Roger Daltrey in Shakespeare - La commedia degli errori

Su amazon, ebay o qualsiasi p2p trovate la Commedia degli Errori di Shakespeare nell'edizione della BBC con Roger Daltrey nella parte del servo Dromio (sia quello di Siracusa che quello di Efeso).

Magari a qualcuno piacevano gli Who o Tommy...

La commedia parte dallo stesso presupposto scenico della Dodicesima Notte, naufragio e gemelli, ma qui le cose si complicano un po' di più dal punto di vista delle combinazioni fra personaggi.
Mentre nella Dodicesima Notte l'accento è sulle ambiguità dell'amore qui l'accento è più sui rapporti servo-padrone e marito-moglie ma in una atmosfera di inganno e magia che costituisce uno sfondo metateatrale con il fine di facilitare l'immedesimazione dello spettatore.
Ossia sono proprio la possibilità di essere ingannati e la spiazzante labilità delle identità personali messa in scena nei continui equivoci ("errori"...o rivelazioni di un sottotesto della vita?) che si verificano fino allo scioglimento finale che da sole "fanno teatro", al di là di trame più o meno fittizie, allegorie o allusioni a precisi significati nascosti.

L'arte è il luogo dove il linguaggio codificato viene "preso in giro", dove i significati permessi e regolamentati delle parole - e di conseguenza i concetti e gli scopi pensabili o non pensabili - si moltiplicano vertiginosamente fino a mettere in discussione "l'ordine" stesso della società (al di là dei formali omaggi all'autorità immancabili ieri come oggi ma, trovandosi in quello spazio "metaforico" per costruzione, anch'essi leggibili in maniere "alternative").

Quindi gli "errori", i "gemelli", i "naufragi", i "maghi ingannevoli" sono pretesti per giustificare l'accensione di questa macchina per produrre metafore e la chiave è comprendere perché la si ritiene "teatrale", ossia perché "il pubblico apprezza" la possibilità di "equivoco" e come mai la apprezza proprio su quei determinati argomenti.

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