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Roberto Saviano - Il patto scellerato

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Tao
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Non tiri un sospiro di sollievo, Onorevole Cosentino, trattenga ancora il fiato. Non creda che questa congiura dell'omertà che si è frapposta tra lei e le richieste della magistratura, possa sottrarla dal dovere di rispondere di anni di potere politico esercitato in uno dei territori più corrotti del mondo occidentale. Non tiri un sospiro di sollievo, Onorevole Cosentino, perché quel fiato non dovrà usarlo solo per rispondere ai giudici. Il fiato che risparmierà lo deve usare per rispondere a chi ha visto come lei ha amministrato - e lo ha fatto nel peggiore dei modi possibile - la provincia di Caserta, plasmando una forma di contiguità, i tribunali diranno se giudiziaria ma sicuramente culturale, con la camorra.

Onorevole Cosentino, per quanto ancora con sicumera risponderà che le accuse contro di lei sono vacue accuse di collaboratori di giustizia tossicodipendenti. I pentiti non accusano nessuno, dovrebbe saperlo. I pentiti fanno dichiarazioni e confessioni; i pm ne riscontrano l'attendibilità ed è l'Antimafia a formulare l'accusa, non certo criminali o assassini. Lei, ribadisco, non è accusato da pentiti, lei è accusato dall'Antimafia di Napoli. Ma anche qualora i tribunali dovessero assolverla, lei per me non sarebbe innocente. E la sua colpevolezza ha poco a che fare con la fedina penale. La sua colpa è quella di avere, per anni, partecipato alla costruzione di un potere che si è alimentato di voti di scambio, della selezione dei politici
e degli imprenditori peggiori, il cui unico talento era l'attitudine al servilismo, all'obbedienza, alla fame di ricchezza facile. Alla distruzione del territorio. La ritengo personalmente responsabile di aver preso decisioni che hanno devastato risorse pubbliche, impedito che nelle nostre terre la questione rifiuti fosse gestita in maniera adeguata. Io so chi è lei: ho visto il sistema che lei ha contribuito a produrre e a consolidare che consente lavoro solo agli amici e alle sue condizioni. Ho visto come pretendevate voti da chi non aveva altro da barattare che una "x" sulla scheda elettorale.

Sono nato e cresciuto nelle sue terre, Onorevole Cosentino, e so come si vincono le elezioni. So dei suoi interessi e con questo termine non intendo direttamente interessi economici, ma anche politici, quegli interessi che sono più remunerativi del danaro perché portano consenso e obbedienza. Interessi nella centrale di Sparanise, interessi nei centri commerciali, nell'edilizia, nei trasporti di carburante, so dei suoi interessi nel centro commerciale che si doveva edificare nell'Agro aversano e per cui lei, da quanto emerge dalle indagini, ha fatto da garante presso Unicredit per un imprenditore legato ad ambienti criminali.

Onorevole Cosentino, per anni ha taciuto sul clan dei casalesi e qualche comparsata ai convegni anticamorra o qualche fondo stanziato per impegni antimafia non possono giustificare le sue dichiarazioni su un presunto impegno antimafia nato quando le luci nazionali e internazionali erano accese sul suo territorio. Racconta che don Peppe Diana sia suo parente e continua a dire essere stato suo sostenitore politico. La prego di fermarsi e di non pronunciare più quel nome con tanta disinvoltura. È un uomo già infangato per anni, i cui assassini sono stati difesi dal suo collega di partito Gaetano Pecorella, peraltro presidente della commissione bicamerale sulle ecomafie e membro della Commissione Giustizia. Perché non è intervenuto a difendere la sua memoria quando l'Onorevole Pecorella dichiarava che il movente dell'omicidio di Don Diana "non era chiaro" gettando, a distanza di anni, ancora ombre su quella terribile morte? Come mai questo suo lungo silenzio, Onorevole Cosentino? Sono persuaso che lei sappia benissimo quanto conti questo silenzio. È il valore che ha trattato in queste ultime ore con i suoi alleati politici. È questo suo talento per il silenzio a proteggerla ora. E' scandaloso che in Parlamento si sia riformata una maggioranza che l'ha sottratta ai pubblici ministeri. Ma in questo caso nessuno, nemmeno Bossi - anche al prezzo di spaccare la Lega- poteva disubbidire agli ordini di un affannato Berlusconi.

Perché lei, Onorevole Cosentino, rappresenta la storia di Forza Italia in Campania e la storia del Pdl. E lei può raccontare, qualora si sentisse tradito dai suoi sodali, molto sulla gestione dei rifiuti, e sulle assegnazioni degli appalti in Campania. Può raccontare di come il centro sinistra con Bassolino, abbia vinto le elezioni con i voti di Caserta e come magicamente proprio a Caserta il governo di centro sinistra sia caduto due anni dopo. Lei sa tutto, Onorevole Cosentino, e proprio ciò che lei sa ha fatto tremare colleghi parlamentari non solo della sua parte politica. Sì perché lei in Campania è stato un uomo di "dialogo". Col centro sinistra ha spartito cariche e voti. Onorevole Cosentino, so che il fiato che la invito a risparmiare in questo momento lo vorrebbe usare come fece con Stefano Caldoro, suo rivale interno alla presidenza della Regione. Ha cercato di far pubblicare dati sulla sua vita privata. Ha cercato di trovare vecchi pentiti che potessero accusarlo di avere rapporti con le organizzazioni criminali. Pubblicamente lo abbracciava, e poi lanciava batterie di cronisti nel tentativo di produrre fango. Onorevole Cosentino, so che in queste ore sta pensando a quanti affari potrebbe perdere, all'affare che più degli altri in questo momento le sta a cuore. Più del centro commerciale mai costruito, più dei rifiuti, più del potere che ha avuto sul governo Berlusconi. Mi riferisco alla riconversione dell'ex aeroporto militare di Grazzanise in aeroporto civile. Si ricorda la morte tragica di Michele Orsi, ammazzato in pieno centro a Casal di Principe? Si ricorda la moglie di Orsi cosa disse? Disse che lei e Nicola Ferraro eravate interessati alla morte di suo marito. Anche in quel caso ci fu silenzio. Michele Orsi aveva deciso di collaborare con i magistrati e stava raccontando di come i rifiuti diventano soldi e poi voti e poi aziende e poi finanziamenti e poi potere.

Lei si è fatto forte per anni di un potere basato sull'intimidazione politica e mi riferisco al sistema delle discariche del Casertano che a un solo suo cenno avrebbero potuto essere chiuse perché la maggior parte dei sindaci di quel territorio erano stati eletti grazie al suo potere: il destino della monnezza a Napoli - cui tanto si era legato Berlusconi - era nelle sue mani. Onorevole Cosentino, non tiri un sospiro di sollievo, conservi il fiato perché le assicuro che c'è un'Italia che non dimenticherà ciò che ha fatto e che potrebbe fare. Non si senta privilegiato, non la sto accusando di essere il male assoluto, è solo uno dei tanti, ahimè l'ennesimo.

Lei per me non è innocente e non lo sarà mai perché la camorra che domina con potere monopolistico ha trovato in lei un interlocutore. Non aver mai portato avanti vere politiche di contrasto, vero sviluppo economico in condizioni di leale concorrenza e aver difeso la peggiore imprenditoria locale, è questo a non renderle l'innocenza che la Camera dei Deputati oggi le ha tributato con voto non palese. Onorevole Cosentino prenderà questo atto d'accusa come lo sfogo di una persona che la disprezza, può darsi sia così, ma veniamo dalla stessa terra, siamo cresciuti nello stesso territorio, abbiamo visto lo stesso sangue e abbiamo visto comandare le stesse persone, ma mai, come dice lei, siamo stati dalla stessa parte.

Roberto Saviano
Fonte: www.repubblica.it
13.01.2012


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NY
 NY
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Vorrei fare una domanda a Saviano.
Se Cosentino è mafioso perche ha utilizzato il suo ruolo Istituzionale per trasformarsi nel "referente politico" degli interessi di Cosa Nostra.
Come definirebbe quei Magistrati che utilizzano la Istituzione della Giustizia per porsi come "referenti politici" degli interessi dei partiti e delle cosche lobbistiche a cui sono contigui per mentalità, ideologia o interesse ?
e come definirebbe nello specifico, il magistrato che ha inquisito Cosentino, e poi è stato "nominato" di imperio (non eletto) dal sindaco di Napoli De Magistris (altro ex magistrato contiguo alla cosca dei partiti) assessore al Comune ?
La Mafia è un "atteggiamento mentale patologico" di natura criminale e dal quale Saviano andrebbe curato, ma come tutti i mafiosi ottiene grandi privilegi dalla loro contiguità.
Saviano dicci a quale Cosca appartieni.


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Anonymous
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@NY: non facciamo l'errore gravissimo di mettere sullo stesso piano guardie e ladri, mafia ed antimafia.
Dire che tutti hanno scheletri nell'armadio, ergersi a paladini senza macchia, sostenere la filosofia "tutti colpevoli, nessun colpevole", porta al populismo più becero e ha ridotto questo povero paese allo stremo tanto da farmi scegliere l'esilio.
Nessun dubbio che la magistratura e l'antimafia siano piene di corruzione, favoritismi e ambiguità ma da qui a formulare le tue accuse piene di astio ce ne passa.
A Saviano gli hanno fatto credere di essere uno dei referenti dell'antimafia, quando è solo un giornalista a cui danno più spazio di altri magari più bravi di lui (Lannes e Maniaci ad es.) ma fotografa bene la corruzione di quella regione e conosce i meccanismi dell'ingresso della mafia nelle istituzioni e nella politica.
Non vedo cosa ci sia da ridire su questo.


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alecale
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Bene ora mi chiedo come un individuo che dice che israele è il simbolo della legalità e della democrazia possa permettersi di pregiudicare una persona che non vive nella sua amata israele dove nelle galere ci sono piu di 200 bimbi palestinesi sotto i 16 anni . Non è forse ipocrisia ? http://www.youtube.com/watch?v=PgJ4vwk5iZ0
ancora ricordo la cavia Tortora .


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nuvolenelcielo
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probabilmente quello che dice è vero, comunque strano ruolo... - Saviano ha un ruolo veramente anomalo nella società italiana. il "denunciatore", una via di mezzo tra un politico, un magistrato, uno scrittore, un pentito, un testimone, una celebrità... o direttamente il "saviano", forse diventerà un nome comune.


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Anonymous
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Bene ora mi chiedo come un individuo che dice che israele è il simbolo della legalità e della democrazia possa permettersi di pregiudicare una persona che non vive nella sua amata israele dove nelle galere ci sono piu di 200 bimbi palestinesi sotto i 16 anni . Non è forse ipocrisia ? http://www.youtube.com/watch?v=PgJ4vwk5iZ0
ancora ricordo la cavia Tortora .

Che sia un filosionista è lamentabile ma non vuol dire che non possa parlare di ciò che conosce.


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dana74
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tra le varie denunce saviano ci potrebbe spiegare come mai gli attentati a Falcone e Borsellino sono stati rivendicati da una sigla tale Falange Armata (pare sia comparsa ben 500 volte a rivendicare altre cosucce), rivendicazione partita da un cellulare intestato ad un israeliano, confermato da Mancino che non ritenne necessario nemmeno interrogarlo.

Strano per uno che tanto "ferrato" pare non porsi il problema...
Eccidio islamico...era un israeliano
http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/29/eccidio_islamico_era_israeliano_co_0_9307297006.shtml


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Mari
 Mari
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MAH!

Tutta sta baruffa contro Saviano, quando l'argomento postato e' tutt'altro 🙄 e, lui di camorra se ne intende 😉

Come al solito si svaccano i 3d


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greiskelly
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Come al solito si svaccano i 3d

è interessante sapere anche quello che saviano non dice, quindi ben vengano i commenti extra.


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dana74
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appunto Mari se non ci fossi arrivata te lo spiego semplicemente:

Il sig Saviano che passa da camorrologo e mafiologo, GUARDACASO su certi dati alquanto rilevanti sulla strage di Capaci e conseguente trattativa stato mafia ha VOLUTAMENTE occultato dei dati CHE PORTAVANO ad altra pista.....

Come mai se è tanto sapiente e profondo conoscitore NON ne ha mai parlato?

Da ciò, ritengo che usi argomenti di scottante quotidianità pro domo sua e ne consegue che delle sue parole, su qualsiasi argomento egli intervenga, DIFFIDO.

Non era difficile da capire il senso eh


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nuvolenelcielo
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comunque Saviano vive sotto scorta da un sacco di anni, come fa a essere sempre così aggiornato su tutto quello che succede, visto che non ha la libertà di andare in giro tra la gente e di fare le sue ricerche...?

il problema è che se diventa semplicemente la voce della magistratura, perde l'essenza dello scrittore e del giornalista...


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Mari
 Mari
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Saviano fa quel che puo', non quel che vorrebbe purtroppo 🙁

Comunque voi sapete chi e' Nicola Cosentino?

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=43297


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Mari
 Mari
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comunque Saviano vive sotto scorta da un sacco di anni, come fa a essere sempre così aggiornato su tutto quello che succede, visto che non ha la libertà di andare in giro tra la gente e di fare le sue ricerche...?

il problema è che se diventa semplicemente la voce della magistratura, perde l'essenza dello scrittore e del giornalista...

Qui c'e' il suo sito: http://www.robertosaviano.it/

La sua vita non e' tutta rose e fiori:

Gb, Scotland Yard nega la scorta a Saviano E lo scrittore non va a ritirare il premio
12 ottobre 2011 pochi mesi fa

http://www.ilgiornale.it/cronache/gb_scotland_yard_nega_scorta_saviano_e_scrittore_non_va_ritirare_premio/roberto_saviano-gomorra-londra-polizia-scorta-premio/12-10-2011/articolo-id=551331-page=0-comments=1


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alecale
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Vittorio Pisani, 42 anni, capo della Squadra Mobile di Napoli

«A noi della Mobile fu data la delega per ri­scontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli ac­certamenti demmo parere negativo sull’asse­gnazione della scorta».

S aviano è stato minacciato pubblicamente durante un’udienza del processo Spartacus.

«Io faccio anticamorra dal 1991. Ho arresta­to centinaia di delinquenti. Ho scritto, testimo­niato… Beh, giro per la città con mia moglie e con i miei figli, senza scorta. Resto perplesso quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magi­strati e giornalisti che combattono la camorra da anni. Non ho mai chiesto una scorta. Anche perché non sono mai stato minacciato. Anzi, quando vado a testimoniare gli imputati mi sa­lutano dalle celle».

Ripeto: Saviano le minacce le ha ricevute.

«Bisognerebbe avere il coraggio di andare a cercare la giusta causa della minaccia».

E quale sarebbe secondo lei?

«Non lo so. Ma nel rapportarsi con la crimi­nalità organizzata ci sono regole deontologi­che, come il rispetto della dignità umana, che vanno rispettate».

Potrebbe essere più chiaro? Un esempio?

«Quando ho bussato alla porta di un superla­titante per arrestarlo, lui mi ha chiesto di aspet­tare un minuto perché la moglie era svestita. Io gli ho proposto di far entrare due agenti don­ne. Lui ha acconsentito e ringraziato».

Ammetterà che l’arresto di un super lati­tante e la denuncia giornalistica di un crimi­ne, sono un po’ più importanti del bon ton con cui li si effettua.

«Certo. Ma ci sono modi e modi. E poi, a pro­posito della vita sotto scorta, dare un’immagi­ne eroica della lotta alla criminalità rischia di essere controproducente».

L’eroe anticamorra dà speranza. E aiuta a sensibilizzare i cittadini sui fenomeni crimi­nali.

«Ma rischia di allontanarli da una collabora­zione reale con lo Stato. Noi dobbiamo trasmet­tere sicurezza. Se un cittadino vede che chi combatte la criminalità per professione ha biso­gno di vivere blindato sotto scorta, pensa: “Io, che sono indifeso, non posso fare nulla”». (…) Ora è da cinque anni a capo della Squadra Mobile di Napoli. Dopo la guerra di Scam­pia…


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Mari
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Vittorio Pisani, 42 anni, capo della Squadra Mobile di Napoli

«A noi della Mobile fu data la delega per ri­scontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli ac­certamenti demmo parere negativo sull’asse­gnazione della scorta».

S aviano è stato minacciato pubblicamente durante un’udienza del processo Spartacus.

«Io faccio anticamorra dal 1991. Ho arresta­to centinaia di delinquenti. Ho scritto, testimo­niato… Beh, giro per la città con mia moglie e con i miei figli, senza scorta. Resto perplesso quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magi­strati e giornalisti che combattono la camorra da anni. Non ho mai chiesto una scorta. Anche perché non sono mai stato minacciato. Anzi, quando vado a testimoniare gli imputati mi sa­lutano dalle celle».

Ripeto: Saviano le minacce le ha ricevute.

«Bisognerebbe avere il coraggio di andare a cercare la giusta causa della minaccia».

E quale sarebbe secondo lei?

«Non lo so. Ma nel rapportarsi con la crimi­nalità organizzata ci sono regole deontologi­che, come il rispetto della dignità umana, che vanno rispettate».

Potrebbe essere più chiaro? Un esempio?

«Quando ho bussato alla porta di un superla­titante per arrestarlo, lui mi ha chiesto di aspet­tare un minuto perché la moglie era svestita. Io gli ho proposto di far entrare due agenti don­ne. Lui ha acconsentito e ringraziato».

Ammetterà che l’arresto di un super lati­tante e la denuncia giornalistica di un crimi­ne, sono un po’ più importanti del bon ton con cui li si effettua.

«Certo. Ma ci sono modi e modi. E poi, a pro­posito della vita sotto scorta, dare un’immagi­ne eroica della lotta alla criminalità rischia di essere controproducente».

L’eroe anticamorra dà speranza. E aiuta a sensibilizzare i cittadini sui fenomeni crimi­nali.

«Ma rischia di allontanarli da una collabora­zione reale con lo Stato. Noi dobbiamo trasmet­tere sicurezza. Se un cittadino vede che chi combatte la criminalità per professione ha biso­gno di vivere blindato sotto scorta, pensa: “Io, che sono indifeso, non posso fare nulla”». (…) Ora è da cinque anni a capo della Squadra Mobile di Napoli. Dopo la guerra di Scam­pia…

... e quindi dovrebbe essere tolta la scorta a Saviano?

MAH!


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