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Savoia = Nano + Grillo?


vic
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http://www.liberatv.ch/articolo/21365/io-lerede-di-bignasca-o-il-grillo-ticinese-perche-si-e-perche-no/index.html

"Io l'erede di Bignasca o il Grillo ticinese: perche' si' e perche' no"
Sergio Savoia affronta il paragone tra lui e i due leader su cui molti si interrogano: "Abbiamo la stessa impostazione: i temi sono quelli che stanno a cuore alla gente e di conseguenza un politico non deve decidere lui quali sono i problemi"

di AELLE - 24 febbraio 2014

BELLINZONA - Sergio Savoia l'erede di Giuliano Bignasca. Sergio Savoia il Beppe Grillo ticinese. La campagna sull'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa", ha fatto cambiare dimensione politica al coordinatore dei Verdi. Il suo sostegno personale, e quello del partito che presiede, alla proposta UDC gli ha dato una dimensione nazionale. E ha sfondato anche i confini.

Nella politica ticinese ci si interroga sul ruolo che sta assumendo Savoia e su come voglia concretizzare questa "botta" di popolarita' e il suo rinnovato profilo politico. Di qui i paragoni con il fondatore della Lega dei Ticinesi e con il leader del Movimento Cinque Stelle.
Il Caffe' ha dedicato una pagina alla "fenomenologia" di Savoia, un po' Nano e un po' Beppe. Franco Cavalli (*), non certo per fargli un complimento, ha scritto che il leader dei Verdi si candida ad essere l'erede di Bignasca e a riempire lo spazio, politico-mediatico, lasciato dal conducator leghista. E anche in rete, nei blog e in particolar modo sui social network, si dibatte di Savoia come il "nuovo" Nano. Addirittura c'e' chi ha plasticamente riprodotto il concetto con un fotomontaggio che riassume i due leader nella stessa persona.

Abbiamo chiesto al diretto interessato di confrontarsi con questi paragoni. Di dirci se a suo avviso sono fondati e perche' si' e perche' no. Savoia ha accettato, con una premessa: "Al di la' delle similitudini e del relativo gioco politico e giornalistico, io sono io, con i miei pregi e i miei difetti. Credo che sia chi mi apprezza come pure chi non mi sopporta, riconosca comunque in me delle caratteristiche precise e una personalita' che mi rendono diverso dagli altri. Non per particolare meriti, per carita'. Ma per il semplice fatto che, alla fine, ed e' questo il bello, ogni persona e' unica, a modo suo".

Fatta la premessa, cominciamo dal paragone con Beppe Grillo: perche' ci sta?
"Sicuramente abbiamo un background simile (**), fatte le debite proporzioni, nell'ambito dello spettacolo. Dal punto di vista comunicativo credo che ci accomuni la capacita' di dire pane al pane e vivo al vino, oltre alla volonta' di voler spazzar via una politica logora. Sento molto mie anche le intuizioni geniali legate alla Rete, come mezzo per ascoltare, discutere, realizzare insieme delle proposte concrete. Inoltre c'e' anche una forte convergenza programmatica: l'ambientalismo del Movimento cinque stelle e' identico al nostro; idem l'attacco critico e di stampo progressista a questa Unione Europea ormai capace solo di schiacciare e affamare i popoli; cosi' come il superamento del concetto destra-sinistra, che e' sempre stato un mio punto fermo dal almeno sei anni. E nell'ultima votazione sull'iniziativa Contro l'immigrazione di massa abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione di come sia necessario superare questo schema: sinistra e destra, infatti, marciavano a braccetto per difendere la Libera circolazione che ha devastato il nostro Cantone. Entrambi siamo tacciati di populismo ma io dico che siamo popolari. Sia io che Grillo che Bignasca abbiamo la stessa impostazione: i temi sono quelli che stanno a cuore alla gente e di conseguenza un politico non deve decidere lui quali sono i problemi".

E veniamo al perche' no.
"La differenza lampante e' che Grillo agisce in una realta' completamente diversa dalla nostra. L'Italia deve ancora fare molte conquiste che la Svizzera conosce gia' da decenni. Inoltre noi abbiamo un sistema democratico che ci impone di collaborare tra forze politiche: io so benissimo che da soli non si realizza nulla. Quindi non voglio far saltare in aria il Palazzo come vuole fare Grillo, anche se certamente combatto con la stessa energia le lobby di potere e l'ingessamento dei partiti storici che hanno prodotto la catastrofe dell'ultimo decennio, inneggiando alla Libera circolazione e trincerandosi fino all'ultimo (anche in questi giorni) dietro la scusa del "non si puo' fare". Ma detto questo cerco delle alleanze tematiche puntuali sulle battaglie che a mio avviso sono nell'interesse dei ticinesi. Cerco di essere molto pragmatico da questo punto di vista. Altri "perche' no"? Beh non sono un milionario e il partito che dirigo e' organizzato in maniera decisamente piu' democratica".

Veniamo a Giuliano Bignasca: perche' si' ?
"Ci sono degli aspetti del modo di comunicare che aveva il Nano che mi intrigano molto e a cui mi sento molto vicino. Ma piu' di tutto, io a Bignasca ho sempre invidiato due cose: la capacita' di ascoltare la gente comune e un fiuto politico straordinario. Questo gli permetteva di intuire con un certo anticipo le necessita' e i problemi della persone, come pure le grandi questioni economiche e sociali che poi, inevitabilmente, vanno a toccare la vita quotidiana dei cittadini. Sia nell'ultimo periodo delle sua vita, quando ci siamo frequentati, sia oggi sto cercando di imparare con la massima umilta' queste due lezioni del Nano. E credo che fondamentalmente questi due punti siano quelli che abbiamo in comune".

Perche' no, invece?
"Ci sono indubbiamente delle differenze importanti. Alcune cose che lui scriveva io non le avrei mai scritte, e sottolineo che non si tratta solo di un giudizio critico di merito che lascia il tempo che trova, ma semplicemente di un modo di essere, e di pensare e di interpretare le cose in modo diverso. Un altro aspetto importante e' che io non sono il fondatore dei Verdi e neanche il presidente a vita: ogni due anni devo guadagnarmi un nuovo mandato dall'assemblea. Poi ci sono le differenze politiche: esattamente come era per il Nano anche per me l'obbiettivo numero uno e' quello di difendere i ticinesi. E per ticinesi intendo chi vive e lavora su questo territorio. Ma per raggiungere questo obbiettivo ci sono sensibilita' diverse. Bignasca si rifaceva a un patriottismo che definerei storico, io cerco di proporre un patriottismo in chiave piu' moderna. Poi, in ambito ecologico, avevamo posizioni diametralmente opposte ad esempio sul raddoppio del Gottardo e anche sulla tassa sul sacco. Devo dire pero' che negli ultimi tempi il Nano si stava convertendo a un certo ecologismo. D'altra parte era un uomo di un'intelligenza straordinaria, oltre ad essere una persona molto pragmatica. E quindi aveva intuito la necessita' di occuparsi, a modo suo, anche di ecologia: ricordo che facemmo insieme la battaglia contro le centrali a carbone di Luenen. In questo senso rivedo in Claudio Zali (***) una sensibilita' simile, con le posizioni molto interessanti che sta prendendo in ambito di mobilita', in particolare per quanto riguarda i parcheggi dei frontalieri".

Cosa pensa quando legge "Savoia il nuovo Nano"?
"Mi viene in mente sorpattutto un episodio. Quando sono andato al funerale del Nano ho visto moltissime persone, molto diverse tra loro, che pero' erano accomunate dallo stesso dolore e da una domanda: adesso chi ci difende? Questo fatto mi ha colpito moltissimo a livello emotivo e mi ha veramente commosso. Quando leggo del paragone tra me e il Nano, quindi, mi piace pensare che le stesse persone, di cui molte a nessuno importa, vedano in me un politico che
e' disposto a battersi per loro, con accenti diversi, ma con la stessa determinazione che aveva Bignasca. Io penso che nella vita politica arriva il momento in cui capisci qual e' il tuo posto e la tua "missione". La voglia di difendere la mia terra e le persone che ci abitano e' un richiamo fortissimo: questo e' il mio ruolo".

Un altro punto comune tra lei, Grillo e Bignasca, ma anche Berlusconi, e' l'esercizio della leadership. La fortissima personalizzazione del partito con il leader. E' una caratteristica di diversi partiti di oggi. E' una caratteristica di cui si puo' fare a meno?
"Oggi e' un po' difficile prescindere dai leader ma credo che la politica e' sempre stata personalizzata, basta pensare al Partico comunista di Togliatti o Berlinguer. Quello che e' cambiata e' la struttura dei partiti: oggi e' piu' fluida rispetto a una volta e dunque i leader influenzano maggiormente la linea politica non avendo alle spalle una macchina d'apparato da gestire. Ma io sono un outsider rispetto alle personalita' che ha citato: non sono ricco, non ho un giornale ne' uno dei blog piu' popolari del Mondo, non ho un'azienda alle spalle. Questo e' un altro dato di fatto".

--
(*) personalita' di spicco del PS, gia' deputato al parlamento nazionale e presidente del PS nazionale
(**) Savoia e' stato animatore radiofonico per la RSI/Rete1, e' stato anche direttore del periodico satirico "Il diavolo"
(***) Consigliere di stato (Lega dei Ticinesi), cioe' membro del governo cantonale

-- NB --
Nell'intervista non viene sufficientemente evidenziata una terza caratteristica comune a Savoia, al Nano ed a Grillo: la vis satirica, il gusto per la burla.
Savoia e' stato un direttore abile del "Diavolo", la cui satira era feroce eppure non volgare. Come intrattenitore radiofonico colpiva subito l'orecchio per la sua verve.

Il Nano era invece uno sbeffeggiatore nato. Lo sberleffo faceva parte della sua natura anarcoide, e ricalcava nello stesso tempo una tradizione tipica del Ticino, soprattutto praticata, da sempre, nel Mendrisiotto: l'epiteto. Non c'era personaggio, situazione od organizzazione che non avesse un corrispondente nomignolo affibbiatogli dal Nano Zapata (yes, anche a se stesso). Cosi' nemmeno una nazione come l'Italia ne e' rimasta immune: Fallitalia. In un sostantivo inventato all'uopo venne descritta una tragedia nazionale. La gente capi' al volo. Come capi' Bilderberg Monti. L'epiteto serviva a scopo divulgativo, oltre che burlesco. Ecco che la ministra delle finanze diventava Lauretta Gne'-gne'. Altri epiteti li prelevava direttamente dalla commedia dialettale di cui il padre di Flavio Maspoli (cabarettista, gemello politico del Nano a tirare il carro della prima lega barricadera) fu indiscusso prim'autore: i 7 Consiglieri federali diventarono "i 7 bambela", a ricordare l'esilarante personaggio inventato da Sergio Maspoli, il prof. Bambela (accento sulla e), cui diede voce settimanalmente all'allora Radio Monteceneri, con un talento unico, l'attore dialettale Ugo Bassi. Nel dialetto locale un bambo e' uno un po' scemo. Pero' ul prufesur Bambela l'e' un prufesur, canterebbe Jannacci.

Sulla verve satirica di Grillo, inutile dilungarsi, tanto e' conosciuta nel mondo dello spettacolo e della politica.

L'aspetto burlesco del linguaggio politico accomuna i tre personaggi: esagerato nel Nano, professionale in Grillo, soffuso e lieve in Savoia.

Dite la vostra che ho detto la mia

😉


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clausneghe
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Bah,il cognome è un po inquietante, per il resto Chapeau! Come direbbero i Francesi.


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