L'oscuro visibi...
 
Notifiche
Cancella tutti

L'oscuro visibile


Zret
 Zret
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2925
Topic starter  

Dobbiamo finalmente rendercene conto. Non tutti siamo umani. (W. Golding)

"L'oscuro visibile" è un romanzo di William Golding. Pubblicato nel 1979, l'autore britannico rivisita in quest'opera il tema del Male, già fulcro del suo più celebre libro, "Il signore delle mosche" che conobbe due trasposizioni cinematografiche. "L'oscuro visibile" è un testo per molti versi irritante e sgradevole: dispiace il compiacimento per gli aspetti più laidi e ripugnanti del corpo e dell'animo umano, nella descrizione delle due sorelle le cui sembianze angelicate esaltano depravazione e spregiudicatezza.

Con occhio cinico e distaccato, lo scrittore osserva la degenerazione della società post-bellica, affollata di delinquenti e di stolidi borghesi, per tentare di mettere a fuoco il problema della colpa. Dopo le pagine d'apertura gloriose nella loro terribilità, la narrazione via via scema nel miserabile épos di Matty, il bambino senza storia, emerso dalle fiamme infernali di Londra sventrata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Subentra la cronaca delle gemelle Sophy e Toni, in brani di malvagità pura. Lo stile nervoso, i dialoghi allucinati e gli squarci verso tenebre magiche riscattano in parte un romanzo che, troppo spesso, scade nel verismo morboso e voyeuristico da rotocalco popolare.

Se è vero, come è vero, che un autore scrive un solo romanzo per poi ripetere con qualche variante le ossessioni che lo torturano, allora questo si può affermare anche a proposito dell'"Oscuro visibile" che è un'inquieta indagine sul Male, ma senza l'ombra misteriosa di Belzebù. Quest'ombra, nel "Signore delle mosche", si proietta sul destino di personaggi ben altrimenti disegnati ed umani, persino nella loro crudeltà.

Si è che, sebbene William Golding si chieda ancora quale sia la genesi dell'egotismo, tende ad individuarla banalmente in condizioni sociali e psicologiche, dimenticando l'innocente ed innata attrazione per l'oscurità che alberga in ognuno di noi, forse come stigma di un errore primigenio. L'oscuro, appunto, è sin troppo visibile ed esibito, mentre le speculazioni sulle dimensioni spirituali si involgariscono nello spiritismo.

Eppure, dopo un vortice di farneticazioni e di immondi delitti, lo scrittore smette di pizzicare le solite corde stridule per suonare un accordo elegiaco. Nell'epilogo, il fantasma di Matty, ormai liberato con la morte dall'orrore dell'isolamento in cui l'ha imprigionato il volto sfigurato, incombe, inumano, ma benevolo su chi pareva non potesse redimersi.

http://zret.blogspot.com/


Citazione
Condividi: