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"I soldi non dormono mai". L'ultimo film di Stone


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Stone torna su Wall Street con "I soldi non dormono mai". Anteprima con miliardari per nulla turbati

"Wall Street: Money Never Sleeps". I soldi non dormono mai. Non dormivano l'altra sera al piccolo cinema di Southampton, la spiaggia dei banchieri e degli imprenditori newyorchesi, alla prima americana del nuovo film di Oliver Stone sulla perversione e crisi di Wall Street 2007/2008, il "seguito" del classico del 1987. Già, perchè a questa prima i miliardari c'erano quasi tutti, allegri, intatti, per nulla turbati del messaggio antiestablishment del film, in fondo a celebrare se stessi.

C'era Teddy Forstman (di Forstman Little, miliardario, leverage buyout della prima ora), Alfred Taubman (costruttore e per hobby grande azionista di Sotheby's, miliardario), Don Marron, ex amministratore delegato di Paine Webber (ed ex candidato al Tesoro nell'amministrazione Bush Jr), Jeffrey Epstein, gestore finanziario per conti, dice lui, da un minimo di un miliardo di dollari, amico di Bill Clinton e finito, come Gordon Gekko, per qualche tempo (un annetto però, non otto anni!) in prigione. C'erano anche Wilbur Ross, che da solo vale due miliardi di dollari grazie al suo rescue fund (che i maligni chiamano vulture fund) e finanzieri come Charlie Krusen, Ralph Isham e Charlie Ayres. C'era soprattutto David Koch, il numero due nella graduatoria dei più ricchi a a New York dopo Michael Bloomberg.

Subito dopo il film, Koch ha ospitato nella sua villa sull'oceano a Meadow Lane il party celebrativo dell'opera di Stone. Secondo la classifica di Forbes Koch vale 17 miliardi di dollari. Proprio questa settimana però, David, con il fratello Charles è passato alla ribalta delle cronache per altre questioni. Una "major story" (18 cartelle) sul prestigioso settimanale New Yorker accusa lui e il fratello di essere i grandi burattinai dietro la caduta di immagine di Barack Obama, gli ispiratori e finanziatori nascosti del movimento dei "Tea Parties" e di altre fondazioni costituite per promuovere segretamente il conservatorismo americano. Libertari sulla carta, ma "greedy", avidi, e "secretive", opachi nell'usare i fondi della loro azienda e quelli personali per appoggiare iniziative apparentemente benefiche il cui obiettivo è in realtà quello di svuotare di potere il Congresso per ottenere concessioni su procedure inquinati nella migliore dell'ipotesi e cancerogene nella peggiore. Vero? Falso? La Koch Industries è il secondo più grande conglomerato privato d'America dopo la Cargill. Opera in energia petrolio e chimica e fattura 100 miliardi di dollari all'anno.

Insomma il party per l'anteprima di Wall Street si è tenuto a casa dell'archetipo dell'uomo d'affari che il film vorrebbe attaccare. Gaffe degli organizzatori? Paradosso americano? Non proprio. Il produttore Ed Pressman era estasiato: dal set, e dal fund raising event al Metropolitan Museum del grande schermo, il party dai Koch sembrava una semplice continuazione del film, una trasposizione molto naturale dalla celluloide alla realtà. C'erano i miliardari veri, non quelli interpretati da Michael Douglas, Frank Langella, Josh Brolin. C'erano conservatori, ma c'erano anche molti democratici. E David sorrideva gioviale a tutti. E la storia del New Yorker? E' da mettere in conto alla bagarre politica pre–elettorale. Passerà, come tutto.

Mario Platero
Fonte: www.ilsole24ore.com <http>
Link: http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-08-24/soldi-dormono-oliver-stone-082540.shtml?uuid=AYHIBMJC
24.08.2010


Citazione
boemo66
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 26
 

Vogliamo dare un senso al film di Stone? Ok. Non doveva nella maniera più assoluta sputtanarsi con gente di quel calibro e in quelle determinate situazioni paradossali. Il regista la butta sul cinematografico, e si sa, il cinema è finzione per definizione. Fine della "finzione" e via, tutti a scorrazzare in ville piene di cialtroni miliardari per festeggiare il lieto evento. Ok ma la domanda a questo punto non è perchè è successo, ma bensì perchè gente del calibro di Stone e i suoi produttori non HANNO RIFIUTATO l'invito (o presupposto tale) e celebrato magari in maniera più sobria e completamente fuori da quell'ambiente? Ecco di nuovo il fattore quattrini. Là naviga il denaro (tanto e sopratutto molto del nostro!). Conoscenze importanti, assegni staccati, promesse di "prosperità" e tutto il cucuzzaro che ci gira intorno. Non vedo altra ragione se non questa, purtroppo. Siamo sempre alle solite. Uno cucina una fiorentina da 50 euro al kilo e ti dicono che in realtà è un omelette.


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