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sul buddismo

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paolo_67
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Ho letto anch'io le atrocita di cui si sono macchiati i lama tibetani e certamente ciò che hanno fatto è in completa antitesi con i principi del buddismo e implicitamente contiene un'elevata dose di ipocrisia nel momento in cui il lama si erge a maestro di vita saggia e compassionevole.Ma il punto è che confondi quello che riscontriamo nelle strutture ideologiche/sociali (buddiste/marxiste/cristiane) con quelli che sono i principi, tutti umanamente condivisibili, di tali impostazioni.Ogni sistema di pensiero/fede degenera in autorità quando tende a legittimarsi (lo riscontriamo ad es. nella chiesa cattolica) ma ciò è l'esatto contrario del messaggio buddista che invece nega il dogmatismo e anzi ti invita sempre a mettere in discussione ciò che il maestro confrontandolo sempre con quello che tu senti realmente.Il buddismo non da all'uomo un pacchetto di felicità (come può fare la società dei consumi) ma da all'uomo i mezzi per emanciparsi e comprendere profondamente la sua natura e quindi essere felice.grazie


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peronospora
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La carta è carta, l'omo è omo


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Tonguessy
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La carta è carta, l'omo è omo

I casini nascono quando la carta è omo e l'omo è de carta.


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paolo_67
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Beh ma rispondete con frasi fatte o giri di parole! Il punto è che non è facile percorrere la Via, ma ne vale la pena! Considerate il concetto di interdipendenza ad esempio che il buddismo sostiene fin dalle origini e cioè che tutti gli esseri animati/inanimati costrituiscono in realtà un corpo vivente e non entità separate.La cultura/scienza occidentale lo ha fatto proprio solo da poco tempo (teoria dei sistemi) , la realtà economica dominante ne è l'antitesi e pertanto causa sciagure in tutto il mondo. Non sostengo il buddismo come religione (cosa che di fatto non è) ma come metodo (uno dei tanti) utile per una vita migliore su questa UNICA TERRA che ci ospita fino a che siamo in vita


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peronospora
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Paolo,
del buddismo cartaceo non ne so niente, ma ho vissuto per qualche periodo con buddiste e buddisti. Gente che ad ogni altarino che incontra per strada, si ferma e accende un incenso. Finchè si parla brava gente, quando entrano in gioco i soldi il dicorso cambia radicalmente.......
Se loro ti devono qualche migliaio di baht scordateli, pena prenderti un bel calcio nei coglioni nel vero senso del termine, come è accaduto a me.
Se invece li devi tu a loro pagali o sei rovinato.
Sempre uomini sono al di là di tutte le belle paroline scritte sui loro libri.
Le mie esperienze si limitano a thai e birmani, magari gli altri sono diversi...........


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paolo_67
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Caro amico, anch'io ho le mie esperienze negative con buddisti italiani, ma ti posso assicurare che tali esperienze negative le avrei avute anche se quelli non avessero praticato il budddismo.Il punto è che il buddismo/cristianesimo può essere semplicemente un'etichetta che ti rende parte di un'organizzazione in cui ti senti sicuro come con la tua mamma oppure di cui puoi andar fiero con i tuoi amici e sembrare un po "diverso".Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con il percorso quotidiano, faticoso e incessante di guardarsi dentro, accettarsi, migliorarsi e conseguentemente migliorare ciò che sta attorno a noi a cominciare dalle persone a noi più vicine.Spero di non annoiarvi troppo, ma quello che sperimento quotidianamente mi dice che la via è quella giusta...


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Tonguessy
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Caro amico, anch'io ho le mie esperienze negative con buddisti italiani, ma ti posso assicurare che tali esperienze negative le avrei avute anche se quelli non avessero praticato il budddismo.

Gran bel discorso. Siamo distrutti dal neoliberismo ma siamo sicuri che anche una società socialista avrebbe fatto uguale. Motivi valido per tenere tutto così com'è, invece di prendere i padroni del vapore a calci in culo, no?

Molto dalailamista, questo discorso. Proprio un bel buddismo....quello che riconosco


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paolo_67
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Caro amico, parli con uno che non crede affatto nell'immobilismo sociale o nelle dottrine di controllo della popolazione con dottrine di vario genere,parli con uno che è profondamente comunista per dirla tutta.Ma, dalla mia esperienza di uomo ho capito che l'avversario (il capitalista nella fattispecie) è in primis dentro di te anche se ti sembra lontano 1000km per cui è necessario uscire dal dualismo amico/nemico capitalista/socialista e far evolvere il sistema in senso positivo partendo dalle nostre stesse coscienze e poi muoversi verso gli altri.Non si possono fare vere rivoluzioni con l'odio e la rabbia nel cuore -la storia ci insegna vari fallimenti a sostegno della mia tesi- ma bisogna essere rivoluzionari nei comportamenti stravolgendo il senso comune e il pensiero unico del cosidetto avversario che poi è anche un uomo come te.ciao


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Kevin
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Non si possono fare vere rivoluzioni con l'odio e la rabbia nel cuore -la storia ci insegna vari fallimenti a sostegno della mia tesi- ma bisogna essere rivoluzionari nei comportamenti stravolgendo il senso comune e il pensiero unico del cosidetto avversario che poi è anche un uomo come te.ciao

Non saprei, sai. Penso che tutte le rivoluzioni si facciano nel momento in cui l'odio straripa. E l'odio che dovrebbe scatenare una rivoluzione dovrebbe scaturire dall'amore per la giustizia. Le religioni servono a questo: a tenere a bada l'odio affinchè tutto resti così com'è. Non puoi amare il tuo nemico: devi odiarlo, disprezzarlo, fino a quando non lo hai sconfitto. Ed è proprio per questo che le èlite hanno sempre vinto: perchè il loro odio/disprezzo verso il popolo (da loro considerato plebaglia) è maggiore dell'odio che il popolo nutre verso di loro.


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Pellegrino
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Ma parlate del buddismo tradizionale, di quello che gli occidentali credono del buddismo, o della Sokka Gakkai che nulla ha che fare col buddismo?


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paolo_67
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No, io parlo del buddismo in generale, non quello della sokka gakkai, per quanto riguarda esempi storici di rivoluzioni non violente ma altrettanto incisive vi ricordo che gandhi ha messo in ginocchio con la non-violenza l'impero britannico...quindi dalla storia abbiamo un esempio.buona giornata


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peronospora
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Parlando di non violenza, mi hai fatto ricordare un monaco alla chuck norris. Se ne va in giro per le campagne e prende a calci e pugni chi non ha voglia di demolire e ricostruire le capanne tempio dei piccoli villaggi..........

Mi riferisco ad un video trovato in rete tempo fa


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MM
 MM
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In accordo con paolo_67, l'unica vera rivoluzione possibile è quella personale, interiore, e deve prevedere l'annullamento delle separazioni e divisioni che appartengono ai comuni schemi mentali e istintuali; ogni altra forma genera una dipendenza da fattori esterni che tenderà, in tempi più o meno brevi o lunghi, a rendere schiavi, a non cambiare nulla se non nell'apparenza poiché il tempo ripercorrerà se stesso riportando prima o poi alle medesime condizioni prima esistenti.

Vero è anche, però, che in tempi in cui un popolo o interi popoli sono oppressi e sfruttati, in pratica schiavizzati, l'unico modo che l'umanità può trovare per liberarsi dal giogo è quello della rivoluzione armata e tale tipo di rivoluzione o rivolta poggia solitamente le sue basi su istinti e sentimenti di ira, di rabbia, di odio, di rivalsa, di vendetta. Esiste anche alla base un ideale, di libertà, di emancipazione, di desiderio di conquista del diritto ad una vita dignitosa.
Questi non sono tempi per i Gandhi. Purtroppo però non c'è neppure un Che Guevara.


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peronospora
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Come vate preferisco Simone Pianetti al Che


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Matt-e-Tatty
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In accordo con paolo_67, l'unica vera rivoluzione possibile è quella personale, interiore, e deve prevedere l'annullamento delle separazioni e divisioni che appartengono ai comuni schemi mentali e istintuali; ogni altra forma genera una dipendenza da fattori esterni che tenderà, in tempi più o meno brevi o lunghi, a rendere schiavi, a non cambiare nulla se non nell'apparenza poiché il tempo ripercorrerà se stesso riportando prima o poi alle medesime condizioni prima esistenti.

Vero è anche, però, che in tempi in cui un popolo o interi popoli sono oppressi e sfruttati, in pratica schiavizzati, l'unico modo che l'umanità può trovare per liberarsi dal giogo è quello della rivoluzione armata e tale tipo di rivoluzione o rivolta poggia solitamente le sue basi su istinti e sentimenti di ira, di rabbia, di odio, di rivalsa, di vendetta. Esiste anche alla base un ideale, di libertà, di emancipazione, di desiderio di conquista del diritto ad una vita dignitosa.
Questi non sono tempi per i Gandhi. Purtroppo però non c'è neppure un Che Guevara.

E i tempi sono cambiati, nuove armi, televisione... sarebbe molto più dura oggi per un rivoluzionario come Ernesto.


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