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Valori che condividiamo

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Giovina
Noble Member
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Non si possono negare le conseguenze dei nostri pensieri ed azioni.
...

...Ognuno ha e si avra' quel che si merita, niente di piu' niente di meno...

Non si possono negare le conseguenze dei nostri pensieri ed azioni e' una bella frase che condivido, ma la seconda,Ognuno ha e si avra' quel che si merita presuppone una fede nella giustizia di qualsivoglia divinità.

Puo essere, e chi lo sa, sta di fatto che storicamente e allo stato di cose presente, e' lo stesso argomento di chi attua ed ha attuato innumerevoli soprusi con questa ed altre scusanti.

E non ne faccio un unicum dei soli vertici della chiesa cattolica,anzi, e lo stesso non elevo i popoli a giusti e buoni a prescindere. Pur sottolineando che e' sbagliato,a mia opinione, classificare categorie (elite / popoli) come compartimenti stagni senza distinguere chi e come nel dettaglio.

Nei fatti storici innumerevoli persone senza colpe rilevanti hanno, ed ancora succede, patito pene, miseria e morte.

Empatia significa anche cercare di proiettarsi nel punto di vista di chi soffre, (e non e' buonismo radical chic,quella e' la scusa retorica usata per denigrare espressioni di sentimento e ragione umana spontanee).. e magari accettare o prendere in considerazione il fatto che la credenza nel giudizio divino giusto nel lungo periodo di un progetto non capibile e' condizionata dalla nostra personale esistenza che delinea la sua ermeneutica, e che non e' detto sarebbe lo stesso se cambia scenario, in senso peggiorativo del male protratto altrove,quantunque riguardasse noi stessi.

L'immagine di Dio che piange il suo figlio che si sente abbandonato in croce, mi assomiglia al paternalismo di certe elite neo aristocratiche presenti e passate,e questo non mi quadra.. che si auto convincono, a loro insindacabile giudizio, del destino e del bene da loro immaginato per il divenire, nel mentre operano "pensieri ed azioni" al tempo presente che hanno per conseguenza la morte per qualcuno,o le catene mentali eterne per altri.

E' si, La questione e' piu' profonda.

Uella ciao Raziel.

Comunque nessuna certezza, si fa per parlare ed esprimere pensieri.

la frase che mi contesti voleva significare proprio quello, che ad ogni pensiero ed azione corrisponde un effetto, una conseguenza, in questo senso George si dice che ognuno ha quel che si merita, non in senso moralistico o di fatalismo e fede in una giustizia altra a sollevarci dalle nostre responsabilita' e possibilita' di altruismo.

Era un autoriflessione.
Non una giustificazione per i soprusi. Sostengo che l'uomo deve trovare una via che possa essere veramente risolutiva. Perche' l'approssimazione e la confusione ormai regnano ovunque, nelle menti, nei cuori e nelle azioni.


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Georgejefferson
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A proposito Eracle, fermo restando che per ottenere grandi risultati con la musica, con lo sport o con lo studio, occorre una vita di impegno e sacrificio, anche se non e' sempre detto,posto le risapute consuetudini millenarie dell'opportunismo e nepotismo...secondo te, chi nasce senza talenti particolari, o semplicemente vorrebbe dedicare la sua vita ad una attività semplice e piccola, diciamo pure la maggior parte delle persone...

e' degno di merito (diritto) di comunque avere una vita dignitosa (magari sobria nei beni materiali, ma comunque non di miseria e disperazione) ed essere ugualmente rispettato per dignita quant'unque non facesse male a nessuno ed anzi sia anche pacifico di indole? Cioè condividi il fatto che non sia legittomo considerarlo inferiore tourt court,ma solo diverso o peggiore ma solo in determinate abilita, non come essere umano in sè?

Non so se mi sono spiegato bene.


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Georgejefferson
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Ma io lo so benissimo Giovina, solo che mi piace provocare amichevolmente (spero) per sottolineare che il fraintendimento e' sempre in agguato,e allora e' uno spronamento a chiarire, anche per me.


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Giovina
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Ah, ma va tutto benissimo George.


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Georgejefferson
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A Eracle, ovviamente e' giusto l'insegnamento all'igene è, ed anche allo studio.

Non vorrei che mi si fraintendesse, solo che e' un esempio su tantissimi. Come tu hai scelto quello e non altri (tanti) per rinforzare il tuo pensiero, al contrario altri possono prendere certi

( del tipo, l'insegnamento che un determinato popolo sia in un certo modo negativo per natura, assolutizzando aneddoti del presente senza insegnare cosa significa sviluppo storico e contesti del divenire)

ed occultarne altri (come i tuoi esempi che sono belli senza ironia) per rinforzare il loro.

Quindi anche qui andrebbe specificato cosa e quando e quale contesto, magari auspicando un equilibrio equo tra istruzione pubblica e privata .

Boh, potrebbe essere un'idea, certo che unire e non dividere vorrebbe che le parti contrarie decidessero in pari misura piu o meno di venirsi incontro, o avanti insieme che magari e' lo stesso.

Ma cosa significa poi avanti ?

He he, Brum brum porta un super alcolico.

Scherzo.


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Eracle
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A proposito Eracle, fermo restando che per ottenere grandi risultati con la musica, con lo sport o con lo studio, occorre una vita di impegno e sacrificio, anche se non e' sempre detto,posto le risapute consuetudini millenarie dell'opportunismo e nepotismo...secondo te, chi nasce senza talenti particolari, o semplicemente vorrebbe dedicare la sua vita ad una attività semplice e piccola, diciamo pure la maggior parte delle persone...

e' degno di merito (diritto) di comunque avere una vita dignitosa (magari sobria nei beni materiali, ma comunque non di miseria e disperazione) ed essere ugualmente rispettato per dignita quant'unque non facesse male a nessuno ed anzi sia anche pacifico di indole? Cioè condividi il fatto che non sia legittomo considerarlo inferiore tourt court,ma solo diverso o peggiore ma solo in determinate abilita, non come essere umano in sè?

Non so se mi sono spiegato bene.

Forse non ho capito bene cosa mi stai chiedebdo, ma provo a rispondere comunque.
La qualità della vita di una persona credo sia distinguibile in due componenti. Quella materiale e quella spirituale.
Se mi stai chiedendo se anche la più umile e semplice delle persone possa avere una vita spirituale dignitosa, dare il suo apporto al bene comune e godere di grande rispetto, ti rispondo che secondo me è indubbiamente così.
Se invece parliamo di qualità della vita materiale, allora tutto e relativo alla società in cui si vive e quindi dal sentire comune. Dalla comunione di intenti della società. Più sono confusi questi intenti e più diventa problematico capire quale sia il nostro ruolo.
E' per questo che la spiritualità, se solida e ben collaudata nei secoli o nei millenni, è un faro che ci permette di mantenere sempre una buona rotta, anche quando attorno a noi regna il caos e l'incertezza.


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Eracle
Estimable Member
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A Eracle, ovviamente e' giusto l'insegnamento all'igene è, ed anche allo studio.

Non vorrei che mi si fraintendesse, solo che e' un esempio su tantissimi. Come tu hai scelto quello e non altri (tanti) per rinforzare il tuo pensiero, al contrario altri possono prendere certi

( del tipo, l'insegnamento che un determinato popolo sia in un certo modo negativo per natura, assolutizzando aneddoti del presente senza insegnare cosa significa sviluppo storico e contesti del divenire)

ed occultarne altri (come i tuoi esempi che sono belli senza ironia) per rinforzare il loro.

Quindi anche qui andrebbe specificato cosa e quando e quale contesto, magari auspicando un equilibrio equo tra istruzione pubblica e privata .

Boh, potrebbe essere un'idea, certo che unire e non dividere vorrebbe che le parti contrarie decidessero in pari misura piu o meno di venirsi incontro, o avanti insieme che magari e' lo stesso.

Ma cosa significa poi avanti ?

He he, Brum brum porta un super alcolico.

Scherzo.

Divago un pochino sulla percezione del bene e del male.

Per poter giudicare con imparzialità la validità delle tesi e la correttezza delle "verità" storiche di chi la pensa diversamente da noi, occorre studiare i testi scritti da chi la pensa diversamente da noi, non da chi la pensa come noi e ne ha scritto le sue osservazioni e le sue "verità".

Il problema che spesso ci troviamo a dover affrontare è il capire se un insegnamento o un sistema di insegnamenti sia positivo o negativo.
Può sembrare un ragionamento banale e ovvio, eppure mi accorgo che la maggior parte delle persone con cui mi capita di discutere su argomenti di grande importanza, non prende mai in considerazione gli effetti a lungissimo termine che certe scelte possono avere.
Ci si limita sempre al qui e ora, e mai a ciò che il qui e ora produrra nei decenni o nei secoli a venire. Si naviga sempre a vista.
Lo stesso metodo che si applica alla ricerca scentifica, dovrebbe essere applicato alla ricerca spirituale e a alla ricerca del benessere sociale.
Occorre fare delle simulazioni mentali e provare a vagliare tutte le situazioni in cui, un cambiamento oggi, che all'apparenza potrebbe apparire innocuo o giusto, potrebbe metterci in situazioni insostenibili un domani. Argomenti come l'eutanasia, il matrimonio omosessuale, o altri argomenti estremamente delicati e importanti, sono sempre trattati per il qui e oggi. Mai con previsioni sull'impatto per la società nel lungo o lunghissimo periodo.

Detto questo, per ritornare al discorso che facevi sull'opportunità di trovare strade di incontro fra chi la pensa in maniera diametralmente opposta, credo che sia il più delle volte più dannoso che utile.
Meglio creare le condizioni per poter dimostrare la validità della propria posizione, piuttosto che annacquarla e renderla inefficace.
Sarebbe come mischiare l'olio con il vino. Da soli sono buonissimi, ma mischiati perdono le loro qualità più preziose.


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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Eracle,esprimersi in termini quali "La qualità della vita di una persona e' distinguibile..." universalizza il concetto, altrimenti avresti detto "io distinguo", quindi universalizzando o si cerca la condivisione a maggioranza per lo meno (principio democratico) o ci si immagina una imposizione qual'ora la maggioranza non sia d'accordo col concetto universalizzato di "distinguibile" o altri esempi di giudizio.

Comunque per il resto del primo pezzo,questa parte:

Se mi stai chiedendo se anche la più umile e semplice delle persone possa avere una vita spirituale dignitosa, dare il suo apporto al bene comune e godere di grande rispetto, ti rispondo che secondo me è indubbiamente così.
Se invece parliamo di qualità della vita materiale, allora tutto e relativo alla società in cui si vive e quindi dal sentire comune. Dalla comunione di intenti della società

Mi piace e la condivido,poi sul discorso della spiritualità pero dipende se assolutizzi una sola corrente escludendo le altre, io sono scettico, e ritengo che il libero arbitrio di scelta sia libero di decidere autonomamente cosa tenere per se, o scartare sia di una, che dell'altra tradizione. Ma e' la mia posizione soltanto ci mancherebbe.

Il secondo post e' un po più complesso, e mi viene voglia di fare un giochetto.

Un gioco innoquo e non malizioso ma che puo stimolare alla riflessione riguardo al tema della complessita. Allora ora prendo le tue parole e facendo per scherzo l'avvocato del diavolo te le giro contro e ne esce un esercizio dialettico.

Per poter giudicare con imparzialità la validità delle tesi e la correttezza delle "verità" storiche di chi la pensa diversamente da noi, occorre studiare i testi scritti da chi la pensa diversamente da noi, non da chi la pensa come noi e ne ha scritto le sue osservazioni e le sue "verità"

E se studiando quei testi la nostra visione del mondo (contraria ai testi come tu stesso dici) ci condiziona pre giudizialmente (essendo tesi contrarie significa che un giudizio a priori gia esiste, e non c'e' niente di male,anzi) al punto di "annaquare" la tanto cercata imparzialità? E se non esiste la pura analisi imparziale perche viviamo in contesti sociali e storici che ci condizionano? Come Dio, chi puo dirlo con certezza? L'opinione di chi si considera imparziale e' affidabile?Va be, andiamo avanti...

la maggior parte delle persone con cui mi capita di discutere su argomenti di grande importanza, non prende mai in considerazione gli effetti a lungissimo termine che certe scelte possono avere.

A parte che la maggior parte delle persone con cui si ha a che fare nelo spazio di una vita umana sono una parte infinitesimale del tutto, passato presente e futuro, e questo gia basta e avanza per sentirsi scettici di fronte alle assolutizzazioni poste con esperienze personali limitate...forse se io avessi accesso ai canali di elite del potere e potessi discuterci su argomenti di grande importanza,la maggior parte di essi non prende mai in considerazione gli effetti di breve termine su larghi strati di popolazioni che certe scelte possono causare (non sono coinvolti direttamente nella brevita della loro vita)...

E allora questo basta per farne di ogni erba un fascio?
Io credo di no, con alcuni cosi, con altri no...poi ci sono le tendenze indotte, e' ma a proposito, sono indotte o naturali? O entrambe? Se entrambe allora le responsabilita vanno anche su chi induce (media / pubblicita / scuole)

Ci si limita sempre al qui e ora, e mai a ciò che il qui e ora produrra nei decenni o nei secoli a venire. Si naviga sempre a vista.

Magari altri percepiscono che ci si limita sempre al sol dell'avvenire, e mai a cio che quei sogni produrranno nel qui e ora. Si naviga sempre ad orizzonti incerti.

Insomma qua vediamo che il problema spesso e' un venir meno del senso della misura, sia da una parte che dall'altra, piuttosto che nella posizione espressa tourt court da una parte o dall'altra.

Occorre fare delle simulazioni mentali e provare a vagliare tutte le situazioni in cui, un cambiamento oggi, che all'apparenza potrebbe apparire innocuo o giusto, potrebbe metterci in situazioni insostenibili un domani.

Oppure ANCHE (anche non solo) fare delle simulazioni mentali e provare a vagliare tutte le situazioni in cui,un MANCATO cambiamento oggi, che all'apparenza potrebbe apparire innocuo o giusto, potrebbe metterci in situazioni insostenibili sia oggi che un domani.E l'oggi lo vediamo subito.

Sull'eutanasia non mi pronuncio tanto perche sarebbe argomento a se da aprofondire, cioe quale autanasia si intende in primis. Lo stesso suoi matrimoni gay sono temi che considere meno urgenti rispetto ad altri. Inutile proiettarsi in un buon ideale futuro dell'umanita,qual'unque esso sia se sono morto oggi senza lavoro e senza un decente sistema economico sociale che mi permette di avere spazio per il mio sviluppo (mio in senso lato)

Detto questo, per ritornare al discorso che facevi sull'opportunità di trovare strade di incontro fra chi la pensa in maniera diametralmente opposta, credo che sia il più delle volte più dannoso che utile.
Meglio creare le condizioni per poter dimostrare la validità della propria posizione, piuttosto che annacquarla e renderla inefficace.
Sarebbe come mischiare l'olio con il vino. Da soli sono buonissimi, ma mischiati perdono le loro qualità più preziose.

Io credo che spesso si pensa di pensarla in modo diametralmente opposto quando invece non esistono compartimenti stagni totalmente contrari, alcune cose si, alcune altre no, alcune abbastanza, alcune poco ecc..ecc.. e penso che la maggior parte delle persone non sia per niente diametralmente opposta, ma ha tanti punti in comune e forse piu quelli in comune che quelli diversi ( quindi NON tutto uguale).

Spesso quella presunta creazione di condizioni che dimostrano una verita sono ermeneutiche relative che riflettono la propria "Weltanschauung", e penso che la verita stia nell'insieme, non nella parte che esclude l'altra.

Ma insieme non significa assolutamente annaquamento ed inefficacia, anche li dipende da cosa si intende, l'insieme non annulla la parte, come cerchi di portare a persuasione con l'esempio del vino e l'olio.Significa la compresenza nello stesso posto,ed il riconoscimento sia dell'una che dell'altra,appunto insieme.

Come le colonne di un tempio, mica diventano una, le colonne, restano sempre due, l'uno e' l'insieme, cioe il tempio.

Ovviamente e' una metafora.

Comunque non e' un problema pensarla diversamente, sono dialoghi costruttivi, volendo.


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