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La Brambilla fa causa al Fatto con i soldi nostri...

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Il ministro del Turismo chiede tre milioni di euro al giornale di Travaglio. Facendosi pagare l’avvocato dal ministero.

Non è una notizia che il ministro pro tempore del Turismo Michela Vittoria Brambilla abbia deciso di chiamare in giudizio il Fatto Quotidiano per un articolo intitolato “Ufficio di collocamento Brambilla” (firmato da Fabio Amato e Luigi Franco) e per una serie di giudizi su di lei espressi da Luca Telese prima in tv e poi durante la conferenza stampa di Silvio Berlusconi, con il premier che ha risposto addirittura quasi dando ragione al giornalista prima di smentire poi con un comunicato ufficiale.

LA BRAMBILLA NERVOSA – Quello che appare curioso in questa vicenda è però altro. Nel lunghissimissimo comunicato rilasciato dal ministero, si sostiene tra l’altro:

Della Struttura di missione sono stati chiamati a fare parte, tra gli altri, il Dr. Giorgio Medail e la Dr.ssa Adele Cavalleri, il primo in qualita’ di dirigente e la seconda in qualita’ di consulente, attesa la loro elevata professionalita’ nel settore delle comunicazioni di cui hanno dato, tra l’altro, significativa prova nel periodo in cui hanno lavorato nella Societa’ Mediaset S.p.A., divenuta, anche grazie al decisivo apporto dei predetti professionisti, una societa’ multimediale di rilievo internazionale.

Nell’articolo del Fatto c’era scritta la stessa cosa:

Dalla fallimentare esperienza alla direzione della Tv della Libertà – nata e morta nell’arco di un anno e mezzo – viene ad esempio Giorgio Medail: una laurea in Architettura, direttore dei programmi in una televisione, la Telemilano degli anni ‘70, da cui nascerà Canale 5. E soprattutto il vanto di avere scoperto la giovanissima Brambilla e di averla portata sul piccolo schermo, con tanto di vestiti in pelle, nel lontano 1991, quando il futuro ministro è una giovane finalista di Miss Italia in cerca di gloria. Dai “misteri della notte” al ministero passano diversi anni, e ora Medail è dirigente della “struttura di missione per il rilancio dell’immagine dell’Italia”, costituita con decreto della Presidenza del Consiglio del 30 settembre 2008. Incarico, questo, a cui alterna la conduzione di un programma radiofonico sui misteri d’Italia, ogni domenica su Rtl 102.5. Ma Medail non è l’unico. Da decreto, infatti, la struttura può disporre della consulenza di “esperti”. Tra questi è possibile ritrovare la dottoressa Adele Cavalleri. Al pari di Medail, Cavalleri sa tutto di immagini, ma di turismo? Dopo 20 anni da direttore di produzione Mediaset, anche lei partecipa nel 2007 alla televisione fondata dalla rossa di Calolziocorte. Ora la ritroviamo come esperta di “rilancio dell’immagine” del nostro Paese, con un contratto da 35 mila euro. La stessa cifra percepita da Pierluigi Ronchetti, ex direttore dei programmi di Telemilano e per otto anni direttore di Sorrisi e Canzoni. Se non che, almeno, Ronchetti può vantare nel suo curriculum la passione per l’enogastronomia.

Come si può notare, il Fatto esercita il suo diritto di cronaca (ricordando la casuale circostanza della predetta conoscenza della Brambilla con Medail e l’esperienza in Mediaset) e quello di critica, visto che ricorda giustamente che nessuno dei due ha avuto impieghi in settore. Che la Brambilla ritenga i consulenti che ha assunto come i migliori possibili, è un’opinione che nessuno può criticare. Ma lei non può certo chiamare in giudizio qualcuno che ha un’opinione diversa dalla sua.

LA FURIOSA BRAMBILLA – Continua l’ufficio stampa di Michela:

Quanto agli altri soggetti, menzionati nell’articolo in argomento, essi forniscono circoscritta attivita’ di consulenza agli uffici di diretta collaborazione del Ministro, come attestato dalle relazioni dagli stessi redatte e verificate da parte dell’Ufficio di Controllo della Ragioneria Generale dello Stato, e sono in possesso di tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente (in particolare la qualifica di giornalista professionista per la persona alla quale e’ stato conferito l’incarico di vice capo ufficio stampa).

E questo, nell’articolo del Fatto, non è mai negato. Poi si continua:

Quanto, infine, ai signori Luca Moschini ed Edoardo Colombo, appare sufficiente evidenziare che gli stessi prestano la loro collaborazione in favore degli Uffici, facenti capo al Ministro del Turismo, a titolo totalmente gratuito, e non hanno, percio’, percepito, ne’ percepiscono, alcun compenso a carico dei predetti Uffici.

E anche questo nell’articolo del Fatto non c’è: c’è soltanto un ’si spera – che facciano consulenze, ndr – a titolo gratuito’ che sarà anche malizioso, ma non è certo abbastanza per aprire una richiesta di risarcimento.

LA BRAMBILLA IN CINA – Infine, c’è la scottante questione cinese. Che sarebbe questa:

A quanto sopra, si aggiunga che, nell’articolo di stampa in argomento, risultano riferiti alcuni fatti palesemente falsi; si veda, per esempio, la notizia secondo la quale il Ministro del Turismo, On. Michela Vittoria Brambilla, sarebbe “volata in Cina”, e precisamente a Shanghai, nel giugno di quest’anno, in compagnia dei soggetti, sopra menzionati, per presenziare all’inaugurazione del sito internet destinato ai turisti cinesi nel Belpaese: www.yidalinihao.com. Al proposito, si evidenzia che trattasi di notizia palesemente infondata, in quanto il Ministro Brambilla non e’ mai stata a Shanghai ne’ tantomeno si e’ recata in Cina in compagnia di tali persone. Essa, inoltre, e’ riportata con modalita’ volte a screditare l’immagine dell’Istituzione Pubblica, di cui l’on. Ministro e’ responsabile.

Nell’articolo sul Fatto c’è in effetti scritto che il ministro è volato in Cina, ma nella frase non c’è alcun intento diffamatorio:

I tre volano assieme a Shanghai, nel giugno di quest’anno, per presenziare all’inaugurazione, guarda caso, di un altro sito internet destinato ai turisti cinesi nel Belpaese: www.yidalinihao.com. Yidali Ni hao, letteralmente: Italia, ciao. Niente di particolarmente interessante: spiegazioni sullo shopping e una paginetta di testo per ogni regione. In più, la pregevole descrizione dell’Italia, terra prediletta del golf, sport tanto caro al ministro. Ma chi ha fatto il sito? Interrogando la rete il risultato è curioso: il dominio è intestato a Caterina Cittadino, capo del dipartimento per lo sviluppo del turismo. Ma nella registrazione, datata 14 aprile 2010, la signora Cittadino risponde ad un indirizzo ([email protected]) intestato, ancora una volta, al signor Moschini.

Come si può notare, l’argomento sollevato dal Fatto è tutt’altro, e a questo, nel merito, la Brambilla non si sogna nemmeno di rispondere per chiarire.

L’AVVOCATURA DELLO STATO – Ma il problema purtroppo non è soltanto quello di una richiesta probabilmente infondata. Il problema è che il ministro per tutto ciò quantifica “l’elevata richiesta di risarcimento dei danni che il Ministro del Turismo ha dato mandato all’Organo Legale di avanzare a tutela dell’immagine dall’Amministrazione statale, quantificata in euro 3.000.000, che saranno devoluti ad iniziative di valorizzazione e rilancio dell’immagine dell’Italia nel mondo. A questo deve aggiungersi la richiesta che la sentenza di condanna venga trasmessa all’Ordine dei Giornalisti per l’avvio del procedimento di sospensione degli autori della diffamazione e del Direttore responsabile per un periodo non inferiore a tre mesi“, e dà mandato all’Avvocatura di Stato di muoversi. Ovvero, a un ufficio pubblico pagato con i soldi dei cittadini. Mentre l’ansia querelatoria di Berlusconi aveva almeno il merito di muoversi sempre con i propri mezzi, la Brambilla vuole risolvere il suo problema con il Fatto con i nostri soldi, ovvero quelli di tutti i cittadini. Invece di muoversi, com’è suo pieno diritto e come sarebbe
tra l’altro normale, con i suoi mezzi. Nell’articolo non si discute né si diffama l’onorabilità dell’ente stesso, ma si criticano le iniziative del ministro. Se questo per la Brambilla è cosa da diffamazione – beh: sono sue opinioni, e nel merito un giudice deciderà. Ma il fatto che la sua onorabilità debba essere presa ‘a carico nostro’ – beh, questo non è per niente normale.

http://www.giornalettismo.com/archives/106555/brambilla-causa-fatto-soldi-nostri/2/

Fiat chiede a Santoro 20 milioni

Il Lingotto contro Annozero. Nel mirino le affermazioni contenute in un servizio su tre autovetture ritenuto "fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società". Santoro: "Tranquilli"

Roma - Ammonterebbe a 20 milioni di euro la richiesta di risarcimento danni presentata dalla Fiat contro la trasmissione Annozero di Michele Santoro, per la puntata del 2 dicembre. In particolare, nel mirino del Lingotto erano finite le affermazioni contenute in un servizio su tre autovetture, tra le quali l’Alfa Romeo MiTo, ritenuto "fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società, dei suoi prodotti e dei suoi dipendenti".

Santoro: "Siamo tranquilli" "Tranquilli e sicuri aspettiamo di poter leggere le loro motivazioni per difenderci adeguatamente nelle sedi opportune, come sempre". Così, il conduttore di Annozero, Michele Santoro commenta con la richiesta di risarcimento pari a 20 milioni presentata dalla Fiat contro la trasmissione per la puntata del 2 dicembre. In particolare, secondo il Lingotto alcune affermazioni contenute in un servizio sono state "fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società, dei suoi prodotti e dei suoi dipendenti". Già all’inizio di dicembre, nell’annunciare la richiesta di risarcimento, la casa automobilistica aveva spiegato che "in modo del tutto strumentale" Annozero aveva "illustrato le prestazioni di tre autovetture, fra cui una Alfa Romeo MiTo, impegnate in un test apparentemente eseguito nella stagione autunnale, per concludere, sulla sola base dei dati relativi alla velocità, che i risultati di questa ’provà avrebbero dimostrato una asserita inferiorità tecnica complessiva dell’Alfa Romeo MiTo. Si trattava di una ripresa televisiva che è stata artificialmente collegata ad una prova comparativa condotta nella stagione primaverile, non con le stesse vetture, dal mensile Quattroruote e poi pubblicata nel numero dello scorso mese di giugno di questa rivista".

ma un'esposto alla corte dei conti per sapere come il ministero del turismo amministra i soldi di tutti i cittadini mica si può fare ?

Così per verificare democraticamente la correttezza di funzionamento del ministero del turismo...vabbe che poi la butterebbero in vacca tirando fuori i giudici comunisti in caso di responsabilità rilevanti...e magari pretenderebbero di assorbire al governo anche il potere giurisdizionale...

come direbbe Pellegrino il Fatto, è un giornale poco attendibile e magari a servizio dei poteri forti...è perciò che il potere dello Stato ( Leviatano ?) gli intenta una causa milionaria in euro proprio perche non si cura delle sue inchieste che i governo considererà del tutto false ed evidentemente balzane...sembra un po' il preoccuparsi di un pugile di fronte ad un neonanto che dice di volerlo picchiare...comunque chi vivrà vedrà...

come direbbe Pellegrino

BASTA!! smettila psicopatico!!

come direbbe Pellegrino

BASTA!! smettila psicopatico!!

ma non ritieni che Il Fatto sia un giornale poco attendibile ?? Spiegati un' po' perche ho l'impressione che non vai d'accordo neppure con te stesso salvo quando ci dispensi la tua KKKulturra dell'insulto...PSICOPATICO !

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