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Il condono Iva, l’ennesimo pasticcio di Tremonti

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Bocciato dalla Corte di Giustizia europea, il provvedimento varato dal governo Berlusconi nel 2003, oggi rischia di costare assai caro a quanti vi aderirono entusiasticamente per sanare la loro posizione agli occhi del Fisco

Un nuovo fantasma si aggira dall’Europa e si prepara a colpire molti italiani. Sono le cartelle che l’Amministrazione tributaria sta distribuendo proprio in questi giorni a molti italiani che nel lontano 2003 avevano aderito con entusiasmo al “Condono Iva“ varato dall’allora governo Berlusconi che, come in quello attuale, vede alle redini della nostra “Economia&Finanza” sempre il ministro Giulio Tremonti. Quel condono, l’ennesimo di una lunga serie a cui ci ha abituato il centrodestra quando è al governo, è stato bocciato nel 2008 dalla Corte di Giustizia europea.

PASTICCIONI DI GOVERNO – Secondo alcuni, oggi potrebbero essere chiamati a rispondere di quella “evasione” ai danni del nostro erario circa un milione di contribuenti i quali, all’epoca, versando una somma per un ammontare complessivo di circa 3 miliardi di euro – che avrebbero dovuto sanare un’evasione di imposta complessivamente molto superiore - pensavano di aver sanato le loro gravose pendenze con il Fisco. Successivamente, un’altra norma varata nel 2006 dal governo Prodi stabilì, nel tentativo di fare chiarezza e soprattutto di dare un monito agli evasori, che per questo genere di reati tributari i termini per gli accertamenti fiscali, passavano da 4 anni a 8 anni. Stante la bocciatura della Corte di Giustizia europea, quindi, quanti pensavano di aver sanato con la loro “una tantum” la loro posizione irregolare agli occhi del Fisco, oggi rischierebbero di essere sottoposti a pesantissimi accertamenti fiscali. La cosa ha messo in subbuglio molte associazioni di categoria (lavoratori autonomi, specie quelli del commercio) e anche la stessa Confindustria e persino i banchieri dell’Abi, a cui la quasi totalità dei condonati appartengono.

PAGHERETE TUTTO, PAGHERETE CARO – In molti dalle fila dell’allora (come oggi) opposizione in sede di dibattito parlamentare segnalarono al governo il vizio di forma e di sostanza di quel provvedimento. La previsione di una possibile bocciatura dell’Alta corte europea si è poi puntualmente verificata. Il governo, invece, tirò diritto sottovalutando il fatto che, come oggi ricorda il Nens “l’Iva è un’imposta europea e condonare le eventuali evasioni non può essere, quindi, competenza di un singolo Stato poiché in quel modo si sottraggono risorse all’Unione europea”. Oggi, per molti, si vedono gli amari frutti. Quel condono quindi era inammissibile poiché non valido. Adesso, a quanto si apprende, l’amministrazione tributaria, applicando la norma, già ricordata, che proroga a 8 anni i tempi di accertamento in caso di reati tributari, sta inviando gli avvisi a quei contribuenti. Ovviamente non a tutti quelli che aderirono a quel condono, ma solo a quanti già in passato aveva avviato procedure amministrative, poi sospese per il condono e per i quali emerge un’ipotesi consistente di reato come quello per l’utilizzo di false fatturazioni, gravi omissioni di ricavi, ecc.

VATTI A FIDARE DI BERLUSCONI – Come evidenzia il Nens “da questa vicenda, si possono trarre le seguenti conclusioni: “In primo luogo, varando un condono sicuramente votato alla bocciatura, la gestione della cosa pubblica si è dimostrata ancora una volta inaffidabile e improntata alla peggiore spregiudicatezza; in secondo luogo è emerso come, per ottenere un incasso immediato, l’erario sia stato privato di un gettito molto superiore che sarebbe derivato dal recupero delle somme evase. Infine, Sembra evidente che l’ultima delle preoccupazioni di chi ha prodotto questo pasticcio sia stata la tranquillità dei contribuenti che, al contrario, sono stati esposti all’ennesimo conflitto fiscale”. Un altro sgradito regalo del duo Berlusconi&Tremonti.

http://www.giornalettismo.com/archives/92940/il-condono-iva-lennesimo-pasticcio-berlusconi/

si sta parlando dello stato ( Leviatano ?) del miracolo italiano o forse di quello del fare ??

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