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Su Piazza Fontana buchi e forzature


Tao
 Tao
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Nel film di Giordana episodi non verificabili. E manca la passione di quegli anni

Furono anni torbidi, furono anche anni fervidi. La strage di piazza Fontana, per Milano e per l'intero Paese, fu una ferita profonda. Ma la città seppe resistere rivelando il meglio di se stessa. Basta guardare ancora una volta le immagini dei funerali delle vittime, in piazza del Duomo, tre giorni dopo la bomba nel salone della Banca nazionale dell'agricoltura che aveva lo scopo di distruggere le fondamenta della Repubblica e della Costituzione. La piazza, quella mattina, era color del piombo fuso, la copriva una cappa di nebbia, rotta soltanto dalla fioca luce dei lampioni che rischiaravano un poco la marea di donne e di uomini sgomenti di dolore. Dalle fabbriche di Sesto San Giovanni arrivarono a migliaia le tute bianche della Pirelli, le tute blu della Breda, della Magneti Marelli, della Falck che fecero da servizio d'ordine. La borghesia consapevole e la classe operaia formarono allora, con la serietà dei momenti gravi, un corpo unico nella città affratellata. Il possibile golpe, si può dire, fallì quel giorno.

Non deve esser stato facile per Marco Tullio Giordana, il regista dei Cento passi e della Meglio gioventù, rappresentare, quasi mezzo secolo dopo, con il suo Romanzo di una strage, quel che avvenne in quei giorni e in quegli anni, la macelleria dei corpi, il sangue, le trame eversive, le collusioni e i tradimenti di chi aveva il dovere di tutelare la Repubblica e complottò invece per abbatterla e dar vita a uno Stato autoritario.

12 dicembre 1969, la strage. 15 dicembre 1969, l'arresto di Pietro Valpreda e la morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, la diciottesima vittima. Il commissario Luigi Calabresi è nel film il vero protagonista; un eroe, è stato detto, l'uomo che aveva capito la verità. Nel 1972 sarà la vittima innocente dello spirito di violenza, ma quella notte in Questura, davanti a cinque giornalisti, il suo comportamento non fu diverso da quello dei suoi superiori.
La stanza del questore Guida sembrava più un morbido salotto che un ufficio di polizia. Esordì così, Guida, che nel 1942 era stato direttore del confino politico fascista di Ventotene: «Gravemente indiziato di concorso in strage, Pinelli aveva gli alibi caduti. Un funzionario gli aveva rivolto contestazioni e lui era sbiancato in volto. Il dottor Calabresi aveva allora momentaneamente sospeso l'interrogatorio per andare a riferire. Nella stanza si stava parlando d'altro, una pausa, quando il Pinelli ebbe uno scatto improvviso, si gettò verso la finestra socchiusa perché il locale era pieno di fumo e si slanciò nel vuoto. Il suicidio è una evidente autoaccusa».

Un giornalista chiese chi era Pinelli. Rispose Calabresi: «Sembrava un uomo incapace di ricorrere alla violenza, un uomo tranquillo, ma i suoi rapporti, le sue implicazioni politiche dovevano rivelare il contrario». Chiese un altro giornalista qual era stata l'ultima domanda a Pinelli, quali le ultime cose dette e se esistevano i verbali. Nessuno rispose, senza mostrare imbarazzo. Il giornalista ripeté la domanda, Guida disse allora che l'interrogatorio non comprometteva altre persone. «Era stato convalidato dalla magistratura il fermo che durava da 72 ore?» domandò un altro giornalista. Il questore rispose impudentemente di sì, poi parlò d'altro. Uno dei cinque giornalisti chiese a Calabresi come mai non era sceso in cortile a vedere Pinelli. Di nuovo silenzio.

A colpire, in quella notte difficile da dimenticare, era la percezione che quegli uomini dello Stato non mostrassero neppure un moto di amarezza e di dolore per la morte di un uomo entrato da libero cittadino in Questura e uscito morto. Erano responsabili della sua vita: cinque uomini, in una piccola stanza, non riuscirono a impedirgli di buttarsi dalla finestra lasciata aperta?

Calabresi è stato giudicato innocente dalle inchieste della magistratura. Ma esiste soltanto la responsabilità penale? Si avvertiva quella notte una sottile euforia: la pratica Pinelli era chiusa e con quella morte poteva chiudersi anche la pratica più grossa, la strage

La città, la società, nel film di Giordana, sono assenti, come le atmosfere di allora. Non c'è traccia del conflitto tra innocentisti e colpevolisti, profondo, e neppure dei tentativi appassionati dell'altra Italia alla ricerca della verità, diversa da quella ufficiale. Ci sono molti buchi nel racconto. Non si sa quasi nulla di Pietro Valpreda, il predestinato capro espiatorio della tragedia. Non sono sufficienti, poi, quei ritagli del giornale e poche scritte sui muri per rendere l'ossessiva campagna denigratoria di Lotta Continua contro Calabresi accusato di essere l'assassino di Pinelli.

Il film gioca di continuo, pericolosamente, tra realismo e finzione. È «liberamente tratto» dal librone di Paolo Cucchiarelli, Il segreto di Piazza Fontana, ambiguo, con fonti non verificabili.

Moro, il ministro degli Esteri di allora, impeccabilmente interpretato da Fabrizio Gifuni, ha una parte sovrabbondante, un jolly utile per raccontare ciò che serve, ma chi visse il dramma della strategia della tensione non fu mai a conoscenza di quella scelta così progressista di Moro, del suo misterioso dossier che svelava il carattere golpista e neofascista della strage, mostrato a Saragat.

Nel film, Federico Umberto D'Amato, a capo degli Affari riservati, offre a Calabresi di diventare il suo braccio destro al Viminale e fa assurde rivelazioni che ancora una volta stravolgono quel che si sa dagli atti dei processi, dalle inchieste, non poche, di quegli anni. Un altro scoop, poi: furono due i taxi e due le bombe scoppiate in quel tragico buco della banca. Una rossa, gentile, solo per spaventare un po', portata da Valpreda; e una nera, per uccidere e dare avvio allo stato di emergenza, portata da Sottosanti, il sosia. La fonte? Cucchiarelli, a pag. 641 del suo libro. Di nuovo i doppi estremismi, le piste rosse e quelle nere.

Un gran garbuglio reso ancor più fosco mezzo secolo dopo, tra mister X, legionari e spioni, trafficanti di armi e di esplosivi, la Grecia dei colonnelli, gli infiltrati ovunque, i partiti, tutti, informati e silenti, gli uomini dello Stato dal doppio o triplo gioco.
I ragazzi che non sanno cosa sia successo nel pomeriggio di tanti anni fa in quella banca di Milano, vicina all'Arcivescovado, non avranno da questo film lumi per capire.

Giustizia non è stata fatta. Lo Stato non ha avuto la forza e il coraggio di processare se stesso. Dopo 11 processi di condanna, 4 giudizi in Cassazione, apposizioni del segreto politico-militare, la serranda della legge è calata il 3 maggio 2005: tutti assolti, strage senza colpevoli, i parenti delle vittime condannati a pagare le spese di giudizio.

La verità storica e politica, a ogni modo, è chiara. Sono ben documentati, con le responsabilità della destra neofascista veneta, le complicità e i depistaggi dei servizi di sicurezza e soprattutto dell'Ufficio Affari riservati.
Peccato, bisogna dirlo con amarezza, che in questo smisurato film un po' asettico non si ritrovino né la passione né le emozioni di quegli anni infuocati.

Corrado Stajano
Fonte: www.corriere,.it
28.03.2012


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Tonguessy
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La verità storica e politica, a ogni modo, è chiara. Sono ben documentati, con le responsabilità della destra neofascista veneta

E allora stasera tutti a Padova a parlare di signoraggio con Roberto Fiore a braccetto con Monia Benini

http://www.ingannati.it/2012/03/25/signoraggio-a-padova/

Che Forza Nuova sia un partito normalizzato, da «arco costituzionale», come si diceva una volta, è una tesi discutibile. Un bel documentario in uscita, di Claudio Lazzaro (Nazirock), racconta «il contagio fascista tra i giovani italiani» e mostra un «Campo d’azione» di Forza Nuova del 2006.

http://www.corriere.it/politica/08_marzo_21/nazirock_documentario_24efb340-f781-11dc-b233-0003ba99c667.shtml

Svastiche, foto di Rommel, negazionismo sulle camere a gas. Tra i partecipanti, gli ex terroristi Luigi Ciavardini (strage di Bologna) e Andrea Insabato (attentato al Manifesto).

Fiore, nel film si vede uno grande striscione stampato: «Più nazifascismo».
«Come? No, è impossibile»
Ci sono le immagini.
«Non è vero, non accetteremmo mai in un nostro campo uno striscione simile».
A giudicare dal merchandising, sembrate piuttosto filonazisti.
«Personalmente non ho mai avuto nessuna simpatia per il nazismo».
Voi nei vostri Campi vendete spille di Hitler e del Duce.
«Comuni interi fanno profitti sui gadget, come Predappio. Non è questo il punto».

http://www.corriere.it/politica/08_marzo_21/intevista_fiore_8ca4b402-f779-11dc-b233-0003ba99c667.shtml

E poi tutti a mangiare vegano, in osservanza di 100%animalisti del duo Mocavero-Fiore
http://www.infonodo.org/node/26810

Avanti così, che va bene.


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Giancarlo54
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La verità storica e politica, a ogni modo, è chiara. Sono ben documentati, con le responsabilità della destra neofascista veneta

E allora stasera tutti a Padova a parlare di signoraggio con Roberto Fiore a braccetto con Monia Benini

http://www.ingannati.it/2012/03/25/signoraggio-a-padova/

Che Forza Nuova sia un partito normalizzato, da «arco costituzionale», come si diceva una volta, è una tesi discutibile. Un bel documentario in uscita, di Claudio Lazzaro (Nazirock), racconta «il contagio fascista tra i giovani italiani» e mostra un «Campo d’azione» di Forza Nuova del 2006.

http://www.corriere.it/politica/08_marzo_21/nazirock_documentario_24efb340-f781-11dc-b233-0003ba99c667.shtml

Svastiche, foto di Rommel, negazionismo sulle camere a gas. Tra i partecipanti, gli ex terroristi Luigi Ciavardini (strage di Bologna) e Andrea Insabato (attentato al Manifesto).

Fiore, nel film si vede uno grande striscione stampato: «Più nazifascismo».
«Come? No, è impossibile»
Ci sono le immagini.
«Non è vero, non accetteremmo mai in un nostro campo uno striscione simile».
A giudicare dal merchandising, sembrate piuttosto filonazisti.
«Personalmente non ho mai avuto nessuna simpatia per il nazismo».
Voi nei vostri Campi vendete spille di Hitler e del Duce.
«Comuni interi fanno profitti sui gadget, come Predappio. Non è questo il punto».

http://www.corriere.it/politica/08_marzo_21/intevista_fiore_8ca4b402-f779-11dc-b233-0003ba99c667.shtml

E poi tutti a mangiare vegano, in osservanza di 100%animalisti del duo Mocavero-Fiore
http://www.infonodo.org/node/26810

Avanti così, che va bene.

Perchè secondo te Monia Benini con chi doveva parlare di signoraggio? Con Monti o con Draghi?
Se la nuova associazione che Stefano D'andrea sta mettendo su con tanta fatica e con lodevole entusiasmo deve avere in te uno dei promotori, stiamo freschi. Almeno per conto mio.


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Tonguessy
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Avere la voglia più che il coraggio (gli oltre quattro decenni trascorsi sono fin troppi per operazioni coraggiose) di riparlare della madre di tutte le stragi italiane come fa il film di Marco Tullio Giordana dovrebbe porsi almeno un obiettivo: raccontare i fatti. Specie se l’intento, come il regista ripete, è rivolto a illustrare all’attuale gioventù cos’era la “strategia della tensione”. Invece.
Invece Giordana si rifà prendere dalla fregola della fiction, come già aveva fatto in “Sangue pazzo”, e seguendo altri intenti rispetta parzialmente la realtà. Nel caso della strage della Banca dell’Agricoltura l’intenzione del narratore scivola nei tortuosi meandri non tanto dell’investigatore ma del politologo che s’immerge nella vischiosa palude delle ipotesi e scivola nella fantapolitica. Affermando, ad esempio, che le valigette esplosive nell’agenzia di piazza Fontana forse potevano essere due - portate una dai fascista, l’altra dall’anarchico Valpreda - si afferma un concetto: l’infiltrazione dei Servizi fra le file anarchiche, che ha riferimenti concreti ma non è certa riguardo ad attentati mortali. Mentre, infiltrati o direttamente collaborazionisti, i gruppi dell’eversione di destra (Ordine Nuovo veneto di Freda, Ventura, Zorzi, Maggi) secondo quanto appurato dagli inquirenti e secondo quanto tardivamente confessato da alcuni pentiti (Vinciguerra, Digilio) comparteciparono al disegno eversivo orchestrato dalla Cia e attuato dai Servizi italiani. Il piano, seminando morte e paura, voleva giungere a un golpe militare sul modello greco.

Questa è la storia d’Italia su quegli eventi. Giordana la conosce e magari l’accetta, ma nel suo desiderio di romanzare cerca il sensazionalismo, lo scoop senza prove, l’ipotizzato e conseguentemente sostenuto. Teorizzando bombe rosse oltre che nere il regista avalla l’assolutoria, per sé, teoria governativa degli opposti estremismi, collante del regime Dc e tanto cara ai personaggi che scorrono sulla scena, compreso un santificato Aldo Moro che dell’americanismo condivideva se non tutto, moltissimo. Concediamo sempre le attenuanti a ogni autore e creazione artistica, ma quando c’è di mezzo la Storia e il peso che eventi luttuosi come quelli affrontati hanno avuto nella società civile e politica allora bisogna tenere fermi alcuni presupposti. Specie di fronte all’intreccio di quel piano che, fortunatamente fallito negli intenti golpisti, ha visto a lungo esecutori, mandanti e strateghi della tensione confondere le carte e annacquare. Lavare con la menzogna o le meschinità le trame originali che hanno fatto centoquarantaquattro vittime e oltre un migliaio di feriti. Non si chiedeva al regista civile Giordana un didascalico film militante com’era costume proprio nell’epoca descritta, però fa riflettere che quel che resta del Suo Romanzo nella mente dello spettatore, specie se ignaro perché giovane, è una sensazione di vaghezza avvolta nel fumo e nella nebbia di quasi mezzo secolo di depistaggi.

Una condizione che s’avvicina abbastanza a quel revisionismo sottile praticato dall’intellighenzia destrorsa e sposato anche da certa ex sinistra riveduta e corretta dalle cariche del potere istituzionale. Una situazione che poco comprende e tantomeno accetta chi (familiari delle vittime di tutta la filiera delle stragi di Stato, magistratura, alcune componenti politiche, dell’informazione e della cittadinanza italiana) per decenni s’è battuto per il raggiungimento di verità e giustizia. I meandri legislativi e giudiziari hanno salvato parecchi colpevoli, il fumo della fantapolitica letteraria e cinematografica può spargere sale su ferite mai sanate.

27 marzo 2012
Enrico Campofreda

Link: http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o33190


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Tetris1917
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Nel libro Memorie di piazza Fontana. Maletti e Maggi si ricostruisce la strage.
Alla fine il succo dell'intervista-libro all'ex Generale ora in Sud Africa, si dichiara che la bomba e' di matrice NATO, con esplosivo proveniente dalla Germania e dato in mano alla manovalanza neofascista italica.

Come dice un tale "fatti non pugnette" e se questi non sono fatti.......


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Giancarlo54
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Se la nuova associazione che Stefano D'andrea sta mettendo su con tanta fatica e con lodevole entusiasmo deve avere in te uno dei promotori, stiamo freschi. Almeno per conto mio.

Senti "amico": ho portato argomenti, non insulti come stai facendo tu.

Argomenti? A me sembrano provocazioni e ti ho dato del provocatore.


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Giancarlo54
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Ritengo che il Movimento Politico di Liberazione per il Bene Comune di Monia Benini e di Nando Rossi faccia benissimo a confrontarsi con tutti, anche e sopratutto con Roberto Fiore e FN. I dinosauri (nel senso di persone estinte) rimasti attaccati ad un passato che esiste solo nella loro mente è ora che si facciano da parte.


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Tonguessy
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Non so se ritenere una mossa sbagliata quella di Rossi. Di sicuro Turigliatto, alla vista di Fiore uscì dalla trasmissione Porta a Porta.

Il mio commento era rivolto alla storia del neofascismo veneto, e partiva dall'osservazione di Stajano. Fiore e lo zoccolo duro di FN, eredi di quegli stragisti cui accenna Stajano, sono passati a discutere di signoraggio con la Benini. La cosa mi sembra degna di nota, e ho postato una nota sull'episodio. Provocazione? perchè? Questi sono i tempi che viviamo.

I dinosauri poi, in qualità di persone estinte, sono sotto terra. Non ti risulta?


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Giancarlo54
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Non so se ritenere una mossa sbagliata quella di Rossi. Di sicuro Turigliatto, alla vista di Fiore uscì dalla trasmissione Porta a Porta.

Il mio commento era rivolto alla storia del neofascismo veneto, e partiva dall'osservazione di Stajano. Fiore e lo zoccolo duro di FN, eredi di quegli stragisti cui accenna Stajano, sono passati a discutere di signoraggio con la Benini. La cosa mi sembra degna di nota, e ho postato una nota sull'episodio. Provocazione? perchè? Questi sono i tempi che viviamo.

I dinosauri poi, in qualità di persone estinte, sono sotto terra. Non ti risulta?

In effetti l'accostamento dinosauri riferito alle persone non era esattamente azzeccato. Riguardo alla "conferenza" tra la Benini e Fiore ribadisco che non vedo cosa ci sia di male. Non conosco i "veneti" di FN e non capisco quello che avrebbe (dico avrebbe perchè non ho avuto modo di leggere) detto Stajano: "eredi" degli stragisti. Eredi in che senso? Fermo restando che ha sbagliato Turigliatto non vedo dove sia lo scandalo che avrebbe causato Monia, il PBC è veramente l'unico movimento, almeno a mia conoscenza, che seppur guidato da due comunisti non pentiti (Nando Rossi e Monia Benini) non ha mai evitato il confronto con chiunque. Fiore è contro il signoraggio? Il PBC è contro il signoraggio? Perchè non discutere allora? Solo perchè nel 1969 nel Veneto pare esistesse una cellula con supposti intenti eversivi?
A me è parso che il tuo intervento fosse atto a stigmatizzare proprio il PBC, magari perchè inteso come "concorrente" a qualche altra associazione. Per quello che so del PBC, di cui mi onoro essere un aderente "da tastiera", e non militante, e di cui mi onoro essere stato candidato alle scorse politiche, con un risultato non proprio esaltante, non ha mai rifiutato il confronto con nessuno salvo, chiaramente, il confronto con la casta politica dei partiti.


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Tonguessy
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Non so se ritenere una mossa sbagliata quella di Rossi.

A me è parso che il tuo intervento fosse atto a stigmatizzare proprio il PBC, magari perchè inteso come "concorrente" a qualche altra associazione.

Come vedi ti sei sbagliato. Ancora una volta. Pensaci un po' su prima di trascinare nel fango qualcuno. I tuoi metodi non sono necessariamente i metodi che gli altri adottano.

Per quello che so del PBC, di cui mi onoro essere un aderente "da tastiera", e non militante, e di cui mi onoro essere stato candidato alle scorse politiche, con un risultato non proprio esaltante, non ha mai rifiutato il confronto con nessuno

Beh se chiami "confronto" le offese che mi hai appena rivolto per avere frainteso quello che ho scritto siamo proprio messi bene. Alle volte da parte altrui è più conveniente rifiutare questo "confronto" imposto con questo metodo poliziesco che non fa per niente onore a Rossi.


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Giancarlo54
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Non so se ritenere una mossa sbagliata quella di Rossi.

A me è parso che il tuo intervento fosse atto a stigmatizzare proprio il PBC, magari perchè inteso come "concorrente" a qualche altra associazione.

Come vedi ti sei sbagliato. Ancora una volta. Pensaci un po' su prima di trascinare nel fango qualcuno. I tuoi metodi non sono necessariamente i metodi che gli altri adottano.

Per quello che so del PBC, di cui mi onoro essere un aderente "da tastiera", e non militante, e di cui mi onoro essere stato candidato alle scorse politiche, con un risultato non proprio esaltante, non ha mai rifiutato il confronto con nessuno

Beh se chiami "confronto" le offese che mi hai appena rivolto per avere frainteso quello che ho scritto siamo proprio messi bene. Alle volte da parte altrui è più conveniente rifiutare questo "confronto" imposto con questo metodo poliziesco che non fa per niente onore a Rossi.

Quando sbaglio ammetto senza problemi, in questo caso non direi, senza presunzione.

Ancora con questa storie delle offese, e tu che mi hai minacciato fisicamente e che mi hai dato del "demente", cosa dovrei farti? Spararti?
PS: io parlo sempre per me e mai per gli altri. Rossi e Monia non centrano niente con quello che scrivo io.


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medicialberto
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Purtroppo scopro in ritardo questo 3d, ma con internet tutto rimane, chissà che qualcuno legga in futuro quello che ho da scrivere. Premetto che, contrariamente a quanto è mia abitudine, sono orgoglioso e mi vanto in questo caso di aver avuto l'idea di invitare Monia e Nando, e vi racconto come è andata.

Gli organizzatori di FN mi hanno invitato a parlare di signoraggio (strano, perchè esistono sulla piazza persone molto più preparate ed esperte di me) e io ho accettato ma mi sono un po' messo in mezzo nell'organizzazione: ho chiesto se si poteva invitare anche Monia e la situazione è stata speculare: molto contento Fiore di avere PBC, molto contanta Monia di venire a parlare, non gliene fregava niente se era un convegno organizzato da FN.

Abbiamo concordato via mail (2-3 scambi, non di più) gli argomenti di ognuno, e poi ci siamo trovati la sera del 29. Vi posso garantire che c'è stato un allineamento perfetto, totale, e ad un osservatore che non avesse saputo in anteprima le diverse provenienze ed estrazioni politiche (credo che Rossi fosse di RC, o giù di lì) potevano sembrare rappresentanti di un'unica lista. Particolarmente bello è stato poi il dopo convegno, con scambi di opinioni, punti di vista, grande intesa e comunanza di obiettivi.

E vedrete che questa esperienza sarà ripetuta a brevissimo (con grande rabbia di chi sperava che bastasse etichettare un avversario per renderlo indigesto a potenziali soci e simpatizzanti).

Chi rimane ancorato alla divisione destra-sinistra è, purtroppo, vittima di un sistema che fa del "divìde et impera" il suo cardine: un teatrino che serve a distogliere l'attenzione dai veri problemi.

PS a proposito di Fiore, faccio una domanda a tutti: perchè diamo retta all'informazione ufficiale? Se ci hanno mentito su 11 settembre, signoraggio, scie chimiche, global warming, vaccini, AIDS, perchè gli diamo fiducia su altri argomenti? Se scopro che un amico mi ha mentito da anni, ha rubato in casa mia, perchè devo ritornare a dargli fiducia, soprattutto se non solo non si pente ma continua ostinatamente a negare di aver mentito e rubato?

http://www.ingannati.it/2012/03/16/come-annientare-un-avversario/

Come dico quando presento il libro, la vera battaglia non è fra destra e sinistra, ma fra centro e periferia, fra alto e basso, fra lontano e vicino.

Baci e abbracci a tutti!


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