografa sulla Promenade i fuochi d'artificio. E, nota il procuratore antiterrorismo, fa "diversi zoom sulla folla",

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/21/news/strage_nizza_complici-144584205/?ref=HREC1-2


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