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Tav, la valle di Susa sfratta il summit nel castello


kitiaram
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Tav, la valle di Susa sfratta il summit nel castello
Scritto il 13/6/10
Se la valle di Susa considera la Tav Torino-Lione una maxi-opera faraonica e “coloniale”, imposta da un potere “feudale”, lontano dal popolo, niente di meglio – per dar ragione ai No-Tav – che organizzare un summit sulla nuova linea ferroviaria nientemeno che nel cuore del feudalesimo valsusino, il Castello della Marchesa Adelaide di Susa. Stratega della suggestiva trovata, il coordinatore dell’Osservatorio-Tav, Mario Virano, costretto a battere in ritirata: di fronte alla minaccia di un “assedio” No-Tav, simbolico e medievale quanto il summit pro-Tav nel castello, il 12 giugno gli organizzatori ripiegheranno sui più sicuri palazzi torinesi, dove gli ospiti – imprenditori italiani e francesi – non saranno disturbati.

«Non capisco fino a quando la valle di Susa continuerà a farsi rappresentare dai professionisti della protesta», ha dichiarato Virano alla stampa, molto contrariato dall’ennesimo insuccesso di un organismo consultivo che gli abitanti del corridoio alpino della Torino-Lione considerano un semplice teatrino, dove si pretende di dialogare col territorio su come fare la Torino-Lione, senza mai spiegare perché farlo: quale reale utilità avrebbe un’infrastruttura da 20 miliardi di euro – la maggiore opera pubblica nella storia italiana – di cui si conoscono abbastanza precisamente soltanto gli oneri: un colossale impegno finanziario e un impatto devastante sull’ambiente.

L’aspetto più sconcertante, secondo il professor Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, già membro dell’Osservatorio-Tav, è che della maggiore tra le grandi opere italiane non si effettuerà in via preliminare uno studio accurato sul rapporto costi-benefici: questo calcolo lo si farà eventualmente dopo, a lavori finiti, dopo vent’anni di cantieri. E questo, mentre tutti i tecnici universitari interpellati, tutti gli specialisti nei trasporti internazionali, dicono che la Torino-Lione sarebbe un salasso finanziario assurdo imposto agli italiani per una linea che nascerebbe morta, visto che ormai le merci cinesi che approdano a Genova si dirigono implacabilmente a nord, verso Rotterdam, trascurando la direttrice ovest.

Malgrado ciò, monsieur Virano procede imperterrito nel convocare gli “industriali italiani e francesi”, cui proporre il modello transalpino di coinvolgimento territoriale nelle grandi opere – solo il modello, perché i costi resterebbero italianissimi: da noi l’alta velocità costa il triplo rispetto alla Francia – e poi si stupisce che i valsusini protestino. Convoca il summit nei saloni del Castello, e si meraviglia che i plebei locali insistano nel «farsi rappresentare» da mestatori di professione. Peccato che, il 23 gennaio 2010, erano 40.000 i «professionisti della protesta», uomini e donne di ogni età, pronti a sfilare al gelo per ricordare a tutti che, sulla Torino-Lione, forse è venuta l’ora di cominciare a dire qualche verità.

http://www.libreidee.org/2010/06/tav-la-valle-di-susa-sfratta-il-summit-nel-castello/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+libreidee/yDHz+

Protesta No Tav al vertice imprenditori.
Video C6 Tv con interviste a Davide Bono( M5stelle Piemonte),Paolo Mattone, Ezio Berok.

http://www.c6.tv/archivio?id=9638

resoconto incontro in Provincia tra imprenditori dei territorio della nuova linea Torino-Lyon
lunedì 14 giugno 2010 20.46.45
Alle 11 un po' in ritardo, arrivo al presidio in Piazza Castello e con mia somma incredulità dichiarando il mio "status" di consigliere regionale il cordone di poliziotti si apre e mi lascia passare (forse non sanno che esistono consiglieri regionali contrari al TAV...) ed entro in una sala consiliare gremita (i posti a sedere sono una quarantina, ed in piedi ci sono solo giornalisti).

Quando entro in aula, han già parlato l'Arch. Virano che ha esposto l'ultimo piano per far passare un opera inutile e devastante nel di dietro di un territorio intero ed economicamente nel di dietro delle prossime generazioni future: il titolo dice tutto... "Un territorio sostenibile ad altra relazionalità"; ha già parlato pure il Presidente della Provincia, Saitta.

Sta terminando il suo intervento il nostro neo-Assessore ai Trasporti Regionale, Barbara Bonino che chiude dicendo che Lei si ritiene responsabile per la realizzazione di una infrastruttura necessaria all'internazionalizzazione del Piemonte (ora notoriamente tagliato fuori dal mondo), le opere compensatorie alla Val Susa che si trasformeranno, udite udite, in un mirabolante piano di sviluppo, e della tutela della salute e dell'Ambiente (sic!). Tutto ovviamente senza dimenticare il magnifico e munifico esempio delle Olimpiadi, cornucopia delle solite lobbies. Si auspica che l'opera verrà salutata con voto entusiastico di tutti i consiglieri regionali quando presenteranno una nuova legge regionale (si dimentica sicuramente dei due consiglieri 5 stelle)

Si da quindi la parola ai molti imprenditori italiani e francesi favorevoli all'opera. PRima prende la parola l'ing. Carbonato, presidente Unione Industriale di Torino poi il presidente della CNA Torino, Vaccarino, che blaterano sulla necessarietà ontologica dell'opera per rilanciare a tutti i livelli le aziende asfittiche locali. Poi interviene il dottor. Guerrini, dell'API, che conia lo slogan "TAV, un'opera a km zero", tra scrosci di applausi che mi fanno sentire un marziano. La Cotto, presidente Ascom, mi sorprende a parlare di aumento del valore immobiliare delle case in Val di Susa e dell'attesa di aumento dell'attività alberghiera (ma non era il contrario?), se si eviterà la speculazione che ha colpito alcune volte durante le Olimpiadi, facendo sì che alcune nuove costruzioni non reggessero al post-olimpico (la Cotto non conosce la logica deduttiva purtroppo); il referente di Confagricoltura, svela che ai tempi delle tratte TAV Milano-Roma si fecero accordi con RFI così buoni che non si ebbero problemi con gli espropri dei terreni, che tra l'altro erano tra i migliori terreni della Pianura Padana e con un ottimo reticolo idrico (infatti sono scomparsi tutti i fiumi al Mugello!), ma ora pensare di poter far lo stesso è impossibile, ciò nonostante non si può permettere che una minoranza egoista, in modo pretestuoso, impedisca un'opera necessaria al bene comune perchè non vuole rinunciare a qualcosina di suo (!!); ma l'intervento che mi colpisce di più è quello del PResidente della Coldiretti Torino, dott. Chiabrando, che si dichiara non contrario al TAV, ed afferma che sono i piccoli imprenditori che sono un po' (!) diffidenti per gli effetti dei cantieri dell'autostrada e quelli olimpici che hanno coperto migliaia di metri quadrati di terreni fertili, e per il problema diossine (ovviamente senza citare l'acciaieria Beltrame) che ha costretto più volte a buttare via il latte locale; invece...perchè non partire dal progetto TAV per insegnare al mondo come costruire una grande opera e al contempo salvaguardare il territorio e l'ambiente? (a questo punto confesso di aver perso un po' di lucidità); anche la Coldiretti si candida a lavorare per il TAV (come??), pur se un po' preoccupati da dove potranno finire i materiali di risulta degli scavi, perchè il loro motto è non solo preservare la Terra, ma consegnarla migliore alle generazioni future (in questo momento gli indiani Cree si rivoltano nelle tombe tutti insieme)
Prendono quindi parola gli imprenditori francesi che espongono le magnifiche sorti progressive delle discenderie fatte sul lato francese, tanto che ora ad Albertville si lavora anche d'inverno (ovviamente nella nota stazione sciistica l'occupazione sarà data dalla manutenzione della linea AV), spiegano il procedimento del Grand Chantier che la Regione Piemonte vorrebbe introdurre con legge regionale, per assegnare tutte le ricadute econom
iche sul territorio.

Poi prima di dar la parola per chiudere a Saitta, è il momento dell'imprenditore dell'anno, il sig. Cribari che, dopo essersi scusato fantozzianamente per l'abbigliamento non all'altezza, ringrazia strisciante l'Osservatorio perchè ora, grazie alla loro egregia opera informativa e di coinvolgimento dei cittadini, gli abitanti della Val di Susa non han più paura...magari un po' di timore, ma paura no. Poi raggiunge vette olimpiche, affermando che l'incontro non si è svolto a Susa anche per motivi logistici, perchè qui si è più vicini all'aeroporto di Caselle...senza parole.

A sopresa entra il prefetto Padoin, accolto da un tripudio calcistico che pronuncia due sole frasi chiare: "la sicurezza e l'ordine pubblico sono sempre stati gestiti in modo cosciente ed intelligente, ma laddove abbisognasse intervenire con forza e risolutezza, non ci siamo mai tirati indietro...e ora mi tocca dare anche qualche sberla: se la classe politica agisse con lo zelo della forze dell'ordine, ora saremmo molto più avanti in qurst'opera..."...il gelo! A voi ulteriori commenti.

Chiude Saitta, ringraziando tutti, ed esortando a vincere i comportamenti conservatori e abitudinari. E lancia: "torneremo...ehm, andremo in Val di Susa, perchè noi non siamo adusi a fuggire, noi!". A quel punto mi scappa un "vi aspettiamo" un po' più forte che fa girare le ultime file, Saitta e Virano non mi sentono, ma la spilletta no tav l'hanno vista sicuramente, vista la loro smorfia evidente. Chiude leggendo un documento di condivisione degli intenti (scritto ovviamente prima dell'incontro) in cui chiede che si ratifichi la costituzione della detta Assemblea in una Consulta Permanente che possa seguire con gioia l'avvio dei cantieri dell'opera, documento salutato da applausi scroscianti.

Chiude il siparietto di oltre 3 ore e mezza la signora Amprino, tirata a lucido, che per tutta la mattinata non si leva dal volto un sorriso irritante. "Bene, ora invece di dire qualora i cantieri inzieranno, possiamo dire QUANDO i cantieri inizieranno". Gaudeate finchè potete.

L'allega combriccola si sposta nella saletta dove è esposto il plastico della linea come se fosse un'opera d'arte post-moderna e dove sono allestiti diversi tavoli imbanditi di succose pietanze che mi odorano del sangue e del sudore dei contribuenti italiani. Saluto i giornalisti di e-polis, Luna Nuova, Valsusa che mi han dato un minimo di conforto e scappo via in preda ai conati.

da assembleapermanente


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