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Ue, più difficile per Italia uscire da procedura deficit


diotima
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BRUXELLES, 25 marzo (Reuters) - Potrebbe essere più difficile per la Commissione europea esprimersi a favore dell'uscita dell'Italia dalla procedura per deficit eccessivo dopo la decisione di Roma di aumentare per l'anno in corso al 2,9% dal precedente 1,8% l'obiettivo di disavanzo in rapporto al reddito nazionale.

"Con un deficit al 2,9% del Pil nel 2013, potrebbe essere più difficile chiudere la procedura per deficit eccessivo", ha detto un funzionario della Commissione Ue vicino al commissario per gli Affari economici Olli Rehn.

La soglia massima consentita dagli accordi europei per il saldo negativo tra entrate e uscite è il 3% del Pil.

La settimana scorsa il governo uscente di Mario Monti ha deciso di sfruttare i maggiori margini sul bilancio concessi dal Consiglio europeo del 14 marzo agli Stati con un pareggio di bilancio strutturale. Alle imprese fornitrici della pubblica amministrazione saranno pagati 20 miliardi di euro di crediti commerciali pregressi nella seconda metà del 2013 e altrettanti nel 2014.

"Con un livelo tale di deficit, l'Italia si troverebbe in una situazione limite che renderebbe più difficile sostenere argomenti in favore dell'uscita dalla procedura", ha detto ancora la fonte.

"La decisione di giovedì scorso crea incertezza".

Lo stesso funzionario ha piegato che la maggiore flessibilità concessa dall'Ue sugli obiettivi di deficit a favore di misure per la crescita "è stata concepita per i Paesi che non sono sottoposti alla procedura per deficit eccessivo. Non è il caso dell'Italia".

In febbraio la Commissione aveva previsto per l'Italia un deficit/Pil al 2,1% nel 2013. Questo avrebbe consentito a Bruxelles di chiudere la procedura contro l'Italia in maggio, quando vengono pubblicare le nuove stime economiche per i Paesi Ue.

Per avere un quadro più chiaro, la Commissione aspetta i dati finali di Eurostat sul deficit 2012, che saranno pubblicati in aprile.

Secondo i dati comunicati da Istat il primo marzo, l'Italia ha realizzato nel 2012 un disavanzo del 3%. Se anche questo dato dovesse essere rivisto al rialzo la chiusura della procedura potrebbe essere ancora meno probabile

http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITL5N0CH1K420130325?pageNumber=2&virtualBrandChannel=0


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arno
 arno
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Maria Stella
Noble Member
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insomma, contro ogni logica, dobbiamo fregarcene della economia reale che sta andando a puttana e dobbiamo lasciare morire le imprese che ancora ci restano.. impoveriamo l'Italia, aumentiamo i senza lavoro? Ma questi sono fatti nostri, ai burosauri non interessa, ognuno di loro ha alle spalle un proprio Paese più o meno in crisi e: Mors tua, vita mea! I nostri scodinzolanti politici non protesteranno.. loro non si impoveriscono!


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