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Tap, il gasdotto dei tre regimi: Erdogan, Aliyev & Putin spa


Maia
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E poi, appena arrivata in Salento per trovare un po' di ossigeno, dal nostro ufficio stampa arrivano le anteprime che ti fanno rabbrividire e non ci si stupisce se per le fossili si scatenano gli appetiti più profondi.

Ringrazio Tommaso Cerno per il coraggio con cui sta portando avanti questa inchiesta giornalistica.

"L'Espresso
Tap, il gasdotto dei tre regimi: Erdogan, Aliyev & Putin spa
Familiari e imprenditori amici del presidente turco. Uomini d’oro del dittatore dell’Azerbaijan. E super manager della corte di Putin. Ecco chi farà i soldi con il maxi-progetto contestato in Puglia. L'inchiesta integrale sull'Espresso in edicola domenica 16 aprile

Il maxi-progetto Tap, presentato ai cittadini italiani come una grande opera strategica per liberare l'Europa dalla dipendenza dal metano russo, rischia invece di passare alla storia come il gasdotto dei tre regimi. Una nuova inchiesta de l'Espresso, pubblicata nel numero in edicola da domenica 16 aprile, documenta decine di connessioni societarie (aziende con gli stessi amministratori o azionisti) fra tre blocchi di potere politico-economico, che portano al presidente turco Erdogan, al dittatore azero Aliyev e agli oligarchi russi legati a Putin.

Questa inchiesta giornalistica internazionale è stata realizzata grazie alla collaborazione con colleghi stranieri che a causa della situazione politica in Turchia devono rimanere anonimi per ragioni di sicurezza e incolumità personale. Al lavoro di analisi di migliaia di atti e documenti societari, durato più di sei mesi, ha partecipato un gruppo di ricercatori dell'organizzazione anti-corruzione Re:Common.

Il Tap è la parte finale di un maxi-gasdotto da 45 miliardi di dollari che parte dall'Azerbaijan, attraversa tutta la Turchia, Grecia, Albania e dopo quasi quattromila chilometri punta ad arrivare in Puglia, dove è contestato da cittadini, sindaci e dalla stessa Regione per il tracciato prescelto, che minaccia oliveti secolari e spiagge meravigliose del Salento.
Tap, il gasdotto dei tre regimi: Erdogan, Aliyev & Putin spa
14 aprile 2017
Esclusivo

Familiari e imprenditori amici del presidente turco. Uomini d’oro del dittatore dell’Azerbaijan. E super manager della corte di Putin. Ecco chi farà i soldi con il maxi-progetto contestato in Puglia. L'inchiesta integrale sull'Espresso in edicola domenica 16 aprile

Il maxi-progetto Tap, presentato ai cittadini italiani come una grande opera strategica per liberare l'Europa dalla dipendenza dal metano russo, rischia invece di passare alla storia come il gasdotto dei tre regimi. Una nuova inchiesta de l'Espresso, pubblicata nel numero in edicola da domenica 16 aprile, documenta decine di connessioni societarie (aziende con gli stessi amministratori o azionisti) fra tre blocchi di potere politico-economico, che portano al presidente turco Erdogan, al dittatore azero Aliyev e agli oligarchi russi legati a Putin.

Questa inchiesta giornalistica internazionale è stata realizzata grazie alla collaborazione con colleghi stranieri che a causa della situazione politica in Turchia devono rimanere anonimi per ragioni di sicurezza e incolumità personale. Al lavoro di analisi di migliaia di atti e documenti societari, durato più di sei mesi, ha partecipato un gruppo di ricercatori dell'organizzazione anti-corruzione Re:Common.

Il Tap è la parte finale di un maxi-gasdotto da 45 miliardi di dollari che parte dall'Azerbaijan, attraversa tutta la Turchia, Grecia, Albania e dopo quasi quattromila chilometri punta ad arrivare in Puglia, dove è contestato da cittadini, sindaci e dalla stessa Regione per il tracciato prescelto, che minaccia oliveti secolari e spiagge meravigliose del Salento.

L'articolo de l'Espresso ricostruisce organigrammi e connessioni di 25 società controllate dal gruppo Socar, l'azienda di Stato per il gas e petrolio dell'Azerbaijan, una piccola nazione che da mezzo secolo è governata da un'unica famiglia, quella dell'attuale presidente Ilham Aliyev, che nel 2003 è succeduto al padre. L'inchiesta può così documentare i rapporti d'affari tra le società che esportano il gas azero in Turchia e una cerchia di aziende di Istanbul controllate dagli imprenditori più vicini al presidente Recep Tayyip Erdogan e ad alcuni suoi familiari. Gli incroci azionari scoperti da l'Espresso portano, in particolare, al cognato, Ziya Ilgen; ai due figli, Ahmet Burak e Necmeddin Bilal; e al fratello, Mustafa Erdogan.
'Il gasdotto dei regimi': sulla copertina dell'Espresso in edicola da domenica 16 aprile la nuova inchiesta esclusiva dei giornalisti che hanno vinto il Pulitzer con i Panama Papers. Nel nuovo numero anche la vigilia delle elezioni francesi raccontata da Michel Onfray e Bernard Guetta, la palude della politica italiana, e molto altro
L'inchiesta giornalistica ricostruisce come gli stessi gruppi imprenditoriali al centro di questa fitta rete di connessioni sul gas hanno acquisito in questi anni il controllo delle più importanti catene di televisioni, radio, riviste e giornali indipendenti, ora allineati alle posizioni del partito di governo Akp. Anche il ministro turco Berat Albayrak, da cui dipende la società statale Botas che controlla la parte turca del gasdotto, è un familiare di Erdogan (è sposato dal 2014 con sua figlia Esra) ed è stato manager fino al 2013 di colossi privati dell'energia e dei media.

L'inchiesta svela anche, grazie ai Panama Papers, le casseforti offshore e i conti esteri degli imprenditori e manager legati a Erdogan e i forzieri esotici dei familiari del presidente-dittatore dell'Azerbaijan, che hanno nascosto centinaia di milioni nei paradisi fiscali.

L'Espresso documenta inoltre gli accordi che uniscono i giganti russi Lukoil e Gazprom alle società turche e azere del gasdotto, illustrando il ruolo cruciale di un manager di Mosca nelle misteriose offshore che controllano le tesorerie estere della Socar, che dalle vendite di gas e petrolio incassano più di 30 miliardi all'anno. Fiumi di soldi azeri che attraverso società di Malta finiscono in Svizzera.

Partendo dal Tap, l'inchiesta giornalistica internazionale fa luce sul sistema di potere politico-economico che controlla grandi industrie, maxi-appalti, fonti di energia e mezzi d'informazione in Turchia e viene pubblicata in coincidenza con il referendum-plebiscito voluto da Erdogan per trasformare la democrazia costituzionale in un regime presidenzialista."

https://www.facebook.com/serena.pellegrino.92/posts/1813372722009938


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cedric
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Tutto molto bello, ma vi propongo un esperimento. Per una settimana spegnente la caldaia che fa l'acqua calda. Il gas della cucina potete anche lasciarlo aperto, tanto è solo un gioco. Per una settimana lavatevi e fatevi la doccia solo con l'acqua fredda. Ovviamente anche il bidè fatelo con l'acqua fredda. Poi riaccendete la caldaia, fate una bella doccia calda e rileggete l'articolo. Sarà una esperienza interessante.


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Maia
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Illuminante cedric


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adestil
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ma che dici cedric e Maia sembrate dei rinco,ma quanti anni avete che rispondete con esempi ad cazzum..
il governo non ha detto che ci manca il gas e quindi senza TAP ci dovremmo lavare con l'acqua fredda(ve lo state inventando di sana pianta voi!!) ma ha detto che il TAP ci serve per essere meno dipendenti dal gas russo,cosi' vuole l'elite UE,gli USA...
E perchè mai questo dovrebbe essere un aspetto positivo,ossia staccarci dal gas russo che ad oggi ci è stato venduto a prezzo basso e non solo ha permesso alle nostre aziende di non fallire/chiudere ma anche a noi di riscaldarci e multinazionali ex pubbliche,come l'ENI,di arricchirsi ma anche ai boiardi di stato di prendere stipendi milionari e laute entrate fiscali visto quanto ricaricano di tasse sul gas che comprano al prezzo più basso al mondo!!) ?
Il motivo è semplice,il giorno che gli USA imponessero all'Europa di non poter comprare più gas dai russi come ulteriore sanzione(e non essendo ancora realizzabile il tubo che dal quatar passando per siria e turchia arrivi in Italia ed Europa) per i loro interessi geopolitici,noi piccola itaglietta,dovrebbero eseguire ed allora per non rimanere al freddo ci serve un altro tubo del gas che costerebbe ovviamente di più visto che poi avremmo solo quello e saremmo in uno stato di dipendenza ancora peggiore(dipenderemmo addirittura da Erdogan che più che dittatore è un invasato)
Senza contare che visto la ricostruzione del'asset finanziario del TAP ci sarebbe sempre la russia dietro...

1)La puglia(per chi la conosce)ha amplissimi tratti desertici dove non c'è nulla...
ma nessuno se ne è interessato a questo (manco Emiliano che ha dato il nulla osta,faccia da schiaffi,oltre 1 anno fa)il gasdotto poteva passare benissimo più a nord,lontano dagli alberi ed evitare l'espianto di oltre 10.000(10mila)e non 1000 come dicono i media...
e solo gli alberi con fusto superiore a 30cm verranno ripiantati...anche se espiantare un albero secolare-millenario è di per se un delitto..
Certo farà molto piacere a chi vuole che in un modo o nell'altro cessi la produzione di olio italiano in modo da dare libero ingresso all'olio straniero pieno di ddt(in tunisia non è vietato!).
Ma ci arrivate che non può essere un caso che prima con la scusa della Xylella volevano abbattere migliaia di alberi(professori universitari pagati dalle multinazionali dei pesticidi ,probabile causa della morte degli ulivi,che davano il nulla osta per sviare le reali cause della loro morte,progettata a tavolino!)
ora la magistratura ha bloccato tutto e indagato enti e professoroni...ha però salvato il ministro Martina che fa finta di niente mentre fino a ieri insieme a Letta(e poi renzi)affermavano che bisognava distruggere gli ulivi per salvare gli altri(facendo l'esempio dell'arto da estirpare per salvare la persona dal cancro,esempio tra l'altro macabro e poco calzante!) ed oggi si riparte con i motivi di interesse nazionale(un pò come la bufala della TAV).
Quindi ottengono un doppio risultato,di sicuro quello di continuare a distruggere l'agricoltura italiana(dopo gli agrumi del sud ora pure l'olio ci manca solo il grano....mentre al nord con l'austerità hanno chiuso metà delle stalle quindi bisogna importare latte e carni dalla UE ed extra UE dove nessuno controlla!!)
Questo è il file rouge..e voi come pesci abboccate all'amo

2)se poi si ricostruire che c'è di mezzo di nuovo la russia decade il motivo ufficialmente dichiarato per la costruzione del tap ''diminuire la dipendenza dalla russia''...quindi di fatto rimane solo un danno irrecuperabile all'ambiente..
in più oltre ai russi che si sono dimostrati parchi nel venderci il loro petrolio
dovremmo cedere anche ai periodici ricatti di Erdogan..che magari se non facciamo entrare in europa ci chiude il tubi o ce lo ruba come ha sempre fatto l'Ucraina che abbiamo dovuto mantenere per anni...

cedric fa meno esperimenti ed usa più il cervello


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Maia
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"Illuminante cedric"
Il mio commento era ironico
Grazie adestil


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fastidioso
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Visti i fraintesi, anchepregressi,sufferisco al WM di aggiungere un'icona quando si voglia dare un tono ironico ai commenti .
Ehiiiiiiiii, WM hai letto ?


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cedric
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Ribadisco, tutto molto bello, anche le critiche appassionate e veementi fatte ovviamente al calduccio dopo avere riacceso i termosifoni (che vanno a gas) dopo il ritorno del freddo. Discutere con la casa a 14 gradi ed anche meno non viene bene, perchè con i guanti di lana è scomodo scrivere.

L'italia dipende pressochè totalmente dall'estero per i combustibili fossili (il petrolio della lucania costa più estrarlo che venderlo) quindi c'è poco da stracciarsi le vesti: se si vuole stare caldi d'inverno ed avere l'acqua calda durante tutto l'anno servono i gasdotti. Punto. Ovviamente si può comperare il gas liquefatto che arriva da chissadove con le navi ma occorre costruire i rigasificatori ed ovviamente non li vogliamo non nel nostro giardino.

Non c'è scampo: gas russo o gas azero per l'italia pari sono ma, visto che presto il gasdotto dalla libia verrà chiuso per la guerra con l'isis, si può sempre tornare alle caldaie a carbone...


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fuffolo
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Ribadisco, tutto molto bello, anche le critiche appassionate e veementi fatte ovviamente al calduccio
quindi c'è poco da stracciarsi le vesti: se si vuole stare caldi d'inverno
si può sempre tornare alle caldaie a carbone...

Isolando le abitazioni si potrebbe ridurre molto, io da quasi venti anni solo (pochissima) legna.


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cedric
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Isolando le abitazioni si potrebbe ridurre molto, io da quasi venti anni solo (pochissima) legna.

Su questo sono completamente d'accordo: basta guardare con una termocamera un qualunque palazzone costruito dopo la guerra e si vede che è come fosse senza muri e finestre: tutto il calore interno esce fuori.

Isolare termicamente una casetta monofamiliare anteguerra o un casolare di campagna ancora conviene, ma farlo su un palazzo di 5 o 6 piani è una follia economica: per recuperare i costi coi futuri risparmi di gas o gasolio della caldaia servono almeno venti anni e solo se si resta in vita per godere delle detrazioni fiscali.


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