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Ritorno alla speculazione


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
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Il prezzo del barile è tornato sopra gli 85 dollari al barile e anche le altre materie prime manifestano una nuova tendenza al rialzo delle quotazioni. Mentre in altri paesi si comincia a discutere anche negli “alti livelli” delle conseguenze del picco (leggete questo interessante post http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6922&mode=thread&order=0&thold=0 ), immancabilmente gli organi di informazione nazionali danno voce alla tesi rassicurante della speculazione finanziaria per giustificare gli aumenti dei prezzi, trascurando le ragioni di fondo delle nuove tensioni, legate al sempre più marcato squilibrio tra domanda e offerta tipico delle situazioni di picco della risorsa.
Ne cito due. Su Repubblica, il solito Rampini, che già era stato artefice in passato di una bufala sull’argomento, come spiegato in questo mio precedente articolo ( http://aspoitalia.blogspot.com/2008/06/qualcuno-specula-sulla-speculazione.html ) , riprende la tesi speculativa, assicurandoci però che stavolta “le autorità americane non staranno a guardare”, mettendo in campo un organo di vigilanza che imporrà “limiti severi ai volumi di petrolio, gas naturale e materie prime che possono essere oggetto di speculazione finanziaria da parte di banche, hedge fund e altri operatori non industriali", mentre un’importante Authority contrasterà “l’eccessiva concentrazione nelle mani di pochi operatori finanziari di un potere smisurato nell’influenzare i corsi delle materie prime.”. Sul sito del Sole 24 Ore ( http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2010/04/intervista-luigi-campiglio-mercati-torna-speculazione.shtml?uuid=8aa34676-3e2d-11df-8de1-3e8fe97f3b0b&DocRulesView=Libero ) , invece, interviene un economista della Cattolica di Milano che avverte dei rischi di amplificazione “degli elementi speculativi e degli atteggiamenti finanziari impropri”, concludendo però che “in tempi medi il riequilibrio sui mercati dovrebbe tornare perché l'incremento dei prezzi renderà più conveniente la coltivazione di nuovi giacimenti” (sic).
Senza voler riprendere argomentazioni più volte espresse in passato, mi limito a domandare a costoro come mai, quando è scoppiata la crisi finanziaria, il calo dei prezzi sia stato attribuito al crollo della domanda mondiale, invece ora che le quotazioni risalgono, non venga attribuita ai fondamentali del mercato ma alla speculazione. Non mi pare molto logico pensare a mercati che si comportino in maniera diversa a seconda delle situazioni.
Etichette: economia ( http://aspoitalia.blogspot.com/search/label/economia ) , petrolio ( http://aspoitalia.blogspot.com/search/label/petrolio )

Terenzio Longobardi
Fonte: http://www.aspoitalia.blogspot.com/
3.04.2010


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