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TI: per la sicurezza dei confini


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Gobbi: "Meno reati in Ticino. Bene ma vogliamo fare di piu', a partire dalla sicurezza dei confini"

di MS - 22 settembre 2015

Le statistiche sulla criminalita' hanno riportato una sensibile diminuzione dei reati in Ticino. Questo nonostante un momento storico particolare, dove gestire la sicurezza del Cantone puo' essere complicato. Il Dipartimento delle Istituzioni si e' pero' rimboccato le maniche, adoperando una serie di riforme per rendere piu' efficiente il lavoro degli agenti sul territorio. Il direttore Norman Gobbi, Lega dei Ticinesi, raccoglie dunque i frutti di un lavoro cominciato quattro anni fa.

Norman Gobbi, le statistiche dicono meno criminalita' in Ticino. Soddisfatto?
Nell'ambito della sicurezza non ci si puo' mai dire completamente soddisfatti. Come ripeto di frequente, la sicurezza e' un "bene primario" che occorre garantire ogni giorno a tutti i cittadini. Per questo motivo non bisogna mai abbassare la guardia e continuare a impegnarsi per accrescere sia la sicurezza oggettiva che quella percepita dalla popolazione. Certamente sono stati compiuti dei passi in avanti, ma la strada e' lunga e ci sono ancora molti obiettivi importanti da raggiungere.

Qual e' stata la strategia per ottenere questo risultato?
Con il mio Dipartimento ho innanzitutto voluto rafforzare la Polizia cantonale, sia dal profilo del numero degli agenti che da quello degli strumenti a disposizione. Nel contempo, e' stata implementata la regionalizzazione della Gendarmeria, che ha riportato gli agenti maggiormente sul terreno, cosa che ritengo fondamentale per accrescere la sicurezza nel nostro Cantone. Non da ultimo, e' stata migliorata la collaborazione e il coordinamento con le Polizie comunali, cosi' come con le Guardie di confine, necessari per intervenire in maniera efficace sul nostro territorio.

Il futuro sembra pero' impegnativo e pieno di sfide. Quali i prossimi passi?
La difesa della Porta Sud della Svizzera e' indispensabile se vogliamo continuare a garantire la sicurezza dei Ticinesi. Oggi l'Europa e' confrontata con l'emergenza migranti per la quale, come abbiamo potuto constatare in particolare nel mese di giugno, anche noi dobbiamo essere sempre pronti a intervenire, data anche la passivita' di alcuni Stati europei nella gestione di questa emergenza, per evitare che alcune persone approfittino della situazione per entrare a delinquere nel nostro Paese. Per questo motivo ho ribadito che la variante relativa a un controllo sistematico alle frontiere per i migranti rimane per me prioritaria.

Da Berna, dopo che si sono accorti del problema frontiere, ci sara' piu' collaborazione?
Lo spero proprio! Fintanto che il problema riguardava il solo Ticino a Berna non erano particolarmente preoccupati, ma ora che la cosa tocca anche altri Cantoni, viste le chiusure a est della Svizzera, anche la Confederazione ha dovuto aprire gli occhi su un fenomeno che e' reale e che puo' avere delle ripercussioni negative sulla Svizzera. Spero che a Berna si siano finalmente resi conto della portata del problema, specialmente per i Cantoni di frontiera come il Ticino.

-- NB --
Le forze di polizia sono di competenza cantonale. Come sempre il federalismo svizzero adotta pesi e contrappesi. Per cui esiste anche una (poco visibile) polizia federale, e pure una polizia ferroviaria. Che e' quella che interviene ad acciuffare i migranti clandestini che entrano in treno.
Le guardie di frontiera sono di pertinenza della Confederazione. Come ovviamente, l'esercito (che e' sempre di milizia, malgrado le sinistre, pervicacemente tendenti a distruggere l'idea di nazione). Le guardie di confine non agiscono solo staticamente ai valichi di confine, ma presidiano il territorio entro la fascia di confine, pattugliandolo regolarmente. Per non disperdere le forze, si coordinano spesso con le forze di polizia.

Va detto che i corpi di polizia cantonali collaborano fra loro piuttosto bene, in casi dove devono intervenire con piu' effettivi di quelli disponibili localmente. L'effetto globalizzazione non ha lasciato indenne nemmeno le forze di polizia. Percio' capita, per esempio a Losanna, di vedere poliziotti vietnamiti. Sono i profughi diventati adulti, della famosa guerra, sostenuta e poi persa dal paese indispensabile al caos globale.

Va anche ricordato che per affrontare la criminalita' transfrontaliera e' attivo a Chiasso un posto di contatto fra le forze dell'ordine del Canton Ticino e d'Italia. Collaborazione che sembra funzionare piuttosto bene, malgrado sporadici attriti. Al di sopra, fra le magistrature dei due paesi confinanti, e' un continuo scambiarsi di rogatorie.

Per contrastare la criminalita' organizzata e' sostanzialmente competente la Confederazione. La quale e' ben conscia del fatto che le mafie italiane si siano da tempo installate anche in Svizzera.

Non esiste un corpo di polizia esclusivamente finanziario. La magistratura dispone di procuratori specializzati nel perseguimento dei delitti finanziari.


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