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"Viva preoccupazione", ma non per i preti pedofili


cloroalclero
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“Mi fanno pena, questi preti. Non mi vanno a genio; ma questo è niente, dacché mi trovo fra gli uomini.
Sennonché, io ho sofferto e soffro con loro: essi sono per me dei prigionieri e dei segnati. Colui che essi chiamano Redentore, li ha stretti in catene.
Li ha incatenati in falsi valori e folli parole! Ahimè, potesse qualcuno salvarli dal loro Redentore!
Hanno creduto di approdare ad un’isola, quando il mare li ha abbattuti; un mare che era un mostro addormentato!
Falsi valori e folli parole: sono i peggiori mostri per i mortali; il destino dorme in loro a lungo, e attende.”
F.Nietzsche- “Così parlò Zarathustra”, dei preti

L’Osservatore romano mette sempre becco nelle iniziative italiane che tendono ad affermare i diritti della gente.

Quando venne approvata la pillola RU486 che trasforma l’aborto da chirurgico a farmacologico, l’osservatore romano e la CEI espressero “viva preoccupazione” perchè le tonache preferiscono sottoporre le peccatrici-assassine-di-embrioni al supplizio della lama del bisturi. “Viva preoccupazione” fu manifestata quando si trattava di decidere di sposare i gay, “viva preoccupazione” quando in un liceo romano s’è deciso di mettere (ed era ora) una macchinetta per distribuire i preservativi agli studenti. “Viva preoccupazione” anche quando in occasione dei tagli alla scuola, Tremonti espresse anche la volontà di operare una riduzione degli emolumenti statali alle scuole cattoliche, riduzione che non solo fu immediatamente ridimensionata in modo drastico, ma a cui posero rimedio le regioni a forte componente cattolica come la Lombardia di Formigoni, a causa del quale i contribuenti spendono per uno studente delle scuole private (in stragrande maggioranza clericali) 100 volte quel che spendono per uno delle scuole pubbliche.
I politici, specialmente di destra ma non solo, sono sempre molto sensibili alle istanze dell’Osservatore romano e la “viva preoccupazione” che periodicamente viene espressa è sempre accolta: come un comprensivo consesso di psichiatri attenti all’ansia vaticana (la sua “viva preoccupazione” appunto) i politici vanno sempre incontro a cio’ che i preti chiedono: ricorsi sulla questione del crocefisso, esenzione dall’ICI sia sugli immobili della chiesa che sulle attività commerciali, soldi a palate per le associazioni di “volontari” cristiani e soldi, soldi e ancora soldi alle scuole private, con il pretesto di tutelare la libertà di scelta dei cittadini: “se vuoi mandare il figlio ad ottenere una educazione ai valori cattolici è giusto che tu lo possa fare”. Della serie: come giustificare l’ingrasso con soldi pubblici ad una lobby, attraverso una mistificazione del concetto di “libertà di scelta”. Che non si applica, però, alle donne che scelgono di abortire con la RU486, per esempio, per le quali vale la logica inquisitoria secondo cui la “nuda lama” è un mezzo migliore della “fredda pastiglia” per interrompere la gravidanza in quanto il “dolore” fa meglio riflettere le peccatrici sull’offesa rivolta a dio.

Oggi lo scandalo degli atti sessuali sui bambini perpetrati dai preti sta raggiungendo dimensioni esorbitanti in tutte le nazioni (USA, Canada, Brasile, Austria, Germania, Irlanda) dove sono presenti istituzioni educative legate alla chiesa cattolica. La pervasività del reato (con contorno di omertà) sta raggiungendo l’Italia e se si cominciano a contare uno per uno i bambini violentati dai preti, ce n’è abbastanza per poter a buon diritto affermare che con cifre del genere la chiesa cattolica non puo’ piu’ godere da parte degli stati dell’accreditamento a gestire scuole, licei, asili e neppure oratori. Vi sono precedenti fattuali e numerici per cui non solo le istituzioni educative ecclesiastiche non dovrebbero mai piu’ ricevere un centesimo a titolo di finanziamento pubblico, ma dovrebbero essere chiuse per pericolosità sociale.

Ricordo un vecchio film spagnolo dell’ epoca franchista. Un film che doveva servire ad affezionare di piu’ il popolo alla casta clericale e (che da sempre affianca le peggiori dittature e ingrassa predicando rassegnazione cristiana presso i sudditi sottomessi) e che ebbe immenso successo in Italia: “Marcellino Pane e Vino”. Narrava di un trovatello che, allevato da una combriccola di frati, parlava con il Crocifisso, confidandogli i suoi problemi che vertevano soprattutto sulla mancanza della mamma. Alla fine il bimbo viene trovato morto dai frati, perchè, secondo la favoletta, Cristo avrebbe esaudito il suo massimo desiderio, cioè ricongiungersi con la madre defunta. Tratto da una novella di Jose Sanchez Silva, potrebbe essere che questo racconto prendesse spunto dalla storia verosimile di un bambino suicida perchè abusato dai frati che l’ospitavano. Alla luce del capillare fenomeno per cui i piccoli educandi affidati ai preti sono stati da questi molestati e violentati, potrebbe essere un’interpretazione plausibile, calcolando che leggendo una delle centinaia di testimonianze sul turpe fenomeno, vi si parla, a titolo di esempio, di un sacerdote violentatore che faceva leggere il libro delle preghiere sull’altare ad una bambina nuda, prima di violentarla. Altri racconti delle vittime riguardano punizioni corporali, fruste, schiaffi, umiliazioni pubbliche e tutto l’armamentario immaginativo di una sessualità alla “Angelo Izzo”.

Aveva ragione Nietzsche a dichiarare l’antivitalità del cristianesimo: nell’inconscio collettivo di questo clero cattolico albergano ancora le camere di tortura, la purificazione attraverso il dolore fisico, l’umiliazione dell’individuo attraverso pratiche di riconoscimento guidato della propria “sporcizia interiore”, oltre che un rapporto con la sessualità negatore della gioia di vivere attraverso l’esclusiva imperiosa subordinazione della sfera sessuale alla procreazione. Il sesso viene abbassato all’unico livello di “dovere” coniugale: resta fuori da questa definizione tutto l’aspetto del piacere dell’incontro con l’altro in quanto altro. Le fantasie sessuali dei cattolici sono di ordine masochistico: se oggi l’autoflagellazione è rappresentata soltanto durante le “vie crucis” estreme, il cilicio come strumento di “penitenza” personale è ancora, presso i cattolici, largamente indossato: poichè il “piacere” sporca (anche nel matrimonio) allora è necessario indurre la nevrosi che tramuta il piacere in dolore e rende gli individui capaci di goderne lo stesso, soffrendo: questa, signore e signori, è la “morale cristiana” predicata dalla chiesa: quest’aberrazione infetta e infettante dell’essere umano.
Al di fuori del “dovere coniugale” ogni pratica rivolta al piacere è abolita: vietata la masturbazione, vietato il “petting”, vietato l’amore omosessuale: la morale sessuale cristiana chiede la castità come unica alternativa al coito doveroso finalizzato alla procreazione tra coniugi: i preti pedofili sono enti umani che si sono ammalati di questo condizionamento. Questa esaltazione morbosa della castità, fuori dalla quale vi è o la procreazione o la perdizione è la ragione per cui il preservativo -di cui il papa ha recentemente ribadito il divieto nei paesi africani ad alto tasso di contagio per A.I.D.S- “desta preoccupazione” presso il MOIGE e presso l’osservatore romano.

E la nostra eccessiva tolleranza verso questa sottocultura e i politici che vogliono perpetuarla, accordando alla chiesa sempre piu’ accondiscendenze estese a cittadini che non la condividono e privilegi (tanto piu’ iniqui se si pensa alla crisi economica che attanaglia la società) in termini di ricchezze ad essa elargite è tra le principali ragioni del malessere di questo paese.

http://www.cloroalclero.com/


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Erwin
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