Specialità umana: r...
 
Notifiche
Cancella tutti

Specialità umana: rompere gli equilibri


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2210
Topic starter  

Qualcuno ama le zanzare? Io ricordo un amica che guardava le zanzare mentre la pungevano e non voleva ucciderle perché gli sembrava sbagliato. Persone del genere esistono anche se non costituiscono di certo la maggioranza.

Mediamente si amano cani e gatti, non in modo molto diverso da come la mia amica "amava" le zanzare.
Solo che essendo i cani e gatti animali che riescono a stabilire rapporti funzionalmente più adatti al nostro piacere, in genere trovano più persone ben disposte nei loro confronti.
Mentre le zanzare tendiamo a ucciderle o ad allontanarle in molti modi differenti. Per esempio veleni e repellenti.

Tanti anni fa frequentavo una casa in montagna immersa in una vallata, lontano da tutti i centri abitati e ricordo perfettamente che quello che sorprendeva tutti quelli che ci andavano, ma proprio tutti, era che non c'erano zanzare a pungerti. Accanto alla casa c'era un torrente e a poche centinaia di metri, oltre un campo incolto dove si trovava una stalla, c'era un raschio che si allargava fino a diventare stagno fangoso perenne, invaso da felci, funghi e piante lacustri. Nel fiume accanto alla casa e nello stagno, c'erano nidi di zanzare, così densi che si alzavano formavano nubi grige dove non si vedeva attraverso.
Ma se non ci andavi apposta, di zanzare non ne vedevi mai una. C'erano tante vespe, tafani e altri insetti volanti più o meno fastidiosi. Ma non zanzare: di notte in estate potevi lasciare la finestra aperta. Una finestra che dava direttamente sulla palude e sul torrente. Magari ti capitava che lo scoiattolo entrasse, ma non le Zanzare e non c'erano zanzariere alle finestre.

Una parte del mistero era dato dal clima. In estate e in inverno c'era una temperatura che oscillava tra i 10 e 25 gradi: in valle pioveva spesso, senza però mai neve o ghiaccio. Di notte c'erano sempre almeno 10-15 gradi.
Un altra parte del mistero era dato dalla luce. A parte le stelle e la luna, l'assenza di luci era totale. Le piante fornivano riparo alle zanzare dall'intensità della luce solare durante il giorno e di notte calavano tenebre fitte. Se c'era nuvoloso si poteva sfiorare lo "zero lumen". Le zanzare reagiscono al movimento e al calore, per ciò ti pungevano solo se ti avvicinavi ai loro nidi. Ma questo non spiega come mai non si facessero vive nemmeno durante il tramonto o al sorgere del sole. Come non spiega l'evidenza che fuori dalla valle e nelle zone urbane le zanzare tornavano un flagello da debellare con veleno e repellenti.

L'altra parte del mistero era data dall'abbondanza di vita. Le zanzare, come ogni altra creatura che fonda il suo successo evolutivo sulla abbondanza di prole, diventa un nodo cruciale della catena alimentare. Come il plancton o il krill negli oceani. Oppure le afidi. Inseriti in un cotesto di ricca biodiversità, queste creature costituiscono cibo per altre specie. Fuori dal contesto, diventano facilmente un flagello perché il punto di forza che ne garantisce la sopravvivenza (sovrabbondanza di prole) a beneficio di tantissima altre forme di vita, a volte diventa una maledizione.

Ma siamo noi umani ad aver trasformato quella benedizione in una maledizione, semplicemente intervenendo nei luoghi per trasformarli secondo un unica l'idea, quella di imporre una nostra visione mono-biologica. Cioè un mondo dove il resto della vita doveva essere funzionale alle trasformazioni imposte da noi all'ambiente, adattandosi senza interferire, pena la feroce persecuzione. Così ratti, corvi, blatte che interferiscono pur di rimanere autonomi (selvatici) nel nostro ambiente sono perseguiti. Cani, gatti e altri animali domestici che si abbandonano placidamente alle nostre manipolazioni, sono utili e quindi ci risultano simpatici.

Questo non rende ai miei occhi ratti, corvi, blatte o zanzare simpatici. Semplicemente riconosco che sono parte di quell'ambiente antico che ha trovato un modo di sopravvivere "nonostante" i nostri ciechi e assurdi interventi sull'ambiente, interventi che non hanno mai tenuto conto della ragione degli equilibri biodiversi, messi a punto in milioni di anni per il vantaggio di tutte le creature viventi. Al contempo riconosco a questi nostri sgradevoli inquilini urbani d'aver imparato a sopravvivere "nonostante" le nostre persecuzioni implacabili.

Per ciò non è improbabile che se dovessimo infine arrivare a far collassare del tutto l'ambiente per eccesso di zelo civile, provocando la nostra auto-dissoluzione definitiva, queste creature sgradevoli potrebbero facilmente diventare i semi della nuova biodiversità futura.


Citazione
Condividi: