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Ue e Nazismo

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Anonymous
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Riporto alcuni passi estratti da un articolo comparso in home page a firma di DI FRANCESCO MARIA TOSCANO
ilmoralista.it e intitolato “GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL NEONAZISMO TECNOCRATICO INTERIORIZZATI DAL PARTITO DEMOCRATICO”
(l'articolo è Qui)

“In primo luogo bisognerebbe smetterla di definire “crisi economica” quello che sta accadendo in Europa. L’espressione crisi economica tende infatti a trasmettere furbescamente un messaggio neutro e burocratico che attribuisce le difficoltà esistenti ad una sorta di caso fortuito o forza maggiore.

I commentatori economici e politici ricorrono all’immagine della “crisi” come sinonimo di evento imprevedibile e non controllabile dalla volontà dell’uomo. Ma l’attuale crisi non è affatto paragonabile ad una abbondante grandinata che distrugge il raccolto. Perché ciò che accade è il risultato previsto e voluto di una pianificazione lucida e maligna.”

A leggere quest’articolo, sembrerebbe che tutto quello che ci stanno somministrando - in termini economici, sociali, politici - sarebbe stato voluto e pianificato da una struttura oligarchica-neonazista-massonica-reazionaria (e, naturalmente, non poteva mancare un pizzico di “bolscevismo” fatto intravedere dal riferimento al “politburo” europeo) che sovraintende all’elaborazione di questi piani luci e maligni che stanno piegando vari stati europei.
Intanto questi presunti “Piani lucidi e maligni” non stanno piegando la germania e altri stati nordici, in secondo luogo non si fornisce nessuna testimonianza di questo assunto che viene messo lì a mò di cappello senza nessuna dimostrazione.
Si cita solo il “pilota automatico” di draghiana memoria.
Che ci siano piani precisi per creare una struttura europea che superi i presunti limiti di singoli stati, non ci piove. che siano stati apprestati strumenti politici e tecnici perché questo possa avvenire e possa fare da “pilota automatico”, idem non ci piove.
Ma che tutta la crisi (certamente non solo economica ma soprattutto politica) europea dipenda da piani “lucidi e maligni” sa tanto di fantasioso o del solito “complottismo massonico”.
Non mi sembra che la crisi sia scoppiata inizialmente in europa quanto piuttosto in Usa. Quindi, casomai i piani “lucidi e maligni” sono degli Usa prima che dell’aristocrazia europea.
Ma chissà perché questi benedetti americani restano sempre sullo sfondo, nessuno ne parla, nessuno li indica mai come i principali responsabili di qualcosa!
Né mi sembra che ne stiano soffrendo più di tanto molti paesi europei stessi alcuni dei quali, anzi, si stanno notevolmente rafforzando … anche con l’aiuto del pilota automatico.
La crisi in realtà è innanzitutto politica nel senso che scaturisce da un profondo rimescolamento delle carte a livello planetario nei rapporti tra stati.
Alcuni di questi (cina, india, Iran, russia e altri) sono assurti a livelli di potere anche economico che prima non avevano mai avuto e questo scombussola alquanto la situazione geopolitica internazionale, mette anche in crisi l’assetto economico dei singoli stati capitalistici occidentali che si vedono costretti a ristrutturarsi sia politicamente (basta coi tradizionali parlamenti lenti e inefficaci, basta con gli stati nazione) sia socialmente (basta coi lavoratori che pretendono di campare negli agi mentre quelli i cinesi o indiani campano con 50 dollari al mese), sia economicamente (basta con le piccole aziende familiari).
Ma è la forza delle cose a determinare tutto questo, non un qualche “piano lucido e maligno” che, piuttosto che essere indicato come autore della crisi, casomai è lo strumento che le classi dominanti cercano di apprestare per fronteggiare la crisi. Perciò qualunque piano apprestino è un effetto e non la causa della crisi.
E questo piano è anche abbastanza semplice da individuare: abbattimento drastico del welfare specie in tutta una serie di paesi politicamente ed economicamente più deboli, sparizione di interi settori industriali non più adatti alla nuova divisione del lavoro a livello mondiale (o “globale” come è di moda dire), nuova ridistribuzione anche del potere politico a favore di alcuni stati (leggasi germania riguardo all’europa) e a scapito di altri (leggasi italia e pigs vari), maggiore controllo da parte del paese dominante (leggasi Usa) rispetto agli altri vassalli per meglio fronteggiare la competizione coi nuovi soggetti emergenti, riappropriazione del controllo sulle fonti energetiche (vedi libia, irak, domani l’Iran e la siria).
A tutto questo aggiungiamoci gli effetti dell’automatizzazione crescente che rende obsolete intere categorie di aziende e di lavoratori e il quadro è completo.
Cosa centra tutto questo col nazismo e il cosiddetto “comunismo reale” (quest’ultimo evocato dal riferimento al politburo della Ue) se non per una vaga rassomiglianza coi metodi autoritari di quei sistemi?
Il nazismo e il fascismo furono movimenti di reazione alla crisi del ‘29 soprattutto da parte della piccola e media borghesia, umiliata oltre che danneggiata dalla crisi stessa. Il loro scopo fu soprattutto quello di affiancarsi (come in effetti avvenne) alle classi dominanti per evitare di perdere i loro privilegi e acquisirne di nuovi. Si distinsero anche per una certa politica a favore delle masse popolari ma solo a condizione che si facessero irreggimentare e tacessero.
Il cosiddetto neonazismo dei monti, draghi e company, invece, è la reazione pura e semplice del grande capitale oligarchico alla crisi dell’ intero sistema capitalistico!

L’unica parte che mi sento di condividere di questo articolo è la parte finale dove si afferma: ” In Italia il Pd si è distinto per il fiancheggiamento acritico e bovino nei confronti di tutte le riforme cucinate dalla euro-burocrazia. Non a caso Bersani ha sostenuto il governo Monti fino all’ultimo, preferendo perdere le elezioni anziché rallentare il cammino dei neonazisti tecnocratici.
Per l’oligarchia continentale il Pd è affidabile almeno quanto Pètain lo fu agli occhi di Hitler."

Un po’ meno convincente, invece, è questa chiusura: “Per queste ragioni il Pd, partito formalmente di sinistra, rappresenta nei fatti posizioni tipiche dell’estrema destra classista, antiegualitaria e, all’occorrenza, sanguinaria."

Avrei preferito che dicesse: “Per queste ragioni il Pd, partito formalmente di sinistra, rappresenta nei fatti posizioni tipiche di quella che fu l’estrema destra classista, antiegualitaria e, all’occorrenza, sanguinaria."
Infatti, di “estreme destre classiste, antiegualitarie e sanguinarie” francamente allo stato attuale non ne vedo l’ombra. Anzi, per il momento, qualche sparuta estrema destra sembra più sensibile a certi temi (sovranità nazionale) di quanto non lo sia il PD e quello giustamente definito “popolo semicolto della sinistra”, fatto in grande maggioranza di imprenditoria assistita, di finanza , di ceti medi piccolo borghesi ben sistemati nei gangli burocratici dello stato (compresa la magistratura) e delle sue articolazioni locali come in alcuni settori particolari (scuola e ospedali).
Questa gente – facendo peggio delle “destre classiste” - ha sostituito “l’internazionalismo proletario”del fu partito comunista, con la Nato e con la UE! Alla “solidarietà di classe” ha sostituito l’atteggiamento populista e caritatevole verso gli immigrati di qualunque risma, alla “religione stalinista” pseudo comunista ha sostituito la “religione del mercato”.
Non c’è razza peggiore di questa gente e sicuramente è da considerare il nemico principale del popolo italiano.


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clack
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A proposito di complottismo massonico più o meno fantasioso:

"Era evidente, e tutti coloro che hanno partecipato a questa storia lo sanno, quando abbiamo fatto l'euro, sapevamo che sarebbe scomparso entro 10 anni senza un federalismo buggettario. Vale a dire con eurobond, ma anche con una tassa europea, e il controllo del deficit. Noi lo sapevamo. Perché la storia lo dimostra. Perché non c'è nessuna zona monetaria che sopravviva senza un governo federale ... Tutti sapevamo che questa crisi sarebbe arrivata." «Abbiamo minuziosamente "dimenticato" di includere l'articolo per uscire da Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno, ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne ... sia impossibile. Abbiamo attentamente "dimenticato" di scrivere l'articolo che permetta di uscirne. Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un'ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti.”

Jacques Attali (consigliere di mitterrand e uno dei padri fondatori dell'euro:


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ilmoralista
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Caro Gm, intendo rispondere compiutamente rispetto alle tue comprensibili riflessioni. Il tuo ragionamento si articola in termini razionali ma parte da assunti sbagliati e datati. Tu analizzi il contesto attraverso lenti inadeguate che falsano alla radice l'intero impianto argomentativo. Gli errori fondamentali che commetti sono principalmente due:

1) Credi che i singoli Stati o, non meglio definite potenze (Usa-Ue-Iran, ecc.), giochino un ruolo autonomo rispetto alla formazione di equilibri complessivi che, sposando il tuo schema, sarebbero perciò il risultato di taciti rapporti di forza tra le diverse nazioni in conflitto ( delinei cioè una realtà dominata da una specie di realpolitik alla Metternich che esisteva prima del congresso di Vienna e che adesso non esiste più)

2) Credi che l'attuale crisi economica sia niente di più che il solito tentativo messo in campo (anche questo ottocentesco) dalla "classe dominante" per regolare i conti con le "classi subalterne"

Preliminarmente ti invito a non utilizzare termini usati da una vulgata diffusa che tende a banalizzare i delicati meccanismi che regolano il potere, rifugiandoti perciò dietro il trito e ritrito cliché del "complotto pluto-giudaico-massonico". Non esiste nessun complotto ma legittime trame che alcuni gruppi perseguono in ossequio ad una idea del mondo che è prima spirituale e poi economica. Per comprendere i meccanismi del potere globale devi sforzarti di cogliere i lati meno visibili, a partire dal principio di autorità. Come saprai fino all'età moderna nessuno metteva in discussione il diritto dei sovrani di governare perché era pacificamente accettato l'assunto che i re governassero per diretto volere di Dio. Questo principio di autorità viene mandato in soffitta dalla cultura Illuminista che si concreta nella rivoluzione francese dopo una lunga elaborazione di pensiero diretta dalla massoneria progressista (pensa alla "loggia delle nove sorelle"). Adesso l'esercizio del potere è legittimo solo nella misura in cui chi lo esercita lo fa in nome del popolo sovrano. Il fenomeno attuale, che tu analizzi sbagliando con gli strumenti ermeneutici tipici di chi si accinge a fotografare il ritorno della lotta di classe (peraltro Lenin era un noto massone), mira a ristabilire il vecchio principio di autorità medievale in danno dei principi imposti all'Occidente dalle rivoluzioni massoniche di età illuministica. Questo processo storico, che supera e assorbe tutti i ragionamenti da te enucleati, è opera di una èlite massonica uguale e contraria a quella che ha disegnato l'età moderna. Altrimenti, seguendo il tuo ragionamento, dovremmo definire "complotto" la Rivoluzione francese, la rivoluzione americana, la rivoluzione bolscevica e perfino il Risorgimento. Come intuirai facilmente, non si trattava di complotti ma di progetti nobili, tendenti ad incidere in profondità nelle dinamiche di potere del mondo, sempre guidate da avanguardie massoniche progressiste. Ora, mentre scriviamo, sta trionfando un progetto uguale e contrario che, banalmente, i media chiamano "crisi economica" e i nostalgici "lotta di classe".

In conclusione due pillole. Non esiste nessuna frattura tra Stati perché la globalizzazione, governata razionalmente da una élite massonica che fa da camera di compensazione, assegna ai singoli Stati il ruolo da recitare. Alla Germania, dove l'economia non registra nessuna prodigiosa crescita, è stato assegnato il compito di svolgere le funzioni della nazione kapò che mette in riga tutte le altre. Nulla di più. Sono consessi paramassonici transnazionali come il Council Foreign on relations, il Bilderberg o la Trilateral che si muovono come visibile braccio profano di mondi esoterici che restano nascosti dalle tenebre più fitte.
Se fosse vera la tua ricostruzione, che rispolvera l'eterna lotta lavoro-capitale, non si capirebbe perché ogni giorno si ammazza un imprenditore strangolato dalle tasse imposte dalla sovrastruttura che dovrebbe servirlo in quanto espressione della classe dominante. Semplicemente perché non è così. Questo processo storico, manovrato da massoni reazionari come Draghi, mette in discussione le fondamenta del capitalismo classico perché tende a riabilitare un sistema di potere (principio di autorità) mutuato dall'esperienza medievale e feudale. Il potere non deve più risiedere nel popolo sovrano ma, nella mente di questa èlite dello spirito, deve tornare ad essere esercitato da un manipolo di ottimati che si è auto-assegnato il compito di guidare una umanità considerata inferiore e bestiale. Per approfondire questo aspetto dovremmo ora parlare del diverso modo di intendere il trinomio "Libertà, uguaglianza, fratellanza" tra i massoni progressisti e quelli reazionari (ora prevalenti). Ma il discorso si è fatto già abbastanza lungo. Un caro saluto, Francesco

p.s. se sei alla ricerca di "prove documentali" su quanto affermato, acquista il libro di imminente uscita scritto da Gioele Magaldi, "Massoni" (editore Chiarelettere).


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Solounintervento
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Gentile moralista, cosa intende per lotta spirituale? Qualora sia davvero una lotta che affonda le proprie radici nella sfera spirituale, come può il cittadino medio avversare tale lotta spirituale? Con quale tipo di spiritualità?
Grazie per l'eventuale risposta.


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yahuwah
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.. Sto per esporre .. il nostro sistema dai due punti di vista, quello nostro e quello dei goyim (cioè bestiame umano = non-ebrei). Si deve notare che gli uomini con dei cattivi istinti sono più numerosi di quelli con dei buoni, e quindi per governarli, si ottengono i migliori risultati con l'uso della violenza e della terrore. .. Qualunque uomo mira al potere, chiunque vorrebbe diventare un dittatore, se solo potesse, e rari davvero sono gli uomini che non sacrificherebbero volentieri il benessere di tutti per il proprio.

.. La libertà politica è un'idea ma non è un fatto. Si deve sapere come .. utilizza[r]la come esca per attirare le masse di gente al proprio partito allo scopo di abbattere un altro potere. Questo compito è reso più facile se l'avversario .. per l'amore di un'idea è disposto a cedere un poco del suo potere. .. Le redini allentate del governo sono subito afferrate e raccolte [dalla] nuova autorità [che] non ha che da accomodarsi nel posto della vecchia che è già stata indebolita dal Liberalismo.

Ai nostri tempi, il potere .. è il potere dell'Oro. Ci fu un tempo nel quale la Fede comandava. Non è possibile realizzare l'idea della libertà, perché nessuno sa come usarla con moderazione. t sufficiente concedere l'auto-determinazione ad un popolo per un certo periodo per vederlo trasformarsi in una folla disorganizzata. Da quel momento in poi, abbiamo un conflitto micidiale che presto si allarga in battaglie tra le classi. .. Sia che uno Stato si esaurisca nelle sue proprie convulsioni sia che il suo disaccordo interno lo metta sotto l'autorità di nemici esterni, in ogni caso, si può considerarlo una perdita irreparabile: è nel nostro potere. Il dispotismo del Capitale, che è completamente nelle nostre mani, gli stende una cannuccia che lo Stato, volente o nolente, deve afferrare: per non scendere nell'abisso.

Se c'è qualcuno di tendenza liberale che dice che tali considerazioni come quelle qui sopra sono immorali, gli farò le seguenti domande: .. è possibile [avere] la minima speranza di guidare le masse con dei consigli e degli argomenti ragionevoli, quando si può fare qualsiasi obiezione o contraddizione, per quanto possa essere insensata, e quando una tale obiezione può essere maggiormente apprezzata dalla gente, i cui poteri di ragionare sono superficiali? Gli uomini nelle masse, .. che sono motivati solo dalle passioni meschine, dalle convinzioni misere, dai costumi e dalle tradizioni; .. cadono in preda al dissenso di parte, che impedisce qualunque forma di accordo, anche in base ad un'argomentazione perfettamente ragionevole.

Ogni decisione presa da una folla dipende o dal caso o da una maggioranza plebiscitaria, la quale, del tutto ignara dei segreti della politica, avanza qualche risoluzione, che semina il seme dell'anarchia nell'amministrazione.

La politica non ha niente in comune con la morale. Il governante che si lascia guidare dalla morale non è un politico abile, e quindi, il suo trono è precario. Colui che desidera governare deve far ricorso all'astuzia ed alla finzione. Le grandi qualità nazionali, come la franchezza e l'onestà, sono dei difetti in politica. .. Il nostro diritto sta nella forza. La parola "diritto" è un pensiero astratto, e non è dimostrata da nulla. La parola vuol dire nient'altro che: Datemi quello che voglio che lo possa dimostrare che sono più forte di voi: .. attaccare col diritto dei forti, e gettare ai venti tutte le forze esistenti di ordine e di controllo, per ricostruire tutte le istituzioni e per diventare il capo supremo di quelli che ci hanno lasciato i diritti del loro potere, avendoli, con il loro liberalismo, volontariamente deposti.

Il nostro potere .. sarà più invincibile di qualunque altro, perché rimarrà invisibile finché non abbia acquistato una tale forza che nessun'astuzia potrà più indebolirlo.

Dal male temporaneo che, per ora, siamo costretti a fare, emergerà il vantaggio di un dominio saldo. .. Il risultato giustifica il mezzo. Che dirigiamo, comunque, .. non tanto a quello che è buono e morale, ma piuttosto a quello che è necessario ed utile. Abbiamo un piano davanti a noi, con una strategia dalla quale non possiamo deviare, senza correre il rischio di vedere fallire il frutto di tanti secoli di lavoro.

.. Si deve capire che la forza della folla è cieca, stupida e irragionevole, sempre alla mercé di un suggerimento da dovunque esso venga. 1 ciechi non possono guidare i ciechi senza portarli nell'abisso. .. E’ possibile che le masse di persone si facciano un'opinione con calma e senza gelosie meschine, che si occupino degli affari del paese, tenendo fuori i loro interessi personali? .. E’ solamente sotto un governante dispotico che i piani possono essere elaborati in modo esauriente e chiaro, tale da distribuirli bene tra i vari settori della macchina dello stato: l'inevitabile conclusione è che una forma soddisfacente di governo per qualsiasi paese è un governo in cui un'unica persona è responsabile. Senza un dispotismo assoluto la civilizzazione non esisterebbe, poiché non sono le masse che la fanno, ma le loro guide, chiunque esse siano. .. Guardate le bestie alcolizzate, confuse dal bere, il cui uso eccessivo viene insieme alla libertà. .. I popoli dei goyim sono confusi dagli alcolici.

.. Il nostro contrassegno è la forza e la finzione. Solamente la forza vince nelle questioni politiche, soprattutto se è nascosta. .. La violenza deve essere la norma, e l'astuzia e la finzione la regola per i governi che non vogliono consegnare le loro corone ai piedi degli agenti di qualche nuovo potere. Questo male è l'unico mezzo con il quale si può raggiungere la meta, ossia il bene. Dunque, non dobbiamo fermarci davanti alla corruzione, alle falsità e al tradimento, se possano servire al raggiungimento dello scopo. In politica, si deve sapere come conquistare la proprietà degli altri senza esitazione, se serve per assicurarsi la sottomissione e la sovranità.

Il nostro Stato, proseguendo sulla via della conquista pacifica, ha il diritto di scambiare gli orrori della guerra con delle condanne a morte meno appariscenti e più soddisfacenti, che sono necessarie per il mantenimento del terrore, il quale tende a produrre una cieca sottomissione. Una severità giusta e senza quartiere è il più importante fattore di potere dello stato: .. dobbiamo mantenere il programma della violenza e della finzione. .. Non è tanto coi mezzi quanto con la dottrina della severità, che trionferemo e che assoggetteremo tutti i governo al nostro supergoverno. E’ sufficiente per loro sapere che siamo spietati per far cessare la disubbidienza.

Nei tempi degli Antichi, fummo i primi a gridare tra le masse di popolazione le parole "Libertà, Uguaglianza, Fraternità". .. I sedicenti saggi dei goyim, gli intellettuali, non capivano nulla delle parole nella loro astrattezza: non notavano la contraddizione del loro significato e della loro interrelazione; non vedevano che nella natura non c'è nessuna uguaglianza, che non ci può essere la libertà: che la natura in sé aveva stabilito una disuguaglianza nelle menti, nei caratteri e nelle capacità, esattamente come, immutabilmente, aveva stabilito una subordinazione alle sue leggi. .. In tutti gli angoli del mondo le parole "Libertà, Uguaglianza, Fratellanza" portavano, grazie ai nostri agenti, intere legioni nei nostri ranghi, e sventolavano le nostre bandiere con entusiasmo. .. Queste parole erano dei tarli al lavoro che foravano il benessere dei goyim, e .. ci davano la possibilità, tra l'altro, di prendere possesso della carta vincente la distruzione dei privilegi, cioè della vera esistenza dell'aristocrazia goyim, quella classe che fu l'unica difesa che i popoli ed i paesi avevano contro di noi. Sulle rovine dell'aristocrazia naturale e genealogica dei goyim abbiamo fondato l'aristocrazia della nostra classe educata, guidata dall'aristocrazia del denaro. Abbiamo stabilito che i requi
siti per quest'aristocrazia sono la ricchezza, che dipende da noi, e la conoscenza, per la quale i nostri anziani eruditi provvedono la forza motrice.

.. Noi abbiamo sempre lavorato sui tasti i più emotivi della mente umana, .. sulla cupidigia, sui bisogni insaziabili dell'uomo; ed ognuna di queste debolezze umane, presa da sola, è sufficiente a paralizzare qualunque iniziativa, poiché mette la volontà degli uomini a disposizione di colui che ha comperato le sue attività.

L’astrazione della libertà ci ha permesso di persuadere la marmaglia di tutti i paesi che il suo governo non è altro che il maggiordomo delle persone alle quali appartiene il paese, e che si può sostituire il maggiordomo come un guanto consumato.

Questa possibilità di sostituire i rappresentanti dei popoli è quella che li ha messi a nostra disposizione, e, come dire, dato la possibilità di fare delle nomine...........


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.. Sto per esporre .. il nostro sistema dai due punti di vista, quello nostro e quello dei goyim (cioè bestiame umano = non-ebrei). Si deve notare che gli uomini con dei cattivi istinti sono più numerosi di quelli con dei buoni, e quindi per governarli, si ottengono i migliori risultati con l'uso della violenza e della terrore. .. Qualunque uomo mira al potere, chiunque vorrebbe diventare un dittatore, se solo potesse, e rari davvero sono gli uomini che non sacrificherebbero volentieri il benessere di tutti per il proprio.

.. La libertà politica è un'idea ma non è un fatto. Si deve sapere come .. utilizza[r]la come esca per attirare le masse di gente al proprio partito allo scopo di abbattere un altro potere. Questo compito è reso più facile se l'avversario .. per l'amore di un'idea è disposto a cedere un poco del suo potere. .. Le redini allentate del governo sono subito afferrate e raccolte [dalla] nuova autorità [che] non ha che da accomodarsi nel posto della vecchia che è già stata indebolita dal Liberalismo.

Ai nostri tempi, il potere .. è il potere dell'Oro. Ci fu un tempo nel quale la Fede comandava. Non è possibile realizzare l'idea della libertà, perché nessuno sa come usarla con moderazione. t sufficiente concedere l'auto-determinazione ad un popolo per un certo periodo per vederlo trasformarsi in una folla disorganizzata. Da quel momento in poi, abbiamo un conflitto micidiale che presto si allarga in battaglie tra le classi. .. Sia che uno Stato si esaurisca nelle sue proprie convulsioni sia che il suo disaccordo interno lo metta sotto l'autorità di nemici esterni, in ogni caso, si può considerarlo una perdita irreparabile: è nel nostro potere. Il dispotismo del Capitale, che è completamente nelle nostre mani, gli stende una cannuccia che lo Stato, volente o nolente, deve afferrare: per non scendere nell'abisso.

Se c'è qualcuno di tendenza liberale che dice che tali considerazioni come quelle qui sopra sono immorali, gli farò le seguenti domande: .. è possibile [avere] la minima speranza di guidare le masse con dei consigli e degli argomenti ragionevoli, quando si può fare qualsiasi obiezione o contraddizione, per quanto possa essere insensata, e quando una tale obiezione può essere maggiormente apprezzata dalla gente, i cui poteri di ragionare sono superficiali? Gli uomini nelle masse, .. che sono motivati solo dalle passioni meschine, dalle convinzioni misere, dai costumi e dalle tradizioni; .. cadono in preda al dissenso di parte, che impedisce qualunque forma di accordo, anche in base ad un'argomentazione perfettamente ragionevole.

Ogni decisione presa da una folla dipende o dal caso o da una maggioranza plebiscitaria, la quale, del tutto ignara dei segreti della politica, avanza qualche risoluzione, che semina il seme dell'anarchia nell'amministrazione.

La politica non ha niente in comune con la morale. Il governante che si lascia guidare dalla morale non è un politico abile, e quindi, il suo trono è precario. Colui che desidera governare deve far ricorso all'astuzia ed alla finzione. Le grandi qualità nazionali, come la franchezza e l'onestà, sono dei difetti in politica. .. Il nostro diritto sta nella forza. La parola "diritto" è un pensiero astratto, e non è dimostrata da nulla. La parola vuol dire nient'altro che: Datemi quello che voglio che lo possa dimostrare che sono più forte di voi: .. attaccare col diritto dei forti, e gettare ai venti tutte le forze esistenti di ordine e di controllo, per ricostruire tutte le istituzioni e per diventare il capo supremo di quelli che ci hanno lasciato i diritti del loro potere, avendoli, con il loro liberalismo, volontariamente deposti.

Il nostro potere .. sarà più invincibile di qualunque altro, perché rimarrà invisibile finché non abbia acquistato una tale forza che nessun'astuzia potrà più indebolirlo.

Dal male temporaneo che, per ora, siamo costretti a fare, emergerà il vantaggio di un dominio saldo. .. Il risultato giustifica il mezzo. Che dirigiamo, comunque, .. non tanto a quello che è buono e morale, ma piuttosto a quello che è necessario ed utile. Abbiamo un piano davanti a noi, con una strategia dalla quale non possiamo deviare, senza correre il rischio di vedere fallire il frutto di tanti secoli di lavoro.

.. Si deve capire che la forza della folla è cieca, stupida e irragionevole, sempre alla mercé di un suggerimento da dovunque esso venga. 1 ciechi non possono guidare i ciechi senza portarli nell'abisso. .. E’ possibile che le masse di persone si facciano un'opinione con calma e senza gelosie meschine, che si occupino degli affari del paese, tenendo fuori i loro interessi personali? .. E’ solamente sotto un governante dispotico che i piani possono essere elaborati in modo esauriente e chiaro, tale da distribuirli bene tra i vari settori della macchina dello stato: l'inevitabile conclusione è che una forma soddisfacente di governo per qualsiasi paese è un governo in cui un'unica persona è responsabile. Senza un dispotismo assoluto la civilizzazione non esisterebbe, poiché non sono le masse che la fanno, ma le loro guide, chiunque esse siano. .. Guardate le bestie alcolizzate, confuse dal bere, il cui uso eccessivo viene insieme alla libertà. .. I popoli dei goyim sono confusi dagli alcolici.

.. Il nostro contrassegno è la forza e la finzione. Solamente la forza vince nelle questioni politiche, soprattutto se è nascosta. .. La violenza deve essere la norma, e l'astuzia e la finzione la regola per i governi che non vogliono consegnare le loro corone ai piedi degli agenti di qualche nuovo potere. Questo male è l'unico mezzo con il quale si può raggiungere la meta, ossia il bene. Dunque, non dobbiamo fermarci davanti alla corruzione, alle falsità e al tradimento, se possano servire al raggiungimento dello scopo. In politica, si deve sapere come conquistare la proprietà degli altri senza esitazione, se serve per assicurarsi la sottomissione e la sovranità.

Il nostro Stato, proseguendo sulla via della conquista pacifica, ha il diritto di scambiare gli orrori della guerra con delle condanne a morte meno appariscenti e più soddisfacenti, che sono necessarie per il mantenimento del terrore, il quale tende a produrre una cieca sottomissione. Una severità giusta e senza quartiere è il più importante fattore di potere dello stato: .. dobbiamo mantenere il programma della violenza e della finzione. .. Non è tanto coi mezzi quanto con la dottrina della severità, che trionferemo e che assoggetteremo tutti i governo al nostro supergoverno. E’ sufficiente per loro sapere che siamo spietati per far cessare la disubbidienza.

Nei tempi degli Antichi, fummo i primi a gridare tra le masse di popolazione le parole "Libertà, Uguaglianza, Fraternità". .. I sedicenti saggi dei goyim, gli intellettuali, non capivano nulla delle parole nella loro astrattezza: non notavano la contraddizione del loro significato e della loro interrelazione; non vedevano che nella natura non c'è nessuna uguaglianza, che non ci può essere la libertà: che la natura in sé aveva stabilito una disuguaglianza nelle menti, nei caratteri e nelle capacità, esattamente come, immutabilmente, aveva stabilito una subordinazione alle sue leggi. .. In tutti gli angoli del mondo le parole "Libertà, Uguaglianza, Fratellanza" portavano, grazie ai nostri agenti, intere legioni nei nostri ranghi, e sventolavano le nostre bandiere con entusiasmo. .. Queste parole erano dei tarli al lavoro che foravano il benessere dei goyim, e .. ci davano la possibilità, tra l'altro, di prendere possesso della carta vincente la distruzione dei privilegi, cioè della vera esistenza dell'aristocrazia goyim, quella classe che fu l'unica difesa che i popoli ed i paesi avevano contro di noi. Sulle rovine dell'aristocrazia naturale e genealogica dei goyim abbiamo fondato l'aristocrazia della nostra classe educata, guidata dall'aristocrazia del denaro. Abbiamo stabilito
che i requisiti per quest'aristocrazia sono la ricchezza, che dipende da noi, e la conoscenza, per la quale i nostri anziani eruditi provvedono la forza motrice.

.. Noi abbiamo sempre lavorato sui tasti i più emotivi della mente umana, .. sulla cupidigia, sui bisogni insaziabili dell'uomo; ed ognuna di queste debolezze umane, presa da sola, è sufficiente a paralizzare qualunque iniziativa, poiché mette la volontà degli uomini a disposizione di colui che ha comperato le sue attività.

L’astrazione della libertà ci ha permesso di persuadere la marmaglia di tutti i paesi che il suo governo non è altro che il maggiordomo delle persone alle quali appartiene il paese, e che si può sostituire il maggiordomo come un guanto consumato.

Questa possibilità di sostituire i rappresentanti dei popoli è quella che li ha messi a nostra disposizione, e, come dire, dato la possibilità di fare delle nomine...........

Mamma mia! che dio ci scampi da questa "aristocrazia"! Comunque l'autore di quanto sopra non è "yahuwah" che mi ha fatto fesso perché l'ho capito però solo dopo aver letto qualcos'altro riportato da "yahuwah" e relativo ai protocolli dei savi di Sion. "yahuwah", qui già c'è gran confusione di idee senza bisogno che ci metti anche del tuo! 😉


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Solounintervento
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Ma allora è una fissazione!


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Caro Gm, intendo rispondere compiutamente rispetto alle tue comprensibili riflessioni. Il tuo ragionamento si articola in termini razionali ma parte da assunti sbagliati e datati. Tu analizzi il contesto attraverso lenti inadeguate che falsano alla radice l'intero impianto argomentativo.

Innanzitutto esprimo il mio apprezzamento per il tono generale del tuo commento improntato a quello che considero un corretto confronto anche se da posizioni diverse.
Confesso che mentre leggevo questo tuo commento avevo l'impressione che tu ti rivolgessi a me per errore perché man mano che leggevo trovavo riferimenti a qualcosa che non mi sembrava di aver mai detto o su cui avevo detto l'esatto contrario.

Gli errori fondamentali che commetti sono principalmente due:

1) Credi che i singoli Stati o, non meglio definite potenze (Usa-Ue-Iran, ecc.), giochino un ruolo autonomo rispetto alla formazione di equilibri complessivi che, sposando il tuo schema, sarebbero perciò il risultato di taciti rapporti di forza tra le diverse nazioni in conflitto ( delinei cioè una realtà dominata da una specie di realpolitik alla Metternich che esisteva prima del congresso di Vienna e che adesso non esiste più)

"non meglio definite potenze"? Ma io le ho definite eccome le potenze ... peraltro senza includere la Ue che non considero certo una potenza emergente, ma casomai un "Vassallo emergente"
Secondo lo schema che mi attribuisci io avrei detto che gli "equilibri complessivi sarebbero il risultato di taciti rapporti di forza tra le diverse nazioni in conflitto?
Taciti? ma chi ha mai parlato di questo? per me gli equilibri complessivi sono il frutto della lotta senza quartiere tra gli stati, lotta che al momento attuale vedono gli Usa dominare buona parte del mondo occidentale e non. Poi ci sono Stati (alcuni li ho citati) che per varie ragioni stanno mettendo in discussione gli equilibri complessivi usciti dall'ultima guerra e altri (tipo cina o india o brasile) che stanno economicamente turbando i vecchi equilibri o, per dirla diversamente, stanno costringendo i vecchi equilibri capitalistici a ristrutturarsi dal punto di vista politico (tendenza, quindi, all'emarginazione dei vecchi parlamentarismi), economico (tendenza, quindi, a una nuova divisione del lavoro su scala internazionale che porta a lasciare ad alcuni paesi produzioni meno ricche di valore aggiunto, riservando ad altre - in specie agli Usa - quelle tecnologicamente più avanzate e riservando ad altre ancora - tipo l'italia - solo produzioni di ... servizi turistici e alberghieri) e sociale (tendenza, quindi, all'abolizione del welfare, delle garanzie di un tempo per tutti i lavoratori dei paesi capitalistici, tendenza al netto e drastico peggioramento delle loro condizioni salariali e, quindi, di vita).
Questa realtà è sotto gli occhi di tutti altro che presunte "lenti distorte" da parte mia!

2) Credi che l'attuale crisi economica sia niente di più che il solito tentativo messo in campo (anche questo ottocentesco) dalla "classe dominante" per regolare i conti con le "classi subalterne"

Ma ti sembra che in quello che ho scritto ci sia davvero tutto questo "ottocentesco" riferimento al "regolamento di conti tra classe dominante e classi subalterne"?
Ho parlato di ristrutturazione dei rapporti intercapitalistici e di ristrutturazione dei rapporti politici, economici e sociali all'interno dei singoli stati sotto la spinta delle nuove esigenze che la realtà impone agli stessi paesi occidentali.
Di "lotta di classe" praticamente non ho neppure parlato!
Naturamente questo non significa - come alcuni o molti fanno - che intendo escluderla dal quadro generale ... anzi mi sembrerebbe più che mai necessaria anche se non la svolgerei seguendo il canovaccio che un tempo fu applicato in russia e, soprattutto, non la svolgerei con l'idea che il proletariato di fabbrica (quello con la tuta, per intenderci) sia l'unico soggetto legittimato a farla. Penso, anche, conformemente al pensiero originario di marx, che debbano essere tutti i lavoratori produttivi a dover fare questa "lotta di classe" contro quella miserabile percentuale di oligarchi dominanti che, però - mai dimenticarlo - avranno sempre dalla loro parte la complicità di settori di ceti piccolo borghesi, ceti medi e addirittura di ceti popolari più retrivi o più pagati!

Preliminarmente ti invito a non utilizzare termini usati da una vulgata diffusa che tende a banalizzare i delicati meccanismi che regolano il potere, rifugiandoti perciò dietro il trito e ritrito cliché del "complotto pluto-giudaico-massonico".

Io avrei parlato di "complotto pluto-giudaico-massonico" ? Qui proprio mi verrebe da dire: ma sei sicuro di non aver sbagliato soggetto? Io, al contrario quantomeno sorrido quando sento parlare di "complotti", figuriamoci!
Naturalmente non escludo che, all'interno delle forze dominanti, ci siano anche forze "massoniche" e quant'altro ma, francamente, di questo non mi frega più di tanto. Non mi interessa a quale "sacra corona" appartengono le forze capitalistiche oligarchiche attuali, non m'interessa neppure la loro "spiritualità" (cosa che considero comunque troppo benevolo attribuirgli) m'interessa invece quello che fanno concretamente, il modo in cui agiscono!

Non esiste nessun complotto ma legittime trame che alcuni gruppi perseguono in ossequio ad una idea del mondo che è prima spirituale e poi economica. Per comprendere i meccanismi del potere globale devi sforzarti di cogliere i lati meno visibili, a partire dal principio di autorità... Il fenomeno attuale, che tu analizzi sbagliando con gli strumenti ermeneutici tipici di chi si accinge a fotografare il ritorno della lotta di classe (peraltro Lenin era un noto massone), mira a ristabilire il vecchio principio di autorità medievale in danno dei principi imposti all'Occidente dalle rivoluzioni massoniche di età illuministica.

Ripeto che la questione della "spiritualità" m'interessa molto meno dei rapporti sociali concreti in cui gli uomini vivono e si incontrano o scontrano tra di loro. In altri termini mi interessano soprattutto i "rapporti sociali di produzione", cioè secondo quali leggi gli uomini regolano la produzione della loro vita materiale ... sarò un gretto materialista ma a me questo interessa e tutto il resto o è noia oppure riguarda un'altra sfera (quella spirituale) che posso prendere in considerazione solo per capire gli effetti prodotti negli uomini (es. alienazione, riduzione dei dominati a ricettori passivi della propaganda dominante ecc.) dall'attuale sistema capitalistico, o per capire in che modo potrebbe essere possibile scuotere quelle "spiritualità" ai fini di un cambiamento della realtà.

Questo processo storico, che supera e assorbe tutti i ragionamenti da te enucleati, è opera di una èlite massonica uguale e contraria a quella che ha disegnato l'età moderna.

Insomma, se non capisco male, avremmo una massoneria cattiva (quella attuale) che ha sostituito quella buona (cioè quella illuministica).
Ok! e allora? che bisogna fare? iscriversi alla massoneria buona? Non vorrei sembrare irridente ma non saprei neppure dove andare a bussare.

Altrimenti, seguendo il tuo ragionamento, dovremmo definire "complotto" la Rivoluzione francese, la rivoluzione americana, la rivoluzione bolscevica e perfino il Risorgimento.

Non capisco perché il mio ragionamento sfocerebbe nel dover definire "complotto" la rivoluzione francese ecc.

Come intuirai facilmente, non si trattava di complotti ma di progetti nobili, tendenti ad incidere in profondità nelle dinamiche di potere del mondo, sempre guidate da avanguardie massoniche progressiste. Ora, mentre scriviamo, sta trionfando un progetto uguale e contrario che, banalmente, i media chiamano "crisi economica" e i nostalgici "lotta di classe".

Non vorrei sembrare irriverente ma questa storia delle avanguardie massoniche (reazionarie o progressiste) che si scontrerebbero per il male o il bene del mondo mi sembra una lettura quasi "mistica" della realtà in cui si scontrerebbero forze del bene e forze del male, angeli e demoni!

In conclusione due pillole. Non esiste nessuna frattura tra Stati perché la globalizzazione, governata razionalmente da una élite massonica che fa da camera di compensazione, assegna ai singoli Stati il ruolo da recitare.

"nessuna frattura tra stati"??
Veramente a me capita di assistere a migliaia di fratture tra stati e ad altrettante guerre in cui qualcuno vince (e impone la sua legge di preminenza) e qualche altro perde (e subisce la legge del vincitore).

Alla Germania, dove l'economia non registra nessuna prodigiosa crescita, è stato assegnato il compito di svolgere le funzioni della nazione kapò che mette in riga tutte le altre. Nulla di più.

Ecco, solo su questa pillola sono d'accordo.

Sono consessi paramassonici transnazionali come il Council Foreign on relations, il Bilderberg o la Trilateral che si muovono come visibile braccio profano di mondi esoterici che restano nascosti dalle tenebre più fitte.

Magari fosse così. Basterebbe spedire qualche missile sugli alberghi a 30 stelle dove si riuniscono e ci sremmo liberati dei loro influssi malefici. Prtroppo non è così semplice perché dietro questi signori della Bilderberg ecc ci sono fior di Stati che rimarrebbero in piedi e ben aggierriti anche dopo una sventagliata di missili sulle teste di questa massoneria che citi.

Se fosse vera la tua ricostruzione, che rispolvera l'eterna lotta lavoro-capitale, non si capirebbe perché ogni giorno si ammazza un imprenditore strangolato dalle tasse imposte dalla sovrastruttura che dovrebbe servirlo in quanto espressione della classe dominante.

Intanto la lotta "capitale-lavoro" non è eterna perché data all'incirca dal 1789 in poi.
In secondo luogo, quelli che si ammazzano non sono certo i grandi capitalisti oligarchi ma i piccoli e medi imprenditori e più spesso ancora quelli "piccolissimi" che puntualmente vengono presi a calci in culo dal grande capitalismo nei momenti di crisi e ristrutturazione capitalistica... cioè dal capitalismo dei Bush, dei soros e compagnia bella!
Quindi, non mi sognerei mai di dire che bisogna fare la guerra di classe contro questi soggetti che sono vittime del grande capitale alla pari e a volte anche peggio dei loro operai.

Questo processo storico, manovrato da massoni reazionari come Draghi, mette in discussione le fondamenta del capitalismo classico perché tende a riabilitare un sistema di potere (principio di autorità) mutuato dall'esperienza medievale e feudale. Il potere non deve più risiedere nel popolo sovrano ma, nella mente di questa èlite dello spirito, deve tornare ad essere esercitato da un manipolo di ottimati che si è auto-assegnato il compito di guidare una umanità considerata inferiore e bestiale.

I progetti reazionari di un Draghi ecc dipendono innanzitutto dal fatto che dal '92 è venuto meno l'unico soggetto (la URSS) che era in grado di contrastarlo.
In secondo luogo dipendono dal fatto, per le ragioni già dette, devono ristrutturare l'intero mondo capitalistico per adeguarlo alla nuova situazione.
E nel nuovo mondo che intendono edificare, purtroppo intendono riservare ben poco spazio a quasi tutti i loro dominati anche perché, forse, c'è poca trippa per troppi gatti!

Un caro saluto, Francesco

ricambio sinceramente il saluto e se mi capita, magari comprerò anche il libro che mi hai indicato.


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Black_Jack
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@IL Moralista

Scrivi:

"Se fosse vera la tua ricostruzione, che rispolvera l'eterna lotta lavoro-capitale, non si capirebbe perché ogni giorno si ammazza un imprenditore strangolato dalle tasse imposte dalla sovrastruttura che dovrebbe servirlo in quanto espressione della classe dominante."

Ma infatti come dice Brancaccio questa è una lotta interna al capitale fra diversi capitali. Da una parte quello finanziario sovranazionale dall'altra quello produttivo legato al territorio.

Poi lo puoi chiamare come ti pare ma i mezzi concreti con cui si realizza il conflitto sono quelli di un'élite che detiene capitali di un certo tipo e li usa per cercare di rimanere sola al comando. Ovviamente i suoi avversari saranno, oltre al capitale produttivo locale rappresentato dai piccoli imprenditori che si suicidano, anche le classi lavoratrici che farebbero bene a svegliarsi un momentino.

Dopodiché il discorso di Magaldi sulle élites massoniche reazionarie che si basano su presupposti spirituali e filosofici regge benissimo e speriamo che il libro esca; rimane però non chiarito il discorso sulla natura di queste élites che come dici tu stesso fanno "da camera di compensazione". Camera di compensazione significa immagino che queste stesse élites non costitiscono un unico blocco perfettamente coerente ma piuttosto una pluralità di interessi vicini fra loro (quindi non identici) e probabilmente portatori di istanze spirituali e filosofiche (o religiose) più o meno indipendenti l'una dall'altra.
Anche queste istanze che tu stesso definisci reazionarie sono di matrice massonica? Mi riesce difficile immaginare una matrice filosofica e spirituale comune a due spinte così inconciliabilmente antitetiche.
O piuttosto sono tendenze (quelle reazionarie) che si sono inserite in contesto massonico perché (ipotizzo) per un certo periodo il loro disegno coincideva con quello progressista della massoneria autentica esclusivamente in funzione del superamento di un ancien régime basato sul principio di autorità che i progressisti volevano sconfiggere in nome della libertà, mentre i reazionari cercavano solamente di sostituire?

Diciamo che in generale i progressisti dovrebbero rendersi conto che stanno giocando una partita difficilissima e che farebbero bene a cercare disperatamente di svegliare il popolo senza il quale la loro lotta contro un avversario potentissimo è destinata a un esito fallimentare.
Il problema è che i reazionari invece lo hanno capito e hanno imparato a sfruttare benissimo la condizione di inconsapevolezza della masse a loro vantaggio.
Occorre un risveglio delle masse più umili ma sembra quasi che alcuni ne abbiano addirittura paura perché purtroppo l'unico modo per suscitare una nuova voglia di partecipazione fra i subalterni è proprio quello di parlare di cose come la lotta di classe (se si vuole cambiando terminologia ma la questione del riscatto dei diritti degli oppressi si affonta solo in un modo).
E' un bel dilemma, sembrerebbe.


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ilmoralista
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Gentile moralista, cosa intende per lotta spirituale? Qualora sia davvero una lotta che affonda le proprie radici nella sfera spirituale, come può il cittadino medio avversare tale lotta spirituale? Con quale tipo di spiritualità?
Grazie per l'eventuale risposta.

Detta così sembra il titolo di un film di fantascienza. Molto più semplicemente significa che le scelte di indirizzo politico, apparentemente neutre, sono invece strumentali alla realizzazione di una idea dell'uomo e del mondo che è filosofica e quindi spirituale. Esempio. Se chi tiene le leve del comando ritiene tutti gli uomini uguali, si adopererà affinché prevalga una legislazione finalizzata a fare vivere tutti secondo standard minimi di dignità. Se, al contrario, chi si trova al vertice della piramide, intriso di dottrine elitarie, ritiene che solo alcuni hanno ricevuto lo spirito di Dio (classe pneumatica) mentre il resto dell'umanità è formata da "ilici" buoni solo come animali da fatica, certamente piegherà leggi e provvedimenti nella direzione della costruzione di barriere che separino con certezza la nuova aristiocrazia dai nuovi schiavi straccioni e insipienti. Questo è quello che succede oggi. I giornali la chiamano "crisi economica".


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Solounintervento
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@ il moralista

Grazie per la risposta. Sicuramente quel dio a cui si richiamano costoro ha qualcosa a che fare con l'antitesi di dio inteso come amore.
Ma questi potenti hanno un nome e cognome? O sono le solite famiglie del solito complotto di cui è infestato il web?

Le ho posto quelle domande perchè avevo inteso il suo riferirsi alla lotta spirituale come alla stessa lotta spirituale di cui parlano gli steineriani.


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ilmoralista
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Caro Gm, mi perdonerai, ma preferisco non glossare punto per punto il tuo cortese ragionamento per non appesantire troppo il discorso. Vado al nocciolo. Dalla tua risposta, se ho ben capito, evinco principalmente due cose.

1) Che confermi la tua lettura della modernità all'interno dello scontro tra nazioni, "per me gli equilibri complessivi sono il frutto della lotta senza quartiere tra gli stati, lotta che al momento attuale vedono gli Usa dominare buona parte del mondo occidentale , facendomi inoltre presente che tali potenze sono chiaramente definite. Il mio "non meglio definite voleva riferisi solo alla Ue ma il non averlo specificato ha reso possibile il malinteso e di questo mi scuso.

2) E che confermi anche la lettura, figlia di una robusta interiorizzazione del materialismo storico di marxiana memoria che sfocia sempre nel delineare una indispensabile lotta di classe, In secondo luogo, quelli che si ammazzano non sono certo i grandi capitalisti oligarchi ma i piccoli e medi imprenditori e più spesso ancora quelli "piccolissimi" che puntualmente vengono presi a calci in culo dal grande capitalismo nei momenti di crisi e ristrutturazione capitalistica... cioè dal capitalismo dei Bush, dei soros e compagnia bella!
Quindi, non mi sognerei mai di dire che bisogna fare la guerra di classe contro questi soggetti che sono vittime del grande capitale alla pari e a volte anche peggio dei loro operai.
. Soltanto che, adeguandoti alla realtà empirica, allarghi la forbice dei "proletari" fino a farvi comprendere anche gli imprenditori medi e piccoli, diminuendo di volume ma non di intensità la categoria dei capitalisti oligarchici alla Bush e Soros. Se non è zuppa è pan bagnato.
3) Tralascio di ribattere sul ruolo che la massoneria ha svolto nel passato e svolge nel presente. Ma, nel caso, ti indicherò testi utili per cogliere la vera essenza di una Istituzione che non può essere compresa in poche battute.
Quanto ai primi due argomenti oggetto del nostro piacevole scambio di opinioni ti ribadisco che, nonostante apprezzi il tuo sforzo nel precisarne i contorni, rimangono inalterati tutti i limiti espressi nel precedente commento.
A) Non esiste alcun equilibrio imposto dagli Stati in libera competizione tra di loro ma, al contrario, il mondo attuale si regge su equilibri globali e complessivi che sono il risultato della sintesi imposta dalla massoneria che, mutatis mutandis, svolge un ruolo simile a quello esercitato dalla Chiesa descritta dalla patristica. O pensi che Monti in Italia l'abbia portato la cicogna? Non esistono guerre tra Stati. Esistono operazioni militari nelle quali il mondo occidentale si arroga il diritto di tanto in tanto di andare a prendere per un orecchio qualche dittatorello oramai scomodo o inservibile. Ma le tensioni tra la grande nazioni non diventano mai calde perchè la massoneria impone equilibri finali cogenti per tutti.
B)Non esiste in Europa alcun tentativo dei "capitalisti oligarchici" di sottomettere indistimente imprenditori e proletari insieme. Esiste, lo ribadisco, il desiderio di rispolverare il principio di autorità proprio dell'età feudale. La scriminante è spirituale ed esula totalmente dai rapporti di produzione. L'elite massonica dominante, che spesso (ma non sempre) coincide con il grande capitale finanziario, intende rivendicare il privilegio del comando non in virtù del mandato popolare ma sulla base della appartenza alla aristocrazia della massoneria sovranazionale ("solo i massoni si riconoscono tra loro fratelli, liberi e uguali"). Agnelli e De Benedetti fanno parte del primo cerchio dell'èlite spiritiuale mentre Berlusconi, non meno ricco e danaroso di loro, è sempre stato considerato un parvenu e non è stato mai accettato nel gotha del potere sovranazionale. Eufemisticamente, per parlare degli appartenenti al primo cerchio della massoneria elitaria, il circuito mediatico tende ad utilizzare la rassicurante immagine di "salotto buono".


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ilmoralista
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Caro Black Jack, perdonami ma questa sera non faccio in tempo. Alle tue pertinenti osservazioni risponderò domani. Francesco


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Solounintervento
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@gm

Se è davvero un'elite,come afferma il moralista, basta solamente rinchiuderla in un enorme bunker d'acciaio , con porta sigillata da fiamma ossidrica, avente solo una fessura attraverso cui passare il cibo per la sopravvivenza. Sarebbe una bella rivoluzione, senza massacri, senza morti; senza patetiche autoproclamate aristocrazie, aventi la presunzione di arrogarsi la patente di dio in terra!


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ilmoralista
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@ il moralista

Grazie per la risposta. Sicuramente quel dio a cui si richiamano costoro ha qualcosa a che fare con l'antitesi di dio inteso come amore.
Ma questi potenti hanno un nome e cognome? O sono le solite famiglie del solito complotto di cui è infestato il web?

Le ho posto quelle domande perchè avevo inteso il suo riferirsi alla lotta spirituale come alla stessa lotta spirituale di cui parlano gli steineriani.

Certo che hanno un nome e un cognome. Sono uomini. Magaldi nel suo libro fornirà un quadro complessivo esauriente ed eusastivo. Di Teosofia potrebbe meglio con la famiglia Berlusconi...


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