Vaccinazione, improvvisamente nessun problema: il Consiglio d'Europa ha cambiato la risoluzione sulla vaccinazione

Nel gennaio 2022 il Consiglio d'Europa ha deciso che la vaccinazione obbligatoria era legittima. La delibera è stata scritta da un Consigliere federale SPÖ viennese. Questo capovolge la risoluzione del 2021 e consente improvvisamente le vaccinazioni. Un anno fa, il Consiglio d'Europa si è espresso chiaramente contro la vaccinazione obbligatoria e la discriminazione nei confronti dei non vaccinati. Ora, la vaccinazione obbligatoria non viene più disdegnata dal Consiglio d'Europa.

È stato uno degli argomenti politici più importanti dei critici dell'mRNA: il Consiglio d'Europa si era espresso chiaramente nella sua risoluzione del 27 gennaio 2021 sul tema "Vaccini COVID-19: considerazioni etiche, legali e pratiche" . Opinione chiara: non ci dovrebbe essere alcuna discriminazione basata sullo stato di vaccinazione. https://pace.coe.int/en/files/29004/html

Ma ora il Consiglio d'Europa è andato oltre e ha improvvisamente ribaltato la risoluzione vecchia di un anno.

Nella risoluzione 2424 del 19 gennaio 2021, la risoluzione suona in modo molto diverso. Nel documento Defeating Covid-19 with Public Health Measures , https://pace.coe.int/.../afe19e8f4a.../resolution%202424.pdf

il paragrafo 9 dice:

“Come è stato sottolineato in diversi punti durante la pandemia, 'nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro'. L'Assemblea parlamentare raccomanda pertanto che i governi e i parlamenti degli Stati membri del Consiglio d'Europa e del mondo attuino il necessario cambio di paradigma per combattere una volta per tutte il Covid-19 con misure di salute pubblica conformi ai diritti umani:

9.1. in qualsiasi momento:

9.1.1. Seguendo i consigli dell'OMS e degli esperti e adattando le misure anti-pandemia all'evoluzione della situazione locale e alle ultime conoscenze scientifiche;

9.1.2. quando è necessario adottare misure di sanità pubblica che interferiscono con i diritti fondamentali, assicurando che le decisioni siano prese in modo chiaro e trasparente e siano comunicate in modo trasparente, che siano, per quanto possibile, basate sull'evidenza, perseguono un scopo legittimo e che siano proporzionate. I parlamenti, la magistratura e, se del caso, gli esperti esterni dovrebbero avere l'opportunità di valutare e riesaminare le misure. Inoltre, sono necessarie valutazioni continue per garantire che le misure non rimangano in vigore più del necessario, ma anche per esaminare altre misure che potrebbero essere più appropriate;

9.1.3. promuovendo la vaccinazione, indossando le mascherine, mantenendo il distanziamento sociale, l'igiene delle mani, evitando spazi affollati e garantendo un'adeguata ventilazione nelle scuole, nelle strutture sanitarie e sociali e negli edifici pubblici per ridurre la diffusione della malattia da Covid-19 prevenirla senza dover chiudere ampi strati della società.

 

Il nono paragrafo è uno dei punti critici della nuova delibera, e contiene altri punti che lasciano quasi senza parole.

Al punto 9.3.2.3.  vengono legittimate le scelte autonome degli stati in materia, quello che ha fatto l'Italia e voleva fare l'Austria, per esempio. Al paragrafo 9.4: Si richiedono “misure efficaci contro la disinformazione, la 'mala-informazione' (?) e le titubanze in merito ai vaccini Covid” e anche la “regolamentazione delle piattaforme di social media”.

E va oltre:

9.4.3. avviare un dibattito pubblico sulla possibile introduzione di prescrizioni vaccinali per gruppi specifici o per la popolazione generale; tuttavia, tali obblighi di vaccinazione non dovrebbero essere estesi alle persone che non dovrebbero essere vaccinate per motivi medici e ai bambini fino a quando non sarà assicurata la piena certezza ed efficacia di tutti i vaccini forniti ai bambini, tenendo conto dell'interesse superiore del bambino in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia.

Il Consiglio d'Europa non ha nulla a che fare con l'UE e la decisione non è giuridicamente vincolante per gli Stati membri.