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Valori che condividiamo

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brumbrum
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Poi ognuno fa quel che vuole, razionalmente non facendo del male agli altri ovviamente.

anche quello è tutto relativo
chi può dire con certezza di non fare del male agli altri


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Georgejefferson
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Si Giovina vedi che ho espresso ipotesi di cui non so nulla, solo che anche quella che una cosa non escluda l'altra (lo ammetto, sono simpatizzante del sincretismo o eqilibrio dei contrari come ipotesi, che e' semplice simpatia e non fede acritica) e' posizione degna di valore in egual modo, tutto qui.

Poi io non lo so, da agnostico. Pero mi affascina la ricerca filosofica, anche se non portera a nulla di "oggettivo" in me non fa niente. Magari lo stesso entusiasmo e piacere e bellezza della ricerca e' gia una oggettiva meta.

Comunque Stodler ho detto che banalizzi, non che hai problemi. Gia quando si risponde accusando di "tesi soggettive" presuppone che dalla tua parte ci stia il verbo "oggettivo" autonominatosi tale e' un modo per mandare in caciara un dialogo e scontrarsi come il postato che fa paralleli con nonna papera e le giraffe.

Ma di approcci cosi ci sono a migliaia nei dialoghi e non mi piace interloquire.Non voglio convincere di nulla, pero penso che esista il fanatismo sia da una parte che dall'altra .

Amen.

Un appunto, apprezzo molto il messaggio di pace di Gesu, specie nell'interpretazione data da Hegel nel suo "vita di Gesu".

Al di la della sua esistenza storica, prove contro prove ecc..mi frega nulla. Per me resta un simbolo "rivoluzionario" anche oggi nel paradigma di darwinismo sociale che domina che attribuisce valore quasi solo ad alcuni parametri (efficenza/ utilita materiale/ pragmatismo/ bellezza fisica) che pur importanti da riconoscere sono "parte" di altri che meritano uguale dignita (umilta/ empatia/ tolleranza ecc...) quindi INSIEME di valori, non esclusione.

Mi si dira che mille altri profeti hanno espresso idee simili e lo so, difatti rispetto anche altro e lo riconosco,ma non ho timore ne ritengo un male essere influenzati dalla tradizione del paese di origine, lo so, lo comprendo, non ne faccio un assoluto ma rispetto le tradizioni innocue native.

Ultimo appunto. I privilegi da combattere della istituzione chiesa nel "pubblico" e societa civile a me sta bene tutto idealmente e comprendo la buona fede di tanti portatori di proteste verbali in questo senso.

Mi piace pero ricordare che a livello mainstream, quindi non in chiacchierata tra amici, quelle critiche esistono e sono forti, ma non altrettanto con altri poteri di privilegio storico esistenti (bancario / finanziario /scientista ecc...)
Insomma a livello di media ci stanno sempre due pesi e due misure per l'opinione pubblica, e questo riflette scontri di potere che cambiano a seconda delle contingenze storiche.


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Georgejefferson
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Mi ricordo di un dialogo con uno che portava un esempio aneddotico a riprova della decadenza etica ed intrusione del clero nella societa civile.

Un parroco di paese permetteva di parcheggiare in zona vietata ma adiacente alla chiesa nei giorni di festa.

Uuu che scandalo di caduta di civilta etica. Va bene gli dissi, idealmente sono anche d'accordo, allora portiamone altri di "fatti che dimostrano" come i privilegi delle grandi banche o delle comunità scientifiche internazionali (un esempio, i soldi pubblici per le missioni nello spazio in contesti di poverta popolare dilagante).

E' no, quelli sono casi troppo grossi, fuori dalla nostra portata diceva, e poi la mitica frase sempre verde "da che mondo e' mondo i potenti bla bla bla.

Insomma "nel piccolo" la critica DEVE essere sempre legittima,crociate moralistiche da 4 soldi sempre presenti, specie nei "vecchi saggi" che pontificano sempre sugli altri, (tutti, in generale,seza mai un nome e cognome) e mai loro stessi..."nel grande" no,non si puo, tabu, da che mondo e' mondo ecc ecc...Eppure logica vorrebbe che lo scandalo fosse commisurato all'entita di un danno, invece risulta esattamente il contrario spesso.

E chi diffonde questa egemonia culturale? Anche la chiesa istituzione certo, ma non solo e'.


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Giovina
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Quel che ci frega sempre, dico in generale, e' il far decadere, o confondere, i concetti primi nello stravolgimento in rivoli anche pratichi ed attuativi degenerati delle idee, in questo caso della religione. Cosi' va sempre a finire che ognuno parla per conto suo che' l'altro se ne e' andato via per la tangente, insomma tutti hanno torto poi e tutti ragione.

Mancar di rispetto all'altro per aver pensieri diversi? Anche questo che discorso e'.....
Se un altro ha diversa opinione da me vuol dire che anche io ho un pensiero diverso da lui e allora se io offenderei un ateo non accettando qualcosa che dovrei fare?
Beh, lascio la discussione ovviamente, tanto non e' che dimostriamo Dio o la sua inesistenza in tal maniera, qui o altrove.
Poi a me interessa ragionarci un po' sui concetti, in questo contesto si parla di ateismo e di divinita', sono argomenti sempre importanti, che hanno interessato e interessano sempre gli uomini. Anche mi interessa il problema sociale.....cosi' quando ho qualcosa da dire magari la dico, a chi non interessa? Ma solo per stimolare un superamento del ristagno dialettico che si impantana e si arresta sempre nella stesse storiche pozze ( ideologie belle declinate in angusti polverosi e ammuffiti manuali e anguste e fanatiche intransigenti religioni - rese tali dagli uomini -).

Insomma sono una persona normalissima come chiunque ed ecco che in qualche maniera se uno vuole ci si espone, ma fare battaglie di religione o politiche a me non interessa per nulla. Quelle sono cose secondo me da talk show, stanno bene nel loro ambito.

Sto adesso rispondendo un po' in generale, a tutti.

Per esempio, se io volessi, potrei fare molta carne di porco pure...... Stodler ha ammazzato il suo maiale, siamo a Natale......e io sarei la cattivona che fa violenza al pensiero ateo? Ma se nemmeno avevo cominciato 😆
A Natale poi io uso essere piu' buona di quanto sono normalmente. 😈


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Eracle
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[...]
Poi c'e' la questione del destino, che e' presupposto dal credente classico come volonta divina, che chiama disegno perfetto ma posso capire il concetto che hai espresso tu,ma fino ad un certo punto, per quale motivo un uomo non ha il diritto di considerare inperfetto il divenire, dato il male dilagante? Se cosi fosse, verrebbe meno l'auspicio classico del aiutati che Dio ti aiuta, perche vorrebbe dire che ANCHE (anche non solo) l'uomo e' artefice di qualcosa.Lo dici tu stesso quando parli di premio alla buona volonta,quindi e' legittimo e verosimile vedere il male come ANCHE (anche non solo) opera di uomini e quindi non cadere nella trappola storica di accettazione passiva del fato indipendente, trappola sempre ben usata dai potenti per demotivare e annichilire le volonta di miglioramento della societa in senso pessimista.
[...]

Dopo aver visto gli effetti della cimatica, a me piace immaginare questo:

immagina che Dio sia un compositore che abbia creato la composizione più bella e complessa di sempre. Così complessa da far suonare la sua musica a tutto l'Universo.
Anzi, l'Universo stesso è la materializzazione della sua musica.
I pianeti che ruotano seguendo il loro ritornello, le galassie che eseguono il loro accompagnamento. Un bel tramonto che fa emozionare come l'assolo di un violino. L'erba che cresce nei prati, come piccole note in aggiunta ad un motivo principale. Piccoli assoli che ancora non conosciamo ma che arriveranno e si materializzeranno in nuove piante nuovi animali, nuovi mondi.
Un bambino che nasce.
Ora immagina che l'Uomo, fra tutte le creature che suonano la musica di Dio, sia l'unico ad avere anche la possibilità di creare degli assoli, o di aggiungere qualcosa di nuovo a questa musica, che non è ancora scritto nello spartito.
Il libero arbitrio che Dio ha donato all'umanità permette questa grande opportunità. Possiamo aggiungere bellezza alla bellezza e arricchire la musica di nuove armonie e goderne.
Ma questa grande opportunità porta in se anche il pericolo di creare delle dissonanze quando si smette di ascoltare la musica principale, o quando ci si distrae troppo.
E le dissonanze si concretizzano in crudeltà, bruttura, degrado...
Più aumentano le dissonanze e più diventa difficile suonare in armonia con la musica principale.
Per continuare a suonare la bellezza, occorre guardare i direttori d'orchestra, che non sempre sono all'altezza del loro compito, difficile e che richiede grande sensibilità.

Da dove arriva la prima dissonanza?
La bibbia ci parla di un angelo caduto. Un suonatore che forse ha cercato di creare una musica prepotente, come un chitarrista presuntuoso che vuole a tutti i costi far sentire i suoi assoli ignorando le esigenze degli altri suonatori. Qualcuno che ora cerca di convincere tutti quanti che la sua è la musica migliore, quella che ti fa sentire subito bene, quella che con le sue strofe e i suoi ritornelli crea un apparente benessere per pochi suonatori e grande danno per la musica che invece crea il benessere dell'intero universo. Un suonatore che per il suo comportamento crea divisione dal motivo principale.
Diabolos: colui che divide.

P.S. per chi volesse approfondire sulla cimatica:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cimatica
Esistono dei video interessanti su YouTube.


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brumbrum
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ma....bo.... io ci vedo solo un gran casino nei commenti, miei compresi


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Eracle
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La teria della NON onnipotenza creatrice e' molto interessante.

Pero' in un ambito meramente speculativo e quindi "leggero", tanto per chiacchierare ci si contraddice un po', almeno nella misura in cui ci si basa per iniziare su una Volonta' creatrice che abbandonerebbe poi il mondo a se stesso.

Se il concetto di "Non onnipenza" vuol significare negazione della divinita' ricadiamo nella dicotomia che si dichiarava sopra di superare, mentre se e' mera oggettiva constatazione, rilevazione di Caos e Caduta umana negli istinti, potrebbe invece aprire spiragli e, ancora meglio, squarci di luce sul progetto che si e' ipotizzato, il quale potrebbe comprendere la responsabilita' e libera partecipazione ad esso da parte dell'uomo.
Chiaramente l'uomo previamente avrebbe la piu importante e grande liberta' e responsabilita' di sviluppare, modellare prima, la sua struttura interiore per rifletterne poi la bellezza e la perfezione nella creazione tutta.

Esattamente quello che penso.
L'umanità, con il suo libero arbitrio, ha l'opportunità di crescere e di imparare dai propri sbagli. Pensare che Dio non sia onnipotente è dovuto al fatto che non conosciamo tutto il progetto, ma solo quello che è a nostra portata attuale. Cos'è la Terra, l'umanità, la vita di una persona in confronto all'eternità? Abbiamo una visione troppo limitata per giungere a delle conclusioni.


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Georgejefferson
Famed Member
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La teria della NON onnipotenza creatrice e' molto interessante.

Pero' in un ambito meramente speculativo e quindi "leggero", tanto per chiacchierare ci si contraddice un po', almeno nella misura in cui ci si basa per iniziare su una Volonta' creatrice che abbandonerebbe poi il mondo a se stesso.

Se il concetto di "Non onnipenza" vuol significare negazione della divinita' ricadiamo nella dicotomia che si dichiarava sopra di superare, mentre se e' mera oggettiva constatazione, rilevazione di Caos e Caduta umana negli istinti, potrebbe invece aprire spiragli e, ancora meglio, squarci di luce sul progetto che si e' ipotizzato, il quale potrebbe comprendere la responsabilita' e libera partecipazione ad esso da parte dell'uomo.
Chiaramente l'uomo previamente avrebbe la piu importante e grande liberta' e responsabilita' di sviluppare, modellare prima, la sua struttura interiore per rifletterne poi la bellezza e la perfezione nella creazione tutta.

Esattamente quello che penso.
L'umanità, con il suo libero arbitrio, ha l'opportunità di crescere e di imparare dai propri sbagli. Pensare che Dio non sia onnipotente è dovuto al fatto che non conosciamo tutto il progetto, ma solo quello che è a nostra portata attuale. Cos'è la Terra, l'umanità, la vita di una persona in confronto all'eternità? Abbiamo una visione troppo limitata per giungere a delle conclusioni.

Io ritengo probabile la NON onnipotenza del divino, qualora esso esistesse/esistessero (e sono abbastanza agnostico ma possibilista in termini ontologici e probabilistici).
Probabilita ipotetica anche se non certezza,consapevole dei limiti dello spirito del tempo che mi condiziona.

Uno di quei limiti (che non sempre prende il significato di aggettivo dispregiativo) e' la concezione umana / naturale insieme del giusto e sbagliato,cultura che viene appoggiata proprio dalla tradizione del libero arbitrio di religiosa memoria,concezione che puo unire piu che dividere su alcuni principi cardine in comune piu o meno a tutti quindi cercando condivisione a maggioranza, NON imposizione individuale (uno dei principi democratici).

Questi limiti sono legittimi da parte mia, quando si ritiene che il male (per esempio la metafora dei direttori d'orchestra peggiori) e' sbagliato ed e' inaccettabile che una fede sul divino li consideri giusti anche se contestualizzati in un disegno più immenso non capibile.

Quella del disegno piu grande non capibile e' stata la scusa millenaria dei potenti verso i popoli oppressi che osavano alzare la testa.

Cosa che se da un punto di vista religioso diventa "cattiva" (quella degli oppressi che alzano la testa) forse puo significare che in verita, non c'e' quell'onnipotenza totale sbandierata, e...metaforicamente, e' il demonio stesso che ha superato il divino e si e' di lui travestito.

Ergo, certezze non ci stanno,e non ci stanno neppure riguardo al fatto che l'uomo debba consolarsi di fronte al male pensando ad un benefico disegno assoluto non capibile.

L'ideale e' un equilibrio psico fisico tra i due opposti:

La legittima rabbia
La legittima pace


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Giovina
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Esattamente quello che penso.
L'umanità, con il suo libero arbitrio, ha l'opportunità di crescere e di imparare dai propri sbagli. Pensare che Dio non sia onnipotente è dovuto al fatto che non conosciamo tutto il progetto, ma solo quello che è a nostra portata attuale. Cos'è la Terra, l'umanità, la vita di una persona in confronto all'eternità? Abbiamo una visione troppo limitata per giungere a delle conclusioni.

Crescere ed imparare. Penso che la priorita' sia il crescere.
L'imparare dai propri sbagli e' direttamente funzionale alla priorita' del crescere. Se si cresce solo imparando dai propri sbagli abbiamo solo la deduzione a posteriori, priva della vita, priva della carica della conquista dell'Idea della crescita interiore.
Penso percio' che l'uomo debba prefiggersi un compito piu' arduo ma piu' libero e percio' piu' garante di una pace vera e duratura della societa'.
Imparare dai propri sbagli puo' rivelarsi una semplice spinta emotiva che porta solo temporaneita' delle soluzioni.

L'emozione e la passione debbono prodursi da una sorgente viva che e' la vera conquista dell'Essere, la vera missione dell'uomo.
Per questo non si puo' prescindere dal compito individuale, da cio' che si potrebbe definire lo sviluppo di un individualismo etico.

Il moralismo e le forzature delle ideologie, religiose e politiche, tendono ad estromettere il vero soggetto umano e a sostituire ad esso l'imposizione di comportamenti e morale esteriori, provenienti dall'esterno. L'uomo perde fiducia nel suo potere interiore.

La conquista di un sano individualismo non potra' che portare la coincidenza naturale spontanea del pensiero libero umano con la essenza della morale che si vuole imporre dal di fuori.

Perche' si ritiene l'uomo ormai non piu' capace di emozionarsi, avere dei valori, perche' l'uomo ha sempre piu' bisogno di forzare immagini, impressioni e linguaggio, per rassicurarsi e darsi una prova di umanita', quell'umanita' che crede di star perdendo per sempre?

Noi parliamo sovente, non a torto si intende, di sovranita' politica, di sovranita' economica ma se la sovranita' culturale - che possiamo chiamare anche spirituale, lasciamo ora da parte le religioni, l'uomo e' prima di tutto pensiero - se la sovranita' culturale rimane ai margini come un gadget o una cotillon, quale potra' essere la qualita' di una sovranita' politica e giuridica, di una sovranita' economica?


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Giovina
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Io ritengo probabile la NON onnipotenza del divino, qualora esso esistesse/esistessero (e sono abbastanza agnostico ma possibilista in termini ontologici e probabilistici).
Probabilita ipotetica anche se non certezza,consapevole dei limiti dello spirito del tempo che mi condiziona.

Uno di quei limiti (che non sempre prende il significato di aggettivo dispregiativo) e' la concezione umana / naturale insieme del giusto e sbagliato,cultura che viene appoggiata proprio dalla tradizione del libero arbitrio di religiosa memoria,concezione che puo unire piu che dividere su alcuni principi cardine in comune piu o meno a tutti quindi cercando condivisione a maggioranza, NON imposizione individuale (uno dei principi democratici).

Questi limiti sono legittimi da parte mia, quando si ritiene che il male (per esempio la metafora dei direttori d'orchestra peggiori) e' sbagliato ed e' inaccettabile che una fede sul divino li consideri giusti anche se contestualizzati in un disegno più immenso non capibile.

Quella del disegno piu grande non capibile e' stata la scusa millenaria dei potenti verso i popoli oppressi che osavano alzare la testa.

Cosa che se da un punto di vista religioso diventa "cattiva" (quella degli oppressi che alzano la testa) forse puo significare che in verita, non c'e' quell'onnipotenza totale sbandierata, e...metaforicamente, e' il demonio stesso che ha superato il divino e si e' di lui travestito.

Ergo, certezze non ci stanno,e non ci stanno neppure riguardo al fatto che l'uomo debba consolarsi di fronte al male pensando ad un benefico disegno assoluto non capibile.

L'ideale e' un equilibrio psico fisico tra i due opposti:

La legittima rabbia
La legittima pace

Vedi che torniamo a confondere il cuore, l'essenza dei concetti con cio' che l'interesse materialistico umano fa delle verita'.

L'onnipotenza divina, in quanto concetto, puo' ben avere il potere di limitarsi per dare spazio all'uomo, alla sua liberta'.
Ambiguamente le chiese invece ti dicono che tu hai la liberta' di esser buono cosi' come loro, esse, ti consigliano, devi accettare cioe' il loro tramite o procura, quanto puo' renderci liberi questo fare noi tutti delle belle pecorelle? Quanto puo' tutto cio' indebolire il nostro pensiero e proprio quell'essere interiore che dobbiamo, ognuno di noi, far ri-nascere?
E io credo che anche una politica puo' essere una chiesa.

Man mano che un figlio cresce si emancipa dalla potesta' di quel padre che continuera' comunque sempre ad amare e a rispettare per quel che gli ha donato e insegnato.
Noi abbiamo il sacro, le tradizioni, che ogni popolo ha, quindi ogni individuo: ma cosa significa sentirsi in dovere di imitare e obbedire senza scegliere prima individualmente e liberamente?

Per questo le tradizioni possono essere considerate sotto piu' aspetti, nel polveroso e freddo riflesso di cio' che le ha originate, o nel loro occulto potere segreto che l'uomo puo' ri-svelare a se stesso. Sta a noi scegliere se "recitare" dei ruoli e delle automatiche diasille, se rinunciare per sempre a sapere chi siamo veramente, rinunciare per affidarci ora a quella corrente, ora a quell'altra, per vedere se magari prima o poi si fa tombola.

La sfida e la liberta' sono cose che riguardano tutti. Tu George hai scritto anche:

"Quella del disegno piu grande non capibile e' stata la scusa millenaria dei potenti verso i popoli oppressi che osavano alzare la testa.

Stabilito che "qualcosa" al di fuori di noi vuole avere gioco di noi resta da affrontare la questione di chi e cosa sia questo qualcosa perche' avendo noi finora parlato di uomini, anche i sopraffattori, gli egoisti, i senza scrupoli, i deboli che sposano cause antiumane hanno la responsabilita' maggiore e quindi la preziosa opportunita' di riscattarsi. Anzi, sarebbe proprio da convenire che loro sono i primi ad aver diritto, ad esser destinati a scoprire ed afferrare la propria Liberta' dalla schiavitu' interiore per interrompere il circolo vizioso dell'ingiustizia e delle prevaricazioni, delle sofferenze umane e delle ingiustizie sociali.

Il trovarsi nel ruolo di vittima non necessariamente rende giusti, si dovrebbe sperimentare la possibilita' di stare dall'altra parte della barricata per stabilire come ci si comporterebbe.

Ricordarsi di separare, per distinguere, l'atto dell'errore - errore che rimane sempre suscettibile di giudizio, di correzione e di riparazione - dal colpevole e' ragionevole processo di pensiero per non correre il rischio di rendere giustificato ma irrisolvibile e ogni volta strumentale, lo scatenamento continuo contro i propri simili ogni volta che in qualche misura si contrappongono a noi, per illudersi di aver eradicato il male una volta per sempre.
Beh, il discorso si allarga...

Comunque non posso resistere dal mandare un bello sputazzo simbolico ai potenti di turno che stanno giocando coi lavoratori e i cittadini piu' deboli come se fossero dei giocattoli.

Sono convinta che la vita, le vite che ci toccano, sono di per se' gia' perdono e chances di autocorrezione per tutti, ma nello stesso tempo occasioni per poter ripagare ogni nostro debito ed omissione.
Ognuno ha e si avra' quel che si merita, niente di piu' niente di meno.

In piu' abbiamo la possibilita' di intrecciare alla trama di questo nostro destino nuovi semi e nuovi pensieri perche' l'uomo non ha solo da guardare indietro a scandagliare per poter trovare una medicina, una soluzione, ma puo' trovare dentro di se' forse qualcosa di mai provato, da creare ex novo, che potra' donare alla societa' l'equilibrio e la fraternita' di cui ha bisogno.


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Eracle
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"Quella del disegno piu grande non capibile e' stata la scusa millenaria dei potenti verso i popoli oppressi che osavano alzare la testa.

[...]
Stabilito che "qualcosa" al di fuori di noi vuole avere gioco di noi resta da affrontare la questione di chi e cosa sia questo qualcosa perche' avendo noi finora parlato di uomini, anche i sopraffattori, gli egoisti, i senza scrupoli, i deboli che sposano cause antiumane hanno la responsabilita' maggiore e quindi la preziosa opportunita' di riscattarsi. Anzi, sarebbe proprio da convenire che loro sono i primi ad aver diritto, ad esser destinati a scoprire ed afferrare la propria Liberta' dalla schiavitu' interiore per interrompere il circolo vizioso dell'ingiustizia e delle prevaricazioni, delle sofferenze umane e delle ingiustizie sociali.
[...]

Un padre e una madre insegnano al proprio figlio a crescere forte e sano obbligandolo a lavarsi, a vestirsi con indumenti puliti, a mangiare cibi sani. Lo obbligano ad andare a scuola e a fare i compiti. Lo obbligano a non essere egoista e a preocuparsi anche degli altri e non solo di se stesso. Gli insegnano che per ottenere grandi risultati con la musica, con lo sport o con lo studio, occorre una vita di impegno e sacrificio.
Poi arriva un gruppo di persone che dicono al bambino che non è giusto fare ciò che non si vuole. Che si deve avere la libertà di non lavarsi e di vestirsi con vestiti sporchi. Che si deve mangiare ciò che si vuole e che studiare va bene solo se uno ne ha voglia, e se qualcuno ti obbliga dicendoti che un giorno li ringrazierai, allontanati da loro perchè vogliono solo opprimerti e dominarti. Vogliono solo esercitare il loro potere su di te facendoti credere che lo fanno per il tuo bene e per il tuo futuro.

Ora, chi è l'oppressore? Quello che ti obbliga a fare delle cose che hanno effetto a lunghissimo termine e che una mente non preparata non può afferrare, o è quello che ti offre subito la libertà di fare tutto quello che vuoi, compromettendo il tuo sviluppo?

Ci sono insegnamenti che hanno in se una saggezza millenaria e che presumibilmente non sono immediatamente individuabili da qualsiasi persona. Questi insegnamenti devono essere trasmessi esattamente come un padre e una madre insegnano al proprio figlio alcune cose di cui farebbe molto volentieri a meno, per poter giocare e divertirsi e fare ciò che vuole.
Questo naturalmente non toglie che nella storia dell'umanità ci siano stati innumerevoli soprusi con questa scusante.
Quello che però non capisco è: perché mai la Chiesa Cattolica, a sentire molte opinioni, vorrebbe controllare l'umanità? Per guadagnare tanti soldi? Perché è un tutt'uno con la massoneria? Perché c'è un capo di tutto che controlla la Chiesa Cattolica e la massoneria? Per impedirci di evolverci spiritualmente?
A me non sembra che sia così, nonostante tutto.
Mi sembra piuttosto che la Chiesa Cattolica, con tutti i suoi difetti umani, cerchi di comportarsi come il padre e la madre che aiutano a crescere, ma a differenza di questi, non obbliga nessuno a seguirne gli insegnamenti.
E' una scelta individuale, che quando viene presa, richiede sacrifici analoghi a quelli che richiederebbe diventare dei bravi musicisti o dei bravi atleti. Dedizione, sacrificio, rinuncia.

E chi è nella nostra società che si comporta come il gruppo di persone che cercano di rendere "libero" il bambino?
Chi cerca di renderci individui e non comunità con una comunione di intenti? Chi rende la coscenza relativa ai nostri capricci e non a un bene comune? Chi ci divide per attuare una infinità di scopi spesso contrastanti l'uno con l'altro? Chi divide, se non colui che lo dichiara nel suo stesso nome?


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Georgejefferson
Famed Member
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...
Questo naturalmente non toglie che nella storia dell'umanità ci siano stati innumerevoli soprusi con questa scusante....

Io di questo parlavo,e lo sottolineo nuovamente come fondamentale.

...Ognuno ha e si avra' quel che si merita, niente di piu' niente di meno...

Questo non lo condivido,presuppone un destino come indipendente dall'azione umana,presuppone una giustizia che ,in assoluto (forse parzialmente si) non vedo, non sento, non concepisco.

Ecco allora una cosa può anche esistere al di la della mia comprensione,può essere...pero nessuno e' obbligato a riconoscerne autorevolezza e legittimità acritica.Ed ognuno liberamente pensera quello che vuole.


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Raziel79
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Ma non è più interessante chiedersi come mai i vertici della chiesa cattolica siano quasi sempre stati atei?
Non motivo, basta aver presente un minimo di storia.

"Se un altro ha diversa opinione da me vuol dire che anche io ho un pensiero diverso da lui e allora se io offenderei un ateo non accettando qualcosa che dovrei fare?"
Ti prego giovina cambia quel verbo.... altrimenti dai ragione a Moretti:
"chi parla male pensa male". 😀


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Giovina
Noble Member
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Questo non lo condivido,presuppone un destino come indipendente dall'azione umana,presuppone una giustizia che ,in assoluto (forse parzialmente si) non vedo, non sento, non concepisco.

La questione e' piu' profonda.
Non si possono negare le conseguenze dei nostri pensieri ed azioni.
Occorre piuttosto chiedersi se siamo capaci di farvi fronte e di immettere in questo destino forze positive nuove.


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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...
Non si possono negare le conseguenze dei nostri pensieri ed azioni.
...

...Ognuno ha e si avra' quel che si merita, niente di piu' niente di meno...

Non si possono negare le conseguenze dei nostri pensieri ed azioni e' una bella frase che condivido, ma la seconda,Ognuno ha e si avra' quel che si merita presuppone una fede nella giustizia di qualsivoglia divinità.

Puo essere, e chi lo sa, sta di fatto che storicamente e allo stato di cose presente, e' lo stesso argomento di chi attua ed ha attuato innumerevoli soprusi con questa ed altre scusanti.

E non ne faccio un unicum dei soli vertici della chiesa cattolica,anzi, e lo stesso non elevo i popoli a giusti e buoni a prescindere. Pur sottolineando che e' sbagliato,a mia opinione, classificare categorie (elite / popoli) come compartimenti stagni senza distinguere chi e come nel dettaglio.

Nei fatti storici innumerevoli persone senza colpe rilevanti hanno, ed ancora succede, patito pene, miseria e morte.

Empatia significa anche cercare di proiettarsi nel punto di vista di chi soffre, (e non e' buonismo radical chic,quella e' la scusa retorica usata per denigrare espressioni di sentimento e ragione umana spontanee).. e magari accettare o prendere in considerazione il fatto che la credenza nel giudizio divino giusto nel lungo periodo di un progetto non capibile e' condizionata dalla nostra personale esistenza che delinea la sua ermeneutica, e che non e' detto sarebbe lo stesso se cambia scenario, in senso peggiorativo del male protratto altrove,quantunque riguardasse noi stessi.

L'immagine di Dio che piange il suo figlio che si sente abbandonato in croce, mi assomiglia al paternalismo di certe elite neo aristocratiche presenti e passate,e questo non mi quadra.. che si auto convincono, a loro insindacabile giudizio, del destino e del bene da loro immaginato per il divenire, nel mentre operano "pensieri ed azioni" al tempo presente che hanno per conseguenza la morte per qualcuno,o le catene mentali eterne per altri.

E' si, La questione e' piu' profonda.

Uella ciao Raziel.

Comunque nessuna certezza, si fa per parlare ed esprimere pensieri.


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