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Maleficent: Ma noo ... dai!


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Sempre per cause di forza maggiore, ho appena finito di vedere il film "Maleficent" della disney uscito nel 2014 diretto da Robert Stromberg (al debutto come regista) e con protagonista Angelina Jolie.

Le cose da dire su questa pellicola sono tante, però non è un generico commento (parere e critica) che voglio fare a 3 anni dalla sua uscita (nelle sale italiane il 28 maggio del 2014, due giorni prima che in America) ma tirare le somme sull'economia emotiva che ha lasciato quest'opera al pubblico a cui era rivolta. Anche perché pare che la Disney voglia riprovarci con il sequel.

Come infatti ho già scritto in altri miei post, quella che noi consideriamo con una semplificazione eccessiva "economia di mercato" è in realtà anche una vera e propria "economia emotiva". In altri post ho spiegato come le due economie siano strutturalmente sovrapponibili e quindi perchè siano del tutto assimilabili a meccanismi causali comuni ma conservino effetti che possono anche divergere fino a diventare diametralmente opposti. Per ciò un guadagno economico di beni e servizi diventa facilmente una perdita in economia emotiva (per chi fosse interessanto ad approfondire rimando ai miei altri post con oggetto "schematica cognitiva").

Se dovessi procedere con una semplice critica, oggi basterebbe dire che a fronte di un costo di 180 milioni e un guadagno di 697 milioni di dollari (fonte isolaillyon.it) certamente raccolti anche grazie a una forte aspettativa (oltre la pubblicità c'è sempre il marchio Disney che è -o meglio era- una garanzia di intrettenimento per un pubblico infantile) il danno di immaginie e di credibilità emotiva difficilmente sarà recuperato (l'emotività non è quantificabile con un valore scalare come non lo è un campo magnetico, ma ciò non significa che non abbia delle sue proprie regole rigide a cui risponde). Infatti nel film (non ve lo dirà nessuno in modo così diretto) l'operazione -fallita- era destinata proprio a un pubblico infantile ed era una vera e propria dichiarazione di tradimento, non tanto verso il pubblico, ma intergenerazionale e nella riformulazione di patti sociali (ovviamente negli interessi di chi ha investito sulla pellicola, come hollywood). Non è la prima volta che succede ma in passato ha avuto strepitoso successo anche perché era condotta in ben altro contesto storico (oltre che con ben altro "stile").

Per ciò l'uso della fiaba per questo tipo di operazioni è quasi una ovvietà. Tuttavia l'operazione ha fatto storcere il naso in tanti non per le formule simboliche contenute, ma per l'uso "libero" e paradossale, brutalmente assurdo perfino per lo scopo dichiarato. Se dovessi tradurre il tentativo (molto maldestro) in termini sociali, equivale a un Signore di un feudo che dopo avervi promesso la terra da coltivare per far vivere voi e la vostra famiglia a costo della solita decima e del vostro duro lavoro, un bel giorno si presenta alla porta di casa con una accetta e l'intenzione dichiarata di tagliare la testa ai vostri figli e a tutte le generazioni che vorrete mettere al mondo "perché sennò non potete coltivare la terra". Questo "equivalente semiotico" (spiegherò meglio il parallelo in fondo) la dice lunga sulla debbenaggine di chi ha realizzato la narrazione. Diciamo che se il livello di bravura nella gestione simbolica per il cambiamento narrativo del mito è questa per le produzioni hollywoodiste moderne "semo in una botte de fero". Putroppo però proprio questo rende più probabile l'isteria guerrafondaia (come credete che possa reagire il partito dell'unico anello quando inizia a subdorare di quali errori madornali di comunicazione è capace?).

Partiamo quindi nel chiarire quali potevano essere (ipoteticamente) le riletture mitiche dell'originale fiaba, sapendo che già nel primo tentativo Disney di mettere sullo schermo "Maleficent" la versione presentata al pubblico era stata rivista in chiave edulcorata. Iniziamo con un po' di ordine dato che ho letto di tutto tra i commenti e talmente confuso che vale la pena riprende la questione. La storia (chechese se ne dica) non è tratta dalla fiaba Disney di biancaneve (di origine europea e resa famosa dai Grimm) ne cenerentola (di Basile) ma dalla "La bella addormentata nel bosco" (di Charles Perrault) uscita come animazione Disney nel 1959. I due passaggi chiave (ce ne sono altri, ma di minore importanza) simbolici su cui la regia nel 2014 ha stravolto la fabula del 1959 (come già altri blogger hanno notato) sono: XI - l'eroe (giustizia) e XIV - la temperanza.
L'idea più evidente era di presentare una eroina femminile giudicata male, che persegue il male ma lo fa temperando i suoi istinti più bassi e preservando comunque l'innocenza (e quindi specularmente l'anima). Alcuni commenti al brucio: la scelta di chiamarla fin da principio "Maleficent" (=colei che fa il male?!) è una cretinata casuale o voluta? No, perchè è così sbagliato da essere buono per una battuta ironica. Ma poi, qualche utilità avrebbe rappresentare le tre "colleghe" fate come imbecilli? Non fa ridere è patetico e anche fosse per fare la fata nera "superfica" è inutile (oltre che essere strutturalmente sbagliato)! Nell'originale la magia di ogni fata è identica ma nessuna fata può annullare l'incantesimo di una altra fata (come accade nella relazione divina del mito classico, dato che la fiaba è un contenitore mitico dove l'azione divina è generalmente tradotta in una antropomorfa più "umanizzata", dove l'Uomo è l'epicentro). Inoltre, qualcuno ha detto ai produttori che una fiba è centrata su protagonisti umani per questioni di immedesimazione? Ma chicca%%o si può immedesimare in ste spece di caprona volante nera "aggiustarametti" che ci riesce a stordire e confondere con un nome sbagliato, un posto sbagliato e un comportamento sbagliato fin dai primi 15 secondi di ingresso cinematografico?

Naturalmente di domande cruciali ne avrei altre "più leggere" (si fa per dire). Ad esempio: "perché la neonata Aurora dovrebbe essere più sicura lontano dal castello, dalle guardie, da suo padre e tutto il complesso che sfida Maleficent -un luogo dove si può affrontare la stessa Maleficent più un drago nel finale- per ficcarla in una ridicola casetta nel territorio di Maleficent con a guardia le tre fate già palesate in tutte le occasioni come perfettamente inutili a proteggerla e tra le braccia di colei che l'ha maledetta e poi fare impazzire il Re perchè ... chissà perchè ... ma forse perché non conta na sega?", oppure "perchè distruggere tutti gli arcolai corrisponde a chiuiderli in una stanza del castello e non bruciarli dato che sono di legno?" ... non bastava togliere le punte aguzze agli aghi se si voleva fare qualcosa di più simpatico e diverso? Tanto non s'addormenta nessuno per la maledizione -centrale evento della fiaba- se non la protagonista due secondi ... e per rendere ancora più inutili i maschi e la magia ... forse era per dire che l'unico amore vero e quello omofilo?
Ancora, "perché la maledizione si stabilisce sul dito della sventurata aurora -manco dosse il braccio di Ash ne "L'armata delle tenebre"- per trascinarla fisicamente nella stanza dove si assembla al momento un punta d'arcolaio fatta apposta SOLO per pungerla ... tutto sto casino per non fare più banalmente un arcolaio qualsiasi che si salva in qualche ca%%o di soffitta e lei lo trova e si punge per errore?", non è -appena appena- leggermente un po' paradossale?
Inoltre: "ma ha senso che un Re la cui figlia è stata maledetta in culla e poi allontanata per diciassette anni, nel giorno del compimento della maledizione -pop- gli si presenta davanti come niente niente e lui non fa na piega?", ma che è uno emulo di schwarzy-terminator in costume medievale? Infine: "ma Maleficent è una translitterazione di una navetta per turisti alla Elon Musk che tutte le volte che gli gira converte la gente in pacchi postali svolazzanti da scarrozzarsi in giro?".

Come avrete capito non voglio limitarmi a dire che questa è una brutta produzione Disney, l'intento è proprio di farla a pezzi in quanto fiaba e perché non è solo brutta, ma visceralmente ributtante (simbolicamente parlando). Rimane un ottimo film per la colonna sonora, la recitazione, la fotografia, gli effettti speciali. Cioè tutto il contorno tecnico dello spettacolo e dell'intrattenimento. Per ciò volendo parafrasare Gaber: "... è splendida caramella di merda ricoperta di cioccolato".

Ora torniamo all'inizio per fare il collegamento con il patto (gestito orridamente). Tanto per chiarire, se era necessario eleggere l'amore omofilo tra una madrina e sta sua figlioccia adottiva (verso cui non ho nulla in contrario) per mezzo di una "maledizione battesimale" non era necessario per quello costruire una serie di inutili figure fantozziane di contorno. Anzi è perfettamente controproducente. Allo stesso modo il nobile e padrone del terreno (con cui facevo all'inizio il parallelo) non ha bisogno di stabilire un patto maledetto fin da principio solo per poi stravolgerlo nel suo significato opposto! Altrimenti cosa succede? Che il nobile che stabilisce il patto rende -narrativamente- se stesso inutile, per dirla in stile mafioso "un quaquaraqua", una figura ridicola e marginale che potevamo anche ignorare da principio che tanto era uguale, alla fine della storia non è cambiato nulla in una vicenda dove la protagonista se le canta e se le suona tutta da sola.

Però è proprio qui il punto. Tutta la storia è una elezione della protagonista. In questa fiaba non è importante cosa succede attorno a "Maleficent", ciò che conta e Maleficent stessa e basta. Si tratta di un assolo autistico di un personaggio che è tanto potente da essere IL FATO (non la fata) di ogni singolo evento (e il suo contrario) fin da principio e perché interviene direttametne come un Dio nel manipolare gli eventi secondo la sua indiscutibile volontà. Ovviamente non c'è neppure il tentativo di immedesimare lo spettatore con Maleficent (se è il fato) dato che il messagio è un altro: se ami (cioè ami questa forza manipolatoria assoluta) a prescindere da un aspetto oscuro, da un comportamento oscuro e da un nome oscuro, ti incorono e poi fai quello che ca%%o vuoi nel MIO regno dei Sogni più sfrenati, altrimenti ti distruggo con l'oscurità che SONO e rappresento.

Se si legge in chiave politica e si sostituisce Maleficent agli USA, direi che il messaggio è chiaro, limpido e cristallino. Ma questo non toglie sia fato coi piedi, nel perfetto stile "panico e zucchero velenoso" proprio dei maghi della comunicazione del caos di questa ultima generazione ordoliberista, sul solco di tante altre belle schifezze caotiche dall'oscurità sovraccarica. Un opera per bambini che ogni genitore dovrebbe rigettare non solo e non tanto per questioni politiche, ma anche perché si tratta di spazzatura persino per ciò che vorrebbe -nel migliore dei casi- trasmettere.


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