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Via libera ai compensi nei titoli di coda


Mari
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Via libera ai compensi nei titoli di coda
La Vigilanza approva l'emendamento

Saranno rese note le retribuzioni di conduttori, giornalisti e ospiti oltre ai costi dei programmi di approfondimento e intrattenimento, telegiornali compresi

ROMA - Niente più misteri sui compensi di conduttori e giornalisti del servizio pubblico. Le singole retribuzioni e i costi dei programmi in onda sulla Rai, che siano approfondimenti, telegiornali o puro intrattenimento, saranno trasmessi nei titoli di coda, compresi i pagamenti stabiliti per gli ospiti. Saranno resi noti anche i compensi dei conduttori di programmi non di servizio pubblico. E' quanto prevede l'emendamento approvato oggi dalla commissione di Vigilanza con i voti di maggioranza e opposizione. L'annuncio arriva poco dopo l'appello di Michele Santoro che alla conferenza stampa per la fine della stagione di Annozero, aveva detto: "Il mio compenso è noto. Rendiamo pubblici gli stipendi 1 di giornalisti e direttori. Non sono soggetti a privacy di nessun tipo".

La nuova norma è stata approvata oggi dalla commissione di Vigilanza che si avvia a licenziare il parere, obbligatorio ma non vincolante, sul contratto di servizio tra Rai e governo. L'emendamento, presentato dal capogruppo Pdl Alessio Butti, è passato - con alcune modifiche - anche con i voti dell'opposizione che ha chiesto che la trasparenza non riguardasse solo i programmi di approfondimento ma tutti quelli di servizio pubblico, compresi i telegiornali.

La proposta di rendere noti i compensi e i costi di un programma del servizio pubblico era stata lanciata lo scorso dicembre dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta 2. "Il cittadino - aveva detto Brunetta ospite di un programma di RaiTre - deve poter vedere se un bravo conduttore si merita i due milioni di euro l'anno e una bravissima conduttrice 150 mila euro". Occorre "trasparenza sui contratti miliardari nella Rai", aveva aggiunto. L'iniziativa non riguardava solo la pubblicazione delle retribuzioni ma, aveva precisato il ministro, "anche di tutti i costi delle trasmissioni", visto che "ci sono trasmissioni che costano poco e danno grandi risultati e trasmissioni che costano molto e danno pochi risultati".

In Commissione di Vigilanza Rai sono stati invece respinti la maggior parte degli emendamenti presentati dall'opposizione sulla norma relativa alla neutralità tecnologica e competitiva. La norma dello schema del nuovo contratto di servizio, tra le più contestate da Pd, Udc, Idv e Radicali, prevede che "la programmazione delle reti generaliste sia visibile su tutte le piattaforme tecnologiche; a tal fine, assicura la diffusione attraverso almeno una piattaforma distributiva di ogni piattaforma tecnologica". In Commissione, l'opposizione ha spiegato che la Rai in questo modo non sarà obbligata a essere presente su Sky e potrà rimanere solo su Tivusat, con un vantaggio per la sola Mediaset. Si chiedeva quindi di modificare la parola "tecnologiche" con "trasmissive", come era previsto nel precedente contratto di servizio, in modo da garantire la presenza della Rai sull'intera offerta tecnologica. L'emendamento è stato respinto con il voto negativo dei membri della maggioranza. E' passato, invece, l'emendamento del relatore, Roberto Rao, che obbliga la Rai "a consentire la messa a disposizione della propria programmazione di servizio pubblico a tutte le piattaforme commerciali che ne faranno richiesta".

(09 giugno 2010)
http://www.repubblica.it/politica/2010/06/09/news/compensi-vigilanza-4697241/?ref=HRER2-1


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