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Non è la globalizzazione, è Marchionne


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Capisco quelli che traggono spunto dalla vicenda dell’accordo di Pomigliano D’Arco per un’ennesima critica al modello della globalizzazione, e chiedono uno sforzo di fantasia per rimettere in discussione il paradigma dell’outsourcing e sottrarsi al destino di esportare i capitali produttivi dove c’è assenza di diritti e manodopera sottopagata. Vorrei però ricordare che la Fiom non se la prende con la globalizzazione ma con Marchionne. La Fiom sostiene che l’obiettivo delle 280.000 vetture da produrre in quello stabilimento è pienamente compatibile con le posizioni contrattuali con cui l’organizzazione si è seduta al tavolo. A questo punto la discussione cessa di riguardare i massimi sistemi e diventa un semplice problema per gli ingegneri industriali: i calcoli della Fiom o sono giusti o sono sbagliati. Punto.

Se qualcuno crede che Marchionne è molto più bravo in matematica della Fiom e troppo onesto per giocare a carte truccate, va bene. Ma se qualcuno volesse accordare alla Fiom almeno il beneficio del dubbio e pensare che i numeri potrebbero effettivamente darle ragione, allora Marchionne sta forzando la situazione per ragioni che non hanno niente a che vedere con l’efficienza industriale, ma sono un gioco di potere volto ad eliminare quei residui di sindacalismo autentico che ci sono ancora nei suoi stabilimenti, e magari nel resto del paese.

Il che ci riporta alla sostanziale scelta di campo del PD a favore della Fiat e contro la Fiom (non sono io a dirlo ma Sergio Cofferati). E’ già abbastanza grave che le logiche perverse della globalizzazione non siano mai sfidate in cerca di alternative, come se fossero leggi di natura inalterabili. Ma è ancora più impressionante vedere che all’aprirsi di un’offensiva padronale che è ancora di esito incerto, il PD sa solo trovare trovare pretesti per schierarsi subito con i padroni e contro gli operai.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/06/19/non-e-la-globalizzazione-e-marchionne/
19.06.2010


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marcopa
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Registrato: 3 anni fa
Post: 8324
 

C'e' una differenza netta tra quello che dice il Pd e quello che scrive l' Unita e afferma parte del blocco che fa riferimento al Pd. In questo momento credo che sarebbe opportuno sottolineare la contraddizione manifestando e contestando apertamente,platealmente, le sedi del Partito Democratico. Tutta la sinistra dovrebbe contestare il Pd che si schiera con politiche schiaviste e vive per l' appoggio di tanta gente sinceramente dalla parte dei meno abbienti.


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dana74
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Registrato: 3 anni fa
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il dramma è che tanti operai si son schierati con i padroni.

Anche negli anni 70 quando lottavano per i diritti poi svenduti, TENEVANO FAMIGLIA....


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glab
 glab
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 539
 

il dramma è che tanti operai si son schierati con i padroni.

Anche negli anni 70 quando lottavano per i diritti poi svenduti, TENEVANO FAMIGLIA....

già! purtroppo la coscienza di classe non è mai stata, e tantomeno oggi lo è, patrimonio delle masse proletarie ma solo di una minoranza intellettualmente e coscienzialmente evoluta.
la massa vive nella pancia, la coscienza è un pò più in su.
il proletario generico, manzonianamente il "volgo disperso", anela ad essere "padrone ('ncinoino) a gratis e con "alcuni dipendenti" proletari naturalmente.
questo secondo me significa che si è in prossimità di una presa di coscienza di massa ma che questa avverrà su stimolazione dei bisogni "di pancia".


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marcopa
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Credo che in questo momento schierati con i padroni siano soprattutto giornali (compresa la "democratica" Repubblica), Partito Democratico, Cisl e Uil. Non c'e' per il momento una mobilitazione unitaria di chi e' contrario a questa soluzione, l' unico soggetto contrario consistente e' la Fiom gli altri sono gruppi non enormi numericamente. Una mobilitazione piu' consistente avrebbe reso piu' difficile questa operazione che pero' e' sempre in tempo a saltare. Non sono sicuro che la Fiat voglia farla davvero o voglia solo scaricare colpe su Fiom, sinistra e operai.


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