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TI: dal 2016 niente burqa ne' niqab

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http://www.gdp.ch/cronache/ticino/dallanno-prossimo-niente-piu-burqa-id100110.html

Ticino
Dall'anno prossimo niente piu' burqa
La normativa ad hoc da' seguito alla decisione popolare. Il plenum ha deciso di aumentare le sanzioni e chi sgarra potra' arrivare a pagare fino a 10mila franchi. Ghiringhelli soddisfatto. Il Parlamento ha approvato anche la nuova legge sull'ordine pubblico.

24 novembre 2015

Burqa

Il Ticino, seguendo il modello francese e rispondendo a una decisione popolare, ha deciso di vietare la dissimulazione del volto. E quindi saranno proibiti sia il burqa sia il niqab. La legge, che vieta la dissimulazione del volto negli spazi pubblici, ha trovato l'appoggio di 56 deputati. Mentre 3 granconsiglieri hanno votato contro e altri 10 si sono astenuti.

La mattatrice del pomeriggio e' stata Natalia Ferrara Micocci (PLR e relatrice del rapporto) che ha illustrato il disegno di legge ad hoc sul tema che "e' disegnata sulla legge francese, e' composta di 9 articoli e non si basa solo sul concetto di sicurezza, ma comprende anche quello di integrazione sociale. L'obiettivo e' quello di fungere da garanzia per il buon funzionamento di questa normativa". Oltre a ricordare che non sono previste eccezioni per le turiste, Ferrara Micocci ha auspicato una sua applicazione celere, ma senza fissare paletti temporali.

Giorgio Galusero (per il PLR) si e' soffermato sulle competenze per far applicare la legge. Competenze che passano dal Ministero pubblico ai Municipi perche' il primo e' gia' sovraccarico di lavoro. Da parte sua Boris Bignasca (Lega) ha affermato che la nuova legge e' utile per difendere i valori condivisi del nostro Paese (con la presenza delle chiese cattolica e riformata) e - con la richiesta a tutti di essere riconoscibili - per ragioni di sicurezza pubblica. Critico verso il Governo e' stato Fiorenzo Dado' (PPD) secondo il quale "avrebbe dovuto dimostrare ben altro dinamismo. E' toccato alla commissione intervenire elaborando il disegno di legge. Solo in questo modo ha sopperito alle lacune del CdS". Il PS, per bocca di Gianrico Corti ha lasciato liberta' di voto in quanto ci sono alcuni dettagli, come la questione delle competenze, che non hanno trovato la condivisione del gruppo.

Michela Delco' Petralli (Verdi) si e' invece soffermata sul rispetto della dignita' delle donne. Un discorso ripreso anche da Sergio Morisoli (La Destra). Mentre l'UDC Gabriele Pinoja, pur nella consapevolezza che non e' la panacea di tutti i mali e' l'unica soluzione applicabile anche per dare seguito alla volonta' popolare. Il parere del Governo e' arrivato per bocca del presidente Norman Gobbi. Il responsabile del DI (*) ha ricordato che il messaggio originale era stato condiviso dal Parlamento. Ha anche rammentato che i tempi si sono allungati per l'attesa della sentenza della Corte europea sulla legge francese.

Legge sull'ordine pubblico

Assieme alla legge sulla dissimulazione del volto e' stata approvata quella sull'ordine pubblico con 56 si', 6 no e 9 astenuti. Un ambito che coinvolge diversi aspetti: dagli schiamazzi all'accattonaggio, passando per il littering fino ad arrivare alla prostituzione. All'interno di essa c'e' anche un articolo che parla della dissimulazione del volto. Ma alla legislazione era parso troppo vago e ha quindi optato per la normativa ad hoc. Sull'ordine pubblico Roberto Badaracco (PLR) ha detto che "si sta assistendo a un degrado non indifferente ecco perche' esiste una forte consapevolezza popolare che e' necessario adeguare la legge in questo ambito". Il popolaredemocratico Claudio Franscella ha chiesto un atto di fiducia per le Polizie comunali e i Municipi con il passaggio di competenze da parte del Ministero pubblico. Contrario a questa soluzione si e' detto Jacques Ducry (PS) che in proposito ha presentato alcuni emendamenti poi respinti dalla maggioranza dei granconsiglieri. L'unica proposta di Ducry approvata dal plenum (36 si', 23 no e 10 astenuti) riguarda le sanzioni massime per chi non rispetta il divieto del burqa. Multe che potranno arrivare fino a 10mila franchi. Ricordiamo, infine, che l'entrata in vigore delle due leggi dovrebbe essere nel 2016, ma la richiesta del PPD di imporre il 1. aprile come termine, non ha trovato il necessario sostegno.

Ghiringhelli

Il primo firmatario dell'iniziativa popolare Giorgio Ghiringhelli (**). "Esprimo la mia soddisfazione per l'esito della votazione. Quando il nostro comitato aveva lanciato l'iniziativa eravamo stati tacciati da diverse parti di essere razzisti e xenofobi e dunque mi fa piacere vedere che nel giro di 2-3 anni abbiamo trovato cosi' tanti sostenitori in Parlamento, e non solo fra il Popolo. Mi auguro che tutti costoro ci daranno una mano a raccogliere firme per l'imminente iniziativa antiburqa che verra' lanciata a livello nazionale. Cos'e' cambiato in questo periodo? Forse, con l'avvento dell'ISIS, sempre piu' gente si e' finalmente resa conto che in nome della tolleranza non si puo' accettare l'intollerabile e che va posto un freno non solo a parole ma anche con i fatti alla radicalizzazione islamica in Europa. Ora mi auguro che il Regolamento d'applicazione venga emesso il piu' presto possibile, in modo da rendere operativo il divieto".

Lo stesso Ghiro, entrando nel merito della legge cantonale, evidenzia tuttavia una criticita'. "La commissione ha voluto anticipare i tempi e preparare una legge ad hoc. Avrei preferito una procedura normale, cioe' che fosse stato il Consiglio di Stato (***), attraverso i suoi giuristi, a elaborare una proposta di legge per poi proporla in Commissione. Avrei preferito anche che venisse interpellato il nostro comitato d'iniziativa perche' siamo noi ad aver vinto la votazione popolare e quindi a rappresentare la popolazione che si era espressa in materia. Invece, probabilmente, e' mancato il tempo necessario. Se ci avessero consultati, avrei suggerito di entrare maggiormente nel dettaglio e, inoltre, avrei introdotto il concetto di integrazione, che invece manca nei 9 articoli di legge. E' assente un articolo, che e' invece presente nel decreto francese, e che chiede alle donne che vengono fermate, se preferiscono pagare una multa o seguire un corso di integrazione o, addirittura, obbligare, in caso di recidiva, a seguire un corso di integrazione". Una lacuna che il Regolamento d'applicazione colmera'?

Frapolli

Per una reazione a caldo e per capire le conseguenze che questa decisione potra' avere sul turismo cantonale abbiamo sentito il direttore di Ticino Turismo Elia Frapolli. "E' difficile sapere che conseguenze ci saranno. Da un lato e' abbastanza chiaro che quella minima parte di turisti che copre il volto, e penso soprattutto al niqab piu' che al burqa, non verra' piu' in Ticino. L'interrogativo vero e' sapere se avremo un problema a livello di immagine. La stragrande maggioranza dei turisti provenienti dai Paesi arabi che non dissimula il volto potrebbe essere scoraggiata? Non lo sappiamo. Tuttavia noi su questi mercati continuiamo a puntare, a investire e a lavorare con i tour operator. Ma vogliamo far passare un messaggio che non sia negativo. Non e' un non benvenuto, ma una decisione nostra interna. Ricordo che questo mercato rappresenta circa il 2% dei turisti con i suoi 40mila pernottamenti annui. Di questi, quelli che indossano il niqab sono davvero la minima parte. Pur essendo un mercato di nicchia, la crescita negli ultimi anni e' stata molto importante: nel 2012 sono aumentati del 41%, nel 2013 del 38%, nel 2014 del 23%. Cercheremo con i partner piu' importanti di far passare un messaggio positivo. E' chiaro che non sara' semplice, ma cercheremo di farlo. Anche perche', lo ricordo, questi turisti sono molto affini al Ticino. E apprezzano il mix che possiamo dar loro. E cioe' la qualita'
svizzera unita al "lifestyle" mediterraneo. E soprattutto si meravigliano del paesaggio che trovano. Della natura cosi' presente e vicina alla citta'. Molto diverso dei deserti dai quali provengono. Ricordo anche che questi turisti spendono molto. In media 500 franchi al giorno rispetto ai 150 del turista tedesco e ai 350 del cinese. Sono disposti a pagare anche per il pernottamento, che non per forza deve essere un cinque stelle".

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(*) Dipartimento delle Istituzioni (polizia, giustizia, relazioni coi comuni, ecc.)
(**) avvocato, detto anche "il guastafeste" oppure "Ghiro", coltiva l'hobby di lanciare iniziative popolari, magari impopolari in parlamento. A volte vince, a volte no. Non molla mai, il guastafeste.
(***) governo

Semplicemente la svizzera, paese europeo, fa rispettare le leggi.
In europa invece ci sono delle repubbliche delle banane in cui le leggi ci sono, ma chi è preposto a farle rispettare, gira la testa dall'altra parte. Semplicemente.

Nel codice penale italiano e' espressamente fatto divieto di andare in giro con il volto travisato, non mi risulta che siano previste eccezioni. Tranne che per carnevale.

Comunque diciamocela, se la donna intabarrata e' la moglie di un poveraccio, la legge - giustamente - la faranno rispettare, ma se una delle 40 mogli dell'emiro che vanno a spendere milioni di dollari, magari si puo' chiudere un occhio. Ma non lo dico ironicamente.
A Dubai vedi in giro donne europee che in Arabia Saudita verrebbero arrestate e fustigate (non metaforicamente) per i vestiti scollacciati, cosce al vento et cetera, ma non gli rompe le scatole nessuno.

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