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Lettera parlamento europeo - conservazione dati (importante)

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Lettera aperta al parlamento europeo sulla conservazione dei dati

05/12/2005

A tutti i membri del parlamento europeo

Noi i sottoscritti ci appelliamo a voi perché rifiutate la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla conservazione dei dati elaborati in relazione alla disposizione sui servizi pubblici di comunicazione elettronica e la direttiva di emendamento 2002/58/EC

L'adozione di questa direttiva causerebbe un cambiamento irreversibile nelle libertà civili entro l'Unione Europea. Avrà un effetto negativo sui diritti dei consumatori in tutta Europa. E genererà un ostacolo senza precedenti alla competitività globale dell'industria europea.

Una direttiva piena di problemi

Nella società dell'informazione ogni azione umana genera delle registrazioni di transazione. I nostri movimenti, i nostri acquisti e le nostre interazioni con gli altri possono essere continuamente registrate nei database del settore pubblico e privato. Riconosciuto questo, l'Unione Europea ha portato il mondo a stabilire un regime di privacy sui dati per limitare la raccolta, l'elaborazione, la conservazione e l'accesso di queste informazioni. Ora il consiglio sta chiedendo che il Parlamento Europeo cambi la sua posizione e porti il mondo a introdurre una sorveglianza di massa sulle nostre attività.

Secondo la legge esistente dell'Unione Europea molte di queste registrazioni sono già disponibili per l'interesse delle forze dell'ordine per un tempo pari a quello di conservazione usato dalle aziende che forniscono servizi di telecomunicazione. I funzionari della giustizia e degli affari interni stanno facendo pressione per rendere disponibili degli archivi di informazioni persino più grandi.

La direttiva propone la raccolta di informazioni sui movimenti e le comunicazioni di ognuno. L'archiviazione di tali "dati sul traffico delle comunicazioni" permette a chiunque ne abbia l'accesso di stabilire chi abbia comunicato elettronicamente con chi e in quale luogo, dopo mesi ed anni.

In alcuni recenti incontri con il consiglio per la giustizia e gli affari interni, l'1 e il 2 dicembre 2005, sembra che il parlamento europeo abbia improvvisamente concordato di raccogliere informazioni sulle comunicazioni e i movimenti di chiunque per propositi molto vasti delle forze dell'ordine, nonostante in precedenza abbia rifiutato questa politica per due volte.

Ci appelliamo ai membri del parlamento europeo perché rifiutino questa politica in base alle seguenti ragioni.

1. Questa direttiva viola la privacy di tutti gli Europei. La direttiva richiede la raccolta e la conservazione indiscriminata di dati su una vasta gamma di attività degli Europei. Mai è stata introdotta una politica che autorizza la raccolta totale di informazioni per la mera eventualità che potrebbero essere di interesse per lo stato ad un certo punto nel futuro.

2. La direttiva proposta è illegale. Contravviene la Convenzione Europea sui Diritti Umani proponendo la registrazione indiscriminata e sproporzionata di informazioni personali sensibili. Comunicazioni politiche, legali, mediche, religiose e della stampa sarebbero registrare, esponendo tali informazioni all'uso e all'abuso.

3. La direttiva minaccia la fiducia dei consumatori. Più di 58.000 Europei hanno già firmato una petizione che si oppone alla direttiva. Un sondaggio tedesco ha rivelato che il 78 % dei cittadini era contrario ad una politica di conservazione. La direttiva avrà un effetto agghiacciante sull'attività delle comunicazioni poiché i consumatori potrebbero evitare di partecipare a transazioni del tutto legali col timore che saranno registrate per anni.

4. La direttiva sovraccarica l'industria dell'Unione Europea e nuoce alla competitività globale. La conservazione di tutti questi dati crea dei costi aggiuntivi di centinaia di milioni di euro ogni anno. Questi sovraccarichi sono piazzati solo all'industria dell'Unione Europea. Gli Stati Uniti, il Canada e il Consiglio d'Europa hanno già rifiutato la conservazione.

5. La direttiva richiede leggi più invasive. Una volta adottata, questa direttiva non si rivelerà la soluzione definitiva per i crimini gravi. Ci saranno richieste di misure draconiane addizionai, tra cui:

- l'identificazione preventiva di tutti quelli che comunicano, anche richiedendo le carte d'identità nei cyber-cafe, le cabine telefoniche pubbliche, gli hotspot wireless, e l'identificazione di tutti client pre-pagati;

- il divieto di tutti i servizi di comunicazioni internazionali come le web-mail (per esempio Hotmail e Gmail) e il blocco dell'uso di fornitori di servizi che non vengono dall'Unione Europea e di servizi aziendali avanzati.

Un processo illegittimo

I proponenti della politica di conservazione stanno ignorando queste preoccupazioni e stanno armonizzando le misure per aumentare la sorveglianza mentre non armonizzano le tutele contro l'abuso. L'opposizione europea è stata molta, e gli argomenti contrari ragionati e giustificati. Che questa politica sia ancora in vita in Europa è inspiegabile se non con l'illegittimo processo politico che è stato adottato dai proponenti la direttiva.

Questi proponenti affermano che la conservazione si stia diffondendo in Europa. Infatti, meno di cinque paesi hanno qualche forma di autorizzazione a conservare i dati in loco, e ancor meno applicano questa pratica ai servizi di internet.

Il Consiglio sta chiedendo che il Parlamento Europeo approvi un regime che i parlamenti negli stati membri hanno già rifiutato. Per esempio la presidenza del Regno Unito sta proponendo una politica già bocciata nel parlamento del Regno Unito. Il consiglio sta cercando di fare il parlamento complice in questo atto di riciclaggio politico.

Un momento chiave

Mentre l'Unione Europea si imbarca in questa politica priva di precedenti, stiamo affrontando una grave decisione come se volessimo mettere in moto una catena di eventi che porterà ad una società della sorveglianza.

Una volta che un regime di sorveglianza inizia, esso si espande per sempre. Come ha dichiarato in una sua opinione il supervisore europeo per la protezione dei dati, la mera esistenza di dati potrebbe condurre ad un aumento delle richieste per l'accesso e l'uso da parte dell'industria, le autorità delle forze dell'ordine e i servizi di intelligence. Già ora, delle restrizioni accordate nella Commissione per le libertà civili sono state ignorate in negoziati segreti con il Consiglio.

Nonostante il Consiglio affermi che la conservazione combatterà il terrorismo, per anni ha rifiutato di limitare la legislazione a tali indagini. Anche se l'accesso a questi dati fosse limitato dal parlamento ad una lista di gravi crimini, nulla impedisce l'espansione di questa lista: già ora l'industria del copyright ha richiesto l'accesso a questi dati per combattere la condivisione di file on-line.

Ogni rimborso dei costi ai fornitori di servizi, come la maggior parte degli esperimenti di recupero costi per la sorveglianza, sarà probabilmente temporaneo. Infine, i costi e i pesi generati da questa politica saranno visti come 'il costo del fare affari' e saranno trasferiti sui consumatori individuali come 'il costo della comunicazione in Europa'.

L'unico modo in cui possiamo prevenire questa catena di eventi è seguire l'esempio di altri paesi nel mondo e rifiutando interamente questa politica.

Le promesse non bastano

Il supervisore europeo alla protezione dei dati, il gruppo di lavoro per la tutela dei dati personali (articolo 29), e il parlamento europeo stesso, hanno ripetutamente dichiarato le loro convinzioni che non fosse il caso di ricorre alla conservazione. E i loro appelli per standard e tutele necessarie sono passati inosservate. Anche le preoccupazioni della società civile
e dell'industria delle telecomunicazioni nono sono state contemplate adeguatamente.

Questa politica continua solo grazie a dei processi segreti, accordi stabiliti senza sorveglianza, e mediante un dibattito a tappe forzate perché il Consiglio teme una discussione aperta e democratica su tali questioni. Questo è provato dalla mancanza di politiche simili negli stati membri, dove la sorveglianza parlamentare è richiesta costituzionalmente.

L'Unione Europea dovrebbe seguire l'esempio di paesi aperti e democratici che hanno invece scelto di implementare un regime di preservazione in cui i dati sono raccolti e conservati solo per indagini specifiche e vi si può accedere mediante disposizioni giudiziarie.

Noi, i sottoscritti, ci appelliamo ai membri del parlamento europeo perché riconosca la significativa minaccia alle libertà civili europee, ai consumatori, all'industria e dunque perché rifiuti la direttiva sulla conservazione dei dati delle comunicazioni.

Traduzione di Carlo Martini

http://www.privacyinternational.org/article.shtml?cmd [347]=x-347-478392&als

=PL%20Comms%20Surveillance

Se volete firmare a nome di organizzazioni potete scrivere in inglese a uno di questi indirizzi:

Sioera Nas ([email protected])

Hus Hosein ([email protected])

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