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4Novembre,studenti(ed altri)in piazza contro spese militari

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4 Novembre,studenti in piazza "Voi non avete fermato il vento"

Dopo il 15 ottobre il Governo sta vergognosamente ignorando quel mezzo milione di persone che nelle strade di Roma, e in tanti altri milioni nel resto del mondo, reclamavano un cambiamento globale dell’economia e della società, una regolamentazione ferrea della finanza, la tutela dei beni comuni e una necessità profonda di democrazia e protagonismo sociale, schiacciando il dibattito nella pericolosa spirale violenza-repressione.

Non potremo mai accettare che il movimento studentesco, dopo anni di legittimità e di lotte, sia ridotto ad un problema di ordine pubblico, che siano sgomberate scuole con la forza come in questi giorni, che si impedisca di manifestare il nostro dissenso. Abbiamo portato in questi anni al centro del dibattito le condizioni della nostra generazione precaria e non permetteremo di essere ricacciati nel dimenticatoio della politica con un colpo di coda repressivo e securitario.

Per questo rilanciamo la data del 4 Novembre, giornata di mobilitazione costruita dal basso, discussa nelle assemblee studentesche da Nord a Sud del Paese, da Torino, Milano, Roma, Bari, Genova, Cosenza, Pisa, Trieste come risposta a questo clima creato da chi vuole far morire il movimento per garantirsi qualche altro mese di legislatura. Noi non ci fermeremo e moltiplicheremo questa giornata nei prossimi giorni in tutti i territori.

Nella giornata delle forze armate, vogliamo lanciare una chiara provocazione: che vengano tagliate le spese militari, utilizzate per fare guerre, per rendere l’Italia un Paese belligerante, contrariamente all’art 11 della nostra Costituzione, e si finanzi il diritto allo studio e l’edilizia scolastica. Il 4 Novembre saremo quindi di nuovo in piazza con già oltre 30 cortei mattutini e pomeridiani, sit-in, assemblee, accampate e mobilitazioni dentro e fuori le scuole.

Ci mobilitiamo in connessione con la mobilitazione internazionale di Nizza contro le politiche del G20 di Cannes. Non possono essere nè 8, nè 20 potenti della Terra a decidere della vita di miliardi di persone. Per questo con intelligenza eradicalità, orientando consenso nel paese, manifesteremo la nostra volontà di cambiare lo stato di cose presenti. Il frutto di questa crisi è la conseguenza di chi negli ultimi 20 anni ha preso decisioni dall’alto in vertici antidemocratici che hanno deciso sulla testa dei popoli.

Vogliono farci pagare il costo di una crisi che non abbiamo prodotto, togliendoci diritti, distruggendo scuola, università e beni comuni. Noi non accetteremo questa ingiustizia. Ci opporremo nelle piazze a questo modello di società e praticheremo un’altro modo di fare scuola nelle nostre aule. Il 4 Novembre sarà una giornata di democrazia reale come il 7 ottobre abbiamo già fatto 150 000 studenti nel paese. Il cambiamento è iniziato e non ci ferma più nessuno, perchè “voi non potere fermare il vento, ci fate solo perder tempo” (F. De André)

www.unionedeglistudenti.net

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Appello del Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo, del Movimento Nonviolento e di PeaceLink

4 Novembre, sia giornata di lutto e di impegno contro ogni guerra

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento
per contatti: www.nonviolenti.org

PeaceLink
per contatti: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo
per contatti http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

"tagliare le spese militari" non è corretto, voglio vedere quando ci toccherà a noi essere nei panni della Libia come si risponderà ai colonizzatori... marcino piuttosto per uscire dalle 'missioni' o, meglio ancora, per uscire dalla Nato

Pellegrino, di nome e di fatto, pensi veramente che se per caso finissimo come la Libia la nostra armata brancaleone potrebbe salvarci?

Care tutti e tutte,
L'Associazione per la pace condivide ed assume l'appello del Movimento Nonviolento, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: ogni vittima ha il volto di Abele.

Invita a partecipare e a promuovere iniziative e commemorazioni per il 4 novembre.

Fuori la guerra dalla storia, con il coraggio della nonviolenza.

Luisa Morgantini
Associazione per la Pace

Dalla nonviolenza in cammino
del Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo

Roma Largo Argentina, dalle 16 alle 19
4 NOVEMBRE 2011
- Presidio della rete NOWAR contro le guerre e le spese militari

“Giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale”. Continua ad essere chiamato così il 4 novembre, cent’anni dopo la fine del primo terribile conflitto mondiale del novecento. Giornata celebrata dai cappellani militari nelle piazze di tutta Italia, caserme e unità navali aperte alla visita di civili, compreso lo spazio del Circo Massimo a Roma, completamente militarizzato per l'occasione. Eppure mai come quest’anno ci sarebbe bisogno di celebrare invece il disarmo e il bisogno di pace, dopo l'infame guerra neocoloniale in Libia, finita in una oscena macelleria, dopo dieci anni di guerra infinita in Afghanistan, dopo l'escalation delle spese militari che hanno portato l'intero mondo a spendere 3 milioni di dollari al minuto in armi ed eserciti, nel pieno di una crisi globale che ha distrutto lo stato sociale.

Per protestare contro la guerra in Libia, contro la guerra in Afghanistan, contro le spese militari e le missioni militari, la rete NoWar di Roma organizza una mostra contro la guerra in ricordo delle sue vittime.
Per protestare contro il ruolo di guerra dell'Italia, anche perchè, secondo la Nato, l’80% delle missioni aeree della coalizione anti-Gheddafi sono state lanciate da basi italiane (Decimomannu, Trapani-Birgi, Sigonella, Gioia del Colle, Aviano, Amendola e Pantelleria, con l’apporto di altre infrastrutture Usa, Nato e italiane come Camp Darby, Pisa, Napoli-Capodichino, Poggio Renatico, Augusta, ecc.).

Il 4 novembre dovrebbero scendere di nuovo in piazza gli indignati che si oppongono al modello globale neoliberista e al conseguente smantellamento dello stato sociale. Infatti le guerre del complesso militare-industriale nazionale, stanno dilapidando enormi risorse finanziarie, dissanguando i bilanci dello Stato e annientando le politiche di redistribuzione sociale.

Senza contare la guerra a Gheddafi, le missioni militari all’estero costeranno a fine 2011 un miliardo e mezzo di euro. Un insostenibile spreco di denaro imposto dai fabbricanti d’armi del complesso Finmeccanica e dal colosso degli idrocarburi ENI, le due holding che con il loro potere finanziario condizionano pesantemente le scelte di politica industriale, estera e della difesa. Come insostenibile è il livello raggiunto dalle spese militari: sempre nel 2011, il solo bilancio del Ministero della difesa ammonta a 20.556.850.000 (venti miliardi e mezzo) di euro, 192 milioni in più del bilancio 2010. E questo mentre istruzione, università, sanità, ambiente, pensioni, assistenza sociale e occupazione giovanile vengono falciate senza pietà.

Noi non festeggeremo il 4 novembre. Lo vivremo come un giorno di dolore e di lutto. E mostreremo indignati tutta la nostra rabbia.
Presidio e mostra contro la guerra a Largo Argentina dalle 16 alle 19.

Roma, Rete NOWAR

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