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Lo strano silenzio su “Il Grigiocrate”


Tao
 Tao
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Lo strano silenzio della sinistra anti Monti sul saggio “Il Grigiocrate”

Certo che il vecchio Ezra ne conosceva una più del diavolo. Ma sì, Ezra Pound, il poeta pazzo, secondo i suoi connazionali americani… Che però anche loro ne sapevano una più del diavolo, visto che con la scusa della follia, oltre a chiuderlo in gabbia, gli hanno tappato la bocca per impedirgli di ripetere al mondo le ideuzze un po’ scomode che Pound andava proclamando, anni prima, dai microfoni di Radio Roma. Specie quelle teorie sull’usura, non so se avete presente.

Ebbene, il vecchio Ezra, fra l’altro, diceva che «La libertà di parola senza la libertà di diffusione è solo un pesce dorato in una vaschetta sferica». Che a ben pensarci è una frase che calza perfettamente a una storiella che mi hanno raccontato nei giorni scorsi. Una storiella vera, però, non una favoletta per bambini. Da una decina di giorni è uscito in libreria un libro che s’intitola “Il Grigiocrate” ed è una biografia non autorizzata del professor Mario Monti, in passato già docente all’università Bocconi, commissario europeo all’Ue, presidente europeo della Trilateral Commission, membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, international advisor della banca d’affari Goldman Sachs, advisor della Coca Cola Company, Senior European Advisory Council dell’agenzia di rating amerciana Moody’s, e ora, incidentalmente, presidente del Consiglio italiano.

Il libro, scritto dal giornalista Augusto Grandi e dagli studiosi Daniele Lazzeri e Andrea Marcigliano, è pubblicato da una piccola casa editrice toscana, FuoriOnda, conosciuta per le sue posizioni di sinistra moderata. Gli autori, invece, chi più chi meno sono schierati sul crinale abbastanza chiaro della destra. Ma la prefazione del volume, dopo il rifiuto (pare) di Massimo Fini, è stata scritta niente meno che da Piero Sansonetti, ex direttore del quotidiano di Rifondazione comunista Liberazione, ora direttore del settimanale Gli Altri. Insomma, uno strano pastiche dal sapore fasciocomunista che non dovrebbe dispiacere ad Antonio Pennacchi; oppure, più semplicemente, un’operazione editoriale che se ne frega delle etichette e privilegia il desiderio di divulgare notizie, fatti e idee al di là degli schieramenti novecenteschi.

L’idea di partenza, fra l’altro, non era neppure malvagia: raccontare vita e opere del professore bocconiano succeduto a Silvio Berlusconi come non l’ha mai fatto nessuno. Quindi senza censure, omissioni, edulcorazioni, infingimenti, riguardi, squilli di tromba o lingue felpate. Esercizi in cui, in questi sette mesi, si è invece segnalato il 99 per cento dei giornalisti della tivù e della carta stampata. I quali, come al solito, dimostrano la propria proverbiale lontananza dal mondo reale e dagli umori dei lettori. E’ sufficiente navigare un po’ su internet, dai siti di contro informazione ai social network tipo Facebook, per accorgersi quali sono le opinioni su Monti, ma anche le informazioni indipendenti che circolano in rete. Basti dire che digitando le parole “Mario” e “Monti” su Google, la prima parola automaticamente associata dal motore di ricerca al nome del premier è “massone”…

Ma torniamo al libro, che oltreché gustoso, documentato e ben scritto porta a galla molti dei retroscena che hanno sempre accompagnato la carriera dell’uomo “in grigio”, il Grigiocrate appunto, secondo una felice intuizione sull’aspetto sobrio, modesto e un po’ noioso del professore e il suo ruolo di perfetto tecnocrate in linea con i voleri della grande finanza internazionale, di cui – come dimostra il suo curriculum – ha sempre fatto pienamente parte. Benché pubblicato da un editore di medio-piccole dimensioni, nelle settimane precedenti all’uscita gli ordini in libreria pare siano andati piuttosto bene. Una biografia “piccante” su Monti, anziché i soliti soffietti scritti da maggiordomi in livrea, poteva giustamente attrarre l’attenzione del lettore non troppo cloroformizzato. Ci aveva pensato persino L’Espresso, con una succosa anticipazione, a suscitare una certa attesa per l’uscita de “Il Grigiocrate”.

Il 30 maggio il libro è uscito ma, contrariamente alle attese dell’editore – che sperava in un interessamento trasversale e bipartisan – una grossa fetta degli organi d’informazione ha “stranamente” disertato l’appuntamento. Almeno per ora. Passi per le televisioni, costituzionalmente schierate con il potere, e per i quotidiani (parecchi) che appartengono alle stesse élite finanziarie che sostengono il governo Monti; ma autori ed editore speravano che il saggio potesse trovare eco presso la stampa e gli ambienti politici e culturali non appecoronati davanti al Professore.

Finora ha mostrato interesse per il volume soltanto parte dell’editoria giornalistica del centrodestra: Il Giornale ha scritto un articolone positivo, il Secolo d’Italia vi ha dedicato una pagina, ne hanno parlato diffusamente La Padania e il quotidiano online L’Occidentale, recensioni sono apparse su molti siti internet, blog e pagine di Facebook e Twitter e alcuni giornali locali. Silenzio totale, invece da parte delle testate antigovernative dell’area di centrosinistra e dai partiti critici con l’esecutivo Monti come Idv, Sel, Rifondazione. Strano, perché a parole quegli ambienti politici si sono sempre scagliati contro i tecnocrati legati all’alta finanza, contro i professori che usurpano il primato della politica, contro la sospensione della democrazia, il golpe bianco etc etc. Ma nei fatti, invece, hanno contribuito a calare una cortina di silenzio.

Del “Grigiocrate” non ha scritto Il Fatto, che pure si era mostrato interessato prima dell’uscita del libro. Non hanno scritto il manifesto e tanto meno L’Unità, anzi dal giornale fondato da Gramsci (che se potesse oggi forse ne disconoscerebbe la paternità) è arrivato chiaro il messaggio che quello è terreno minato. Ma c’è di più. Un paio di presentazioni organizzate presso circoli e ambienti culturali vicino a Idv e Sel, considerati non a torto dall’editore come potenzialmente più ricettivi di altri, sono andati pressoché deserti. Persino i relatori si sono dati malati all’ultimo minuto con scuse risibili, come quando a scuola c’è un compito in classe.

Alla presentazione in programma a Roma, presso la stampa estera, si sono presentati parecchi corrispondenti stranieri ma un solo giornalista italiano. Che alla fine pare non abbia neppure scritto. Un redattore di un’importante agenzia di stampa nazionale ha provato a proporre la recensione o quanto meno la presentazione del libro su Monti, ma è stato vivamente sconsigliato dal suo capo di tornare sull’argomento. Altri giornalisti, conoscendo i loro polli (cioè caporedattori), non ci hanno neppure provato. Solo sfortunate casualità oppure un ben organizzato boicottaggio? Ah, saperlo…

«La libertà di parola senza la libertà di diffusione è solo un pesce dorato in una vaschetta sferica», diceva Pound. E per quanto riguarda la diffusione hanno un ruolo importante le librerie, senza le quali la vendita di un prodotto editoriale è praticamente esercizio inutile. E i punti vendita, per fortuna, non sembrano essersi accodati alla congiura del silenzio: il libro è presente nelle principali città italiane, oltreché sui siti di vendite online come Amazon, Feltrinelli, Ibs e Bol. Di sicuro, però, “Il Grigiocrate” non è reperibile nella libreria interna dell’università Bocconi, dove un docente (bocconiano anch’egli) l’ha inutilmente cercato sugli scaffali delle novità. E un commesso imbarazzato gli ha spiegato che non sarebbe stato possibile  farlo arrivare neanche su ordinazione.

George Best
Fonte: www.barbadillo.it/
Link: http://www.barbadillo.it/lo-strano-silenzio-della-sinistra-anti-monti-sul-saggio-il-grigiocrate
7.06.2012


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ws
 ws
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"la sinistra fa sempre l' interesse del grande capitale , talvolta anche senza saperlo " (O.Spengler)


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Luca Martinelli
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Diciamo meglio che la sinistra è sempre stata la stampella della destra. In Italia, soprattutto, ne abbiamo fulgidi esempi. Potremmo raccontare storie di 30 anni fa e insegnare ai più giovani qualche cosa di interessante, tipo il salvataggio di Andreotti colpito da una mozione di sfiducia nel '76 da parte dei 4 radicali che stavano in parlamento. Ebbene il divino gobbo fu salvato dall'astensione del vecchio Pci. Più recentemente un bel libro di G. Fasanella "il sottobosco" rivela l'intreccio di affari tra D'Alema e Berlusconi. Coraggio, amici, al peggio non c'è mai fine. Viva l'Italia, viva il Re! 😉


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dana74
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Post: 14373
 

sembra decisamente interessante...

"oppure, più semplicemente, un’operazione editoriale che se ne frega delle etichette e privilegia il desiderio di divulgare notizie, fatti e idee al di là degli schieramenti novecenteschi."

solo per questo merita l'apprezzamento, finalmente una bella collaborazione trasversale fatta nell'interesse della verità e della gente, tutta la gente al di là degli orrendi steccati tanto utili al potere


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dana74
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Post: 14373
 

Silenzio totale, invece da parte delle testate antigovernative dell’area di centrosinistra e dai partiti critici con l’esecutivo Monti come Idv, Sel, Rifondazione. Strano, perché a parole quegli ambienti politici si sono sempre scagliati contro i tecnocrati legati all’alta finanza,"

no non è strano, è la finta lotta al potere che costoro devono recitare. Bene ha fatto l'autore ad evidenziarlo, ennesima prova dell'ipocrisia ingannevole di chi si vuol far passare come paladino degli oppressi...

Ferrando che voleva mettere in guardia sull'idea dell'unione di tutte le sinistre che sarebbero poi andate a sostenere il Pd.
Si è beccato una censura dai tolleranti compagni


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Truman
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di: Leo Junior
www.barbadillo.it
C'era chi invitava i sudditi a mangiare brioches in mancanza di pane e chi, di fronte all’incremento di suicidi per disperazione economica, non trova niente di meglio che riportare sul quotidiano degli Elkann la dotta citazione di Ulisse che sacrifica sei suoi compagni pur di salvare la nave.
In altri tempi lo si sarebbe definito come un esempio di intollerabile cinismo, ma ormai è il caso di abituarsi. Perché nei salotti che contano, o nelle sale da pranzo a partire da quelle torinesi, si è tornati all’aria di sovrano disprezzo nei confronti di un popolo fastidioso che avrebbe pure la pretesa di sopravvivere.
E infatti il grigiocrate ha scelto proprio “La Stampa” per una lunga intervista concessa al direttore del quotidiano torinese. In fondo alle due paginate di Monti-pensiero (in fondo, per non infastidire il premier con sciocchezzuole), arriva finalmente la domanda relativa ai suicidi di imprenditori ed artigiani. Pensionati, lavoratori dipendenti e disoccupati sono esclusi, sono già stati inseriti nella categoria dei subumani, secondo i criteri degli illuminati poteri forti. Ovviamente Monti non si scompone, ammette che si tratta di “cose drammatiche”, ma il suo coinvolgimento emotivo si ferma lì. Stiamo parlando di merce che deperisce, mica di esseri umani ammessi a far parte dell’élite.
“Anche in Grecia i suicidi sono molto aumentati”, precisa il grigio. E allora, per i tecnocrati, se si suicidano in massa i greci, perché non voler concedere agli italiani il diritto all’emulazione? Potremmo organizzare un campionato, sponsorizzato dall’Inps, che così risparmierebbe e potrebbe utilizzare le risorse aggiuntive per pagare gli interessi ai “mercati”. Un punto di spread per il Paese con il suicidio più curioso e spettacolare.
La vera casta, quella che si considera l’élite del Paese (vietato parlare di Nazione), è proprio questa. Spocchiosa, arrogante, indisponente. Competente? Macché. Solo autoreferenziale. Tutti si conoscono, tutti si frequentano, tutti si raccontano realtà inesistenti. E di fronte alle difficoltà scaricano sul popolo fastidioso tutte le responsabilità.
Da bravi genitori tutelano i propri figli, magari facendoli lavorare sotto casa, vicini a mamma e papà, possibilmente nella stessa università dove insegnano i genitori e magari anche il marito della piccina. Ma per gli italiani, questi fastidiosi impicci in un mondo di grigi tecnocrati, il percorso indicato è totalmente diverso. Andate all’estero, spiegano i tecnocrati ai giovani italiani. In realtà non lo spiegano, lo ordinano. Bamboccioni, sfigati, mammoni, noiosi: le definizioni si sprecano nelle cene dei tecnocrati. Tutte caratterizzate dal disprezzo nei confronti di chi è rimasto fuori dalla porta. E così nelle parrocchie italiane si raccolgono le elemosine da destinare a giovani che frequentano corsi di formazione.
Loro, invece, i figli dei tecnocrati, possono spaziare dalla Morgan Stanley alle Università, dalle Authority a Mediobanca, dalle assicurazioni alle banche. Senza annoiarsi, loro.
Ma guai a parlare di raccomandazioni, loro sono l’élite ed è normale che l’élite si perpetui attraverso la cooptazione.
Come è normale che le regole che impongono agli altri non valgano per loro. Corrado Passera, da ministro, chiede “sanzioni sociali” contro gli evasori? Ma Corrado Passera, da banchiere, era ai vertici di Intesa Sanpaolo, cioè una delle banche condannate per evasione fiscale. “Dal bilancio 2010 – ricorda l’avvocato Sandro Del Mastro – emergeva che il contenzioso dell’istituto con il Fisco ammontava a 1,65 miliardi, cui si sommano 119 milioni come evidenziato nella relazione al 30 settembre 2011. Intesa sborsò 270 milioni”.
Particolari irrilevanti. D’altronde è stato spiegato dai vertici del Paese che gli italiani comprendono e non drammatizzano.
E se, disperati, si lanciano da un balcone, si danno fuoco o si impiccano, i grigiocrati invitano ad abbassare i toni e consigliano di mettere a disposizione dei nuovi poveri qualche esercito di psicologi o psichiatri. Non è chiaro chi li debba pagare, ma si sorvola. Come si sorvola sui favori alle banche (“non siamo al servizio degli istituti di credito”, avevano assicurato i girigiocrati) e sull’Imu che le fondazioni bancarie non pagano perché enti di beneficienza.
È un mondo difficile, il loro. Impegnato a spiegare al volgo i nuovi stili di comportamento. Il fascino della schiscetta e del baracchino, la meraviglia del cibo riciclato, i vantaggi della spesa fatta nel cassonetto dell’immondizia. Un sano pauperismo per (quasi) tutti.
Così i tecnocrati non avranno l’affanno di dover prenotare per andare a cena in un ristorante di livello. Finalmente rimarranno a casa i fastidiosi esemplari di un’Italietta di cafoni arricchiti.
E basta con le code in aeroporto o con l’affollamento nei porti dove l’élite ormeggia gli yacht. Un nuovo stile di vita, sobrio e rassegnato, non potrà che far bene al popolo. Certo, tutte le persone che vivono di turismo avranno qualche piccolo problema, in attesa che i nuovi padroni mondiali si degnino di posare le loro terga su una sdraio italica o su una sedia di un ristorante.
De minimis non curat praetor, non è che un premier possa occuparsi della sopravvivenza di un intero settore dell’economia italiana. L’Europa deve essersi dimenticata di chiederglielo.
E poi si risolvono tanti problemi, in questo modo. Se nessuno può permettersi la vacanza, diventa inutile concedere le ferie ai lavoratori. Con un netto miglioramento della produttività. Ci sarebbero, probabilmente, alcuni piccoli inconvenienti sul fronte della salute e degli infortuni sul lavoro. Ma l’amico Marchionne ha già chiarito che, se non si abbattono le assenze per malattia, i lavoratori devono essere pagati meno.
Nel peggiore dei casi si possono sempre abbattere i lavoratori, creando nuove opportunità di occupazione.
D’altronde in Grecia la sanità, in prospettiva, sarà sempre più affidata ad organismi come Medici senza frontiere. E nelle scuole greche aumentano i bambini che svengono perché malnutriti. Paria d’Europa, noi e la Grecia. In attesa di imporre lo stesso modello alla Penisola Iberica.
Ma non c’è da preoccuparsi più di tanto: l’élite racchiusa nei salotti organizzerà cene per raccogliere qualche fondo da distribuire ai più bisognosi. Magari accompagnato da qualche nuova tassa, tanto per far contribuire anche il popolo a queste nobili iniziative.
In attesa che l’Europa ci chieda di reintrodurre la schiavitù.

A cura di Leo Junior
www.barbadillo.it

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=15217


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Eurasia
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Registrato: 2 anni fa
Post: 702
 

A proposito dello "Strano silenzio della sinistra anti Monti sul saggio "Il Grigiocrate"... saranno stati silenziosi ma non assenti... sul sito FuoriOnda ci sono i luoghi, le date e i partecipanti alla presentazione del libro:

il 30 maggio a Roma

La prima presentazione aperta alla stampa e alla cittadinanza è in programma mercoledì 30 maggio alle 17.30 alla sala stampa estera, in via dell’Umiltà 83/c.

A moderare sarà il direttore di “CalabriaOra”, Piero Sansonetti. Intervengono gli autori, Augusto Grandi e Daniele Lazzeri, l'editore di “Fuorionda”, Enrico Mattesini, l'onorevole Idv, Fabio Evangelisti, il senatore Idv, Pancho Pardi, l'onorevole della Lega Nord, Maurizio Fugatti e Ileana Piazzoni, responsabile Welfare SEL Lazio.

Il 4 giugno a Milano:

(..) Inoltre interverranno, lo scrittore e docente universitario Nando Dalla Chiesa, il Presidente del Consiglio comunale di Milano, Basilio Rizzo, il giornalista Gianni Barbacetto, il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Civati, e il consigliere comunale della Lega Nord, Massimiliano Bastoni.

Il 6 giugno a Roma:

(...) Intervengono assieme all’autore Augusto Grandi, l’editore di “Fuorionda”, Enrico Mattesini e il consigliere in Regione Lazio di Sel, Luigi Nieri. Modera il direttore di retezero.tv, Francesco Maria Fabrocile.

http://www.fuoriondalibri.it/news.php


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