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Perché ho cambiato idea sugli OGM

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ilnatta
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L’ambientalista inglese Mark Lynas, giornalista del Guardian, autore di un libro sugli Ogm “La specie di Dio: salvare il pianeta nell’era degli umani” e di due libri sul global warming, era contrario agli OGM come la maggior parte degli ambientalisti. Poi ha scoperto che molte delle sue convinzioni non avevano un reale fondamento scientifico. Questa è la trascrizione integrale del discorso che ha tenuto il 3 Gennaio 2013 alla Oxford Farming Conference, in cui spiega perché ha cambiato idea e perché pensa di essere diventato un ambientalista migliore grazie alla scienza. Troverete il mio commento su www.scientificast.it nei prossimi giorni.

Mark Lynas from Oxford Farming Conference on Vimeo ( http://vimeo.com/56745320)

“Voglio iniziare con delle scuse. Mi scuso per avere speso molti anni della mia vita ad estirpare coltivazioni OGM. Mi dispiace anche di aver contribuito ad avviare il movimento anti-OGM a metà degli anni 90 e di avere pubblicamente demonizzato una soluzione tecnologica che invece può essere usata a vantaggio dell’ambiente. Come ambientalista e come uno che crede che chiunque abbia diritto ad una dieta salutare e nutritiva di sua scelta, non avrei potuto scegliere una strada più controproducente. Ora me ne pento completamente.

Immagino che vi stiate chiedendo cosa sia successo tra il 1995 ed oggi da farmi non solo cambiare idea ma da farmi venire qui ad ammetterlo. Beh, la disposta è semplice: ho scoperto la scienza e spero con questo di essere diventato un ambientalista migliore.

Quando per la prima volta ho sentito parlare della soia OGM della Monsanto sapevo esattamente cosa ho pensato. Ecco una grossa industria americana con un losco passato che mette qualcosa di nuovo e sperimentale nel nostro cibo senza informarci. Mescolare geni tra specie diverse sembrava talmente innaturale, il sintomo che l’umanità stava acquisendo troppo potere tecnologico; questa cosa era destinata ad andare terribilmente male. Questi geni si sarebbero diffusi come un inquinamento vivente. Un incubo.

Questi timori si sono diffusi come un incendio e nel giro di pochi anni gli OGM sono stati praticamente banditi dall’Europa. I nostri timori sono stati esportati da ONG come Greenpeace e Amici della Terra in Africa, India e nel resto dell’Asia, dove gli OGM sono ancora banditi al giorno d’oggi. E’ stata la campagna che avuto più successo tra quelle a cui ho partecipato.

Questo è stato esplicitamente anche un movimento anti-scientifico. Abbiamo usato molte immagini di scienziati nei loro laboratori mentre giocavano demonicamente con i mattoni basilari della vita. Da qui il soprannome di cibo Frankenstein, che faceva leva sulla paura innata della scienza malvagia al servizio di obiettivi contro natura. Quello che ai tempi non avevamo capito era che il vero mostro di Frankenstein non era la tecnologia OGM, ma la nostra reazione contro di essa.

Per quanto mi riguarda, questo ambientalismo anti-scientifico è divenuto progressivamente inconciliabile con l’ambientalismo scientifico che cercavo nell’ambito dei cambiamenti climatici. Ho pubblicato il mio primo libro sul riscaldamento globale nel 2004 e volevo renderlo scientificamente credibile piuttosto che una semplice collezione di aneddoti.

Così ho dovuto supportare la storia del mio viaggio in Alaska con i dati satellitari sul ghiaccio marino, e ho dovuto giustificare le immagini dei ghiacciai che scompaiono sulle Ande con i dati a lungo termine del bilancio di massa dei ghiacciai di montagna. Questo ha significato imparare a leggere articoli scientifici, imparare le basi della statistica e divenire informato su molteplici campi come oceanografia e paleoclimatologia, e in nessuno dei casi la mia laurea in politica e storia moderna mi ha aiutato granché.

Mi sono trovato continuamente a discutere con persone che considero incorreggibilmente anti-scientifiche perché non ascoltano i climatologi e negano la verità scientifica dei cambiamenti climatici. Così li ho informati del valore del processo di revisione tra pari (peer-review), dell’importanza del consenso scientifico e come gli unici fatti che contavano fossero quelli pubblicati nelle migliori riviste scientifiche.

Il mio secondo libro sul clima, Sei Gradi, era talmente rigoroso dal punto di vista scientifico da vincere il premio della Royal Society per i libri di scienza ed i climatologi con cui ho fatto amicizia mi prendevano in giro sul fatto che conoscessi la materia meglio di loro. Ed a quel tempo nel 2008, incredibilmente, stavo ancora scrivendo trattati sul Guardian attaccando la scienza degli OGM pur senza aver fatto nessuna ricerca accademica sull’argomento ed avendone una conoscenza personale piuttosto limitata. Credo che non avessi mai letto nemmeno un articolo scientifico sulle biotecnologie o sulla scienza botanica.

Ovviamente questa contraddizione non era tollerabile. Quello che realmente mi ha spinto sono stati dei commenti al mio ultimo articolo anti OGM che ho scritto per il Guardian. In particolare una persona mi scrisse: “così sei contro gli OGM perché sono commercializzati da grosse multinazionali. Sei anche contrario alla ruota perché è commercializzata da grandi industrie automobilistiche?”

Così ho iniziato a fare delle letture. E ho scoperto che, una ad una, le mie convinzioni sugli OGM si rivelavano essere poco di più che verdi leggende metropolitane.

Avevo supposto che gli OGM avrebbero aumentato l’uso dei pesticidi. Ho scoperto che il cotone o il mais resistenti ai parassiti hanno bisogno di meno insetticidi.

Avevo supposto che gli OGM portassero benefici solo alle grandi multinazionali. Ho scoperto che miliardi di dollari di benefici favorivano gli agricoltori che necessitavano di minori entrate.

Avevo supposto che le tecnologie Terminator stavano derubando gli agricoltori del diritto di conservare i semi. Ho scoperto che i semi ibridi hanno fatto questo molto tempo fa e che Terminator non è mai arrivato.

Avevo supposto che nessuno volesse gli OGM. Ho scoperto che il cotone BT è stato piratato verso l’India e la soia RR verso il Brasile perché gli agricoltori erano impazienti di poterli usare.

Avevo supposto che gli OGM fossero pericolosi. Ho scoperto che è un metodo più sicuro e più preciso che la selezione tradizionale tramite mutagenesi, ad esempio. L’ingegneria genetica permette di muovere una coppia di geni, mentre la selezione tradizionale modifica l’intero genoma in un processo di prove ed errori.

E cosa dire invece del mescolare insieme geni provenienti da specie differenti? Il pesce ed il pomodoro? Ho scoperto che i virus lo fanno continuamente, come gli insetti e le piante, e persino noi. Si chiama flusso genetico.

Ma quello era solo l’inizio. Così nel mio terzo libro, “Le specie di Dio”, mi sono liberato di tutta l’ortodossia ambientalista e ho provato a guardare al quadro generale su scala planetaria.

E questa è la sfida che ci aspetta oggi: entro il 2050 dovremo sfamare 9.5 miliardi di persone, si spera sempre meno povere, utilizzando la stessa area terrestre di cui disponiamo oggi, usando meno fertilizzante, acqua e pesticidi e nel contesto di un rapido cambiamento climatico.

Cerchiamo di analizzare la cosa. So che in un intervento alla conferenza dello scorso anno l’argomento era la crescita della popolazione. E anche a riguardo di ciò siamo in presenza di molti miti. Le persone pensano che l’alto tasso di natalità dei paesi del terzo mondo sia il grosso problema; in altre parole le popolazioni povere hanno troppi bambini e dunque c’è bisogno di pianificazione delle nascite o addirittura di politiche drastiche come quella del figlio unico. La realtà è che la fertilità naturale media è in diminuzione verso circa 2.5 e se si considera che il ricambio naturale è di 2.2 non siamo poi così al di sopra. E allora da dove
viene questa enorme crescita della popolazione mondiale? Viene dalla diminuita mortalità infantile, sempre più giovani infatti crescono fino a riprodursi piuttosto che morire durante la giovinezza per malattie prevenibili.

La rapida diminuzione della mortalità infantile è una delle migliori notizie del nostro decennio e la terra di origine di questa magnifica storia di successo è l’Africa subsahariana. Non che ci siano legioni di nuovi bambini pronti a nascere: secondo le parole di Hans Rosling siamo al picco dei bambini. Nel mondo vivono circa due miliardi di bambini oggi e non ce ne saranno mai più di questi a causa della fertilità in diminuzione.

Ma sempre più bambini di questi 2 miliardi sopravvivranno fino all’età adulta e avranno a loro volta figli. Essi sono i genitori dei giovani adulti del 2050. E’ l’origine della popolazione di 9.5 miliardi del 2050. Non c’è bisogno di aver perso un figlio, Dio lo impedisca, e nemmeno di essere genitore per sapere che la diminuzione della mortalità infantile è una cosa buona.

Di quanto cibo avrà bisogno questa gente? Secondo le ultime proiezioni, pubblicate lo scorso anno nei Proceedings dell’Accademia Nazionale delle Scienze, assisteremo ad un aumento della domanda globale di oltre il 100% entro la metà del secolo. Questo è quasi interamente dovuto alla crescita del Prodotto Interno Lordo, specialmente nei paesi in via di sviluppo. In altre parole, avremo bisogno di produrre più cibo non solo per tenere il passo dell’aumento di popolazione, ma anche perché la povertà sarà gradualmente ridotta insieme alla diffusa malnutrizione che ancora oggi costringe 800 milioni di persone ad andare a dormire affamati ogni giorno. E sfido chiunque in una nazione ricca ad affermare che la crescita di Prodotto Interno Lordo in una nazione povera sia una brutta cosa.

Ma il risultato di questa crescita è che abbiamo delle sfide ambientali molto serie da affrontare. La conversione della terra è una grande sorgente di gas serra e forse la prima causa della perdita di biodiversità. Questa è un’altra ragione perché intensificare le colture è essenziale: dobbiamo crescere di più in una superficie limitata in modo da conservare le foreste pluviali e i rimanenti habitat naturali dalla distruzione.

Dobbiamo anche affrontare la limitatezza di acqua, non solo per lo svuotamento delle falde acquifere, ma anche per le siccità che prevediamo colpiranno con maggiore intensità le aree agricole dei continenti a causa dei mutamenti climatici. Prendendo più acqua dai fiumi inoltre acceleriamo la perdita di biodiversità in questi fragili ambienti.

Bisogna anche gestire meglio l’uso dell’azoto: i fertilizzanti artificiali sono essenziali per sfamare l’umanità, ma un utilizzo inefficiente implica zone morte nel golfo del Messico e in molte altre zone costiere nel mondo, così come l’eutrofizzazione nei sistemi di acque dolci.

Non è sufficiente sederci ed attendere che l’innovazione tecnologica risolva i nostri problemi. Dovremo essere molto più attivi e strategici di così. Dovremo assicurarci che l’innovazione tecnologica si muova più velocemente e nella direzione che più ci serve.

In un certo senso ci siamo già trovati in questa situazione. Quando Paul Ehrilch ha pubblicato il suo “Population Bomb” nel 1968, ha scritto: “La battaglia per sfamare l’intera umanità è terminata. Negli anni 70 centinaia di milioni di persone moriranno di fame indipendentemente da qualsiasi terapia d’urto noi possiamo implementare ora.” Il suggerimento era palese: in nazioni come l’India le persone moriranno di fame prima o poi, e quindi gli aiuti alimentari andrebbero eliminati per ridurre la crescita demografica.

Non era scontato che Ehrlich avesse torto. In effetti, se tutti avessero seguito il suo consiglio, centinaia di milioni di persone sarebbero effettivamente morte inutilmente. Invece successe che la malnutrizione fu drasticamente ridotta e l’India divenne un paese auto-sufficiente dal punto di vista alimentare grazie a Norman Borlaug e alla sua rivoluzione verde.

E’ importante ricordare che Bourlag era preoccupato della crescita demografica tanto quanto Ehrlich. Solamente pensava che valesse la pena provare a far qualcosa a riguardo. Era pragmatico perché pensava che si dovesse fare il possibile, ma era anche idealista perché pensava che le persone avessero dovunque il diritto ad avere abbastanza da mangiare.

Cosa fece dunque Norman Borlaug? Si rivolse alla scienza e alla tecnologia. L’umanità è una specie che costruisce utensili: dai vestiti all’aratro, la tecnologia è la cosa che ci distingue maggiormente dalle altre scimmie. E molto del suo lavoro si focalizzò sul genoma delle principali colture domestiche: se il grano, ad esempio, potesse essere più corto e più orientato a produrre semi piuttosto che gambi, allora la resa aumenterebbe e la perdita di grano dovuta alla semina sarebbe minimizzata.

Prima che Bourlag morisse nel 2009, egli passò molti anni battendosi contro coloro i quali per ragioni ideologiche e politiche si opponevano alle innovazioni in agricoltura. Citandolo: “Se gli oppositori riuscissero ad impedire le biotecnologie agricole, essi accelererebbero le carestie e la crisi della biodiversità globale che vanno predicando da circa 40 anni.”

E grazie al diffondersi delle cosiddette campagne ambientaliste provenienti dai paesi benestanti, oggi siamo pericolosamente vicini a questo punto. La biotecnologia non è ancora stata fermata, ma è stata resa incredibilmente costosa per tutti tranne che per le grosse corporation.

Ora costa decine di milioni far passare una coltura attraverso i sistemi regolatori di differenti paesi. Le ultime stime di CropLife indicano in 139 milioni i costi per passare dalla scoperta di una nuova coltura alla sua commercializzazione totale ed in questo modo il settore open-source o quello pubblico hanno veramente poche possibilità.

C’è una deprimente ironia nel fatto che gli attivisti anti-biotech si lamentino del fatto che le sementi OGM siano commercializzate unicamente dalle grandi multinazionali quando è una situazione che è stata provocata da loro stessi più di ogni altro.

In Europa il sistema è allo stallo e molte sementi OGM aspettano da un decennio o più l’approvazione, ma il processo è costantemente bloccato dalle contorte politiche domestiche delle nazioni anti-biotech come la Francia o l’Austria. Nel resto del mondo il tempo di approvazione è cresciuto a più di 5 anni e mezzo dai 3.7 del 2002. Le complicazioni burocratiche stanno diventando peggiori.

Vale la pena ricordare che la Francia ha a lungo rifiutato l’importazione della patata perché era un prodotto americano. Come un commentatore ha dichiarato recentemente, l’Europa è sul punto di diventare un museo del cibo. Noi consumatori ben nutriti siamo accecati dalla romantica nostalgia di una agricoltura del passato. Questo è perché abbiamo abbastanza di cui sfamarci e possiamo indulgere nelle nostre illusioni estetiche.

Ma allo stesso tempo la crescita dei raccolti è globalmente ferma per quanto riguarda le maggiori coltivazioni, come ha indicato in una ricerca pubblicata lo scorso mese da Jonathan Foley su Nature Communications. Se non riportiamo indietro la crescita dei raccolti al corretto andamento, avremo sicuramente problemi a far fronte alla crescita demografica e alla conseguente domanda, i prezzi aumenteranno e sempre più terra verrà convertita da terra naturale a terra agricola.

Per citare ancora Norman Borlaug: “Io dico che il mondo ha la tecnologia, già disponibile o comunque in uno stadio di sviluppo avanzato, per sfamare in modo sostenibile una popolazione di 10 miliardi di persone. La domanda più pertinente oggi è se agli agricoltori verrà permesso di usare questa tecnologia. Mentre le nazioni benestanti possono permettersi di adottare posizioni a
rischio molto basso e pagare di più per cibo prodotto con i cosiddetti metodi biologici, il miliardo di persone cronicamente malnutrito delle nazioni povere e carenti di cibo non può.”

Come dice Borlaug, forse il mito più pericoloso è quello che la produzione biologica sia migliore sia per le persone che per l’ambiente. L’idea che sia più salutare è stata ripetutamente smentita dalla letteratura scientifica. Sappiamo anche da molti studi che il biologico è molto meno produttivo, con rese inferiori fino al 40-50% a parità di superficie coltivata. La Soil Association in un recente rapporto sullo sfamare il mondo l’ha tirata molto per le lunghe per evitare di menzionare il gap di Produttività.

Ne ha menzionato il fatto che, tenendo conto degli effetti della sostituzione della terra, il biologico è anche peggiore per la biodiversità. Invece hanno parlato di un mondo ideale In cui i popoli occidentali mangino meno carne e calorie in modo chele persone nei paesi In via di sviluppo possano averne di più. Tutto questo è semplicemente assurdo.

Pensandoci bene, il movimento biologico è fondamentalmente reazionario. Non accetta molte tecnologie moderne solo per principio. Come gli Amish in Pennsylvania, che hanno bloccato la loro evoluzione tecnologica al carretto con i cavalli nel 1850, il movimento biologico è rimasto fermo a qualche anno intorno al 1950, e senza un motivo migliore.

E comunque nemmeno applica questa idea in modo coerente. Stavo recentemente leggendo sulla rivista della Soil Association che è consentito eliminare le erbacce con i lanciafiamme oppure con la corrente elettrica, ma erbicidi benigni come il glifosato non sono ammessi perché Sono sostanze chimiche artificiali.

In realtà non c’è nessun motivo per cui evitare Sostanze chimiche dovrebbe esseri positivo per l’ambiente, anzi è vero l’opposto. Una Recente ricerca di Jesse Ausubel e del suo gruppo Dell’ Università di Rockfeller ha mostrato quanta Superficie aggiuntiva andrebbe coltivata oggi dai contadini indiani se usassero tecnologie del 1961 per ottenere gli stessi raccolti complessivi di oggi. La risposta è 65 milioni di ettari, una superficie come quella della intera Francia.

In Cina, i coltivatori di mais hanno risparmiato 120 milioni di ettari, un area doppia di quella della Francia, grazie alle moderne tecnologie per aumentare la resa. Su una scala globale tra il 1961 il 2010 l’area coltivabile è cresciuta solo sul 12%, mentre le kilocalorie per persona sono aumentate da 2200 a 2800 (n.d.t. circa il 27%). Così anche con 3 miliardi di persone in più, Ognuno ha avuto più cibo grazie ad un aumento della produzione di circa il 300% nello stesso periodo.

Quindi, quanto terreno nel mondo è stato risparmiato in questo processo grazie a questi importanti aumenti dei raccolti, per i quali le sostanze chimiche hanno giocato un ruolo cruciale? La risposta è 3 miliardi di ettari, l’equivalente di due Americhe del Sud. Oggi non ci sarebbe rimasta nessuna foresta Amazzonica senza questi aumenti nei raccolti. Non ci sarebbero nemmeno più tigri in India o Oranghi in Indonesia. Questo è il motivo per cui non capisco perché molti degli oppositori della tecnologia nell’agricoltura si definiscono ambientalisti.

E dunque da dove viene questa opposizione? Sembra ci sia l’opinione diffusa che la moderna tecnologia equivalga a maggiori rischi. Effettivamente ci sono molti metodi veramente naturali e biologici di affrontare le malattie e la morte come la vicenda dei germogli biologici in Germania ha dimostrato nel 2011. Ci fu una catastrofe in termini di salute pubblica, con lo stesso numero di morti e malattie di quelli causati da Chernobyl, perché l’E.coli probabilmente di origine animale aveva infettato i Semi dei germogli provenienti dall’Egitto.

Morirono un totale di 53 personee3500 ebbero gravi problemi ai reni. E perché questi consumatori avevano scelto il biologico? Perché pensavano che fosse più sicuro e più salutare, ed erano più spaventati dei rischi completamente banali che vengono da pesticidi e fertilizzanti chimici altamente controllati.

Guardando a questa situazione senza pregiudizi, la maggior parte del dibattito, sia in termini di anti-OGM che di biologico, si basa semplicemente sull’errore naturalistico, cioè sull’assunzione che naturale è buono e artificiale è cattivo. Questo è un errore perché esiste una moltitudine di modi per morire e veleni completamente naturali, ed i parenti dei morti di E.coli ve lo possono confermare.

Per i sostenitori del biologico, questo errore è stato assurto a principio primo di un intero Movimento. Tutto questo è irrazionale e la terra ed i nostri figli meritano di meglio.

Questo non significa che l’agricoltura biologica non abbia nulla da offrire, Sono state sviluppate molte buone tecniche, come i raccolti incrociati (intercrop) e le coltivazioni accoppiate (companion planting), che possono dare un grosso beneficio per l’ambiente, anche se tendono richiedere molta manodopera. Anche i principi dell’agro-ecologia come il riciclo dei nutrienti e la promozione della diversità delle fattorie andrebbero presi in considerazione più seriamente ovunque.

Ma il biologico è contro il quando si rifiuta di permettere l’innovazione. Di nuovo usando gli OGM come esempio più ovvio, molti OGM di terza generazione permettono di non usare sostanze chimiche pericolose per l’ambiente, perché il genoma della specie in questione è stato alterato in modo da permettere alla pianta di proteggersi da sola dai parassiti. Perché questo non è biologico?

Il biologico è negativo anche quando viene usato per togliere la scelta agli altri. Uno degli argomenti più comuni contro gli OGM è che gli agricoltori biologici verrebbero contaminati con il polline OGM, e quindi nessuno andrebbe autorizzato ad usarli. Così i diritti di una minoranza benestante, che si riduce in definitiva a consumatori le cui preferenze sono basate su motivi estetici, non rispettano il diritto di tutti gli altri ad usare specie migliorate che poterebbero benefici all’ambiente.

Lo sono totalmente per un mondo di diversità, ma questo significa che un sistema agricolo non può affermare di avere il monopolio sulla virtù è puntare ad esclude ogni altra opzione. Perché non possiamo avere una coesistenza pacifica? Questo è particolarmente il caso quando ci tiene legati a vecchie tecnologie che hanno rischi intrinseci maggiori delle nuove.

Sembra che tutti debbono rendere omaggio al biologico e mettere in discussione questa ortodossia non è pensabile. Bene, io sono qui oggi per mettere in discussione tutto questo.

Il più grande rischio di tutti è che il motivo per cui non ci avvantaggiamo di tutte le opportunità dell’innovazione non sia nulla di più che cieco pregiudizio. Permettetemi di fare un paio di esempi, entrambi purtroppo riguardanti Greenpeace.

Lo scorso anno GP ha distrutto un raccolto di grano OGM in Australia per i classici motivi che io conosco bene per avervi partecipato in prima persona. Quella era una ricerca pubblica finanziata dall’istituto di ricerca Scientifica del Commonwealth, ma non importa. Erano contrari perché era OGM e innaturale.

Quello che la gente non sa è che una delle sperimentazioni in corso, che fortunatamente gli attivisti di Greenpeace con le loro falciatrici non sono riusciti a distruggere, ha portato accidentalmente ad un incremento del raccolto di uno straordinario 30%. Pensate. Questo progresso non sarebbe mai stato raggiunto se Greenpeace avesse avuto successo nel distruggere questa innovazione. Come Peter Kendall, presidente dell’NFU, ha recentemente suggerito, è come bruciare i libri di una biblioteca prima che qualcuno abbia il tempo di leggerli.

Il secondo esempio viene dalla Cina, dove Greenpeace è riuscita a scatenare il panico mediatico a livello nazionale affermando che due dozzine di bam
bini erano state usate come cavie per i test di riso golden OGM. Non hanno minimamente preso in costituzione il fatto che questo riso fosse più salutare e che potrebbe salvare ogni anno migliaia di bambini dalla cecità e dalla morte correlate con la mancanza di vitamina A.

Quello che è accaduto è stato che i tre scienziati cinesi citati nel comunicato stampa di Greenpeace sono stati braccati pubblicamente e hanno persino perso il lavoro e in una nazione autocratica come la Cina sono seriamente in pericolo. A livello internazionale a causa dell’eccesso di regolamentazione il riso golden è in attesa da oltre un decennio e grazie alle attività dei gruppi come Greenpeace potrebbe non essere mai disponibile per i poveri con carenze di vitamine.

Questo a mio avviso è immorale e disumano, perché priva i bisognosi di qualcosa che aiuterebbe loro e i loro figli per le preferenze estetiche di gente ricca e lontana e che non si trova in nessun pericolo per carenza di vitamina A. Greenpeace è una multinazionale da 100 milioni di dollari l’anno e come tale ha una responsabilità morale proprio come qualsiasi altra società di grandi dimensioni.

Il fatto che il golden rice sia stato sviluppato nel settore pubblico e di pubblica utilità non rompe il ghiaccio con gli oppositori OGM. Prendete Rothamsted Research, il cui direttore Maurice Moloney parlerà domani. L’anno scorso Rothamsted ha iniziato la sperimentazione di un grano OGM resistente agli afidi che non avrebbe bisogno di nessun antiparassitario per combattere questo parassita.

Poiché è OGM gli attivisti erano determinati a distruggerlo. Non ci sono riusciti a causa del coraggio del professore John Pickett e del suo team, che è riuscito a far sì che YouTube e i media raccontassero il perché la loro ricerca fosse importante e perché non avrebbe dovuto essere gettata via. Sono state raccolte migliaia di firme per una petizione quando gli attivisti anti-OGM ne raccolsero solo un paio di centinaia e così la tentata distruzione è stata un flop.

Un intruso è riuscito comunque a scalare la recinzione. Egli si è rivelato essere il perfetto stereotipo manifestante anti-OGM – un vecchio aristocratico alunno di Eton il cui passato vivace rende il nostro marchese di Blandford un modello di cittadinanza responsabile.

Questo attivista di elevate origini ha sparso semi di grano biologico nel sito di sperimentazione in quello che voleva presumibilmente essere una dichiarazione simbolica di naturalezza. Il team del professor Pickett mi ha detto di avere usato una soluzione molto poco tecnologica per sbarazzarsi di questo seme – sono andati in giro con un’aspirapolvere portatile per pulire tutto.

Quest’anno, oltre a ripetere la sperimentazione del grano, Rothamsted sta lavorando su semi oleosi ricchi di Omega 3 che potrebbero sostituire il pesce selvatico nel mangime dei salmoni d’allevamento. Questa ricerca potrebbe così contribuire a ridurre lo sfruttamento della pesca consentendo di utilizzare in acquacoltura materie prime cresciute sulla terra. Sì è OGM, quindi aspettatevi che gli anti-OGM si oppongano anche a questo, nonostante gli evidenti benefici ambientali in termini di biodiversità marina.

Non so voi, ma io ne ho avuto abbastanza. Quindi la mia conclusione qui oggi è molto chiara: il dibattito sugli OGM è concluso. È finito. Non abbiamo più bisogno di discutere se sia o no sicuro – oltre un decennio e mezzo con 3 miliardi di pasti OGM consumati e non c’è non è mai stato un singolo caso conclamato di danno. Si hanno maggiori probabilità di essere colpiti da un asteroide piuttosto che essere danneggiati da alimenti geneticamente modificati. Per essere ancora più precisi, ci sono state delle persone morte per avere scelto cibo biologico, ma nessuno è mai morto per aver mangiato OGM.

Proprio come ho fatto io 10 anni fa, Greenpeace e la Soil Association affermano di essere guidati dalla scienza del consenso, come sui cambiamenti climatici. Ebbene sugli OGM c’è un consenso scientifico solido come una roccia, sostenuto dall’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza, dalla Royal Society, e da istituti della salute e da accademie scientifiche nazionali in tutto il mondo. Eppure questa scomoda verità viene ignorata perché è in conflitto con la loro ideologia.

Un ultimo esempio è la triste storia della patata OGM resistente ai batteri. E’ stata sviluppata dal laboratorio Sainsbury e da Teagasc, un istituto irlandese pubblico – ma il Partito Verde irlandese, cui leader spesso frequenta questa stessa conferenza, si è talmente opposto da avere intentato una causa giudiziaria.

Tutto ciò malgrado il fatto che la patata batterico resistente avrebbe evitato agli agricoltori di fare 15 applicazioni fungicide per stagione, che il trasferimento di polline non fosse un problema perché le patate si riproducono per clonazione e che il gene incriminato fosse venuto da un parente selvatico della patata.

Sarebbe stata una bella rivincita storica avere avuto una patata batterico resistente sviluppata in Irlanda, dato il milione o più che morì a causa della carestia delle patate a metà del XIX secolo. Sarebbe stata una cosa meravigliosa per l’Irlanda essere il primo paese ad aver sconfitto questa piaga. Ma grazie al Partito verde irlandese, così non è stato.

Purtroppo ora gli attivisti anti-OGM hanno i burocrati al loro fianco. Galles e Scozia sono ufficialmente liberi dagli OGM, prendendo superstizioni medievali come imperativi strategici per governi che dovrebbero essere guidati dalla scienza.

Purtroppo è lo stesso in gran parte dell’Africa e dell’Asia. L’India ha respinto la melanzana Bt, anche se ridurrebbe le applicazioni di insetticida nel campo ed i residui sulla frutta. Il governo in India è sempre più succube di ideologi retrivi come Vandana Shiva, che idealizza l’agricoltura da villaggio preindustriale nonostante il fatto storico che fosse un’età di ripetute carestie e di insicurezza strutturale.

In Africa ‘no OGM’ è ancora il motto di molti governi. Il Kenya per esempio ha effettivamente vietato gli alimenti geneticamente modificati a causa di presunti “rischi per la salute”, nonostante il fatto che essi potrebbero contribuire a ridurre la malnutrizione ancora dilagante nel paese – e la malnutrizione è un rischio assolutamente provato per la salute, senza alcun bisogno di prove ulteriori. In Kenya se si sviluppa una coltura OGM che fornisce una nutrizione migliore o un rendimento più elevato per aiutare gli agricoltori più poveri si rischia di andare in galera per 10 anni.

Così questa innovazione agricola di cui si ha disperatamente bisogno è strangolata da una valanga soffocante di regolamenti che non sono basati su alcuna razionale valutazione scientifica del rischio. Il rischio oggi non è se qualcuno verrà danneggiato da alimenti geneticamente modificati, ma che milioni saranno danneggiati dal non avere cibo a sufficienza perché una minoranza rumorosa di persone nei paesi ricchi vuole che i suoi pasti siano ciò che essa considera naturale.

Spero che ora le cose stiano cambiando. La meravigliosa Fondazione Bill e Melinda Gates ha recentemente devoluto 10 milioni di dollari per il John Innes Centre per iniziare a lavorare per integrare capacità di fissaggio dell’azoto nelle colture alimentari più importanti, a partire dal mais. Sì, Greenpeace, sarà OGM. Fatevene una ragione. Se su scala globale stiamo andando verso la riduzione del problema dell’inquinamento da azoto allora avere le principali colture in grado di fissare da sole il proprio azoto è un obiettivo che vale la pena inseguire.

So che è politicamente scorretto dire tutto questo, ma abbiamo bisogno a livello internazionale di una dose maggiore sia di sfatare questi falsi miti che di ridurre la regolamentazione. Gli scienziati che conosco si tengono la testa tra le mani quando parlo di questo con l
oro perché i governi e così tante persone hanno una percezione del rischio così assolutamente sbagliata e si oppongono ad una tecnologia estremamente necessaria.

Norman Borlaug è morto ormai, ma penso che onoriamo la sua memoria e la sua visione quando ci rifiutiamo di cedere alle ortodossie politicamente corrette quando sappiamo che sono errate. La posta in gioco è alta. Se continueremo a sbagliare in questo modo le prospettive di vita di miliardi di persone saranno danneggiate.

Così sfido tutti voi oggi a mettere in discussione le vostre convinzioni su questi argomenti e vedere sopravvivono ad un esame razionale. Chiedete sempre le prove, come il gruppo di opinione Sense About Science consiglia, e assicuratevi di andare oltre i rapporti autoreferenziali delle campagne delle ONG.

Ma più importante di tutto, gli agricoltori dovrebbero essere liberi di scegliere che tipo di tecnologie adottare. Se si pensa che i vecchi modi siano i migliori, va bene. E’ un vostro diritto.

Quello che non avete il diritto di fare è di ostacolare gli altri che sperano e si sforzano per modi diversi di fare le cose, si spera in modo migliore. Agricoltori che capiscono le pressioni di una popolazione in crescita e di un mondo di riscaldamento. Che capiscono che le rese per ettaro sono la metrica ambientale più importante. E che capiscono che la tecnologia non smette mai di svilupparsi, e che anche il frigorifero e l’umile patata erano nuovi e spaventosi una volta.

Quindi il mio messaggio per la lobby anti-OGM, dalle schiere di aristocratici inglesi e di famosi chef ai buongustai degli Stati Uniti fino ai gruppi di contadini dell’India, è questo. Avete diritto alla vostra opinione. Ma dovete sapere ormai che non è supportata dalla scienza. Stiamo arrivando ad un punto di crisi e per il bene sia della popolazione che del pianeta, ora è il momento per voi di togliervi di mezzo e lasciare il resto di noi a continuare a sfamare il mondo in modo sostenibile.

Grazie.”

http://lucadifino.wordpress.com/2013/01/25/perch-ho-cambiato-idea-sugli-ogm/


Citazione
Eshin
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3620
 

Dalla diossina agli Ogm e al Roundup: Monsanto, la storia della multinazionale che "vi vuole bene"

Lo scopo della Monsanto oggi? "Impossessarsi di tutte le sementi del mondo", per creare un pericoloso e redditizio imperialismo economico. E farlo ad ogni costo: salute umana, tanto per cominciare, ma anche biodiversità e ambiente. Un elenco di documenti e informazioni on line lungo 7 milioni di voci, centinaia di pagine per parlare del Pcb alla diossina, degli organismi geneticamente modificati che vanno a sostituirsi alle colture tradizionali, degli ormoni transgenici usati negli allevamenti intensivi. Fino ad una vastissima gamma di agenti chimici tra diserbanti e pesticidi - il più diffuso è il Roundup - che nel silenzio di governi e normative compiacenti, vengono usati massivamente nei nostri campi e per tenere libere da erbacce le nostre strade. Una mole di dati da cui è partita Marie Monique Robin, giornalista, scrittrice e regista, nel suo Il mondo secondo Monsanto (Arianna editrice, 2010, 18,60 euro) un saggio che, come rivela lo stesso sottotitolo, è un viaggio "dalla diossina agli Ogm", attraverso "la storia di una multinazionale che ti vuole bene". Bene quanto?
In una recente intervista l'autrice, già impegnata in documentari e libri inchiesta, ha spiegato il suo interesse verso la multinazionale delle biotecnologie con l'esigenza di capire, attraverso la sua storia - spesso fatta di bugie ed omissioni, come l'autrice documenta ampiamente - "se il suo passato (della Monsanto ndr) potesse portare luce sul presente". Come è stato possibile, in sostanza, che la multinazionale nata a Saint Louis nell'Illinois nel lontano 1901, sia diventata leader assoluta e incontrastata "proponendosi al pubblico come risolutrice dei problemi della fame nel mondo e come produttrice di organismi geneticamente modificati che non presentano alcun rischio per la salute umana"?. La domanda è: alla luce della sua storia industriale, "si può credere alla Monsanto quanto si presenta in questo modo?".
Attraverso la testimonianza delle vittime, di medici, scienziati e una lunghissima sequela di documenti la Robin dimostra che credere alla Monsanto è più o meno come credere a Babbo Natale: "L'uso dell'agente orange durante la guerra del Vietnam - scrive la giornalista -, fatto di un cocktail di pesticidi prodotti dalla Monsanto, ha provocato conseguenze terribili. Tutti sapevano della sua tossicità ma lo usarono ugualmente". Ma c'è di più: in quell'occasione vennero alterati gli studi fatti per nascondere la relazione tra diossina e cancro. E il modus operandi di Monsanto non è cambiato molto negli ultimi decenni: ogni volta che scienziati indipendenti cercano di condurre studi sugli Ogm questi "sono costretti a fermarsi per le troppe pressioni o, addirittura, perché licenziati".
Oggi la multinazionale, leader mondiale nel settore delle biotecnologie, ha la strada spianata verso la conquista quasi totale del mercato degli Ogm: attualmente possiede il 90 per cento degli organismi geneticamente modificati coltivati nel mondo, il 70 per cento dei quali resistenti al Roundup, un erbicida a base di glifosate venduto attraverso contratti capestro insieme alle sementi che ne sono immuni.
Sugli effetti del Roundup sulla salute umana e sull'ambiente, in particolare quello acquatico, c'è più di un dubbio, nonostante i continui proclami della casa produttrice sulla assoluta biodegradabilità del prodotto e la quanto meno sospetta mancanza di studi specifici. "La Monsanto è finita diverse volte in tribunale e in due casi - scrive la Robin nel suo libro - è stata condannata per pubblicità ingannevole proprio sulla biodegradabilità del diserbante. Questo è avvenuto a New York e più recentemente in Francia". I documenti consultabili su Internet mettono in luce le zone d'ombra del Roundup e gli effetti visibili prodotti nei campi di colza e soia dove viene impiegato. Le stesse soia e colza di cui anche noi ci cibiamo ogni giorno e che presenta - dati alla mano - tracce del composto chimico alla base del Roundup, il glifosate.
Senza dimenticare che dietro questo "sistema" c'è anche altro: è ormai realtà in molte aree geografiche (Stati Uniti, Canada, Argentina, ma anche Cina, India e altri Stati asiatici) la scomparsa della biodiversità e della selezione genetica delle colture, risultato di secoli di sperimentazione da parte dei contadini, per far posto a specie transgeniche controllate attraverso il sistema dei brevetti dalla Monsanto. Un aspetto questo che porta con sé conseguenze spesso devastanti, soprattutto nel tessuto economico e sociale di Stati incapaci di proteggersi dalla dipendenza alimentare controllata dalla Monsanto.

http://www.ecograffi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=304:dalla-diossina-agli-ogm-e-al-roundup-monsanto-la-storia-della-multinazionale-che-qvi-vuole-beneq

http://www.globalresearch.ca/the-unfolding-monsanto-saga-europe-rejects-gmo-crops-america-seeks-labeling/5337645


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Marcopo
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Lavaggio del cervello, deficenza congenita oppure CGM (Cervello geneticamente modificato)?


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Lavaggio del cervello, deficenza congenita oppure CGM (Cervello geneticamente modificato)?

Non dico che sbagli.

Ma fai uno sforzino in più, non limitarti a dire che non ti piace.

Spiegaci perché e ci consentirai di capire meglio e magari di scoprire che concordiamo con te.

Anche perché quel tizio s'è fatto un discreto mazzo e ha spiegato per filo e per segno cause e origini delle sue idee.

Almeno, io la penso così...


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Ale
 Ale
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Ci sarebbero da valutare diverse situazioni, l'impatto ambientale negativo che organismi geneticamente modificati hanno, lo sviluppo di sostanze non presenti nelle piante convenzionali e, la resistenza a delle sostanze necessarie nella difesa del'organismo umano,ecc.
Rimane che a contrario delle coltivazioni naturali e semi si devono ricomprare ogni anno e sinceramente un problema sociale è preferibile risolvero alla base... mi sà di soluzione tipo problemi dei randagi..castrazione.


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Marcopo
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Motivi per non desiderare la diffusione di colture OGM ce ne sono:

- Subordinazione del produttore (grande o piccolo che sia) alle multinazionali, Monsanto e simili;

- Monopolizzazione delle sementi;

- Mercificazione di ciò che può essere ottenuto naturalmente, ciclo dopo ciclo, da seminazione a raccolta e di nuovo seminazione. Come ha detto ale5, un contadino che usa semi OGM ogni anno, al termine di un ciclo, deve ricomprarle al produttore, padrone di farglieli pagare quanto vuole perchè tanto o quello li compra oppure cambia mestiere.

Che si possano migliorare la produttività, la resistenza ai parassiti, alle intemperie, del raccolto è vero. Ma il costo, sia in termini economici, sociali ed ambientali, è un pò troppo alto.

PS Dopo averlo letto con più attenzione mi sono accorto che l'articolo del giornalista è pieno di fanatismo scientifico, tipo "Avete diritto alla vostra opinione. Ma dovete sapere ormai che non è supportata dalla scienza."


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Truman
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L’ambientalista inglese Mark Lynas, ... ha scoperto che molte delle sue convinzioni non avevano un reale fondamento scientifico.

Quello che dice mi interessa poco. Mi basta la frase finale dove dice che quelli che si oppongono agli OGM sono una lobby per capire quanto è "scientifico".

La notizia che mi interesserebbe sapere è "quanto lo hanno pagato?".


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Marcopo
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La notizia che mi interesserebbe sapere è "quanto lo hanno pagato?".

O quanto hanno pagato quello che lo ha fatto diventare così.


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TarasBulba
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Basterebbe un principio elementare per riflettere molto sulla validazione di molte applicazioni scientifiche potenzialmente devastanti:
si chama Principio di Precauzione.
Un principio di una evidenza ed una logicità disarmanti.
Eppure gli adepti di questa gaia scienza mai lo considerano.
Sarà forse perchè è antieconomico ? ( cioè non conviene, non rende a quell'1% di popolazione mondiale che costituisce il gotha di questo nuovo feudalesimo)...


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Merio
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Io devo ammettere che per mettere la parla fine alla cosa bisogna fare uno, ma meglio più trial clinici con alimenti ogm, normali non ogm, biologici, più un controllo di normali non ogm...

Ma fatto su uomini... e solo su quelli...

Solo così si può sapere... uno studio a breve e a lungo termine...

Però anche la storiaccia di come hanno fatto a renderli legali... la sostanziale equivalenza dell'ogm col prodotto non ogm... e allora se è uguale perché dovrebbe essere coperto da brevetto? E perché tanti problemi sulle etichettatura... dicono che confonderebbe il consumatore... ma va là... forse perchè sanno già che il pubblico preferirebbe roba normale? Della serie ti piace vincere facile? So che non vuoi il mio alimento e allora ti obbligo a comprarlo giocando sulla tua ignoranza...

Se poi la pianta ha il gene che produce la tal tossina, cosa succede se mi mangio la pianta e i miei batteri intestinali si prendono il gene e lo integrano? Magari si mettono a produrre la tossina... e cosa faccio mi tengo nell'intestino un impianto chimico che sgancia tossine h 24 ?

Tutte questioni magari stupide, ma di certo non posso affidarmi soltanto al parere della Monsanto... siamo d'accordo su questo credo...

Il Bressanini è bravo in questo... credo che dovrò lavorare sui suoi articoli se vorrò fare il pelo e contropelo agli ogm... se fallirò potrebbe pure darsi che questi ogm, dopotutto siano innocui...

Mal che vada sono un'altro regalo della Monsanto a questa bella Terra...

Forse il primo che sia "safe" oltre che "effective"...

Ho sentito che vuol farsi l'esercito personale la Monsie... ma magari è solo un'operazione economica... nulla di cui preoccuparsi...


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Primadellesabbie
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La scienza cerca di avvicinarsi alla veritá analizzando gli aspetti fisici della realtà, secondo un metodo accettato e collaudato, che consiste nella progressiva correzione degli inevitabili errori.

Di qualsiasi cosa si tratti, a qualsiasi livello la si consideri la verità scientifica consiste in una posizione contraddistinta da limiti ed errori che le successive conoscenze dimostreranno inesorabilmente, e così avanti indefinitamente.

É inutile spiegare che, per piegare la mente ad adottare con successo la scienza come infallibile punto di riferimento, abbiamo introdotto l'immagine di un passato fatto di oscurità e ignoranza fino alla vita nelle caverne, negando disinvoltamente l'evidenza.

L'uomo vive in un contesto che ha imparato a conoscere e vivere come un insieme ideale e simbolico, dove ideale e simbolico rappresentano qualcosa di assolutamente reale.

É su questo piano, dell'ideale e del simbolico, che si può costruire una difesa efficace (e, a certe condizioni, vincente) da tutte le iniziative volte ad aprire porte che NESSUNO sa dove possano condurre. Come per esempio, tacendone molte per non incoraggiare le polemiche, lo sfruttamento dell'energia atomica o delle attuali conoscenze della genetica.

La difesa su basi scientifiche é inesorabilmente destinata a trasformassi in una guerra di logoramento in cui la spunta chi dispone di maggiori mezzi, indipendentemente dal comportamento dei Lynas di turno, che peraltro a me, leggendo con attenzione, non pare assolutamente convincente.

Un'altra cosa. Nell'ambientalismo, come in altre schiere, affluiscono molte persone spinte da stimoli sentimentali ed emotivi, questi non costituiscono, in sé, un aspetto negativo se vengono considerati per quello che sono. La debolezza di queste posizioni appare in tutta la sua portata quando si cerca, credendo di fare un operazione intellettuale, di costruire motivazioni razionali poggianti sul sentimentalismo o sull'emotività: é questo il caso che stiamo considerando e se ne può apprezzare la lezione.


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Zret
 Zret
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Da mettere alla gogna!


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esca
 esca
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Bisognerebbe chiedere ad un intestino intasato quanto gradisce il passaggio dei resti di una superpatata, il cui contenuto e qualità di amido sono stati modificati al punto da renderla un prodotto adatto all'industria della carta o della colla.

In ogni caso la cosa che urta come sempre è la superiorità con cui le cose vengono calate dall'alto da coloro che non conoscono il concetto per cui la libertà tua finisce all'incirca dove inizia la mia, e il disappunto di chi diffida viene bollato come isteria d'un eretico. Sono fissati con sto medioevo!

Mi pare inoltre enormemente azzardato scagionare completamente gli alimenti ogm di fronte all'impennata dei casi di "intollenza" anche gravissima, contro cui la salute e il buon funzionamento dell'intestino giocano un ruolo fondamentale. Piacerebbe capire chi infonde tutta questa sicurezza sul fatto che gli ogm non hanno mai cagionato mezzo danno a chicchessia, e dove stia scritto. Forse sui manuali BASF.
Questi sono concetti di igiene alimentare spicciola e non occorrono bustarelle di multinazionali ad espertoni per sostenerli, in quanto si sostengono da sè.


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braveheart
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L’ambientalista inglese Mark Lynas, ... ha scoperto che molte delle sue convinzioni non avevano un reale fondamento scientifico.

Quello che dice mi interessa poco. Mi basta la frase finale dove dice che quelli che si oppongono agli OGM sono una lobby per capire quanto è "scientifico".

La notizia che mi interesserebbe sapere è "quanto lo hanno pagato?".

Grande Truman !!!!
Breve conciso e telegrafico !!!!
Articolo ridicolo


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Tonguessy
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La scienza cerca di avvicinarsi alla veritá analizzando gli aspetti fisici della realtà, secondo un metodo accettato e collaudato, che consiste nella progressiva correzione degli inevitabili errori.

C'è tutta una corposa parte di epistemologia che nega con prove convincenti questa affermazione. Per PK Feyerabend, ad esempio, il cosiddetto "metodo scientifico" si riduce ad un "anything goes": Va bene tutto, purchè si dimostri ciò che si vuole dimostrare. La verità, d'altro canto, appartiene più alla teologia che alla scienza che, al massimo, può sperare di separare la fisica dalla metafisica. Salvo poi scoprire, come dice Kuhn, che anche in ambito scientifico le rivoluzioni (nuove verità) avvengono per salti di consapevolezza proprio come in teologia. La Relatività assomiglia alla Riforma, e tanto la meccanica newtoniana che il cattolicesimo non sono scomparsi dopo l'avvento di un modello nuovo.


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