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Uscita dall'Euro: la fine di un tabù


Peppe
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Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente.
(Gustave Flaubert)

Se qualche anno fa ti azzardavi a dire cose del tipo: "L'Euro è una prigionia dorata"; "La Germania pensa solo ai propri interessi"; "C'è bisogno di riappropriarsi della sovranità politica ed economica"; "Meglio uscire dall'Euro"...

venivi definito nell'ordine (ma possono anche essere mischiati):

-un ignorante
-un complottista
-un fascistoide
-un folle

E di conseguenza non si iniziava nemmeno la discussione, perchè quelle affermazioni erano considerate una via di mezzo tra la stupidità da demenza senile e la blasfemia laica più truce.

Oggi non ti prendono per matto; al massimo sei un pò fascistello o vetero comunista; pensa, non sei neanche un complottista...No, più semplicemente "non capisci un ca...o".

Nonostante l'Europa e la sua moneta unica stiano affogando in una crisi inesorabile, il pensiero dominante è sempre lo stesso: c'è bisogno di più coesione, c'è bisogno di più rigore, c'è bisogno di più Europa!
Tant'è che la soluzione prospettata dai salotti buoni dell'intellighenzia tecnocratica europea, è la piena integrazione, anzi, unione politica; da cui si farebbe discendere la centralizzazione delle politiche economiche e fiscali.
Insomma si tratta di accelerare e portare a termine il progetto degli Stati Uniti d'Europa.

Come dicevo all'inizio, fino a poco tempo fa l'europeismo era un dogma; e come tale non poteva essere messo in discussione. La fede nel mirabile progetto di unificazione della vecchia Europa era la "conditio sine qua non" della credibilità politica. Senza di essa eri una specie di "scomunicato", censurato e messo all'indice.

Se il grande progetto europeo era un sogno per i suoi ideatori, chi lo sta "vivendo" adesso inizia a percepirlo come un incubo.
Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda stanno avendo il loro brutto risveglio. Naturalmente anche noi italiani abbiamo il sonno disturbato...
Ma ci sono anche i francesi, che con Hollande hanno iniziato a mettere in discussione l'ortodossia europeista. E come dimenticare gli olandesi, che iniziano a parlare di referendum per l'uscita dall'Euro:
mettere in discussione il German-euro (o Germa-neuro, se preferite) non è più un tabù.

Quando però il tabù era parte integrante del dibattito politico, si fece di tutto per "silenziare" le tante voci di obiezione o di scetticismo che venivano mosse contro il progetto della moneta unica.
E non stiamo parlando di opinionisti sfigati, demagoghi da quattro soldi o politicucci alla ricerca di visibilità sensazionalistica.
Leggendo oggi le loro valutazioni/previsioni sembra quasi di avere a che fare con la preveggenza; invece si tratta di scienza economica e buonsenso puro e semplice. Allora vediamo:

Rudiger Dornbusch

Se il nome non vi dice niente ecoovi una piccola presentazione:
premio Nobel per l’economia nel 1999, è stato professore di economia al MIT (3° istituzione al mondo nella graduatoria REPEC e nella graduatoria Reuters) dal 1975 al 2002, anno in cui è morto. Vanta 346 pubblicazioni scientifiche di cui 112 articoli su rivista, di cui due sono fra i più citati nel dopoguerra, e un manuale di macroeconomia che è diventato il punto di riferimento di generazioni di economisti.

Ed ecco alcune affermazioni del "pace-all'-anima-sua" prof. Dornbusch nel 1996:

"Lo scenario più probabile è che l’unione monetaria si farà ma non porrà fine alle difficoltà valutarie dell’Europa né risolverà i suoi problemi"
"Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata (l’euro), si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira"

"La critica più seria all’Unione monetaria è che abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi... diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione (e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia)"

"Gli italiani sognano che la Bce renderà la loro vita più facile di quanto faccia ora la Bundesbank... ma è certo che la nuova banca centrale si proporrà fin dall’inizio come continuazione diretta della banca centrale tedesca"

Paul Krugman
Questo dovrebbe essere un pò più famoso...

Studente di dottorato di Dornbusch, ha insegnato a Yale, Mit, Stanford e Princeton (sono tutte nella top ten mondiale). Ha conseguito nel 2008 il premio Nobel per l’economia, risultato di una carriera brillantissima, con 417 lavori scientifici di rilevanza internazionale, di cui 114 articoli su rivista, una decina dei quali si collocano nell’un per mille degli articoli più citati nel secondo dopo guerra.

Ed ecco quanto ebbe a dire nel 1998:

"l’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania – per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro"

"il pericolo immediato ed evidente è che l’Europa diventi giapponese: che scivoli inesorabilmente nella deflazione, e che quando i banchieri centrali alla fine decideranno di allentare la tensione sarà troppo tardi"

Martin Feldstein
Una piccola presentazione di questo illustre sconosciuto:

Cattedra ad Harvard (riconosciuta prima università al mondo nell’ambito delle scienze economiche), è presidente emerito del National Bureau of Economic Research (non esattamente la bocciofila del dopolavoro ferroviario), ed editorialista del Wall Street Journal. Vanta 483 lavori scientifici, di cui 198 articoli su rivista, di cui cinque nel top un per mille come citazioni.

Siamo nel 1997, ed il tizio disse:

"invece di favorire l’armonia intra-Europea e la pace globale, è molto più probabile che il passaggio all’unione monetaria e l’integrazione politica che ne conseguirà conduca a un aumento dei conflitti all’interno dell’Europa"
"anche se i 50 anni di pace dalla fine della seconda guerra mondiale fanno ben sperare, occorre ricordare che ci furono più di 50 anni di pace fra il congresso di Vienna e la guerra franco-prussiana. Inoltre, contrariamente alle speranze e alle supposizioni di Monnet e degli altri fautori dell’integrazione europea, la devastante guerra di secessione americana ci ricorda che un’unione politica formale non costituisce di per sé una garanzia contro una guerra intra-europea"
"Quel che è chiaro è che l’aspirazione francese all’uguaglianza non è compatibile con le aspettative tedesche di egemonia"
"Un aspetto cruciale dell’Unione Europea in generale e di quella monetaria in particolare è che i paesi membri non hanno un modo legittimo di ritirarsi... L’esperienza americana, con la secessione del Sud, potrebbe offrire qualche lezione sui pericoli di un trattato o di una costituzione che non offre vie di uscita"

Dominick Salvatore

Chi sarà mai costui...? Presentazione:

insegna alla Fordham University di New York, è editor del Journal of Policy Modeling, autore di 138 lavori scientifici di cui 81 su riviste.

Salvatore dixit:
&
quot;Muoversi verso una compiuta unione monetaria dell’Europa è come mettere il carro davanti ai buoi. Uno shock importante provocherebbe una pressione insopportabile all’interno dell’unione, data la scarsa mobilità del lavoro, l’inadeguata redistribuzione fiscale, e l’atteggiamento della Bce che vorrebbe probabilmente perseguire una politica monetaria restrittiva per mantenere l’euro forte quanto il dollaro. Questa è certamente la ricetta per notevoli problemi futuri."

Infine ci sarebbero "solo" 200 economisti che nel 1997 firmarono un documento in cui muovevano i loro preoccupati rilievi alla costituenda EMU. Se vi va di leggervelo, eccovi un link.

Come potete vedere, la necessità, l'ineluttabilità, le magnifiche sorti e progressive dell'Euro non erano affatto la certezza che ci veniva spacciata dalla politica. Chi era scettico ha avuto ragione, ma non è stato ascoltato.

La storia si ripete sempre, ed oggi siamo bombardati dal messaggio di allarme per lo sfascio possibile della moneta unica.
Se dovesse avvenire non sarà un dramma apocalittico. O almeno, non lo sarà di più del perseverare sul sentiero attuale, dettato dagli interessi della Germania.

Quindi ben venga un dibattito serio e senza terrorismo psicologico sull'uscita dall'Euro.
Sì, lo so, ad oggi è ancora un sogno. Ma...:
“Se uno sogna da solo, è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà.” (Friedensreich Hundertwasser)

Stay tuned

Fonte: http://lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it/2012/06/uscita-dalleuro-la-fine-di-un-tabu.html


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fernet
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Peppe
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Uno che finisce il discorso con stay tuned può andare a cagare

Argomentazione molto interessante.
Grazie per il contributo 🙄


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giovanni
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"l’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania – per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro"

Grazie per l'articolo e per la raccolta ben argomentata.
Purtroppo l'euro rimane ancora un feticco intoccabile, ne iniziano a parlare come di un cappio soffocante,
ma lasciano comunque intendere che sia ineluttabile come una catastrofe naturale. Un abbraccio Peppe.


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kuyo1954
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Mi piace sostenere


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Peppe
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"l’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania – per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro"

Grazie per l'articolo e per la raccolta ben argomentata.
Purtroppo l'euro rimane ancora un feticco intoccabile, ne iniziano a parlare come di un cappio soffocante,
ma lasciano comunque intendere che sia ineluttabile come una catastrofe naturale. Un abbraccio Peppe.

Proprio così Giovanni, ben detto.
Grazie...


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Georgejefferson
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Grazie peppe per il contributo

riposto un estratto da Bagnai interressante

Un anno fa, discorrendo con Aristide, chiedevo come mai la sinistra italiana rivendicasse con tanto orgoglio la paternità dell’euro: non vedeva quanto esso fosse opposto agli interessi del suo elettorato? Una domanda simile a quella di Rossanda. Aristide, economista di sinistra, mi raggelò: “caro Alberto, i costi dell’euro, come dici, sono noti, tutti i manuali li illustrano. Li vedevano anche i nostri politici, ma non potevano spiegarli ai loro elettori: se questi avessero potuto confrontare costi e benefici non avrebbero mai accettato l’euro. Tenendo gli elettori all’oscuro abbiamo potuto agire, mettendoli in una impasse dalla quale non potranno uscire che decidendo di fare la cosa giusta, cioè di andare avanti verso la totale unione, fiscale e politica, dell’Europa.” Insomma: “il popolo non sa quale sia il suo interesse: per fortuna a sinistra lo sappiamo e lo faremo contro la sua volontà”. Ovvero: so che non sai nuotare e che se ti getto in piscina affogherai, a meno che tu non “decida liberamente” di fare la cosa giusta: imparare a nuotare. Decisione che prenderai dopo un leale dibattito, basato sul fatto che ti arrivo alle spalle e ti spingo in acqua. Bella democrazia in un intellettuale di sinistra!


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Peppe
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Grazie peppe per il contributo

riposto un estratto da Bagnai interressante

Un anno fa, discorrendo con Aristide, chiedevo come mai la sinistra italiana rivendicasse con tanto orgoglio la paternità dell’euro: non vedeva quanto esso fosse opposto agli interessi del suo elettorato? Una domanda simile a quella di Rossanda. Aristide, economista di sinistra, mi raggelò: “caro Alberto, i costi dell’euro, come dici, sono noti, tutti i manuali li illustrano. Li vedevano anche i nostri politici, ma non potevano spiegarli ai loro elettori: se questi avessero potuto confrontare costi e benefici non avrebbero mai accettato l’euro. Tenendo gli elettori all’oscuro abbiamo potuto agire, mettendoli in una impasse dalla quale non potranno uscire che decidendo di fare la cosa giusta, cioè di andare avanti verso la totale unione, fiscale e politica, dell’Europa.” Insomma: “il popolo non sa quale sia il suo interesse: per fortuna a sinistra lo sappiamo e lo faremo contro la sua volontà”. Ovvero: so che non sai nuotare e che se ti getto in piscina affogherai, a meno che tu non “decida liberamente” di fare la cosa giusta: imparare a nuotare. Decisione che prenderai dopo un leale dibattito, basato sul fatto che ti arrivo alle spalle e ti spingo in acqua. Bella democrazia in un intellettuale di sinistra!

Ciao Georgejefferson, grazie a te.
La tua citazione esprime al meglio tutto il processo che ha accompagnato le varie fasi dello sviluppo della UE.
Per lo stesso motivo non hanno voluto(politici e burocrati europei) il referendum sulla Costituzione europea, che proprio per bypassare ogni problema hanno trasformato in Trattato(Lisbona).

E ad ulteriore conferma di quanto dici, è di questi giorni la notizia di una spinta degli ambienti Bce e di Bruxelles verso l'unione politica e fiscale dell'Europa.
Se non sei un complottista, fanno di tutto per costringerti a diventarlo...


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Georgejefferson
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Il fenomeno del complottismo e'pienamente funzionale...basta mostrarsi contro/scettico verso il sistema costituito (auto referenziale ) per essere additato tale al pari dei deliri di chi osteggia il sistema a suon di slogan.Dal momento che si cita fonti autorevoli,serie e competenti come hai giustamente fatto ed anche io faccio...vieni denigrato in senso opposto perche...I TECNICISMI DELLA FINANZA NON CENTRANO CON I MALI DEL MONDO..GLI ACCADEMICI NON SONO CREDIBILI PERCHE PROVENGONO DALLA STESSA CASTA e via discorrendo...a proposito del trattato..copio incollo un estratto di un dossier che feci di raccolta di dati e fatti e citazioni nei confronti del PROFESSORE BUONO Mario Monti

la mattina del 13 dicembre 2007, mentre in italia si dibatte sugli inciuci del PD,per le urla di Beppe Grillo,o per l’ultima signorina del cavaliere…ventisette capi di governo europei si riunirono a Lisbona e decisero di inaugurare la costituzione europea…chiamata TRATTATO DI LISBONA per non incorrere nell’obbligo istituzionale di alcuni paesi al REFERENDUM. Nel Trattato è sancito il nostro futuro… Ma quelle corsie dove portano? Al nostro interesse di persone? Al nostro benessere? Alla nostra pacifica convivenza? Ce l’hanno chiesto? Abbiamo voce in capitolo?No,nessuno ce lo ha chiesto e quasi nessuno della gente comune ne sa nulla. è formato da migliaia di emendamenti a centinaia di regole già in essere per un totale di 2800 pagineL’intera opera è architettata in modo da essere incomprensibile e illeggibile dagli esseri umani ordinari, inclusi i nostri politici. Come spiega il parlamentare europeo daneseJens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”. Il nostro Giuliano Amato ribadì il concetto appieno, in una dichiarazione rilasciata durante un discorso al Centro per la Riforma Europea a Londra il 12 luglio del 2007: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile, poiché così non sarebbe stato costituzionale”
(evitando in tal modo i referendum)

http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139

Resto del dossier
http://www.georgejefferson.altervista.org/mario_monti_e_i_poteri_deboli-1.html


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Peppe
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Mi lasci poco da aggiungere... 😉

Ho letto il tuo dossier: davvero ben fatto.


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