Siamo capaci di pen...
 
Notifiche
Cancella tutti

Siamo capaci di pensare pensieri nostri?

Pagina 1 / 2

Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
Topic starter  

La nostra consuetudine con il consumismo ci induce ad imparare a scegliere, e tutti noi scegliamo secondo criteri più o meno adatti, più o meno coerenti dalla mattina alla sera.

Scegliere e giudicare, non importa come, distingue la vita dell'occidentale contemporaneo.

Quindi, subito una distinzione: scegliere tra i pensieri di altri ed adottarli non é pensare.

Credo che i più facciano un collage di cose che sentono o leggono che scambiano per il prodotto del loro pensare.


Citazione
anonimoak77
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 122
 

Capita molto spesso; scegliere, ma scegliere veramente e liberamente implica la responsabilità delle conseguenze scaturite dalla nostra azione.
Quando scegliamo liberamente, facciamo un esercizio di volontà che in fin dei conti porta ad una decisione ed un'azione che sono unicamente giustificate dal nostro soggettivo sistema di valori.
Da qui viene la responsabilità di una scelta che avrà effetti su chi ci circonda ma che non si basa su valori assoluti, per questo Sartre sosteneva che la libertà fosse una condanna.
Detto questo è chiaro che in una società sempre più deresponsabilizzante il cui fine sembra quello di allevare degli eterni fanciulli, i singoli individui prendano come una manna dal cielo la possibilità di delegare a terzi, poi il discorso sarebbe molto più vasto...


RispondiCitazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
Topic starter  

...poi il discorso sarebbe molto più vasto...

Per questo l'ho messo.

Un altro problema: che senso ha dibattere tra portatori di compilations di idee altrui ?


RispondiCitazione
Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 4401
 

Perche non tu spieghi meglio cosi e' piu chiara la critica che vuoi fare?

Poniamo che dopo una riflessione profonda una persona decide di abbracciare una idea come giusta,delle innumerevoli gia formulate,

Che so,che la realta in natura non e' mai statica,ma dianamica,e la cristallizzazione di un significato ha valore puramente convenzionale per condivisione democratica.Come per esempio il divieto di possedere altre persone scritto in costituzione.

Ecco,si deve negarne la validità (giusta o meno soggettivamente non e' questo il punto),in virtù di un presunto diritto di copyright?

Quale e' il senso?


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 3 anni fa
Post: 4113
 

Zizek aveva lavorato su questi temi: Né Pepsi né Coca

www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=29549


RispondiCitazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
Topic starter  

Si Zizek, lui parte diritto mettendo di mezzo la libertà, poi procedendo nel discorso delinea bene il problema.

Problema sentito se hai la fortuna, la capacità o l'educazione (la cultura?) che ti consente di vedere o immaginare oltre i due confini, attitudine che forse individua anche chi sia in grado di esprimere pensieri (non importa qui la qualità).

(Per inciso una delle tecniche che mi sembra di scorgere nel mein stream é di fissare subito, all'apparire di una novità, gli estremi entro cui trattarla, in modo che chi tenterà di porlo in altro modo, superandoli, potrà essere facilmente ignorato)


RispondiCitazione
Rosanna
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3536
 

Solo in pochi riescono a pensare secondo autonomia di giudizio, secondo la mia autonomia di giudizio, che credo sia sufficientemente indipendente e libera per giudicare.

Per di più credo che un pensiero libero a autonomo derivi essenzialmente dalla cultura, dallo studio, dagli approfondimenti su argomenti e tematiche.

Chi più sa, più vede.

Le élite pensanti (minoranze) hanno cambiato il mondo in determinati momenti della storia, spesso ispirate dalla forza di uno spirito superiore, talvolta costrette anche dalle contingenze:

Rinascimento
Illuminismo
Rivoluzione americana
Rivoluzione francese
Risorgimento
Resistenza

Ludovico Ariosto ha scritto un poema straordinario "Orlando Furioso"
facendo a pezzi il mondo della cavalleria, con tutti i suoi valori, ormai desueti e tramontati, proprio all'interno della corte di Ferrara, che cercava di mantenerli in vita, governata dagli Estensi che mal lo sopportavano, e così ha cambiato la storia della letteratura.


RispondiCitazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 16537
 

Quindi, subito una distinzione: scegliere tra i pensieri di altri ed adottarli non é pensare.

se il pensiero è libero come può essere un pensiero di altri?

se il mio pensiero libero coincidesse con quello di altri vuole dire che il mio pensiero è meno libero perchè anche altri lo esprimono?
E come si può dire allora che qualcuno abbia 'adottato'?


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2001
 

Potrei accumulare per tutta la vita conoscenze ma se non possedessi, se non conquistassi, l'arte del conoscere le prime sarebbero inutili.

Con cio' non sostengo che le conoscenze, la somma dei saperi, siano inutili ma solo che l'uomo, a non attivare e raffinare la sua arte di conoscitore non saprebbe che farsene del suo bagaglio culturale, se non astrazioni, teorie e tentativi di letture probabili.

In genere siamo passivi acquisitori di conoscenze, ossia di dati e informazioni, di un infinito possibile numero di percezioni, o per meglio dire, di percetti.
Crediamo che essi, tanto piu' in gran numero siano, tanto da se' possano assemblarsi armonicamente da rivelare una trama conduttrice a verita' prime e leggi prime.

Il pensare nostro ordinario raramente possiede capacita' di visione reale delle percezioni, o percetti, dei dati, quando accade e' per lo piu' capacita' innata e talento congenito naturale, che in genere si esplica in un determinato campo di analisi o di attivita': di qui i geni o i grandi artisti, gli scienziati, che a calare pero' in altri campi, raramente, se non mai, riescono ad usare lo stesso talento visionario di penetrazione e lettura vera della realta'.

Quando una capacita' talentuosa e innata agisce, la domanda che ci si puo' porre e' questa:

E' possibile concepire e identificare impersonalmente l'attivita' del nostro pensare, onde conoscerlo, analizzarlo e quindi liberarlo dalla sua caratteristica automatica o associativa che dir si voglia, per usarlo come strumento di penetrazione reale delle percezioni, e quindi di lettura esatta del mondo che desideriamo conoscere e capire?

Certo una domanda del genere ce la possiamo porre solo se riusciamo ad abbandonare la convinzione errata che tante piu' informazioni di qualcosa che desideriamo conoscere ci giungano tanto piu' saremo capaci ed esperti. Perche' diamo per scontato che il nostro pensare, cosi' come lo conosciamo, sia libero da qualsiasi laccio o limite, perche' mai ingenuamente crediamo che tanti piu dati accumuliamo tanto piu' diveniamo sapienti e saggi ed esperti?

Allo scienziato e al talentuoso accade, quando si immerge nel suo campo di analisi, di utilizzare il suo pensare e quindi la sua capacita' di osservazione nella maniera piu' pura, se cosi' non fosse prenderebbe degli abbagli e non individuerebbe cio' che cerca. Questo accadere, allo scienziato in genere e' ignoto, egli si immerge totalmente in cio' che desidera conoscere, affrancandosi da tutto quello che non riguarda l'oggetto di conoscenza in se'.

Possiamo ora in maniera piu' di ampio respiro riformulare la domanda:
E' possibile porre come oggetto di conoscenza l'attivita' del pensare stesso, onde poterlo conoscere realmente e quindi poi usarlo come strumento di visione della realta' intera e quindi di possibile fruttuosa soluzione dei tanti problemi e sofferenze che affliggono la societa' tutta?


RispondiCitazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
Topic starter  

...Chi più sa, più vede...

Sono tentato di sostenere che non sia così. Ci sono persone che hanno le idee chiare pur vivendo fuori dal mondo, magari non sono a giorno sull'attualità.

Forse saper pensare é frutto di un istinto o di un'attitudine appresa da qualcuno o da qualche parte.

Comprende, certo, anche fare delle scelte tra prodotti già finiti e rifiniti da altri, ma questo comportamento, ora, sembra avere sopraffatto la naturale propensione.

Qualche volta mi capita di vedere bambini letteralmente assaliti da adulti che "spiegano" loro, senza dare tregua, il mondo che li circonda. Poi interviene il ciclo scolastico, durante il quale continua tale procedimento di apprendimento (?) a ciclo continuo. Le menti di ciascuno avranno pure un loro tasso individuale di sete di apprendimento da rispettare. Dei tempi di metabolizzazione, degli argomenti da evitare di prendere in considerazione per non compromettere la potenzialità.

Esistono, di tutta evidenza, dei meccanismi di difesa ma vengono disattivati dal brutale inserimento, con tempi e modi previsti anche per legge (sic) nella cosiddetta vita sociale o meglio nella collettività.

I grandi processi, i o le ri-qualcosa alle quali ti riferisci, scoppiano tra le mani dopo che si sono addensate, magari disordinatamente ed in sordina le condizioni che le rendono inevitabili. Se guardi bene, a volte, quelle élites (sono restio ad usare questo termine) sembrano non avere scelta ed interpretare un ruolo o recitare le battute finali, liberatorie.

...E' possibile concepire e identificare impersonalmente l'attivita' del nostro pensare, onde conoscerlo, analizzarlo e quindi liberarlo dalla sua caratteristica automatica o associativa che dir si voglia, per usarlo come strumento di penetrazione reale delle percezioni, e quindi di lettura esatta del mondo che desideriamo conoscere e capire?...

Quanto descrivi qui é tenuto in tale considerazione dalle tradizioni orientali, che hanno messo appunto delle raffinate tecniche per consentire di liberare il pensiero dagli automatismi e dal meccanismo associativo che lo costringono e restituirlo alla volontà che dovrebbe dirigerne l'azione.


RispondiCitazione
Rosanna
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3536
 

...Chi più sa, più vede...

Sono tentato di sostenere che non sia così. Ci sono persone che hanno le idee chiare pur vivendo fuori dal mondo, magari non sono a giorno sull'attualità.

I bambini o le persone semplici ma intuitive hanno senz'altro doti sensitive particolari, dettate anche dalle loro percezioni sensoriali profonde (bambini) o dalla loro esperienza pratica (persone semplici),

ma la storia è stata cambiata sempre da "élite di pensiero illuminate", che oltre ad aver intuito la profonda verità del proprio tempo, hanno saputo organizzarsi, sia intellettualmente che materialmente per cambiarlo.

Galileo Galilei e Copernico hanno inventato la "Scienza sperimentale moderna", come avrebbero potuto farlo se non fossero stati dotati di profonde conoscenze tecno fisico scientifiche?


RispondiCitazione
The_Essay
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1138
 

@primadellesabbie

Ciao!
Provo a dire la mia,non so quanto giustamente!
Secondo il mio modesto avviso,primadellesabbie sta sollevando un problema che analizzato a 360 ha molte sfaccettature,però
presumo voglia fondamentalmente "parare"sul concetto di libertà,sulle ripercussioni sociali ed economiche di una scelta,però già qualcuno è sconfinato nel filosofico es Giovina.

La nostra consuetudine con il consumismo ci induce ad imparare a scegliere, e tutti noi scegliamo secondo criteri più o meno adatti, più o meno coerenti dalla mattina alla sera.

In realtà pongo il seguente quesito:siamo sicuri che qualcuno,dopo aver passato ore davanti la tv,aver letto unoo più giornali di cronaca rosa o giornali pseudo-tali,abbia la forza di dire no al barbiere (ciao se mi leggi)o
alla parruchiera che gli e/le propone un taglio ics di capelli?

Scegliere e giudicare, non importa come, distingue la vita dell'occidentale contemporaneo.

In pratica ci stai dicendo: anche se viviamo in un sistema dove viene adorato il Dio denaro,alla fine se hai gli anticorpi giusti te la spassi!
Ma siamo proprio sicuri?
Supponiamo che tu abbia un figlio adolescente,che vive 6 ore a scuola;il pomeriggio fa i compiti,con l'amico e/o l'amica;poi decidono di andare al cinema a vedere l'ultima cassata melensa.Pensi che la tua predica di pranzo e/o cena,ammesso che abbia "la pazienza" di farla, sortirà nel giovinetto qualcosa?Dubito.E se tu fossi veramente convinto, le prediche dovrebbero essere tante e ben documentate e corri pure il rischio di essere tacciato come antiquato,pesante.

Quindi, subito una distinzione: scegliere tra i pensieri di altri ed adottarli non é pensare.

E'sacrosanta l'affermazione che fai!"Pensare" è una operazione che presuppone consapevolezza,e fatica:
"Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica.
La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente giudizi.”

Credo che i più facciano un collage di cose che sentono o leggono che scambiano per il prodotto del loro pensare.

Si esattamente è questo quello che accade se non si è critici.
"Oggi la critica è l'arte di cui abbiamo più bisogno."
Domanda che vi rilancio:ritenete giusto che “Il consumismo abbia vinto laddove nessuna ideologia, credo o fede hanno potuto prevalere.” ?
Ergo,abbatto la ideologia,ridimensiono o annullo la fede e capite che tramano i cattivi maestri.
Bye,Bye,The Essay


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2001
 

Nel mio intervento precedente ho risposto, seppure apparentemente indirettamente, anche all'amica Rosanna.

Lei parla di vedere eppure attribuisce questa capacita' in senso superiore sempre a qualcun altro e alla quantita' di informazioni disponibili, condannando sempre se' stessi a ruolo di vittima
Invece io mi chiedevo semplicemente se noi possiamo essere capaci di vedere come chi pensiamo sappia vedere e agire di conseguenza (nel male come nel bene ) meglio di noi. Come quelli per esempio che sempre avrebbero la colpa delal responsabilita' esclusiva di renderci "ciechi" o di farci vedere quel che loro vogliono vedere.

Ebbene allora questo esempio e' pure validissimo, se siamo ciechi, ossia se il nostro organo visivo e' imperfetto: noi potremmo avere davanti a noi tutte le cose rivelate ma non potremmo vederle perche' dimorerebbero nell'ombra.

Caro Essay,
io cerco di fare un discorso razionale e con i piedi per terra il piu' possibile.
Tu cerchi invece di partire sempre, come si fa di norma, dalla percezione o percetto esterno, ossia da quell'oggetto o quella situazione, consumismo, altrui operato etc........

Io non voglio essere affatto filosofica ne' tantomento religiosa nel rispondere al tema lanciato da Primadellesabbie. Sebbene sul tema "pensare" si potrebbe divagare a 360 gradi in tutti le direzioni e campi di applicazione, ma cosi' facendo ci si disperderebbe alquanto mi pare, si dovrebbe invece reputare necessario considerare la funzione o fattore umano del pensare, senza cui nemmeno si sarebbe potuto porre in essere qui in questo forum la questione stessa.
Voglio forse contrapporre un primato del pensare rispetto alla realta' e agli stimoli esterni? Affatto!
Ho invece proposto la possibilita' che nel ventaglio delle percezioni tutte che richiamiamo all'attenzione come cause di destabilizzazione di equilibrio ( in genere, ossia sia umano che come espressione sociale negli effetti dispiegati ) possa essere contemplata la percezione del pensare stesso pero' come oggetto di analisi e quindi col suo influire dinamico nel divenire della realta' esteriore.
Per qualto mi riguarda non intendo fare contrapposizione ma far rilevare un approccio di osservazione svantaggiato nei confronti di un fattore molto importante ed essenziale quale e' il pensare, rispetto alla considerazione maggiore che invece si da' all'importanza delle percezioni esteriori ( escludendo il pensare come percetto 🙂 ) mi pare alquanto un punto di partenza viziato alla fonte e quindi suscettibile di portare lontano piu' di quanto possa fare una astratta e retorica filosofia di cassetta o riferimento a religioni varie.
D'altronde la Filosofia poi non significa amore per la sapienza?
Si e' parlato di sapere anche.... (certo poi abbiamo saperi da cestoni di offerte ovviesse e saperi altri.... ma e' altro discorso)

Non vedo sconfinamento mio alcuno nel contesto proposto dal topic, semmai nella discussione si potrebbe notare insufficiente o parziale considerazione dell'insieme dei fattori presenti nell'argomento posto in oggetto.


RispondiCitazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
Topic starter  

...la storia è stata cambiata sempre da "élite di pensiero illuminate"...

Uno dei nostri "vizi" é che dobbiamo assolutamente e sempre trovare il "colpevole", per quello hanno successo i libri gialli, servono da allenamento.

A volte (quasi sempre) non é così facile individuare le ragioni di certi cambiamenti, soprattutto storici. Sarebbe un discorso estenuante, viste le convinzioni sedimentate, ma la spiegazione per mezzo delle cosiddette élites (sono altro le élites) fa acqua. Questo non esclude che certe personalità siano state al centro di avvenimenti storici.

Naturalmente non sottovaluto e non invito a sottovalutare l'importanza della conoscenza e della cultura, ma al riguardo di distinguere il "saper pensare" dal copiare pensieri, magari scegliendoli con cura, non sono essenziali.

Copernico e Galileo hanno avuto un ruolo molto strano, hanno "scoperto" e ristabilito conoscenze che non erano state perse, ma abbandonate perché non armonizzavano con una certa cosmogonia che si era imposta, e perciò era stata adottata la visione tolemaica. Anche per non dispiacere i domenicani che accendevano certe pire per i dubbiosi.
Per la terra tonda (e misurata, Plinio ti spiega anche come hanno fatto i romani) il sole e tutto il resto non occorre ricorrere a Sitchin.

(adesso noto il commento di Giovina)


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2001
 

(adesso noto il commento di Giovina)

Anche io il tuo...... 🙂
Ma e' il momento della cucina.
Buon appetito a tutti!


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: