Notifiche
Cancella tutti

Speciale-Mobilità elettrica urbana:tecnologie e mercato

   RSS

0
Topic starter

L' auto così come l' ha vista chi ha vissuto gli ultimi decenni è arrivata al capolinea e ci sarà un velocissimo cambio di paradigma. I tempi di questa transizione dipenderanno molto dall' informazione che accompagnerà questo periodo. In tutto l' ambito energetico c'è già tecnologia sufficiente per un cambio di paradigma. E' l' informazione, non solo dei media ma anche di istituzioni e soggetti vari, che determinerà questa mutazione.

Per questo segnalo questo speciale. lo faccio anche per vedere l' effetto che fa, magari di rifiuto e disinteresse. Buona lettura.

Marcopa

E' online lo Speciale di Qualenergia.it, a cura di Carlo Iacovini (Clickutility On Earth)(20 pagine in Pdf n.d.r.), dedicato ai veicoli per la mobilità elettrica urbana. Un settore tecnologicamente pronto con prodotti e servizi disponibili per un mercato che però stenta a crescere. Una vasta scelta di tecnologie 'green' basate sull’uso di batterie per la trazione delle automobili.

a questo link:

http://qualenergia.it/speciali/20131127-mobilit%C3%A0-elettrica-urbana-tecnologie-per-il-mercato

Redazione Qualenergia.it
28 novembre 2013

QualEnergia.it pubblica lo Speciale "Mobilità elettrica urbana: tecnologie per il mercato", a cura di Carlo Iacovini. Un excursus sulle diverse vetture elettriche presenti sul mercato e sulle infrastrutture necessarie.

Oggi le auto elettriche sono meno dell’1% del mercato. Nulla rispetto agli investimenti che l’industria sta sostenendo in un settore in profonda crisi. Ma è sorprendente notare che in un passato lontano, nel 1900, il 34% della auto circolanti tra New York, Boston e Chicago erano elettriche!

Cosa è successo allora? Un’industria potente ha “soppresso” la tecnologia elettrica in favore di un’altra (a benzina in questo caso), spostando massicci investimenti in quella direzione e sviluppando i motori a combustione. Ai primi del ’900 quel prodotto era più semplice da guidare, non emettevano fumi inquinanti e richiedevano molte meno manutenzione, percorrendo per lo più piccole distanze (ideale per le ridotte).

Ma le sorprese non finiscono. La compagnia elettrica (The electric vehicle company) dell’epoca era anche il più grosso produttore e possessore di auto degli Stati Uniti. Infatti già allora i veicoli erano per lo più forniti sotto forma di noleggio, a breve (poche ore) o per settimane o mesi. Quindi oltre 100 anni fa il mercato aveva già sviluppato forme di car sharing elettrico. E c’è voluto oltre un secolo per accorgersi che, forse, era un sistema intelligente per la mobilità nelle città. Purtroppo, le lobby industriali di allora (anche le regole non scritte del mercato esistevano già) in pochi anni hanno portato la compagnia alla bancarotta ed ecco comparse le case automobilistiche che in breve tempo hanno sviluppato prodotti più economici e performanti. E tutti ci siamo semplicemente abituati a questo concetto di automobile.

C’è voluto oltre un secolo perché la tecnologia dei sistemi a trazione elettrica trovasse applicazioni industriali, investimenti e mercato. Sperimentazioni condotte in Francia negli anni ’60, poi ancora nei decenni successivi fino ai primi progetti di FIAT con le PANDA Elettriche nei primi anni ’90 e il famoso prodotto General Motors EV1 non hanno portato risultati evidenti, mentre solo nell’ultimo decennio si è assistito a un cambio repentino di rotta a partire dagli investimenti di Toyota nell’ibrido.

Oggi possiamo trovare una vasta scelta di tecnologie “green” basate sull’uso di batterie per la trazione delle automobili, riassumibili in:

tecnologia full electric
tecnologia ibrida, a sua volta suddivisa in ibrida, ibrida plug-in e micro ibrido
tecnologia elettrica con 'range extender'
altre tecnologia sperimentali: fuel cell, aria compressa, retrofit.
Ogni tecnologia presenta pregi e difetti e l’industria dell’automotive ha scelto strategie differenti in base alle potenzialità di mercato, ai propri obiettivi o al target di clienti.

Lo Speciale di Qualenergia.it è dedicato dunque ai diversi veicoli per la mobilità elettrica urbana. Un settore tecnologicamente pronto con prodotti e servizi disponibili per un mercato che però stenta a crescere. Complici la crisi strutturale del settore auto, la diffidenza dei consumatori e un sistema di infrastrutture praticamente inesistente.

VAI ALLO SPECIALE TECNICO

http://qualenergia.it/sites/default/files/articolo-doc/Speciale-mobilit%C3%A0-elettrica-urbana_qualenergia_nov2013.pdf

Redazione Qualenergia.it
28 novembre 2013

Ci sono decine di ricerche non sospette, fatte da parte di ecologisti e decrescisti, che dimostrano come il mercato dell'auto elettrica sarà sempre e solo un piccolo mercato di nicchia per facoltosi radical-chic.
L'unica soluzione è non usare l'auto, non comprarla proprio.
L'era del mezzo di locomozione individuale è alla fine, tutto il resto è tecno-ottimismo che non va da nessuna parte.

Sara' anche il futuro, ma parecchie cose non quadrano ancora.
Il costo delle batterie, che e' esorbitante, soprattutto se si tien conto che durano qualche anno, diciamo 3 anni per dare un'idea. In Francia, ma anche altrove, hanno introdotto il sistema del noleggio della batteria. Risolve un problema ma ne pone un altro: tu paghi anche quando l'auto sta ferma in garage, giacche' il noleggio della batteria e' mensile. Insomma sarebbe un'ennesima tassa occulta.
Poi c'e' la questione del peso delle batterie. Non ha senso utilizzare materiali sempre piu' leggeri per carrozzeria e motore se poi si appesantisce il tutto con un peso semimorto come le batterie.
Se is parla di accumulatori al litio c'e' il problema del riciclaggio da risolvere.
Ma la questione vera e': dove si va a prendere tutta quell'energia elettrica per far andare il traffico elettrico? Dai pannelli solari? Dal vento? Funzionera' in casi puntuali ma la vedo male come soluzione per le citta'.

Trovo piuttosto strano che non si investa di piu' negli scooter elettrici. Che richiedono batterie molto piu' piccole che non quelle dell'auto elettrica. Gli scooter attuali, malgrado tutto sono sempre abbastanza inquinanti, di modo che elettrificandoli si darebbe un contributo al miglioramento della qualita' dell'aria. Detto cio', si fa ben poco per incentivare l'uso della bici in citta', salvo le solite eccezioni. Diro' di piu', cominciano a girare dei prezzi folli per il noleggio delle bici.

Personalmente sono stufo marcio di sentire proposte che fanno risparmiare. Poi t'informi e scopri che per risparmiare devi spendere di piu' e piu' spesso.

L'ultima che ho sentito, ma e' solo un gossip, riguarda i pannelli solari. In teoria ti dicono che durano oltre 30a, tempo necessario per ammortizzarne il costo. In pratica sembra che vanno sostituiti dopo pochi anni. Non ho capito il perche', se sia un motivo meccanico o intrinseco alle cellule fotovoltaiche. Che comunque hanno un rendimento pessimo, pure le migliori convertono una frazione dell'energia incidente.
Non l'ho ancora trovato il proprietario di auto elettrica che la carica con i pannelli solari del proprio tetto. Sospetto che i conti non tornano e spero di sbagliarmi.

😉

Condividi: