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"No Debito" - Assemblea cittadina romana 23/11

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Rigettiamo la lettera della BCE e lanciamo un referendum contro i suoi diktat

CONTRO L'EUROPA DELLE BANCHE

NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO

Assemblea cittadina a Roma mercoledì 23 ore 16,30 alla facoltà di Fisica (La Sapienza)

E’ da più di un anno che in Italia cresce un movimento di lotta diffuso e che si è espresso con una vasta e convinta mobilitazione, attraverso un processo che ha mostrato che la domanda di cambiamento sociale, di democrazia e di un nuovo modello di sviluppo economico, ha raggiunto la maggioranza del Paese. Ma mentre si aggrava e si attorciglia su se stessa la crisi della destra e del suo governo ormai dimesso, il centrosinistra accusa quest'ultimo di non essere stato in grado di rispondere pienamente ai dettami dell'Unione Europea e della BCE e si candida pienamente a farlo.

L'incarico di formare il Governo a Mario Monti realizza quel “governo unico delle banche” che rappresenta una minaccia dichiarata ai diritti sociali e dei lavoratori e delle condizioni di vita dei settori popolari.

Siamo quindi di fronte a un passaggio drammatico della vita sociale e politica del nostro Paese. Le grandi domande e le grandi speranze delle lotte e dei movimenti di questi ultimi tempi rischiano di infrangersi di fronte al muro del potere economico e finanziario che, cambiando cavallo, intende comunque far pagare a noi tutti i costi della crisi.

Nell’Unione Europea la costruzione dell’euro e i patti di stabilità ad esso collegati, hanno prodotto una dittatura dei paesi forti, primi fra tutti Francia e Germania, delle loro banche e della loro finanza, che sta distruggendo ogni diritto sociale e civile. Una dittatura nell'eurozona dalla quale se ne può uscire immaginando un'alleanza alternativa dei paesi del Mediterraneo. La democrazia viene cancellata da questa dittatura perché tutti i governi, primi fra tutti quelli della periferia produttiva interna, quale che sia la loro collocazione politica, devono obbedire ai suoi dettati, come stiamo vedendo drammaticamente in Grecia, che rappresenta soltanto la punta dell’iceberg.

Si impone l’innalzamento dell’età pensionabile, la precarizzazione del lavoro e della vita, le donne sono sempre più sottoposte alle discriminazioni patriarcali e alle aggressioni delle ristrutturazioni e del mercato, si mettono in discussione i contratti nazionali, sia nel lavoro pubblico che in quello privato, attraverso un autoritarismo padronale e manageriale si azzerano i diritti e le libertà conquistate dal mondo del lavoro, l’ambiente, la natura, la salute sono sacrificate sull’altare della competitività e della produttività, si costruisce un apartheid per i migranti e si alimentano razzismo e xenofobia tra i poveri.

Per questo è decisivo la continuazione di una stagione di lotte e mobilitazioni, perché rimaniamo convinti che la posizione indicata in questi mesi – no al debito e no al vincolo europeo – mantenga intatta la sua credibilità e troverà conferma nello sviluppo dei fatti. Tutte e tutti coloro che in questi mesi hanno lottato per un cambiamento sociale, civile e democratico, per difendere l’ambiente e la salute, per la difesa e per il rilancio delle conquiste del mondo del lavoro, che hanno messo in discussione la politica di patto sociale devono trovare la forza di unirsi per costruire un’alternativa fondata sull’indipendenza politica e su un programma chiaramente alternativo a quanto sostenuto oggi sia dal centrodestra, sia dal centrosinistra.

Per questo proponiamo 5 punti prioritari, non conclusivi od esclusivi ma sicuramente discriminanti, per costruire questa alternativa e le lotte necessarie a sostenerla, e per lanciare già nell’immediato una proposta di referendum che si opponga ai diktat della BCE e al tentativo di azzeramento della democrazia.

1. Non pagare il debito

2. Drastico taglio alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra

3. Giustizia e diritti per tutto il mondo del lavoro

4. I beni comuni per un nuovo modello di sviluppo

5. Una rivoluzione per la democrazia

(per un maggiore approfondimento dei 5 punti si può consultare http://sites.google.com/site/appellodobbiamofermarli/home )

A questo bisogna aggiungere, nella nostra città, un battaglia che si opponga al Sindaco Alemanno e che crei le condizioni per le sue dimissioni e per quelle della sua Giunta. Le sue politiche sociali e ambientali, quelle delle sue privatizzazioni, che si pongono in continuità con le amministrazioni di centrosinistra del passato, delle svendite dei beni pubblici, i suoi comitati d’affari e i suoi stati generali che erogano denaro pubblico alle multinazionali italiane e straniere per opere che non hanno nulla a che fare con le reali esigenze della città, il suo ruolo di gendarme locale degli interessi del Governo nazionale e dell’Unione Europea con il suo divieto a manifestare e i relativi atti repressimi che abbiamo visto in questi ultimi giorni, sono diventati insopportabili per la nostra città e contrari agli interessi sociali degli strati popolari. Anche per Roma c'è bisogno di un'alternativa all'attuale giunta di centrodestra, ma anche a quel centrosinistra che si candita a sostituirla con l'intento della sostanziale continuità con questa.

Su questi punti invitiamo le forze politiche e sociali, i sindacati conflittuali, i comitati, le associazioni, tutti e tutte che si pongono in alternativa sia al centrodestra che al centrosinistra, a discutere e a confrontarsi, anche in preparazione della seconda Assemblea nazionale del 17 dicembre prossimo, in una

ASSEMBLEA CITTADINA

mercoledì 23 novembre 2011 alle ore 16,30

Aula Amaldi del Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza - Roma

COMITATO NO DEBITO - ROMA

http://www.contropiano.org/it/eventi/details/201-roma-mercoledi-23-novembre-no-debito

Affollata assemblea ieri a Roma. Oggi tocca a Firenze. Domani a Torino. E poi Trieste, Bari e altre città. Il movimento No Debito include e convince settori sociali e politici diversi. Tutti quelli che vogliono opporsi al governo Monti e ai diktat della Bce. Appuntamento nazionale il 17 dicembre.

Qui di seguito il comunicato finale emerso dall’assemblea cittadina di Roma sul No Debito

I circa 200 partecipanti riuniti nell’assemblea del 23 novembre presso il dipartimento di Fisica della Sapienza a Roma chiamano tutte e tutti coloro che sono intenzionati a rifiutare i diktat della Banca Centrale Europea, della finanza internazionale, delle multinazionali e del grande padronato, a un rilancio delle mobilitazioni per costruire una reale opposizione politica e sociale nel paese al nuovo governo Monti e nella città alla giunta del sindaco Alemanno.
Il governo Berlusconi è caduto per lo sgretolamento della sua credibilità tra i poteri forti e del consenso popolare nel paese. Berlusconi però è stato sostituito da un governo che, con Napolitano come garante e con il sostegno dell’intero arco parlamentare, ha adottato come suo programma la lettera ed i diktat programmatici della BCE. Un programma economico di ristrutturazione selvaggia che, in nome del pagamento del debito e della crisi da parte dei ceti subalterni, si propone di tagliare pensioni, stato sociale e diritti, di ridurre il salario legandolo strettamente alla produttività, di privatizzare e svendere i beni comuni, di precarizzare ulteriormente la vita e cancellare il presente ed il futuro di milioni di giovani, tramite tagli alla scuola, all’università e alla ricerca pubblica.

Per applicare queste ricette la troika BCE-UE-FMI sta facendo passare l’idea della necessità di un’economia di guerra, che congeli tutti gli spazi di democrazia residua nei paesi sottoposti agli attacchi speculativi in questo periodo (Grecia ed Italia in primis).

Diciamo subito che noi non siamo disposti a barattare ciò che resta della democrazia e dei diritti in cambio di eventuali misure di una presunta “equità” dei sacrifici.

Le risorse devono essere sottratte alla speculazione delle banche, ai favori alle imprese, all’evasione fiscale, agli investimenti militari, alle devastazioni ambientali e in generale ai profitti. Contemporaneamente devono essere destinate a salari, reddito, welfare e diritti.

L’appoggio unanime del parlamento a questo governo dimostra che oggi un vero cambiamento sociale fondato sull’eguaglianza, sulla giustizia e la democrazia non può realizzarsi né con il centrodestra, né con il centrosinistra, perché entrambi adottano come riferimenti immodificabili le politiche liberiste della Bce e del Fondo Monetario Internazionale.

Dobbiamo fermarli noi, perché nessuno lo farà al nostro posto!

VOGLIAMO ESSERE NOI A DECIDERE SUL NOSTRO FUTURO

Siamo di fronte a un’emergenza democratica perché chi continua ad arricchirsi e speculare non vuole rischiare in nessun modo un confronto politico pubblico. Dare la parola al paese reale che paga già da tempo i costi di questo modello economico fallimentare significherebbe per loro andare incontro a sonore bocciature.

Quindi rivendichiamo di poter prendere la parola, anche attraverso un referendum, per poter dire no ai vincoli della finanza internazionale e della Banca centrale europea.

CONTRO LE POLITICHE DI ALEMANNO

Queste politiche di austerity e sacrifici sono in perfetta sintonia con le misure applicate dalla Giunta Alemanno nella città di Roma. Una città che dietro le vetrine mediatiche di questa giunta inefficiente e reazionaria nasconde uno spaccato sociale drammatico. In un comune ai primi posti nel paese per cassintegrazioni e crisi aziendali, la precarietà del lavoro dilaga tanto nel settore privato quanto nella pubblica amministrazione, ormai totalmente in mano alle esternalizzazioni. Il welfare è inesistente, assistiamo a tagli e privatizzazioni dei servizi a fronte di aumenti delle tariffe, decine di migliaia di persone hanno il problema della casa, abbiamo cifre impressionanti di lavoro nero e sottopagato per migranti e non solo, vengono portate avanti cementificazione e devastazioni ambientali, svendita del patrimonio pubblico. Questo ora avviene con il provvedimento su Roma Capitale, uno strumento con cui il governo Monti intende rafforzare Alemanno e la rendita speculativa nel disegno della città.

Come se non bastasse, il sindaco Alemanno, per contenere il conflitto e dividere il tessuto sociale, soffia pericolosamente sul fuoco di odi razziali e applica misure antidemocratiche con sgomberi, divieti di manifestare e limitazione degli spazi di democrazia e dissenso.

Di fronte a tutto questo vogliamo aprire un confronto pubblico e proporre livelli di iniziativa comune con tutti i movimenti e le forze sociali e politiche sane della città, rivendicando la nascita di spazi pubblici nuovi e alternativi.

Siamo in credito, per questo intendiamo costruire una campagna “Io l’aumento non lo pago” contro il rincaro delle tariffe nel trasporto pubblico. Dobbiamo inoltre pensare entro il mese di dicembre tutti insieme a una grande mobilitazione cittadina che faccia sentire al sindaco Alemanno la pressione di un’opposizione vera contro le sue politiche sociali e repressive.

Proponiamo a tutte e tutti di sostenere una campagna comune basata su:

- non pagare il debito, far pagare la crisi alle banche, ai monopoli, alla finanza internazionale e ai grandi patrimoni
- no alle spese militari e a tutte le spese di guerra
- giustizia per il mondo del lavoro, diritti per tutte e tutti, no alla flessibilità e alla precarietà

- difesa dell’istruzione e della ricerca pubblica e del diritto allo studio
- beni comuni come alternativa alle privatizzazioni e al mercato selvaggio
- una democrazia reale in alternativa ai governi autoritari e alla tecnocrazia imposta dalla Bce
- lottare contro le politiche repressive, i tagli, le privatizzazioni e la negazione del diritto all’abitare della giunta Alemanno

INIZIATIVE PROPOSTE

ASSEMBLEA NAZIONALE A ROMA IL 17 DICEMBRE “NOI. NO DEBITO”

PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELL’ACQUA IL 26 NOVEMBRE CON UNO SPEZZONE NAZIONALE “NO DEBITO”

SOSTEGNO ALLE LOTTE DEI LAVORATORI, DEI PRECARI E DEGLI STUDENTI A ROMA

LOTTA CONTRO L’AUMENTO DEL COSTO DEI TRASPORTI

SOSTEGNO ALLA CAMPAGNA PER L’AUTORIDUZIONE DELLE TARIFFE DELL’ACQUA

SOSTEGNO ALLE LOTTE CONTRO IL PIANO-RIFIUTI NEL LAZIO, IN DIFESA DEI BENI COMUNI E CONTRO LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI

PERCORSO VERSO UN REFERENDUM CONTRO I VINCOLI EUROPEI
MANIFESTAZIONE CITTADINA CONTRO ALEMANNO E LE SUE POLITICHE

Comitato "No Debito" - Roma

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