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CH: giu' aziende agricole, su' quelle bio

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http://www.gdp.ch/svizzera/lagricoltura-bio-sempre-piu-diffusa-id86417.html

Svizzera - Le cifre dell'UST
L'agricoltura "bio" sempre piu' diffusa
Il numero di produttori agricoli in Svizzera continua a calare. Mentre il biologico e' ormai praticato da oltre l'11% delle aziende (6000). Cresce la manodopera straniera nel settore primario.

Ats/Red - 11 agosto 2015

Sempre meno aziende agricole in Svizzera: l'anno scorso se ne annoveravano un po' piu' di 54'000 (-2,1% rispetto al 2013). Continua invece ad aumentare l'agricoltura biologica, che e' ormai praticata da oltre l'11% delle aziende. E' quanto emerge dal censimento annuo pubblicato oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Secondo l'UST, il 2014 e' stato caratterizzato dalla continuita'. Come gli scorsi anni, il numero di aziende convenzionali e' calato attestandosi a 54'046 unita'. La superficie agricola utile e' rimasta stabile a 1,05 milioni di ettari ed e' per la maggior parte occupata da zone inerbite (71%) e da colture granarie (14%), principalmente grano e orzo.

Oltre 6000 aziende "bio"...

Dalla statistica risulta che l'agricoltura "bio" seduce sempre di piu' i contadini (+2,4% rispetto al 2013). Nel 2014, 6195 aziende hanno optato per questo sistema produttivo, ovvero l'11,5% del totale, estendendo cosi' la coltura biologica a circa 134'000 ettari. La produzione "bio" e' assai diffusa anche tra gli allevatori, visto che e' stata adottata dal 13% delle aziende detentrici di bestiame.

... sempre piu' polli e galline ovaiole

Per quanto riguarda il tipo di animali allevati, il numero di bovini ammonta a 1,56 milioni, di cui oltre un terzo (38%) e' costituito da vacche lattifere. L'effettivo delle pecore (403'000 capi) conferma la lenta diminuzione che si constata da vari anni, mentre il numero di capre si e' stabilizzato intorno alle 88'000 unita'. Continua invece ad aumentare il numero di galline ovaiole e polli da ingrasso (+6,4% rispetto al 2013).

Parlando della forza lavoro, invece le persone impiegate nel settore primario lo scorso anno erano 158'800. Circa la meta' (45%) lavorava a tempo pieno, mentre la manodopera straniera costituiva il 9,8% degli occupati (+9% rispetto al 2013).

-- NB --
Sfido che si danno al bio: i prodotti bio costano al consumatore anche il doppio di quelli non detti bio. Che se poi andiamo a vedere com'era praticata l'agricoltura anche solo 60 anni fa, praticamente era bio senza tanto can-can.
Ad eccezione della vigna per via delle spruzzate di verderame.
Detto fra noi, io andrei a controllare se le nubi sono bio o no, e pure la pioggia, la neve e l'aria in generale. Chi vuol intendere intenda.

L'allevamento del baco da seta era molto bio per i bachi, ma non per le operaie. Problema che non si presenta piu' da noi, cosi' sciocchi da mollare un'industria interessante come la seta ai cinesi. Bio o no.

Comunque il movimento bio ha un atout solido in mano: aborre gli OGM.

E c'e' un altro aspetto: sempre piu' giovani riscoprono le attivita' legate alla terra. Insomma il trend del giovin furbastro che sogna di lavorare in banca forse sta cambiando. L'era ura! Anche le giovani famiglie che vanno ad abitare nelle valli sono una realta'. Inimmaginabile fino a qualche anno fa.

Non resta che reinventarsi un'attivita' economica di valle redditizia (almeno per vivere). L'industria casalinga della paglia in Val Onsernone potrebbe servire da spunto. Va bene e' sparita da decenni, ma si puo' far rinascere qualcos'altro in modo analogo. In Val di Blenio c'e' chi produce bastoni da sci di fondo e li vende nel mondo intero, per dirne una.

Bio o no, sarebbe buona cosa restituire a pascolo il bosco che ha invaso i pascoli. E sarebbe molto bio far fuori tutti i cinghiali che impestano i boschi di zecche e mangiano tutti i funghi, per tacere delle scorribande negli orti. I verdi di citta' lasciamoli scandalizzare, ai tempi di mio nonno, bisnonno, ecc., di cinghiali non c'era nemmeno l'ombra. Anche perche' del bosco ogni famiglia se ne prendeva un po' cura, senza cianciare di bio.

Ho una mia definizione di villaggio bio: quello dove ce la fanno a vivere il panettiere, il gelataio (non fa niente se e' lo stesso panettiere), il macellaio, la latteria comunale, il barbiere, il verduriere, il fiorista, un paio di falegnami, il fabbro ferraio, l'elettricista, lo scultore, il decoratore/stuccatore, il piastrellista, qualche imbianchino, il mugnaio, il postino, il ristoratore, ed almeno un negozio di alimentari. Sarebbe molto bio la sussistenza del medico condotto, quello che si degna di venirti a visitare a casa tua. Sono i villaggi le vere entita' OGM. Talmente geneticamente modificati da essere irriconoscibili come stile di vita. OGMD: oggetti geneticamente modificati a dormitori.

Siamo progrediti socialmente rispetto al Medioevo? Mah!
Rispetto al neolitico? Uhm!

Pero' siamo bio!

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