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Socialismo, liberismo o specialmente progressismo?

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sankara
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Su Mincuo: personalmente, credo che non si debba mai prescindere dal retroterra culturale ed ideologico di qualcuno che rende pubbliche le sue opinioni ed idee, al momento di valutare quello che scrive. E da quello che scrive si può ragionevolmente dire che Mincuo è favorevole al modello economico e produttivo attuale, basato sul classismo, lo sfruttamento, la proprietà privata, la logica del profitto. Forse lo vorrebbe meno squilibrato, questo sistema, e questo è un bel problema, perchè quel modello tende naturalmente allo squilibrio. Se poi si arriva nel campo dei diritti umani e sociali, si dimostra un vero conservatore quando non reazionario.
Ora, una persona con questo background, perchè dovrebbe occuparsi di socialismo, comunismo od anche anarchismo se non per trovare conferme alle sue ipotesi e, in definitiva, screditarli?

Però bdurruti, scusa se mi permetto ma lo dico senza alcun spirito polemico, in base al tuo pregiudizio di partenza screditi automaticamente qualsiasi cosa scriva Mincuo, fuorché sorprendersi se cita qualche autore vicino alle tue posizioni politiche. La verità di quello che uno afferma deriverebbe, da quello che capisco, dalle sue preferenze politiche o da quello che tu ritieni siano le sue preferenze.

Ora, guarda che non è sbagliata l'idea di provare a rintracciare il retroterra culturale e di pensiero di chi espone delle tesi. La conseguenza però di giudicare automaticamente sbagliate quelle tesi se non si riescono ad incasellare nella propria visione (ideologica?) del mondo non la giudico positiva. A ben vedere denota anche paura del confronto, del mettere in discussione le proprie idee o anche solamente quella parte delle proprie idee che ad un serio confronto possano rivelarsi fallaci.

Non voglio certo apparire un difensore di Mincuo, che tra l'altro si difende bene da solo. Però mi sembra ingiusto definirlo uno "favorevole al modello economico e produttivo attuale". Probabilmente nemmeno si pone nell'ottica marxiana (più che marxista) di rovesciamento del capitalismo in un altro sistema, però diciamola tutta, chi è al momento in grado di anche solo tratteggiare le linee di un sistema altro da quello capitalistico? E su quello che si è presentato come tentativo storico di superare il capitalismo, vale a dire l'URSS, ma anche realtà come Cuba, Mincuo ha esternato tutta una serie di dati e riferimenti storici molto precisi che fanno molto dubitare che in quei Paesi si sia realmente perseguito o voluto perseguire il "benessere" del "proletariato".

Per quello che io ho potuto capire, comunque, dai suoi postati e dalle sue descrizioni di certi meccanismi della finanza, non mi sembra abbia lesinato critiche ficcanti allo stato di cose presenti. Mincuo mi è sembrato comunque più che altro attento a demistificare la disinformazione presente in certe tesi della cosiddetta "contro-informazione", e questo non mi sembra vada a favore delle classi dominanti e della loro propaganda.

Anche nel campo dei diritti umani e sociali non ho riscontrato questo reazionarismo. Se per diritti umani e sociali intendi poi l'ideologia dei "diritti civili" di cui si fa alfiere la sinistra, ti dico comunque che oggi essere anticapitalisti significa essere sul piano del costume "moderatamente conservatori" (nel senso dell'etimo della parola di "conservare" certi valori e costumi) contro il tentativo del capitalismo di rimodellare anche tradizioni, stili di vita e costume per il pieno dispiegarsi della sua logica mercantile. Non posso far altro che riprporti questo passaggio di Michea: «Una economia di mercato integrale può funzionare durevolmente solo se la maggior parte degli individui ha interiorizzato una cultura della moda, del consumo e della crescita illimitata, cultura necessariamente fondata sulla perpetua celebrazione della giovinezza, del capriccio individuale e del godimento immediato. Dunque, è proprio il liberalismo culturale (e non il rigorismo morale o l’austerità religiosa) a costituire il complemento psicologico e morale più efficace di un capitalismo di consumo».


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mincuo
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Ti ringrazio mincuo, ottimo testo per me.

PS: non mi è chiaro cosa ci sia in difesa del capitalismo e del reazionario in questo testo come sostiene bdurruti. Qualunque cosa poi significhino queste due parole.

Niente figurati Istwine. Anzi se devo dire pensavo un po' a te quando l'ho messo, per via anche di alcune discussioni che ho avuto privatamente.
Alcune cose cose sfuggono facilmente ad analisi per il solito discorso degli enunciati, e questo articolo, pur nella sua limitatezza, ha il pregio di richiamare l'attenzione su alcune direttrici rimaste in secondo piano e di stimolare degli approfondimenti.

P.S.
Su "reazionario" avrei potuto anche pensare di scrivere qualcosa. C'è il reazionario alla De Maistre, Schmitt, Junger, la scuola Brasiliana, o Davila ecc...
O se no c'è quello alla Dburruti, che significa "cattivo".
Ma quello è Dburruti, appunto.

E' il tema del valore della comunità rispetto al singolo ed il tema delle loro interazioni.
D'altronde è anche il tema "reazionario" per eccellenza fin dalle origini. Interessante. E interessanti alcuni pensieri più recenti. Sotto un profilo solo apparentemente appena discosto, ma in realtà conseguente, anche Gilad Atzmon, ad esempio.
Michea se ne è occupato abbastanza, dei reazionari.
E Michea stesso è un po' "reazionario", a dire il vero.

Cioè "cattivo" 😉


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omicron
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Questo Jean-Claude Michéa è il tipico impostore intellettuale francese. Uno stronzo filosofo idealista per il quale sono le idee e non i fatti economici di base, a determinare l'evoluzione storica, la struttura delle istituzioni politiche giuridiche ed economiche, e l'"ideologia" cioè l'insieme dei valori morali e delle idee condivise e generalmente accettate da tutti.

Nel suo caso addirittura alla base dello scivolamento del socialismo e del comunismo verso posizioni liberiste sarebbe una confusione linguistica: "Si crea allora una confusione tra ciò che è emancipatore e ciò che è moderno, i due termini essendo a torto ritenuti sinonimi."

Poi, da buon francese naturalmente ritiene che la France sia l'ombelico del mondo, e dunque tutto parte da lì:

"In Francia, l’alleanza storica tra il socialismo (influenzato prima dalla socialdemocrazia tedesca e poi dal marxismo) e la «sinistra» progressista si instaura all’epoca dell’affare Dreyfus (1894).....in questo momento, scrive Michéa, il movimento socialista è stato «progressivamente indotto a sostituire alla lotta iniziale dei lavoratori contro il dominio borghese e capitalista quella che avrebbe presto opposto – in nome del “progresso” e della “modernità – un “popolo di sinistra” e un “popolo di destra” "

peccato che in realtà sia sempre stata marginale nella storia del marxismo, perchè sì, ha ragione Michéa a dire che le commistioni fra marxismo e nostalgie della Rivoluzione (borghese) del 1789 ce ne sono state a iosa. Ma era un retaggio loro, non degli altri movimenti marxisti.


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aristanis
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In questo contesto, qual è stato il ruolo della Chiesa e qual è il suo ruolo oggi?
Negli anni ’70 forte fu l’opposizione della Chiesa alle novità legislative su aborto e divorzio. Certo, la lettura che la Chiesa fece di aborto e divorzio, e che fa ancora oggi, è una lettura ispirata ovviamente a principi religiosi, ma per esempio difendendo la famiglia tradizionale e il ruolo tradizionale della donna (ruolo che la donna madre ha anche nella Costituzione) la Chiesa non si è forse mossa come baluardo contro il progresso nel senso inteso dall’autore dell’articolo? E anche oggi, pur tramite spiegazioni che partono e si sviluppano sempre sotto una lente religiosa, la Chiesa non è forse il nemico principale (se non unico) al progresso, almeno a certi aspetti del progresso?
Mi riferisco ovviamente al progresso di cui parla l’autore dell’articolo, ossia proprio il mettere da parte (parlo della sinistra)la battaglia economica in difesa degli sfruttati per far posto alle battaglie cosiddette civili del multiculturalismo, esaltazione e protezione delle differenze, lotta alle discriminazioni di genere di sesso di identità sessuale, ed altre, insomma quelle di cui si parla in Italia anche.
Mi pare che sia la Chiesa ad essere una (se non l’unica) nemica del progresso e azzarderei anche un fattore di difesa nei territori, nei paesini e nelle metropoli, di sprazzi di identità delle comunità, mi riferisco in particolare alle Feste religiose che sono occasione di riunione della comunità e condivisione di tempi e spazi, di momenti di socializzazione e di ciò che positivamente ne consegue, di legami di una comunità tra passato presente e futuro, anche se riconosco che spesso i giovani son pochi, sempre meno, e questo forse è indicativo del fatto che le forze del progresso hanno ben pensato di agire sui giovani ed educarli appunto alle idee del progresso, anticlericali.
Certamente è chiaro che la Chiesa è sotto attacco costante e che ormai anche ai suoi vertici vi sono persone che lavorano in favore del progresso, sia del progresso nella Chiesa attraverso posizioni più aperte e morbide che la Chiesa dovrebbe prendere su temi cruciali, sia del progresso che così la Chiesa dovrebbe promuovere verso i suoi fedeli, i quali, essendo essi i più restii al progresso, si lascerebbero così trascinare.
Anche guardando velocemente su de Maistre e Davila mi pare che essi furono si reazionari ma anche cattolici, anzi quanto può aver contato il fatto di essere in primis cattolici sul fatto di essere reazionari o comunque difensori di certi valori? O magari viceversa? Resta che comunque i 2 aspetti in loro mi pare camminino insieme e si intreccino rafforzandosi.

Poi, certamente, la Chiesa prende posizioni che non dovrebbero combaciare invece con la tutela dei popoli e delle culture, per esempio la difesa ad oltranza della vita (da quì, la contrapposizione all’aborto e alle pratiche contraccettive) da cui deriva il disprezzo verso politiche di controllo delle nascite e verso teorie Malthusiane, e questo è un esempio di come invece un certo progresso in tale tema dovrebbe essere paradossalmente più benevolo nei confronti dei valori positivi legati alla tutela delle comunità e delle culture, delle radici dei singoli popoli. Un progresso non necessariamente riferito all’uso di contraccettivi, bensì riferito ad una educazione e a politiche a livello mondiale ed anche locale.

Ma, al giorno d’oggi, almeno in Italia, la Chiesa non resta un forte baluardo in difesa di certi valori e contro certe direttive del progresso? O è forse l’unico baluardo? Ma le cannonate che ha subito forse stanno definitivamente sgretolandola ed il germe del progresso l’ha infettata quasi completamente.

Poi ci sarebbe anche il contrasto tra la Chiesa e l’elite citata nella seconda nota aggiunta. La Chiesa anche per questo è bombardata e anzi è annientata quasi. L’ecumenismo ha aperto ferite profonde nella Chiesa. Essa è attaccata dunque sia per ragioni di religione sia perché si oppone al progresso, e per l’elite citata nella seconda nota le due cose, in questo caso, sono da leggere insieme.


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Jor-el
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Il pezzo proposto da Mincuo (grazie 1000 per il post!!!!!) è un commento di Alain de Benoist (altro autore "cattivo" enormemente diffamato sia da destra che da sinistra) al libro di Michéa (che non ho letto ma che ho ordinato ieri, perché trovo che sia di eccezionale interesse). Nel leggerlo vi ho ritrovato gli stessi concetti espressi da Alain Parguez negli articoli e nelle conferenze in cui ha cercato di ricostruire la storia dell'Unione Monetaria Europea, e di comprendere perchè un progetto che era originariamente delle grandi famiglie del potere economico europeo e dalla destra economica si stato raccolto, nel dopoguerra, dalla sinistra socialista (Attali e l'intero gabinetto economico di Mitterand). Parguez definisce quei socialisti di formazione marxista "social-futuristi", proprio per il loro culto del "futuro" e della "linea progressiva", secondo cui il superamento dello stato-nazione insito nell'Euro sarebbe stato comunque un passo in avanti verso l'alba luminosa del sol dell'avvenire. Una concezione pseudo-hegeliana secondo cui l'emancipazione delle masse è un dato certo e scientifico perché insita nel "progresso dell'umanità". Perché, allora, non scroccare un passaggio sul treno superveloce e supermonderno delle oligarchie dell'Eurozona? La verità è che nemmeno Marx ha mai dato per certo e scientifico il lieto fine della storia, quando scriveva, già nel Manifesto, che la lotta di classe può concludersi con la vittoria di una delle classi in lotta (e non è detto che sia il proletariato), ma anche con la mutua distruzione dei contendenti.
Ancora oggi, gran parte (se non tutta) la sinistra radicale è reticente nell'accettare l'idea di uscire dall'Euro e tornare alla moneta emessa dallo Stato, perché ciò sarebbe contrario alla concezione progressista secondo cui il "superamento" dello stato-nazione è irreversibile. Lo stesso termine "superamento", onnipresente nel gergo pseudo-marxista, dice tutto.

@Mincuo: l'industrializzazione forzata nella Russia Sovietica oltre ad essere un'idea folle, è stata una tragedia, un crimine contro l'umanità di fronte al quale qualsiasi cosa abbia potuto fare Stalin quasi sparisce. Un male per il quale non solo hanno pagato con la vita in milioni, ma che ha posto una severa ipoteca sulla storia del movimento operaio. E anche lì, alla radice, c'era l'idea di "progresso". Siccome quel virus c'è ancora, non è certo reazionario che le verità che hai ricordato siano dette e ripetute: è solo giusto.


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Georgejefferson
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Jor-el lo hai trovato in italiano il libro?

Ho trovato un aforisma molto bello (da socialista liberale quale voglio essere) attribuito a Michéa:

"per definirsi liberali occorre non fare del mercato un'ideologia assoluta. Perché l'istituzione di una società decente coincide con la difesa dell'umanità stessa"


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In questo contesto, qual è stato il ruolo della Chiesa e qual è il suo ruolo oggi?

La Chiesa prende posizione per difendere le proprie posizioni di rendita. Semplicemente. E lo fa da secoli, cioè da sempre.
La Chiesa non è sotto attacco. Anzi. è lei che ci tiene costantemente sotto scacco. Se la Protezione Civile invece di finanziare le manifestazioni religiose e dello Stato Vaticano facesse il suo mestiere, ci sarebbe qualche terremotato di meno.

Se invece delìe Feste religiose fossero altri i momenti e gli spazi occasione di riunione della comunità, ci sarebbe un maggior senso civico e probabilmente anche un più forte senso identitario come popolo e non come confessione religiosa.
Le Feste religiose promuovono la pecoraggine della società e costituiscono il sedativo ideale (prima della tv) per una mente attiva.
Mi stupisce che ancora oggi ci siano dei dubbi e della confusione circa l'apporto che la Chiesa cattolica da alla società. E questo vale per quasi tutte le confederazioni "religiose".

P.s.: non me ne vogliano i religiosi e le confessioni che rispettano l'uomo e più in generale i popoli e promuovono la crescita spirituale dell'individuo.


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mincuo
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Il pezzo proposto da Mincuo (grazie 1000 per il post!!!!!) è un commento di Alain de Benoist (altro autore "cattivo" enormemente diffamato sia da destra che da sinistra) al libro di Michéa (che non ho letto ma che ho ordinato ieri, perché trovo che sia di eccezionale interesse). Nel leggerlo vi ho ritrovato gli stessi concetti espressi da Alain Parguez negli articoli e nelle conferenze in cui ha cercato di ricostruire la storia dell'Unione Monetaria Europea, e di comprendere perchè un progetto che era originariamente delle grandi famiglie del potere economico europeo e dalla destra economica si stato raccolto, nel dopoguerra, dalla sinistra socialista (Attali e l'intero gabinetto economico di Mitterand). Parguez definisce quei socialisti di formazione marxista "social-futuristi", proprio per il loro culto del "futuro" e della "linea progressiva", secondo cui il superamento dello stato-nazione insito nell'Euro sarebbe stato comunque un passo in avanti verso l'alba luminosa del sol dell'avvenire. Una concezione pseudo-hegeliana secondo cui l'emancipazione delle masse è un dato certo e scientifico perché insita nel "progresso dell'umanità". Perché, allora, non scroccare un passaggio sul treno superveloce e supermonderno delle oligarchie dell'Eurozona? La verità è che nemmeno Marx ha mai dato per certo e scientifico il lieto fine della storia, quando scriveva, già nel Manifesto, che la lotta di classe può concludersi con la vittoria di una delle classi in lotta (e non è detto che sia il proletariato), ma anche con la mutua distruzione dei contendenti.
Ancora oggi, gran parte (se non tutta) la sinistra radicale è reticente nell'accettare l'idea di uscire dall'Euro e tornare alla moneta emessa dallo Stato, perché ciò sarebbe contrario alla concezione progressista secondo cui il "superamento" dello stato-nazione è irreversibile. Lo stesso termine "superamento", onnipresente nel gergo pseudo-marxista, dice tutto.

@Mincuo: l'industrializzazione forzata nella Russia Sovietica oltre ad essere un'idea folle, è stata una tragedia, un crimine contro l'umanità di fronte al quale qualsiasi cosa abbia potuto fare Stalin quasi sparisce. Un male per il quale non solo hanno pagato con la vita in milioni, ma che ha posto una severa ipoteca sulla storia del movimento operaio. E anche lì, alla radice, c'era l'idea di "progresso". Siccome quel virus c'è ancora, non è certo reazionario che le verità che hai ricordato siano dette e ripetute: è solo giusto.

Grazie Jor-El. Il processo di industrializzazione forzata in URSS fu controverso. Diede luogo a dibattiti e scontri. E' più complessa la faccenda per chi l'ha studiata. Intanto si dice "Comunismo" ma non è così.
Ci furono i Bolscevichi, ma anche Comunisti puri, inoltre elementi con tendenze anarchiche e Menscevichi, più o meno inglobati, ma fu chiaro chi prese subito il bastone e perchè. E fu il tradimento di operai e contadini (questi ultimi velocemente spariti pure dal lessico pur essendo l'80% dei proletari in Russia, e casomai fatti diventare magicamente tutti kulaki, cioè piccoli proprietari, da criminalizzare e colpire).

Io non posso parlare perchè non siamo in democrazia. (E così pure per L'Unione Europea, nascita ecc...).

Comunque progressismo è già una direttrice abbastanza giusta per una comprensione della storia. E vedrai che ti torna la demonizzazione di Malthus che fu un post che non feci a caso.
E anche la ridicolizzazione e/o cancellazione dai libri del Luddismo prima e del Cartismo Inglese poi (che ebbe milioni di aderenti) e che pure dovrebbero stare nel patrimonio ideale ed etico del socialismo e invece ben che vada uno ne conosce appena il nome o la versione distorta.
Il fatto è che non erano progressisti.
"Capitalismo" è invece una scemenza fuorviante introdotta appositamente, un capolavoro della propaganda.
Al massimo infatti ti puoi rifare al dibattito tra Sombart (che inventò il termine) e Weber. E successivamente fu ancora più confuso, ad arte.
Non c'era e non c'è nulla da "abbattere" e anche per questo è così tanto in voga. E' perfettamente innocuo, una specie di feticcio.

P.S.
Esistono due conformismi, non uno solo. Tu troverai perciò usualmente il conformista liberista che accusa il socialismo e viceversa il conformista socialista che accusa il liberismo, entrambi però richiamandosi più o meno inconsapevolmente alle loro applicazioni pratiche (l'uno il socialismo reale, l'altro il monopolismo oligarchico) indentificandole cioè con le teorie.
Le quali invece erano buone di per sè, solo necessitavano per entrambi di una concezione etica alta. Che in buona parte c'era ancora all'epoca.
(E' un post che farò, forse).

Quando però trovi che entrambi i conformisti, diciamo per semplicità di dx e di sx, si scagliano all'unisono contro qualcuno, il mio consiglio pratico è di leggerlo e vedrai che molto probabilmente ne valeva la pena.
E ciò vale per letteratura, scienza, costume, economia, arte ma soprattutto storia.

Ma non chiedermi il perchè.


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Jor-el
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Jor-el lo hai trovato in italiano il libro?

Ho trovato un aforisma molto bello (da socialista liberale quale voglio essere) attribuito a Michéa:

"per definirsi liberali occorre non fare del mercato un'ideologia assoluta. Perché l'istituzione di una società decente coincide con la difesa dell'umanità stessa"

No, ho ordinato il libro in francese presso la mia libreria di fiducia. Esistono però altri libri dello stesso autore che sono stati tradotti in italiano.
Non ho ancora fatto ricerche su Internet a proposito, ma mi riprometto di farlo non appena avrò un attimo di tempo e l'ispirazione 😉

@Mincuo: a proposito di Malthus, questo è il suo epitaffio:

dice tutto.


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aristanis
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@Nat

Se si considera l’analisi economica che i cattolici fanno, è in linea generalmente con quella spacciata dai media. Ad es. il Papa da poco ha parlato dell’idolo del Denaro che offusca la mente, dei danni della corruzione, dell’evasione fiscale che è indice di egoismo, la solita analisi mainstream.
Poi vabbè vi sono cattolici in rete che invece hanno compreso anche loro certi meccanismi cruciali dal punto di vista economico.
Se si resta però negli argomenti trattati dall’autore dell’articolo, io mi chiedo che istituzione oggi può agire in controcorrente, pur evidentemente spesso per fini di riconferma dei propri dogmi ed altri fini propri? A me viene in mente la Chiesa.
Infatti, alcuni scrittori cattolici in rete sono ottusi nel non affrontare il tema economico reputandolo un tema secondario, laddove invece sono altri i temi primari per loro in quest’epoca: eutanasia, unioni gay, adozione per i gay, figli ai gay, figli in provetta, utero in affitto, diritti vari ai LGBT… e altri temi che continuamente vengono indicati invece da altri come il Progresso, che sono diventati infatti gli obiettivi della sinistra, del PD, di SEL, di coloro che sono riformisti,progressisti,civili,educati,democratici.
Io vedo che la Chiesa vi si oppone spinta da motivi religiosi, anche scrittori cattolici lo fanno spinti da motivi religiosi, ma mi pare evidente che certe loro prese di posizione, pur per fini religiosi e di manipolazione dei fedeli attorno a certi dogmi, combaciano però con prese di posizione che sono anti-progressiste.
Poi però, certamente, vi sono prese di posizione della Chiesa che invece, appunto perché spinte da motivi religiosi, remano direi in un senso sbagliato, penso al primato della Procreazione in un contesto di condanna ferma della contraccezione, che ha portato appunto alla non considerazione di politiche necessarie di controllo delle nascite ed anzi alla condanna di tali politiche, o al contrastare le teorie di Malthus.
Ma, in sostanza, come Istituzione con ancora qualche residuo di potere, e ripeto pur mossa da motivi religiosi e di mantenimento di Potere tramite il sostegno dei fedeli, la Chiesa mi pare l’unica che conserva aspetti di contro-Progresso.
Poi, per ciò che ho detto delle Feste, le intendevo anche come riti, come occasioni di ritrovo, come ciò che vi gravita intorno, simboli ed azioni che si sono consolidate e che si ripetono ed hanno magari perso anche quel valore religioso che era più forte nei decenni passati, ma la Chiesa rimane comunque, in quanto promotrice di alcune Feste, un fattore di conservazione di alcuni legami che rafforzano una comunità e ne rafforzano l’identità nei singoli, con tutto ciò di positivo che ne consegue, anche per quanto riguarda aspetti di solidarietà, di umanità, di pace sociale, di benessere.
Poi alcuni scrittori cattolici in rete hanno individuato, secondo loro ragionamenti, alcune costanti per quanto riguarda le elite: elite religiose anticristiane che sono anche elite economiche, ed i collegamenti che certi scrittori fanno tra religione, economia, politiche, Progresso, sono tutt’altro che banali. Ed anche stavolta sono scrittori in primis cattolici, che spinti anche dalla fede hanno argomentato certe dinamiche, quindi anche stavolta io vedrei la Chiesa come elemento “importante” in tali studi, come motore della ricerca dei danni del Progresso, dei pericoli che il Progresso pone, o comunque vedo che alcuni scrittori agiscono in difesa della Chiesa, della religione cattolica, di molte prese di posizione che derivano dal cattolicesimo oggi bollate dal mainstream come reazionarie.
E io non prego, non vado a messa, sono peccatore, ecc., nel senso che ciò che ho scritto non è mosso da fede né da amore per la Chiesa.


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Io vedo che la Chiesa vi si oppone spinta da motivi religiosi, anche scrittori cattolici lo fanno spinti da motivi religiosi, ma mi pare evidente che certe loro prese di posizione, pur per fini religiosi e di manipolazione dei fedeli attorno a certi dogmi, combaciano però con prese di posizione che sono anti-progressiste.

spinti da motivi religiosi?

Poi, per ciò che ho detto delle Feste, le intendevo anche come riti, come occasioni di ritrovo, come ciò che vi gravita intorno, simboli ed azioni che si sono consolidate e che si ripetono ed hanno magari perso anche quel valore religioso che era più forte nei decenni passati, ma la Chiesa rimane comunque, in quanto promotrice di alcune Feste, un fattore di conservazione di alcuni legami che rafforzano una comunità e ne rafforzano l’identità nei singoli

rafforzano una comunità e ne rafforzano l’identità nei singoli?

E’ uno scontro tra élite (non di pensiero …) che appare come un complesso gioco delle parti e non mi perderei a considerare aspetti secondari e spesso fuorvianti (“aspetti di solidarietà, di umanità, di pace sociale, di benessere”). Gli inglesi hanno perso il loro impero per carenza di “progressismo” o perché troppo umani? La caduta dell’impero inglese ha reso il mondo meno “buono” o meno civile?
Ti sembrerà fuori luogo come esempio ma vedi il Vaticano come una holding a capo di una tnc il cui pacchetto di controllo è detenuto da diverse “famiglie non sempre in sintonia”. Insomma, io lascerei perdere gli aspetti “religiosi” e le posizioni di facciata o controcorrente se preferisci. Si tratta di stravolgere il senso delle parole e delle affermazioni. E questo penso rientri con il tema dell’articolo. Se invece ci limitiamo a dire che una certa tendenza di pensiero sta scardinando alcune strutture di potere e che una certa componente del pensiero “Progresssista” danneggi parte degli interessi della Chiesa sono d’accordo (e per certi versi me ne rallegro in quanto faccio fatica a riconoscere chi siano i buoni e chi i cattivi).

Considera che avere contemporaneamente la botte piena e la moglie ubriaca fa comodo a tutti .
Per esempio, la “visione malthusiana” che accenni non fa comodo a nessuna élite, Chiesa compresa. Sempre di elettori, fedeli e consumatori si parla. Le famiglie numerose fanno comodo a tutti. Le misure anticoncezionali per esempio sono contro la morale/propaganda cattolica, perfino nel Terzo Mondo dove le malattie e la povertà prosperano . Il matrimonio è sacro e l’istituto del divorzio è da condannare. Però se sei uno che conta o se semplicemente paghi, la Sacra Rota qualche differenza la fa. I gay “comuni” sono da considerare dei malati tranne però quelli “utili e devoti”.
Insomma a tratti “progressisti” e a tratti reazionari, fin dove e con chi fa comodo a loro naturalmente. Gli aspetti “sacri” di difesa della famiglia e della comunità centrano ben poco “secondo me” (tranne che per gli “utili id….”) . Almeno le altre élite dimostrano una maggiore coerenza di fondo!

Riguardo alle manifestazioni religiose.
Le manifestazioni religiose ( e di Stato) sono finanziate dai Comuni, dalla Protezione Civile e dai fondi europei (la UE ha interrotto il flusso di certi finanziamenti proprio per questo). Quante manifestazioni ed opere alternative potresti fare ? Nei Paesi del nord Europa stanno peggio senza Chiesa, senza Feste, riti e manifestazioni religiose/cattoliche? C’è forse meno benessere, senso civico, della comunità o di solidarietà sociale? Il Welfare State l’ha inventato la Caritas (con i soldi della questua, del 4 per 1000 e delle donazioni in genere) ?

Ma, in sostanza, come Istituzione con ancora qualche residuo di potere

Qualche residuo di potere? Temo di sfugga qualcosa. Sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista economico. Alcune curiosità, quale soggetto economico e/o politico:
• Detiene il maggior patrimonio immobiliare a livello mondiale?
• Detiene il maggior numero di cliniche/case di cura in Italia e forse nel mondo?
• Detiene il maggior numero di case di riposo in Italia?
• Controlla la più grande “catena” alberghiera in Italia?
• Usufruisce e beneficia direttamente e/o indirettamente della maggior parte dei fondi europei in Italia?
• Ha sostenuto le carriere di uomini come, tra gli altri, Prodi, Letta senior e junior,Monti, Passera, ecc?
• Può influenzare più di ogni altro l’elettorato a livello mondiale?
• È il più accreditato referente/interlocutore per i nostri politici ed imprenditori nel mondo?

Le cose sono più complicate di quello che può sembrare e la commistione di interessi fra le “élite“ è ben più ampia e complessa di quanto possa apparire. Ma io non sono certo la persona più indicata per parlarne (eufemismo).


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mincuo
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@NAT
Su quelle cose: patrimonio immobiliare a livello mondiale ecc... sono ferrato io NAT. Penso tu sia proprio fuori strada sai. Ma molto fuori strada.
Così anche per il resto, e in particolare su chi "può influenzare..." dove basterebbe in verità un ragionamento semplice, dei 4 o 5 possibili, dato che chi influenza è chi ha i media, non chi non ce li ha.
Chi influenza è anche chi è in grado di proibire, censurare, stravolgere, imporre opinioni e anche versioni a suo piacimento dei fatti ecc...tanto per cominciare.
Immagino però che tu le abbia "lette" tutte quelle cose che hai enumerato.
E immagino anche da dove provengono.

I numeri e le quote sono numeri e quote però.
Comunque va bene così lo stesso. Non c'è niente da fare, lo dico sempre.

P.S.
Ti do una regola semplice, indiretta, senza che tu come me debba occuparti settore per settore di conoscere i dati.

Anche se è dubbio che la frase sia attribuibile a lui, resta comunque valida lo stesso.


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Ogni indicazione che tu possa dare è gradita. Ma questo già lo sai e quindi se avessi voluto darla l'avresti già fatto.

Detto questo, di cose ne ho detto tante. Per quanto riguarda il contesto italiano (patrimonio immobiliare, cliniche, alberghi,ecc) non penso di essermi sbagliato di molto. Ma ogni tua precisazione ripeto è benvenuta.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-15/chiesa-2mila-miliardi-immobili-082813.shtml?uuid=Ab3cTeUH

Tu dirai che è la solita sbobba che passa il "convento" (non cattolico..) ma per quanto riguarda il territorio italiano, un noto dirigente di un'agenzia immobiliare leader in Italia lo confermava (non sui media ...). Poi JPM avrà dei dati più affidabili però io non li ho visti.

Per quanto riguarda la propaganda cattolica non mi sembra diversa da qualunque altra. Reazionari e progressisti a giorni alterni.

Per quanto riguarda i media e l'influenza esercitata dalla Chiesa cattolica[...], al di là delle classifiche, non si può dire che il Vaticano sia l'ultima ruota del carro. Non voglio certo dire che è la "prima" della classe però dai... Su tutti i media c'è il prete/monaco/frate/suora o nuovo folgorato sulla via di Damasco di turno ...

Chi influenza è anche chi è in grado di proibire, censurare, stravolgere, imporre opinioni e anche versioni a suo piacimento dei fatti ecc...

Sempre evitando di fare le classifiche (non saprei farle), su questi temi la Chiesa cattolica ha fatto scuola. E senza palare di Padre Pio o della Sacra Sindone.
Probabilmente sarà anche stata surclassata ma io di élite ne so ben poco (te lo riconfermo!) quindi mi auspico che ne parlerai tu. Tanto lo so che non lo farai. Mi devo comprare il libro di Gioele Magaldi? 🙂


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Georgejefferson
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Magaldi nomina milioni di nomi,tranne uno.Ma probabilmente perchè sara meno importante.


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[Utente Cancellato]
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Post: 2066
 

Ti sbagli. Fa “quel” nome insieme ad altri due. E gli attribuisce un ruolo di primissimo piano.


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