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Davide
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Roberto Saviano: “Ebbene sì, leggo autori di destra: e avere contro gli xenofobi per me è un onore”
Pubblicato su 19 Feb 2018 da infosannio 3 commenti
Per quanto possa sembrare strano agli odiatori, mi piacciono Jünger e Céline, anche se non ne condivido le idee politiche

(Roberto Saviano – espresso.repubblica.it) – Primato Nazionale, house organ della peggiore destra xenofoba e fascista, questo mese mi dedica la copertina ripercorrendo, in maniera assai tortuosa, la mia storia professionale da “Gomorra” a oggi. Racconta i miei interessi letterari, il mio impegno antimafia, quello contro l’omofobia, la mia battaglia a favore dello ius soli e quella contro la vergognosa campagna anti Ong che M5S, Lega e Pd hanno alimentato questa estate. Non so, forse la loro intenzione era scrivere un articolo che mi delegittimasse e invece mi hanno presentato ai loro lettori raccontando le battaglie di cui vado più fiero. Avere l’odio dei leghisti, dei neofascisti, dei razzisti, ricevere l’odio degli estremisti di ogni colore, degli imbroglioni della rete, mi riempie di orgoglio e mi dà la garanzia più importante: non sarò mai come loro. Anzi, questa garanzia la dà a tutti noi, perché l’autore dell’articolo definisce voi che leggete «radical-chic semicolti» e usa espressioni da ventennio fascista o da “Fascisti su Marte”, scegliete voi: «Amare l’Italia vuol dire amare il suo popolo».

Ma il fulcro dell’articolo è sulle mie letture – magari entrasse nel merito -, sul mio essere stato, un tempo, super partes e sul mio essermi poi trasformato nel buonista in combutta con tutti i Soros per sostituire la popolazione autoctona europea con usurpatori provenienti da ogni dove.

Saviano ha letto Ernst Jünger e Julius Evola? Ebbene sì. Tipico degli anni Settanta essere valutato a seconda delle letture o di alcuni dettagli. Ricordate Gaber? La vasca da bagno è di destra, la doccia di sinistra; allo stesso modo se leggevi Tolkien eri di destra, se invece avevi in mano “La nausea” di Sartre eri di sinistra. Insomma catalogazioni dalle maglie talmente larghe che alla fine potevi anche prenderci. Quello che però l’autore dell’articolo ignora è che io non solo lo sono stato, ma lettore di Evola e Jünger lo sono tutt’ora. La mia è una formazione lontana dagli steccati ideologici perché, parafrasando un vecchio poeta, chi compra un libro compra una casa: l’ariosità, la cupezza, i colori o l’assenza di colori, tutto lo decide chi ci vive. Ho abitato e continuo ad abitare autori che sono stati considerati nemici di qualsiasi pensiero progressista, da Henry de Montherlant a Emil Cioran che è lì a puntellare la mia malinconia, ma di Cioran certo non condivido la stima per Codreanu, il ridicolo miliziano romeno di cui era sostenitore. Ritengo Drieu La Rochelle uno degli scrittori che meglio ha tratteggiato la disperazione del sentimento borghese, il contrasto tra la sordida quotidianità e l’aspirazione all’assoluto, ma disprezzo le sue posizioni sulla Repubblica di Vichy.

Leggere non significa necessariamente condividere e non condividere non significa disprezzare. “Bagatelle per un massacro” di Céline, libro idiota e antisemita, scritto con piglio cospirazionista contro la massoneria ebraica, non mi impedisce di riconoscere il capolavoro di “Morte a credito”; né pensare che “Morte a credito” o “Viaggio al termine della notte” siano dei capolavori mi deve far arrivare a dire «be’, se quelli sono dei capolavori allora l’antisemitismo di Céline forse merita di essere condiviso». Ecco, questa è un’idiozia, come Evola che in “Sintesi di dottrina della razza”, libro assai mediocre, afferma che una donna che abbia avuto rapporti sessuali con un uomo nero, anche se ha cessato di averne da anni può, unendosi con un uomo bianco, generare un bambino nero. Sono deliri che però non mi hanno impedito di leggere e apprezzare i suoi testi mistico-filosofici più importanti come “Teoria e Fenomenologia dell’individuo assoluto” o “Metafisica del sesso”. Eppure il mondo che si appella a questi pensatori a volte mi sembra assai modesto, con l’obiettivo ridicolo di ottenere consenso nella più disonorevole delle battaglie e cioè attaccando gli immigrati che non hanno la possibilità di difendersi. Questi “fieri combattenti” si palesano per quello che sono, ovvero canaglie e non i soldati onorevoli cui si illudono di somigliare. Quando condannarono a morte Robert Brasillach per reato d’opinione (aveva sostenuto Vichy) nonostante una petizione cui aderirono tra gli altri Camus e Cocteau, alla lettura della sentenza alcuni urlarono «È una vergogna», ma lui chiosò: «È un onore».

Ecco, avere contro gli xenofobi per me è un onore.

Fonte: https://infosannio.wordpress.com
Link: https://infosannio.wordpress.com/2018/02/19/roberto-saviano-ebbene-si-leggo-autori-di-destra-e-avere-contro-gli-xenofobi-per-me-e-un-onore/
21.02.2018


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Pyter
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4
 

Beh, è una cosa risaputa: per non essere scoperto facilmente copia anche da quelli di destra.


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Cataldo
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 269
 

Si, ha ragione Pyter, anche se ormai è difficile per il Nostro guardare fuori dallo specchio per leggere.


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