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TI - ex terrorista alla RSI


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http://www.liberatv.ch/it/article/34414/la-rsi-invita-al-gioco-del-mondo-l-ex-terrorista-di-prima-linea-rotaris-pontiggia-tuona-sul-corriere-fu-gi-protagonista-di-storie-nel-2011-perch-questa-familiarit-a-comano-quante-persone-che-non-hanno-mai-fatto-male-agli-altri-meritano-pi-di-lui-quello-spazio-in-tiv-savoia-pi-pretestuosi-sono-gli-attacchi-pi-vuol-dire-che-sei-indipendente-e-libero

Quarto Potere
La RSI invita al 'Gioco del mondo' l'ex terrorista di Prima Linea Rotaris. Pontiggia tuona sul Corriere: "Fu già protagonista di 'Storie' nel 2011. Perché questa familiarità a Comano? Quante persone che non hanno mai fatto male agli altri meritano più di lui quello spazio in tivù?". Savoia: "Più pretestuosi sono gli attacchi, più vuol dire che sei indipendente e libero"
Il responsabile d'antenna della RSI: "Non passa giorno senza che il servizio pubblico sia sottoposto a sferzanti editoriali o pungenti spilli da giornalisti che si guardano bene dal sottoporre a simile scrutinio i propri padroni”

21 febbraio 2017

LUGANO - Domenica sera la RSI ha ospitato alla trasmissione ‘Il gioco del mondo’ l’ex terrorista italiano Maurizio Rotaris. Qualche mugugno si era già registrato ieri sui social, ma oggi il direttore del Corriere del Ticino, Fabio Pontiggia, ha deciso di dedicare al caso il suo editoriale. Con giudizi pesanti e inappellabili sulla scelta di Comano, che ha tra l’altro un singolare precedente in quanto qualche anno fa Rotaris fu già protagonista di una puntata di ‘Storie’.

L’unica replica a Pontiggia, per ora, è quella che Sergio Savoia, responsabile dell’immagine d’antenna della RSI, ha postato su Facebook.

Ma iniziamo da Pontiggia.

“Rotaris – scrive -, oggi responsabile di una meritoria struttura per il recupero dei tossicodipendenti (SOS Stazione Centrale a Milano), è stato uno dei tanti protagonisti negativi della stagione degli anni di piombo. Fu membro di Prima Linea (…) l’organizzazione eversiva più feroce dell’estrema sinistra; tra le sue vittime vi fu il sostituto procuratore di Milano Emilio Alessandrini, freddato nella sua automobile dai piellini il 29 gennaio 1979, davanti a un semaforo). Rotaris partecipò attivamente ad alcune azioni terroristiche minori, ma si occupò soprattutto dell’organizzazione e della pianificazione degli agguati criminali di Prima Linea. Venne per questo condannato in via definitiva dalla giustizia italiana (…). Poi il distacco dall’eversione terroristica, il ritorno in libertà, l’impegno sociale”.

Pontiggia cita poi la presentazione e la motivazione dei giornalisti della RSI: “Maurizio Rotaris è responsabile di SOS Stazione Centrale a Milano, una struttura che accoglie e dà speranza e un tetto ai diseredati che hanno perso tutto, ai “barboni”. Così li chiama Rotaris, impegnato da 30 anni al fronte. E su questa zona limite dell’umanità lui ci è arrivato dopo aver vinto l’odio contro se stesso e contro la società, già perché la sua è stata una gioventù bruciata fra tossicodipendenza, lotta politica armata e carcere. Poi, in un penitenziario di massima sicurezza, la scelta di rifiutare il male e l’odio per imboccare, in strada, una nuova strada di luce”.

Pontiggia ricorda a questo punto che già nell’aprile del 2011 Rotaris fu intervistato da Maurizio Canetta per ‘Storie’. E si chiede: “Perché questa familiarità a Comano? Per quale motivo la RSI si è sentita in dovere di riproporre il racconto – unilaterale – della vicenda dell’ex membro di Prima Linea, presentata da lui stesso in un’intervista per niente critica ma, al contrario, compiacente? Forse perché dopo i crimini compiuti negli anni di piombo si è ravveduto e da molti anni svolge un’opera socialmente meritoria?”.

Ma poi, quante persone che fanno del bene senza aver mai fatto del male agli altri meritano quello spazio televisivo molto più dell’ex terrorista di Prima Linea?, si chiede il direttore del Corriere. “Fa difetto, per Rotaris, proprio una ragione forte che possa rendere giornalisticamente plausibile, necessario, giustificato il bis concesso a un ex uomo di Prima Linea quale protagonista solitario sotto i bonari riflettori televisivi del servizio pubblico”.

Infine l’ultima stoccata: “Un’intervista non compiacente avrebbe dovuto metterlo alle strette su questa mistificazione (Rotaris si è autodefinito ‘prigioniero’), che è tipica degli ex terroristi della sinistra eversiva”.

La replica di Sergio Savoia

“La prova che una testata giornalistica o una media company fa un buon lavoro sono gli attacchi – scrive Savoia -. Più ti attaccano, e più pretestuosi sono gli attacchi, più vuol dire che sei indipendente e libero. Non passa giorno senza che il servizio pubblico sia sottoposto a sferzanti editoriali o pungenti spilli (spesso anonimi) da giornalisti che si guardano bene dal sottoporre a simile scrutinio i propri padroni”.

E in un post successivo aggiunge: "Se fosse stato fatto un errore si dovrebbe ammetterlo. Ma la discussione sta tutta lì, vero? Io non penso che in questo caso sia stato fatto un errore. Penso che si sia fatto qualcosa che non è piaciuto ad alcuni e che è piaciuto ad altri. Penso anche che il servizio pubblico è sottoposto ad attacchi non sempre giustificati da parte di chi ha una precisa agenda politica".


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Savoia, chi e' costui. Vediamo un po'.

Da "giovane" faceva l'intrattenitore radiofonico per Rete1, il primo canale radio della RSI. Poi dovette abbandonare l'ente pubblico perche' passava troppo tempo sui siti porno dell'internet. L'ente adi' alle vie legali e lo licenziò. Ma Savoia vinse il ricorso e fu pure indennizzato.

Nel frattempo, essendo libero come un fringuello, si lancio' in politica.
Dopo aver studiato per bene come aveva fatto il Nano Bignasca ad ottenere un cosi' grande seguito popolare con la Lega dei Ticinesi, Savoia comincio' ad emularne le gesta in quanto coordinatore dei Verdi del Ticino. Denominazione verde della carica di presidente del partito. Che è noto per la sua litigiosita', Sia in era pre-, sia in era con-, sia in era post-Savoia. Dev'essere una questione di DNA. Che muta regolarmente, forse per via delle radiazioni di Fukushima. I Verdi ora hanno il DNA dell'adesione all'UE, come la RSI d'altronde. Il Savoia verde pero' era portatore di un DNA anti-UE.

Come sponda verde del leghismo ticinese Savoia raccolse parecchi consensi, ma ne perse pure alcuni, ma meno, da parte dei verdi verdi. Poiche' il consenso aumentava il Savoia si convinse che una chance per diventare Consigliere di Stato, cioe' membro del governo del Canton Ticino ce l'aveva.
Naturalmente gli interessava soprattutto lo stipendio stellare (e la pensione galattica) di quel posto, anche se lui non ammetteva mai pubblicamente questa cosa.

Fatto sta che venne trombato due volte: dagli elettori verdi prima, e dal partito poi, che di fatto lo espulse.

Che faccio ora? Tanto piu' che ho problemi di cuore? Si chiede il Savoia.
Memore di essere in un certo senso creditore presso la RSI, va e picchia la porta dell'ente pubblico. I dirigenti sono cambiati, quell'ex magistrato che l'aveva denunciato non c'e' piu'. Bene, anzi meglio, a dirigere la RSI c'e' Canetta, dichiarato socialista (partito di provenienza del Savoia, prima che costui diventasse verde).
Le contingenze sembrano a prima vista sfavorevoli al Savoia: la RSI si trova nell'obbligo di licenziare alcuni collaboratori, glielo impone la casa madre SSR SRG, per motivi di risparmio.

Con metodi piuttosto stalinisti il Canetta perciò licenzia.
Ciononostante il Savoia viene ingaggiato: si occupera' del marketing dei programmi. Come mai sia un mago del marketing dei programmi, avendo fatto in passato l'intrattenitore radiofonico, solo il grande mago Canetta lo sa.

Adesso leggiamo da liberatv che il Savoia fa il "responsabile d'antenna".
Speriamo che non sia responsabile della vecchia antenna ad onde medie del Monte Ceneri, ormai venduta ai russi per quattro denari.

Ohibo', che carriera folgorante.
Ma soprattutto che voltamarsina pro sacoccia sua, questo Savoia!
Sta squisc, và, che l'e' mei par tücc, Sergio!


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