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Se Sparta piange Berlusconi sghignazza

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Tao
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Hanno ragione quelli che dicono che in termini pratici per Berlusconi conti poco che abbia incassato la fiducia. La sua nuova “maggioranza” è così risicata che occorrerà andare per forza al voto. Eppure questo ragionamento è molto limitato. Secondo me Berlusconi ha una grande ragione per essere soddisfatto dal risultato di oggi. Il Grande Corruttore è riuscito a dimostrare una volta ancora che nel nostro paese tutto si compra e si vende. Ancora qualche giorno fa i voti alla camera non c’erano, e ora, con un abracadabra di mazzette e minacce i voti sono saltati fuori, e il governo ha avuto la fiducia sia al Senato che alla camera.

Chiunque all’interno del Palazzo, come i finiani, nutra ancora velleità che la politica possa essere qualcosa di più che l’immondo suk berlusconiano oggi ha perso un bel po’ della sua sicurezza e determinazione. Gli incerti si orienteranno vieppiù vero la sicurezza corruttiva offerta dall’enorme potere di Berlusconi. Chi era pronto a sfidarlo ora ha qualche remora in più.

Avendo qualche giorno fa ironizzato sul “naturopata” Domenico Scilipoti, trasfuga dalle file dipietriste, permettetemi ora di ironizzare sull’inaudito voltafaccia della finiana Catia Polidori, firmataria del documento del Fli che ha portato alla mozione di sfiducia, e che oggi dopo eloquente latitanza si è presentata al momento del voto per dare la fiducia a Berlusconi. Luca Barbareschi ha detto che le sue aziende – della Polidori – sono state minacciate di chiusura in caso avesse votato a favore della mozione di sfiducia. Le sue aziende, per inciso, sono il CEPU. Se è vero, vedo delinearsi un pattern: i “naturopati”, il CEPU… c’è questa italietta ignorante, furbastra e cialtrona che cerca l’appoggio della politica per trovarsi una nicchia in cui sopravvivere e prosperare, e naturalmente è pronta a vendersi… il vero ritratto dell’Italia di oggi.

Mi piacerebbe vedere nei ripetuti scontri di oggi a Roma attorno ai palazzi del potere tra polizia da una parte e studenti e precari dall’altra, l’immagine liberatoria del popolo che ha preso in mano i forconi e dà l’assedio alla roccaforte di un potere tanto più arrogante quanto più parassitario.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/12/14/se-sparta
14.12.2010


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rocks
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cosa c'entrano le medicine alternative col cepu?
Hai avuto problemi di agopuntura?


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marcopa
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Una grande tristezza per gli scontri in corso oggi a Roma. Era tutto prevedibile, per anni il centrodestra e la sua enorme forza mediatica hanno drammatizzato e cercato di spaventare ad ogni appuntamento di massa. Questa volta la presenza annunciata a Roma di decine di migliaia di manifestanti e' stata nascosta. Parlare delle manifestazioni "superannunciate" avrebbe potuto disturbare la campagna acquisti dei voti. Ma i politici antiBerlusconi sono totalmente su un altro pianeta, non conoscono il paese reale, vivono in un mondo solo loro e non hanno capito i trucchi mediatici di Berlusconi. Non c'e' piu' sinistra, non c'e' piu' rappresentanza politica dei piu' deboli. Esistono i professionisti della politica e il disagio sociale si manifesta in forme primitive. Sono molto triste anche se lo sapevo.


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intrepid
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revolution is coming...


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wld
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Mettiamoci il cuore in pace. che cosa vogliamo pretendere, hanno tutti un prezzo, e di soldi l'innominato ne ha molti, fatti con la prima Repubblica, aiutato dal sistema di corruzione che era prassi normale in tutti i partiti di allora, ha saputo bene amministrare le debolezze umane sia con i media che con la sua populistica faccia da gigione. Oggi le cose non sono cambiate da allora sono state solo consolidate e quello che non si può pagare, viene minacciato nei suoi interessi per metterlo al suo posto. Un Parlamento NON eletto dal Popolo ma da una classe politica che è autoreferenziale, non poteva dare che la pietosa immagine di se in nome di tutti noi poveri tapini, crediamo ancora nella politica e nelle votazioni che sono solo un vero affare di partiti per spartirsi quello che è rimasto in questa povera Italia derelitta e patetica. Non bisogna comunque credere che la cosiddetta sinistra sia migliore, anche lei vive e mangia allo stesso tavolo solamente che prende ordini da un padrone diverso ... forse ... perché da quello si vede comprese le audizioni televisive il padrone sembrerebbe lo stesso, i soldi non guardano in faccia a nessuno e l'odiens è sempre l'odiens che porta soldi nelle tasche dei soliti noti. Il re è morto evviva il re...


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Un Parlamento NON eletto dal Popolo ma da una classe politica che è autoreferenziale, non poteva dare che la pietosa immagine di se in nome di tutti noi poveri tapini, crediamo ancora nella politica e nelle votazioni che sono solo un vero affare di partiti per spartirsi quello che è rimasto in questa povera Italia derelitta e patetica.

stai parlando probabilmente dell'immagine dell'oligarchia politicante...


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Tao
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Non ho mai capito chi siano davvero i black bloc, so solo che nulla hanno a che fare con i pacifisiti o comunque con le proteste tradizionali. Sbucano dal nulla e rispondono a logiche proprie, imperscrutabili, misteriose.

Li ho visti in azione diverse volte tra la fine degli anni Novanta e il 2001, durante i vertici europei o al G7. Camminavo tra i manifestanti, poi, improvvisamente, da un angolo sbucavano dieci-venti teppisti, con il volto coperto che inziavano a sfasciar vetrine, ad attaccare la polizia, a lanciare molotov. E scoppiava il caos.
Poco fa un amico al telefono mi ha detto: “Mia figlia liceale è andata alla manifestazione contro la riforma Gelmini, ma ha capito che oggi la protesta era diversa, che c’era qualcosa che non andava. Ed era tornata a casa”. Testimonianza interessante, che rafforza i miei sospetti

Non pensate che sia esploso il disagio sociale, la frustrazione dei giovani o la rabbia per la fiducia a Berlusconi. Queste non sono, a mio giudizio, ragioni del tutto esaustive.

La protesta di queste ore non é casuale. E’ voluta.

Da chi e perché? Chi sono i mandanti? Quali le logiche?
Perché ogni volta pochi black bloc vengono arrestati e molti di loro rilasciati dopo solo poche ore?
Perché non si indaga mai a fondo?
Perché non vengono comminate pene esemplari a chi viene colto sul fatto?

Troppo semplice essere coraggiosi sapendo che si rischia poco e con un casco nero in testa…

O sbaglio?

Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2010/12/14/roma-in-fiamme-chi-vuole-davvero-il-caos/
14.12.2010


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Tao
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Barbareschi: “E’ stata minacciata” La finiana che ha regalato la fiducia al Cavaliere è legata al patron dell'istiuto per la preparazione universitaria, i cui soni sono alcune società offshore. Per questo gli uomini di Fli attccano: "E' corruzione di pubblico ufficiale". Catia Polidori, cugina del fondatore di Cepu Francesco Polidori, si è dissociata da Futuro e Libertà votando a sorpresa la fiducia a Berlusconi. C’entra qualcosa Mr. Cepu in questo cambio di opinione? Sembra convinto il deputato Luca Barbareschi che addirittura parla di “corruzione di pubblico ufficiale”. Quindi rilancia: “E’ stata minacciata”. L’ex finiana ribatte: “nessuna parentela”. Ma a farsi la domanda è anche il mensile Campus, la più importante testata italiana dedicata agli studenti. “Si sa che i cugini Polidori sono in ottimi rapporti”, scrive Giampaolo Cerri, direttore di Campus, sul blog della rivista. “L’ha confermato Catia ai primi di agosto in un’intervista al Corriere della Sera, quando si parlava del possibile contributo di Francesco alla macchina propagandistica del Pdl”.

Il 19 luglio scorso Polidori era riuscito a portare Berlusconi all’eCampus di Novedrate (Como), dove, nella mezz’ora concessa dal premier, “il patron del Cepu è riuscito a ricavare una dichiarazione pubblica circa il mantenimento del valore legale del titolo di laurea, a pochi giorni da un pronunciamento opposto del responsabile università del Pdl”, continua Cerri. “E’ proprio su questo valore che si regge tutto il sistema delle università telematiche, eCampus inclusa”.

A Campus appare oggi sospetto “tutto il lavorio di Mariastella Gelmini sul Decreto di Programmazione 2010-2012, che prevede la possibilità per gli atenei telematici di convertirsi in tradizionali”. Non solo: il Pdl in Commissione cultura della Camera, si è speso “per far approvare un subemendamento alla riforma che permettesse di finanziare le università online”. Che ruolo ha avuto Catia Polidori in quel subemendamento – votato anche dai finiani? Lo sapremo presto. Intanto, mentre ci arrovelliamo sui risultati del voto di fiducia, l’imprenditore umbro Francesco Polidori si starà godendo lo spettacolo dalla sua casetta a San Marino, dove risiede da tempo ed è entrato a far parte del corpo diplomatico come “console a disposizione”.

Ma gli affari di Cepu girano su ben altri paradisi fiscali. Cesd Srl, la società depositaria del marchio, con sede a Roma, ha un capitale di 5,903 milioni di euro, interamente controllato da una holding lussemburghese, la JMD International SA. Se si va a spulciare nello statuto della holding, si scopre che è stata creata il 30 aprile 2007, con un capitale iniziale di 31.000 euro, tutti in mano a una fiduciaria panamense, la Grandbridge Corp., il cui presidente Luis Alberto Laguna, è uno dei tanti prestanome del piccolo staterello sullo stretto. Chi stia veramente dietro la Grandbridge Corp., al vertice dell’impero Cepu, non è dato sapere.

Catia Polidori però rispedisce le accuse al mittente. “Ho votato contro la sfiducia al Presidente del Consiglio perché è fondamentale non privare il Paese di un Governo che possa garantire la stabilità che il momento attuale richiede. Rimango coerente con me stessa per aver dichiarato dal 29 luglio in poi che, pur approvando l’azione di stimolo promossa da Futuro e Libertà sin dalla sua fondazione, non avrei mai votato contro il Governo”

Il finiano Luca Barbareschi dà, però, un’altra lettura del voto. “E’stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende”. Quindi l’attore e politico ha chiarito le sue parole: ”

Il voto contrario alla mozione di sfiducia espresso da Catia Polidori e’ semplicemente vergognoso”. Lo ha detto il finiano Luca Barbareschi conversando con i giornalisti a Montecitorio. “Questa è corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori, la cui azienda di famiglia è il Cepu, ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono”. Barbareschi ha poi aggiunto che “anche se il governo reggesse per uno o due voti, sarebbe un voto inutile”. Lei perà smentisce: “’Ho provato a difendermi su vari quotidiani e ho scritto persino al Corriere della Sera, ma loro hanno pubblicato la mia lettera piccina in un angolo e credo che nessuno se ne sia accorto. Quindi lo ripeto a voi: con la Cepu nessuna parentela. Mio fratello ha una piccola fabbrica di ceramiche. Tutto qui”.

Mauro Meggiolaro
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
Link: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/14/catia-polidori-lombra-di-b-si-chiama-mr-cepu-barbareschi-e-stata-minacciata/81886/
14.12.2010


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vimana2
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Una grande tristezza per gli scontri in corso oggi a Roma. Era tutto prevedibile, per anni il centrodestra e la sua enorme forza mediatica hanno drammatizzato e cercato di spaventare ad ogni appuntamento di massa. Questa volta la presenza annunciata a Roma di decine di migliaia di manifestanti e' stata nascosta. Parlare delle manifestazioni "superannunciate" avrebbe potuto disturbare la campagna acquisti dei voti. Ma i politici antiBerlusconi sono totalmente su un altro pianeta, non conoscono il paese reale, vivono in un mondo solo loro e non hanno capito i trucchi mediatici di Berlusconi. Non c'e' piu' sinistra, non c'e' piu' rappresentanza politica dei piu' deboli. Esistono i professionisti della politica e il disagio sociale si manifesta in forme primitive. Sono molto triste anche se lo sapevo.

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Viator
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Il sistema comincia a scricchiolare. Il livello di ottusità e superficialità delle masse odierne è tale da garantire che, quando la protesta vien fuori, emerga in termini di pura brutalità, da parte di un gregge che non capisce nient'altro a parte il fatto che il sistema non gli garantisce più la dose mensile del più stucchevole consumismo a cui lo aveva abituato.

Va bene lo stesso, la superficialità edonistica (in parte indotta artificialmente dagli stessi governanti) della gente è il miglior elemento di tenuta del sistema sul breve periodo, e la radice del suo tracollo finale: è ciò che ha fatto sì che la gente accettasse il taglieggio del suo benessere e della sua sicurezza nel corso degli ultimi due decenni, ma è anche ciò che corrode dall'interno questa società degenerata e la porta verso la rovina.

E' un edificio talmente marcio, tenuto assieme dalle bugie dei media di regime, che quando crollerà verrà giù tutto assieme: tanti se non quasi tutti fra coloro che oggi comandano ne verranno travolti. Cos'altro possiamo chiedere oltre al loro dolore e alla loro disperazione? Come i fallimenti della Cirio e della Parmalat, a chi li voleva guardare nella loro vera natura, lasciavano intravedere il tracollo della finanza creativa iniziato nel 2008 e proseguito quest'anno, i disordini di Roma ci fanno sentire l'eco del decennio di guerre civili e meno civili, di dittatura e di spietato terrore, che non tarderà ad aprirsi.

Intanto nelle città tedesche sono ricomparsi i murales della Rote Armee Fraktion, fianco a fianco alle scritte integraliste di giovani musulmani pieni di odio e rancore verso la società che li ospita. "Soffia vento! Infuria tempesta! Almeno moriremo colle armi in pugno" (Shakespeare, Macbeth, V, 5).


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Tao
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Brindisi e cori da stadio tra i pidiellini, ma da adesso il Cavaliere dovrà riuscire in una nuova missione: portare nell'esecutivo Casini senza far arrabbiare la Lega. Altrimenti restano soltanto le urne(14 dicembre 2010)Una grande boccata d'ossigeno, d'accordo. Una vittoria mediatica, naturalmente. Uno schiaffo tremendo al detestatissimo Fini, di sicuro.

Ma dopo la soddisfazione del martedì sera, da mercoledì mattina per Berlusconi ricominciano i problemi. Perché con tre voti di maggioranza alla Camera non si governa, e il Cavaliere lo sa benissimo: tanto più che per raggiungere il risultato indispensabile per non cadere, il governo ha dovuto mandare al voto tutti i suoi ministri, nessuno escluso e premier compreso. Insomma, una situazione insostenibile, perfino più difficile di quella che ha reso la vita complicatissima a Prodi al Senato, tra il 2006 e il 2008.

La parola d'ordine quindi è «allargare la maggioranza», il refrain d'altro canto ripetuto dal presidente del Consiglio anche nei suoi discorsi precedenti il voto alla Camera e al Senato. Già, ma come?

La partita è delicata e vede il premier camminare tra due fuochi, Casini e la Lega.

Il primo, con il suo pacchetto di voti, è il sogno nemmeno troppo segreto del Pdl: «Ora si lavorerà per un allargamento a Casini», ha detto a caldo il ministro degli esteri Franco Frattini. E durante la discussione precedente il voto, alla Camera, Berlusconi ha platealmente attraversato l'aula di Montecitorio per andare a stringere la mano alla pattuglia dei centristi: lo stesso Casini e Rocco Buttiglione in testa.

Per loro, quelli dell'Udc, sono pronti due posti nel governo, ovvero quelli lasciati liberi dai futuristi Andrea Ronchi (Politiche Comunitarie) e Adolfo Urso (Commercio Estero). Se poi le pressioni su Fini per costringerlo alle dimissioni dovessero avere successo, si libererebbe anche lo scranno più alto di Montecitorio.

Ma c'è di mezzo, appunto, la Lega. Il Carroccio si è subito smarcato dall'entusiasmo con cui il Pdl ha accolto la fiducia: «Così è un casino, bisogna andare al voto», ha detto Umberto Bossi. E il ministro Roberto Maroni: «Vinta la prova di forza, vedremo se Berlusconi riuscirà ad allargare l'alleanza ai moderati. Così si rischia di finire come il governo Prodi».

Il timore della Lega è che appunto ora Berlusconi cerchi l'appoggio dell'Udc senza porre troppe condizioni: «La Lega non pone veti, ma l'Udc ha votato contro il federalismo, quindi dovrà cambiare», ha aggiunto lo stesso Maroni.

Insomma, sta per partire una trattativa (che non si annuncia facile) per un tripartito Pdl-Lega-Udc, con Futuro e Libertà (o quel che ne resta) all'opposizione insieme al Pd e all'Idv. Sarebbe la fine del cosiddetto Terzo Polo, con una spaccatura fino a ieri impensabile tra Casini e Fini. Secondo alcuni osservatori, lo smarcamento di Casini da Fini non dispiacerebbe neppure Oltre Tevere: le posizioni del presidente della Camera sui temi bioetici erano infatti considerate un po' troppo laiciste dal Vaticano.

La possibilità di restare all'opposizione insieme a Idv e Pd tra l'altro terrorizza diversi parlamentari che fin qui hanno seguito il Presidente della Camera. I finiani martedì hanno già perso tre pedine (Moffa, Polidori e Siliquini) senza contare Giampiero Catone che aveva già lasciato Futuro e Libertà nei giorni scorsi. Adesso il rischio per Fini è che il "ritorno nei ranghi" del Pdl coinvolga altri suoi esponenti.

Intanto il quadro ancora instabile della politica italiana è un potenziale problema anche di carattere economico: secondo Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd alla Camera, «dopo i dati resi noti dal Bollettino di Bankitalia e dopo il voto a Montecitorio è chiaro che l'Italia è a rischio sui mercati: questo governo non ha piu' una maggioranza e il debito è sempre piu' fuori controllo».

Quel ch'è certo è che l'esito del voto romano è invece stato accolto con gioia dagli azionisti Mediaset: subito dopo l'annuncio della fiducia, le azioni dell'azienda del Cavaliere sono schizzate in alto fino a toccare un massimo del più cinque per cento, a 4,715 euro. per poi assestarsi attorno al più tre.

Alessandro Giglioli
Fonte: http://espresso.repubblica.it
Link: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosa-fa-b-dopo-la-vittoria/2140355
14.12.2010


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Tao
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1867,398 miliardi di euro è il nuovo record del debito pubblico. In ottobre ci siamo divorati 23 miliardi, a settembre il debito era di 1844 miliardi. Nello stesso giorno del record che ci trascina verso l'abisso economico, il 14 dicembre 2010, alla Camera dei deputati Berlusconi ha vinto per 314 a 311.

Si è svolto nella sala di velluti rossi un confronto osceno di compari che sentono l'odore della rivoluzione nelle strade e cercano di salvarsi con un doppio carpiato come Fini, rinnegando 15 anni di inciuci come Bersani e Casini. Nell'aula ridotta a un palcoscenico di mestieranti con battute da avanspettacolo e applausi improvvisi che scacciavano la paura del futuro (come quelli alla bara portata a braccia quando esce dalla chiesa) ci sarebbe voluta la follia di un Lombroso per interpretare volti, smorfie, ghigni, gesti. Per illustrare una nuova antropologia: quella della merda. In un Parlamento di venduti non è possibile parlare di voti comprati, come non è possibile trovare vergini in un lupanare. La recita dei deputati ha avuto ancora una volta la sua rappresentazione. Attori con stipendi stellari, macchine blu, finanziamenti (furti) elettorali da un miliardo di euro bocciati da un referendum, giornalisti al loro servizio pagati con una mancia di 329 milioni mentre il Paese va a picco. Guardateli, non vi fanno schifo?

La Camera dall'alto sembrava questa mattina un ritrovo di vecchi compari, Berlusconi che accarezza il collo di Casini, il Bocchino tradito, il Fini paralizzato da una votazione che lo manda in pensione dopo 40 anni di carriera politica in cui non ha visto nulla, sentito nulla, detto nulla prima di uscire dal sarcofago, la "vajassa" di Fassino. Le labbra della Mussolini e quelle della Carfagna, gli occhiali da sole di Frattini. Le donne incinte, tra cui l'avvocatessa del prescritto per mafia Andreotti in carrozzella. La corte dei miracoli aveva più dignità, un circo ha più serietà, un bordello più dignità.

Nel 2011 la crisi economica spazzerà via questa umanità ridente che si è appropriata dello Stato e dei media. Straccioni sociali che hanno avuto nella politica l'unica via per il successo, per sentirsi importanti, indispensabili, "onorevoli". Io non salvo nessuno e auguro a tutti di ritirarsi per tempo, prima che lo faccia la Storia che è, come si sa, imprevedibile e feroce.

Fonte: www.beppegrillo.it
Link: http://www.beppegrillo.it/2010/12/berlusconi_ha_vinto_berlusconi_ha_perso/index.html
14.12.2010


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Tao
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Perché la sconfitta di Fini non è la vittoria di Berlusconi, in un Palazzo sempre più distante dal Paese reale, che finalmente comincia a farsi sentire

Nelle ultime ore del mese di campagna acquisti graziosamente regalatogli da Napolitano, Berlusconi ha comprato gli ultimi due voti mancanti. Nel Paese degli scandali, nella patria del trasformismo, una scena così non si era mai vista. Nelle stesse ore 4 cortei di studenti, operai e terremotati percorrevano le vie della capitale. Con i palazzi della politica blindati più che mai, il fuoco della rivolta che qualche giorno fa ha investito Londra è arrivato anche sulle rive del Tevere.
Anche questa coincidenza non si era mai vista.

Le fiamme di Roma, ben più delle banalità di un Bersani o degli strilli di un Di Pietro, chiariscono del tutto la totale inutilità della risicatissima "fiducia" ottenuta dal capo del governo. Ovviamente, i giochini che hanno portato a questa situazione più che paradossale continueranno, ma continuerà anche - inesorabile - l'esodo popolare da un sistema politico (non semplicemente da un governo) ormai espressione di un potere ostile ai più elementari bisogni sociali. I fatti di questo 14 dicembre parlano più di mille analisi: il sistema politico è marcio più di quanto si possa credere, la letargia popolare che ha accompagnato per un trentennio l'affermarsi di un regime oligarchico comincia a scricchiolare. Se la degenerazione della politica è figlia dell'attuale configurazione del dominio di classe, che ha trovato nel bipolarismo la via maestra per la distruzione di ogni residuo democratico, la protesta studentesca altro non è che la manifestazione più evidente di un malessere sociale profondissimo che tocca la stragrande maggioranza della popolazione. Siamo dunque alla vigilia di un profondo rivolgimento politico e sociale? Certamente no. Trent'anni di involuzione politica e culturale non si recuperano in poche settimane. La disintossicazione ha bisogno di tempo, ma siamo forse ad un punto di svolta.

L'inutile "vittoria" di Berlusconi

La vittoria parlamentare di Berlusconi è sostanzialmente inutile. Gli servirà per decidere al meglio i tempi della crisi, non certo per evitarla. Gli darà modo di ridere delle sconfitte del traditore Fini, ma non gli risolverà in alcun modo il problema di una maggioranza politica che non c'è più. Tra le forze dell'opposizione parlamentare (tra le quali va ora annoverato anche Fli) si contano le ferite dell'offensiva berlusconiana. Piangono i finiani per le defezioni dell'ultimora, ma dovrebbero tacere anche i dipietristi che hanno perso due deputati, mentre anche il Pd ha i suoi Calearo. L'americanizzazione della politica, promossa proprio dalle forze del centrosinistra con l'affossamento del sistema proporzionale (1993), ha dato in questa occasione il peggio di se stessa. L'evidenza dei fatti produrrà per una volta una qualche riflessione su questo processo che viene da lontano? Ne dubitiamo fortemente. Ma torniamo nel campo della maggioranza parlamentare. Evitati, per ora, i rischi di un "ribaltone", resta la prospettiva delle elezioni anticipate. Berlusconi sa perfettamente di non poter governare con questi numeri, e non ha vere alternative al voto. Certo, in queste ore si parla di allargamento del governo all'Udc, ma perché dovrebbe avvenire ora quel che non è stato possibile negli ultimi mesi? L'offensiva del duo Fini-Casini è stata incentrata sull'obiettivo di far saltare Berlusconi dalla guida del governo, che senso avrebbe consentire adesso un Berlusconi bis? Qualora cedesse alle lusinghe berlusconiane, il duo terzo-polista trasformerebbe l'odierna battuta d'arresto in una vera sconfitta strategica. Tutto può succedere nell'attuale confusione italiana, ma questa ipotesi appare veramente irrealistica. In realtà c'è una variabile, una soltanto, che potrebbe bloccare la corsa verso le elezioni anticipate. Questa variabile non dipende però dalle tattiche della politichetta nazionale, questa variabile si chiama Europa. Lo abbiamo già scritto: qualora il vertice europeo dei prossimi giorni decidesse di lanciare da subito l'allarme sul debito pubblico italiano (ovviamente insieme a quello sugli altri paesi più esposti su questo versante), si troverebbe probabilmente quella maggioranza alternativa di cui Fini, Casini, Rutelli, ma anche Bersani e D'Alema vanno blaterando da tempo. Come avevamo previsto questa maggioranza fin qui non si è vista. La vedremo se, e solo se, scatterà davvero l'emergenza debito. Beninteso, l'emergenza c'è e le sirene europee potranno suonare tra tre giorni, come tra tre settimane o tra tre mesi. Ma finché non suoneranno con la dovuta forza ogni ipotesi ribaltonista dovrà essere riposta nel cassetto.

Lo scenario elettorale

Resta dunque lo scenario elettorale. Da mesi sosteniamo che quella elettorale è l'unica vera carta che Berlusconi ha ancora in mano. Detestato dall'amministrazione americana, salvo che per la sua posizione vergognosamente filo-israeliana, detestato dall'Unione Europea, inviso ai cosiddetti "poteri forti", cioè al grosso dell'oligarchia dominante, Berlusconi ha solo la carta del voto. Carta rischiosa, ma senza alternative. Non che il Paperone nazionale abbia un consenso forte, anzi il suo consenso è in caduta rapida, ma restano a suo favore due fattori: la debolezza dell'opposizione parlamentare, la possibilità che si presenti autonomamente alle elezioni il cosiddetto "Terzo polo".

Sul primo di questi fattori c'è ben poco da dire, basti pensare alle condizioni in cui si trova il Pd. Ma è il secondo elemento quello decisivo. Se davvero Fini e Casini (lasciamo qui perdere l'insignificante Rutelli) insistessero oggi, con l'attuale legge elettorale, con l'opzione terzopolista, saremmo di fronte ad un incredibile doppio suicidio. In tal caso Berlusconi avrebbe buone probabilità di vittoria alla Camera, con la possibilità di giocarsi la maggioranza anche al Senato. Possono i terzopolisti permettersi un simile risultato? Non solo si ritroverebbero Berlusconi per un'altra legislatura, non solo gli aprirebbero la strada del Quirinale, ma resterebbero anche con un numero di parlamentari assai esiguo, dato che il meccanismo fortemente bipolarista del Porcellum finirebbe per prosciugare il potenziale bacino elettorale terzopolista tanto verso destra quanto verso sinistra. Notoriamente, parlando di Fini e di Casini, è del tutto evidente che non ci troviamo di fronte a dei geni della politica. Ma questi calcoli elettorali sono il loro pane quotidiano, e certamente sapranno tenerne conto. In realtà, le vicende di questi giorni, già prima del voto sulla fiducia, hanno mostrato un Terzo polo incerto e diviso, privo di una chiara visione politica e convinto di potersi fare forte solo grazie alle debolezze altrui. Ma non sempre in politica si può giocare di rimessa, tantomeno nei momenti di passaggio come questo. Com'era lecito attendersi, la parte più esposta del fragile vascello "centrista" si è rivelata quella finiana. Una debolezza che resterà tale anche nella prospettiva elettorale. Prospettiva che non necessariamente vedrà i terzopolisti uniti. Nell'eventuale sfida elettorale - sfida che, non dimentichiamocelo, interesserà non solo i soggetti politici in campo, ma anche i diversi settori delle classi dominanti in gioco - ben difficilmente i terzopolisti se ne andranno da soli. Forse, per poter raggranellare un consenso maggiore, dovrà andarsene da solo il partitello finiano, ma perché dovrebbe farlo l'Udc? Questo partito si è già alleato con il centrosinistra in diverse regioni nella primavera scorsa, ma soprattutto il suo leader sa di non poter ambire ad un vero spazio nel centrodestra (visto anche il peso della Lega), mentre sa perfettamente di poter chiedere molto al Pd, anche la Presidenza del Consiglio. Ed infine, i centri di potere che lavorano per passare dal governo Berlusconi a quello delle 3M (Marchionne, Montezemolo, Marcegaglia), possono accettare
di vedere andare in fumo il lavoro di mesi solo per le smanie terzopoliste di tre figure assai grigie come quelle di Fini, Casini e Rutelli? Lo ripetiamo, tutto può succedere nel letamaio dell'attuale politica italiana. Ma, nel caso di elezioni anticipate, l'alternativa che con ogni probabilità si presenterà agli italiani sarà quella tra la riproposizione di un berlusconismo ancora più becero e classista e la "novità" di un'alternativa fondata su un dominio delle oligarchie maggiormente legate agli Stati Uniti ed all'Europa, con un governo guidato se non dall'immarcescibile democristiano Casini, da un suo degno compagno di cordata. Una ragione di più per stare con chi lotta, con chi protesta, con chi non si piega. Una ragione di più per vedere nelle fiamme di Roma l'unica luce di speranza in un panorama per il resto assai buio. Sappiamo che la ribellione non basta, che ci vuole il progetto. Sappiamo che lo spontaneismo è destinato alla sconfitta, che ci vuole la direzione politica. Sappiamo tutto questo, ma senza ribellione, senza protagonismo delle masse non potrebbe esserci alcun progetto. Che le fiamme brucino la classe politica che ha ridotto l'Italia in questa condizione!

Leonardo Mazzei
Fonte: www.campoantimperialista.it/
Link: http://www.campoantimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1301italia-cat&Itemid=21
15.12.2010


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martiusmarcus
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Grandi funerali avevano organizzato i nostri impresari di pompe funebri... tutti insieme - dagli ex-neofascisti professionisti del voltagabbana agli obama levantini di puglia... non era meglio prima verificare l'elettroencefalogramma? O almeno rendersi conto che il cadavere non era ancora freddo? I corvi, le iene, gli avvoltoi rimangono ai margini: sono tristi oggi, e hanno la spiacevole sensazione di un bel buco nello stomaco.


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Giancarlo54
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2622
 

Soddisfatto che i "servi" del grande potere finanziario siano stati messi KO dal "servo" un po' pazzo e "puttaniere".


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