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UFO

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uparishutrachoal
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Registrato: 2 anni fa
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Postato da: @simsim

@uparishutrachoal

Ti leggo, non senza una punta di stupore. Nel senso che un tempo mi sarei appassionato a questo tipo di cultura di fondo su un tema per me interessante, oggi invece mi lascia totalmente indifferente. Non so spiegartelo meglio se non "non la trovo utile per me in questo momento". Che non significa assolutamente che sia inutile tout court, ma semplicemente che non mi suscita alcuna curiosità oggi. Come milioni di altre cose, quelle si, forse non utili a questi percorso. Come se dovessi proseguire su una via diversa e con metodi di base differenti ma votati allo stesso fine. Non so se ho reso l'idea.

Bè..anche a me non interessa più questa cultura..perché devo pensare a costruire la mia..

Tra l'altro mi sono pure dimenticato cose che una volta conoscevo quasi a memoria..e che sovrapponevo alla realtà come il gesso si sovrappone a una gamba rotta..

Impara l'arte e mettila da parte..dice un proverbio non mai citato abbastanza..perché il gesso alla fine va tolto e dobbiamo usare le nostre gambe..

Ma sai..l'identità è l'ultima a morire..e alle volte sentiamo il bisogno di tornare alle origini anche culturali della nostra vita..come da bambini ci scambiavamo le figurine..che dopo molti anni sono pure sbiadite perché ci eravamo impegnati a costruirne di proprie..

Diciamo che sono nostalgico dei bei tempi andati..e li ripercorro come a rinverdire quegli entusiasmi che un tempo mi hanno nutrito..e la vita che stiamo dipingendo arranca nella famosa attraversata del deserto con l'identità come unica cosa che ci conforta nell'asprezza del viaggio..e non siamo sufficientemente forti da lasciare pure questa..anche se è solo un ricordo.. 

 

 

 


danone hanno apprezzato
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uparishutrachoal
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
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Postato da: @primadellesabbie
Postato da: @uparishutrachoal

 

(ad es.: Alain Danielou dice che la discoteca attuale è il surrogato contemporaneo alla piazza del villaggio nella quale i giovani comunicavano ritualmente esibendo la loro prestanza, e come tale simbolicamente molto rilevante e insopprimibile).

La discoteca e la movida..non solo sono importanti per chi vi partecipa mettendosi in mostra per partecipare alla lotta..ma anche per chi la rifiuta scegliendo la compagnia dello stregone del villaggio tirandosi fuori..

La negazione della socialità mette in difficoltà pure coloro che l'avrebbero rifiutata..perché toglie slancio anche alla vita contemplativa..e i contemplativi possono esistere solo se ci sono gli attivi..come tutto tra l'altro..

Il tentativo di silenziare ogni differenza non porterà all'accettazione di tutto..ma alla nullificazione di ogni azione perché mancherà il contrasto che l'alimenta..

Se la piazza del villaggio non ci sarà più..non ci sarà neppure più il villaggio..e chi comanda si troverà a governare il nulla..e non è detto che quando lo capiranno saremo sempre in tempo a rettificare la situazione prima della fine..

Magari le famose civiltà scomparse senza lasciare traccia hanno avuto un decorso simile al nostro..e la gente si è lasciata avvolgere dall'abisso scomparendo..

 

 

 

Questo post è stato modificato 3 anni fa da uparishutrachoal

oriundo2006 e Primadellesabbie hanno apprezzato
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gix
 gix
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Post: 78
 

Tenere a mente le riflessioni di grandi pensatori del passato, per chi ci riesce senza piegarli al cambiamento nel tempo delle proprie attitudini è indubbiamente utile per una discussione di tipo contemplativo, come lo è sapere se il passato ti ha lasciato dei pesi insostenibili o delle situazioni irrisolte, che prima o poi dovranno essere affrontate. Ma questo discorso può valere per chi ce l'ha un passato da rielaborare o del quale compiacersene. Perciò per costoro, se viene un ufo e ne scende un alieno, alla fine sarà indifferente la sua buona o cattiva presenza, specialmente se sarà arrivato per giudicare e salvare i migliori dal resto del ciarpame umano. Non così sarà per chi non ha troppi pregiudizi accumulati nel tempo, in quanto giovane, in gran parte ignaro, e magari ingenuo. Si dimenticano i diversi punti di vista della questione, che spesso sono molto più distanti di quanto sembri in apparenza. Si perchè è probabile che ci sia molta più differenza, di fronte a certi argomenti, tra esseri umani giovani e altri ormai corrotti dall'esistenza, piuttosto che tra diverse razze umane di fronte alla rivelazione epocale che esiste un alieno, un universo, un mondo materiale e spirituale del tutto diverso dal nostro. Finchè ci sono i giovani, che dopo il lockdown festeggiano in maniera temeraria le vittorie sportive, si mischiano nelle strade e nei locali per un aperitivo alla faccia del virus, del clima e dell'inquinamento, l'alieno avrà comunque la certezza che la propria venuta mantiene un senso ed uno scopo, fosse anche solo quello di giudicare chi è degno e chi no.   

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Primadellesabbie
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Topic starter  

@gix

Puoi tranquillamente ribaltare il tuo ragionamento.

Il giovane non è vergine rispetto alla vita, è intatto, nessuna delle cose con le quali entra in contatto trova le resistenze e le rigidità che l'adulto ha costruito per accettare aspetti della vita, legati alla cultura in cui si trova, altrimenti insopportabili.

Ma ci sono anche dei vecchi intatti, da ragazzo ho conosciuto una centenaria che mi incantava con i suoi racconti.

Per favore smettiamola di giocare a smarcarsi.


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gix
 gix
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Registrato: 2 anni fa
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@primadellesabbie

Non c'è nulla da cui smarcarsi e d'altronde non mi risulta che esista un pensiero unico prestabilito in materia, a meno che uno si attenga rigidamente a dogmi di fede. Comunque è ovvio oltre che naturale, ci sono le eccezioni, giovani che sono vecchi dentro e senza stimoli ne fantasia, come centenari che magari ritornano bambini e conservano curiosità e apertura mentale. Non farei pertanto di nessuna affermazione un postulato indiscutibile, perchè ritengo che non ne abbiamo le possibilità. Per rimanere in tema, credo che l'unica cosa che possiamo fare è cercare di comprendere fino a che punto camminiamo su una strada già tracciata, oppure abbiamo le possibilità per decidere, almeno parzialmente, un percorso.


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