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Ordoliberismo? No grazie, ANIMA MUNDI!!!


GioCo
Noble Member
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Dovremmo coerentemente chiederci chi indebitamente si arroga il diritto di rappresentare una cosa che nemmeno esiste? Chi detta le regole ai paesi, violando sistematicamente tutte le convenzioni? Per il semplice fatto che ci viene fatta una richiesta europea, americana, tedesca, cattolica, sionista, araba, cinese o da qualsiasi parte vogliate voi, magicamente chi l'ha fatta diventa rappresentante massimo della volontà globale. Peccato sia unilaterlamente deciso in via del tutto inventata, cioé sia falso nella misura esatta in cui NOI ci crediamo.

Straordinario. Vero? >:)

In verità ci vuole poco a osservare che in ogni contesto geopolitico importante oggi si risponde a una cricca di farabutti e criminali di altissimo rango. Tutto qui.

Sarebbe come se vi presentassi questo scritto con il bollo imperiale e lo facessi certificare da qualcuno da me pagato appositamente per questo scopo, dicendo che è stato voluto dall'imperatore della Galassia in persona e che io lo rappresento. Non ho bisogno nemmeno di cercare un falsario abile, mi basta prendervi per il culo noleggiando qualche pirla qualunque sottopagato in modo indegno persino per uno schiavo, tanto beviamo tutto, tutto, qualsiasi stronzata e con le nuove tecnologie il processo di imbruttimento sociale è andato accellerando vertiginosamente. Tutti lo possiamo vedere direttamente e misurarlo sulla nostra pelle, non c'è bisogno di leggere Noam Chomsky per riconoscerlo.

Volete un esempio? Bene, non è forse Greta che rappresenta le NOSTRE istanze ecologiche? Ma chi l'ha scelta? Perché dovrebbe essere diversamente? Perché invece non è uno con la levatura culturale di Chomsky per esempio?

Perché la cultura (e l'Italia è il rappresentante massimo della cultura mondiale) è l'obbiettivo di questa guerra, SVEGLIA!!!

Non ci credete? Ma non c'è da credere, basta aprire gli occhi. Ma va bene, facciamo quelli che rispettano anche gli ultimi e prendiamo ad esempio un documento ufficiale, ad esempio "Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale", libro del 1996 dello scienziato politico statunitense Samuel P. Huntington, dove egli afferma:
«La mia ipotesi è che la fonte di conflitto fondamentale nel nuovo mondo in cui viviamo non sarà sostanzialmente né ideologica né economica. Le grandi divisioni dell'umanità e la fonte di conflitto principale saranno legate alla cultura. Gli Stati nazionali rimarranno gli attori principali nel contesto mondiale, ma i conflitti più importanti avranno luogo tra nazioni e gruppi di diverse civiltà. Lo scontro di civiltà dominerà la politica mondiale. Le linee di faglia tra le civiltà saranno le linee sulle quali si consumeranno le battaglie del futuro.»
(Samuel P. Huntington)

Huntington è uno dei massimi rappresentati del CFR che raccoglie e condensa gli interessi di alcune tra le maggiori cordate di speculatori (americane) del nostro tempo. Putroppo però per i comandanti di questo degrado sociale conseguente alla guerra culturale dichiarata, questo tipo di impostazione ideologica "nuova" colpisce in via molto più dura chi ha la cultura più debole, vero Sig, Huntington? Insomma l'effetto boomerang di questa impostazione post-sovietica della politica statunitense è stato largamente sottostimato. Insieme al fatto che a combattere una simile guerra poteva essere solo il pentagono, con tutta una serie di ricadute tremende, non ultima la demonizzazione dello Stato Americano, non come imperialista ma come nemico dell'umanità!

Un concetto che non temo ormai sdoganato e che si farà sempre più strada nella coscienza collettiva.

In che senso? Nel senso che la cultura è di base l'orientamento neurologico con cui viene dato significato al mondo, diciamo l'imprinting fondamentale con cui ognuno di noi cerca istintivamente un assetto stabile alla risposta emotiva che spinge per diventare "adulta". Putroppo, non c'è nessuna cultura senza il popolo sotto che ne costituisce l'humus e ne assorbe l'architettura. Ma è vero anche che l'assenza di cultura (gli inglesi la chiamano "melting pot") porta fortissima instabilità individuale, politica e sociale, insieme, al punto che nel tempo se lasciata in pace, una qualsiasi comunità tende a ritrovare una certa stabilità "rimescolata" ma comunque unica, perché ce lo chiede implacabilmente tutta la nostra struttura biologica, neurologia e psicologica insieme. Solo che una volta reso instabile un territorio con il "melting pot" poi i processi di riequilibrio impiegano secoli per ristabilire ordine. A meno che non sia reso impossibile esprimersi socialmente, secondo la forma di una guerra alla cultura. Pensiamo ad esempio ai campi di prigionia per i dissidenti politici o agli allevamenti intensivi (per le bestie) che alterano tutte le forme di equilibrio corporeo con relazioni parassite. Per questo l'obbiettivo è la zootecnia antropologica, per impedire che si generi una cultura e che sia fissata così la relazione parassita.

Dato che gli Stati Uniti pensano che le guerre del futuro siano guerre culturali e si stanno strutturando esattamente per condurle in quel modo, con una evidenza che ormai non temo sia più opinabile, è chiaro che i mezzi, gli strumenti, le armi, cambiano. Ci sono ancora le bombe, ma iniziano ad avere un ruolo più marginale, molto più marginale rispetto a prima. La rete e le nuove tecnologie invece aquisicono un importanza di primo piano, insieme alle tecniche di ingegneria sociale, quelle economiche, quelle urbane, orientate all'ordine pubblico e sociale, medico e alimentare. Vanno attaccate tutte insieme in modo che non si agisca solo sul lato relazionale (ad esempio sui trasporti e le telecomunicazioni) inquinandone i principi etici, ma anche e soprattutto alterando la qualità dell'ambiente entro cui siamo immersi. Guardiamo ad esempio anche solo a come rispondono gli animali a questa alterazione, ai suicidi di massa di ovipari e mammiferi in acqua e in terra o alla diminuzione impressionante di insetti. Avviene certamente su tutto il pianeta ma è evidentissimo che ad essere colpite sono principalmente le zone urbane, quindi l'obbiettivo è l'alterazione dell'ambiente urbano in funzione di una guerra diretta alla coscienza collettiva.

Gli americani hanno di fatto dichiarato guerra all'Anima Mundi. Riusciamo a cogliere la dimensione della corbelleria? Io non credo. Troppo grande per essere creduto e basta.

D'altronde non penso nemmeno che alla strategia americana nel suo complesso oggi interessi più di tanto sviluppare armi che non abbiamo un impatto sociale e culturale dove noi, tutti noi, rappresentiamo i potenziali bersagli. Non credo che l'idea di base di questa guerra sia di difendere a priori una cultura rispetto a un altra, per esempio quella occidentale su quella orientale, men che meno quella americana che non c'è mai stata e lo sappiamo bene. Piuttosto di demolire le culture storiche esistenti iniziando da quelle del vecchio continente e per poterne imporre una versione sintetica, come il fast-food, come i social, come le riviste porno, come il lavoro a basso costo che non crea nessuna competenza e a cottimo che di sicuro non verrà mai smantellato alla faccia del Babau della I.A. che in futuro ci toglierà il lavoro. Si certo, ci toglierà molto di quel lavoro che può ancora forgiare competenza perché è un l'obbiettivo militare e per nessun altro motivo. Ma non temo che neppure questo sia colto, anche se so perfettamente che ho ragione, perché lo vedo con limpidità assoluta.

Questa nuova cultura sintetica la vediamo già emergere nella costante pressione educativa del "non senso" libero, nella volontà dichiarata di esaltare il "melting pot" sociale e l'indifferenza persino verso la struttura biologica, come fosse inventabile a piacere, tipo che se non ti piace il tuo sesso puoi anche diventare un Asino e vivere una favola di Apuleio o Collodi, asfaltando tutto quello che può rappresentare un marcatore culturale da cui può nascere uno spirito critico e un controllo emotivo adulto. Chi studia antropologia sa perfettamente ad esempio che la famiglia, lungi dall'essere nucleo definibile, proprio se e quando definito si cristallizza e con ciò definisce la base etnica di riferimento! Ogni cultura nasce così e rappresenta poi automaticamente la forza capace di opporsi alla colonizzazione di una coscienza sintetica "efebica" e mantenuta dipendente dalle sue correnti emotive più esacerbate.

Perché di questo si tratta. Con la virtualità non serve più colonizzare la terra o possedere eserciti e bombe super potenti come accadeva fino all'800, non ha senso avere la supremazia marittima e il controllo degli scambi, con un economia che impone la bilancia dei pagamenti, per imporre l'esportazione e l'importanzione delle merci a prescindere, per imporre il movimento delle stesse, per imporre un tipo di economia globale basata su una moneta unica, com'è stato con l'impero anglofono, prima inglese e poi americano. Tutto questo è il passato e con le telecomunicazioni moderne, le nanotecnologie, il satelliti e gli impianti che gestiscono energie dirette come i nuovi campi elettromagnetici a microonde, siamo ormai nel futuro di una nuova frontiera della conquista militare: la mente che è il corpo fisico ed emotivo umano. Una frontiera che non intende affatto minacciare terre o ricchezze ma le vuole libere, perché se la nostra mente viene aggredita e conquistata è la nostra stessa capacità di esprimere qualsiasi cosa a venire aggredita e conquistata: emozioni, sentimenti~passioni, intuizioni, sogni, desideri, piaceri, sensazioni, ricordi, credenze.

Il dissenso come concetto viene spazzato via a prescindere da tutto.

Per ciò, qualsiasi cosa che riguardi il rapporto tra l'Uomo e il suo ambiente è oggi oggetto evidentissimo di studio militare e quindi obbiettivo della "nuova" potenziale conquista.

Anche in passato si è sempre cercato di plasmare il prossimo per esercitare una qualche forma di influenza, per esempio con la propaganda, ma la tecnologia oggi consente di andare al di là di qualsiasi esperienza del passato, verso un futuro che oltrepassa ogni immaginazione, ma putroppo rimane anche inscritto quasi integralmente nella tenebra più fitta, proprio perché non abbiamo mai affrontato nulla di simile e per ciò è destinato a fornire infinite soprese ad oggi inconcepibili, scatti di totale imprevedibilità che facilmente faranno a pezzi ogni proposito di partenza, buono o cattivo che sia. Questo rende giustamente i militari molto, molto nervosi e il nervosismo non potrà che crescere esponenzialmente a ritmi crescenti nei prossimi anni.

Perché qui non si sta parlando di un semplice scontro tra civiltà, tra l'altro mai sopito in tanti i secoli di storia umana e praticamente in ogni angolo del globo. Praticamente tutte le civiltà sono sempre "allo scontro" con altre ma questo di fatto ha permesso un arricchimento di cui l'umanità si è sempre potuta giovare nel complesso, come Ibn Battuta, storico arabo di fondamentale importanza culturale mondiale, può testimoniare. Oppure per noi il più noto (ma storicamente meno importante) Marco Polo. La straordinaria differenza culturale del mondo è alla base della ricchezza della nostra mente collettiva e ogni suo attentato è un attentato diretto all'anima del mondo, quell'Anima Mundi di platonica memoria, che è niente di meno che la vitalità della natura nella sua totalità, assimilata a un unico organismo vivente e ce lo dice persino wikicoipiedi!!!

Allora propongo: combattiamo l'attuale tendenza con la sua coerente contro-tendenza. Facciamo nostra l'Anima Mundi, diventiamone convinti strenui difensori. E' un atto culturale totale a cui nessuno che conserva una coscienza può sottrarsi. Arruoliamoci nell'ercito che può vantare una coscienza globale solida per difendere apertamente la vita e la cultura di ogni popolo, di ogni tempo, di ogni futuro.

Ora o mai più.

Iniziamo da questo pensiero che deve passare non per le parole, ma per il significato evocativo e di cuore, quello che un guardiano dell'Anima Mundi può avvertire dentro, senza tentennamenti: "tutto ciò che mi circonda opera anche per me".
Certo, molte cose sono per noi pericolose in questo mondo, come squali, leoni, serpenti, ma nel suo complesso l'Anima Mundi è la nostra meravigliosa casa e ovunque andremo, anche nello spazio, ogni attentato ad essa sarà sempre un attentato diretto al nostro cuore più intimo e profondo, alla nostra genesi e alla nostra intimità, quindi un attacco diretto alla nostra Anima.
Possiamo fare di più che finire i nostri giorni da servi dei parassiti che ora minacciano in via diretta l'Anima Mundi. Se radichiamo il pensiero che "tutto ciò che mi circonda opera anche per me", invertiamo il processo aducativo che ci vuole costretti a rimanere legati ad altro, come ad esempio "tutto ciò che mi circonda opera per me", dove togliendo "anche" viene esaltata l'avidità ed è facile a quel punto sostituire il denaro al cuore, concetto totalmente astratto, numerico, sterile, freddo, morto ma assetato di vita e fine a se stesso, come il vampiro del mito.

Inoltre iniziamo a vedere il valore, la moneta vera che sappiamo perfettamente riconoscere senza sforzo che è l'essere, cioè essere "anche" noi parte di quel tutto, cioè tutto ciò che ci circonda (e che ci attraversa) e quindi chiamati all'opera che completa l'altrui vita e la rende non solo possibile ma persino desiderabile, sia essa quella di un pollo che allevo per mangiarne le uova o l'altro umano a cui rivolgo attenzione perché cresca sereno e ricco dentro, prima ancora che felice, dato che ciò è possibile solo se ognuno ha assorbito dentro il concetto del suo ruolo di guardiano dell'Anima Mundi, superando le parole. Anzi proprio lasciandole consapevolmente indietro. L'Uomo non ha bisogno si dichiararsi superiore se lo è già, perché nell'istante in cui è chiamato a difendere ed affermare la sua superiorità, vuol dire che l'ha già perduta. La superiotià Umana si afferma se l'Umanità stessa si scioglie totalmente dentro l'Anima Mundi perché ne rappresenta lo spirito guida. Ciò accade automaticamente da sempre perché il cuore rappresenta il centro del corpo e quindi del cosmo (per noi). Non la testa, accessorio relativo per quanto necessario, ma il cuore, vero organo di connessione nervosa centrale verso il mondo e che ci radica nel luogo e nel momento oltre che nella cultura di riferimento. La cultura è come l'Uovo per i pulcini, ci contiene e ci protegge finché non avremo le forze sufficienti a rompere l'Uovo e uscire nel mondo. Saremo sempre gialli come il tuorlo, cioè porteremo comunque il marchio di origine della nostra cultura e le sue caratteristiche originali, ma crescendo entro di essa sapremo coltivare quelle resistenze emotive che ci sono indispensabili per andare oltre e portare la nostra originalità nel mondo facendone così ricchezza. La semplice esternazione della forza emotiva interiore ce lo permetterà perché sarà riconoscibile dalla vita stessa. L'arricchimento diviene per ciò un modo straordinario totalmente diverso di trasmettere cultura, un modo che non ha proprio nulla da condividere con i processi migratori moderni per piacere, lavoro o studio, men che meno quelli atti esclusivamente a mercificare carne umana.

Per ciò a partire da "tutto ciò che mi circonda opera anche per me", ne discendono alcuni corollari, che completano un po' l'atto che ci consacra all'Anima Mundi (ma già lo siamo, è solo necessario prenderne coscienza):
1) Qualsiasi deviazione a questo sentire (=sensazione coltivata consapevolmente) fatto scendere nel profondo che impedisca di scioglierci nell'Anima Mundi è un disturbo. Per ciò qualsiasi "resistenza" deve diventare oggetto massimo della nostra attenzione al fine di chiarire e rimuovere la stessa resistenza. Questo ci arricchirà e ci renderà immensamente più forti di prima.
2) Qualsiasi "resistenza" combattuta rinforza la resistenza. Per ciò bisogna combattere la tendenza a combattere e coltivare l'abbandono vigile, cioè lasciare che la resistenza si manifesti senza giudicarla e osservarla con il massimo dell'attenzione e del distacco che ci riesce di raggiungere. Se c'è è roba nostra e ci compete. Noi siamo esseri straordinari e con l'immaginazione possiamo letteralmente fare miracoli. Non serve credere nei santi, basta e avanza Milton Erickson. Sono certo che come me ogni volta potrete solo essere ancora più sopresi di scoprire quanto è potente questa parte di noi.
3) Se ci capita una certa "resistenza" e non un altra è perché ci compete e sappiamo con certezza assoluta come affrontarla. Solo è un po' come se lo avessimo dimenticato. Per ciò dobbiamo avere fede incrollabile che la soluzione è alla nostra portata e questo la renderà evidente, non una volta ma finché non saremo così convinti che per quanto possa apparire assurda, la realizzeremo.
4) Siamo sempre chiamati alla fine a capire come e perché agisce la resistenza e se questa non si consuma dopo averne accolto il come e il perché, vuol dire che non abbiamo ancora "ricordato" tutto.
5) Ogni resistenza all'appartenenza che ci è data all'origine, fin da quando cioè siamo venuti al mondo nella pancia della mamma, molto prima di conquistare un linguaggio, costruisce diperazione e consuma la speranza. Pretendere quindi di tornare nell'Anima Mundi non corrisponde ne a morire, ne a divenire immortali, concetti che possono esistere solo nel disturbo. Corrisponde esclusivamente a raggiungere un punto di quiete interiore e di forza d'animo che ci renderà incorruttibili.

Tutto qui. Scusate se è poco.


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