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Varoufakis, la sua strategia e il suo libro


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Varoufakis ha scritto un bellissimo libro nel 2011, "The Global Minotaur"

http://www.a-puntes.net/arc/VAROUFAKIS-the-global-minotaur.pdf

Da questo libro molto interessante si capisce la visione storica di Varoufakis, la sua determinazione quasi feroce a liberare il proprio popolo e sapendo leggere fra le righe la sua strategia nelle recenti trattative con la ex Troika.
Detto en passant se ne evince anche che probabilmente non è un marxista; avrà letto Il Capitale ma non ne è rigorosamente un seguace.

Varoufakis sostiene che un sistema economico, come può essere quello che definiamo "il sistema economico occidentale", si regge solamente se esiste un meccanismo di riciclo dei surplus.
I paesi che hanno un surplus, quelli più ricchi, devono reinvestire il loro surplus nei paesi poveri al fine di creare una domanda per i propri prodotti (e quindi redistribuendo almeno in parte la ricchezza).
Dopo la seconda guerra mondiale (riassumo un libro di più di 250 pagine in poche parole) gli "anglo celti" - che curiosamente chiama così e non anglo sassoni - hanno deciso di reinvestire il loro surplus in Europa, segnatamente in Germania (deludendo in questo Inghilterra e Francia) e in Giappone. Il motivo era creare dei capisaldi del sistema contro le mire espansioniste russe. Il piano Marshall.
Poi a causa degli sforzi bellici si sono trovati obbligati a superare il gold standard creando un terremoto in tutto il mondo.
A quel punto però gli USA potevano stampare tutti i dollari che volevano e quindi il meccanismo di riciclo del surplus non è stato abbandonato ma implementato al contrario ossia erano gli americani che compravano in Europa e in Giappone ma poi, favoriti dallo status di moneta globale della loro valuta, si ritrovavano un enorme flusso di denaro verso il loro paese da parte degli Stati europei, asiatici e produttori di petrolio.
Si trovavano quindi obbligati a far fruttare quell'enorme flusso di denaro nell'unico modo possibile e cioè mediante operazioni di finanza sempre più "creativa".
Anche perché nel frattempo avevano distrutto la domanda interna tramite quella che Varoufakis chiama "la walmartizzazione" del lavoro.
Era necessario quindi aumentare a dismisura i prestiti al consumo arrivando addirittura a creare strumenti finanziari complessi che avevano come sottostante dei crediti di cui nessuno aveva la garanzia che potessero essere ripagati.

A questo punto c'è un capitolo da leggere con attenzione che spiega nel dettaglio come è avvenuto il "salvataggio" delle banche americane con un sistema chiaramente truffaldino secondo il quale lo Stato prestava dei soldi a chi avesse voluto investire nei titoli delle banche in difficoltà.
Il piccolo dettaglio era che non c'era l'obbligo di restituire questi soldi prestati dallo Stato a meno che non ci si fosse fatto un certo profitto.
E chi se li comprava i titoli tossici delle banche mezze fallite?
Ovvio, le stesse banche fallite le quali avevano una parte di titoli tossici ma potevano sperare di guadagnare sulla parte più affidabile.
Ma se l'investimento fosse andato male?
Non importa perché come ho detto il prestito dello Stato in quel caso non andava restituito ma le banche si sarebbero comunque incamerate un bel po' di dollari che le avrebbero aiutate a superare il momento difficile.
Di chi erano i soldi che lo Stato prestava? Dei cittadini, naturalmente.
E sono riusciti a farlo passare come un patriottico appello al capitalismo degli investitori...

Dice molto altro ma arrivo alle conclusioni.

La cosa molto curiosa, che mi fa dubitare che Varoufakis sia un vero marxista, è che manca del tutto un'analisi di classe.
Ma soprattutto c'è da osservare che Yanis parla di questo indispensabile "riciclo del surplus" come di un qualcosa che "fa andare avanti un sistema economico" e termina dicendo che "ora questo riciclo non esiste più".
Questo ha un profondo significato nel suo libro perché innanzitutto si dice che questa non è una crisi normale ma una Crisi con la C maiuscola ossia un passaggio dopo il quale nulla sarà come prima.
In questa ottica non ha molto significato dire "il riciclo non c'è più" perché se semplicemente lo enunci già c'è; casomai non viene messo in atto.
Ma questo implica che quello che per Varoufakis è un mezzo per distribuire la ricchezza in maniera sempre più equa non viene più applicato perché qualcuno vuole impedire che venga redistribuita la ricchezza.
Allora perché però esisteva "prima"? Evidentemente non per "bontà" ma perché nei due casi in cui il riciclo funzionava (piano Marshall e superamento del vincolo aureo) questo riciclo era funzionale al potere imperiale.
Quindi non è che "bisogna trovare un sistema di riciclo" ma, leggendo fra le righe, bisogna cambiare mentalità...bisogna cambiare l'Impero...bisogna superarlo quindi sconfiggerlo...e lo si supererà - sconfiggerà - perché la storia va in quella direzione -...perché l'Impero è un Minotauro impazzito...perché allo stesso tempo non può superare la propria ingordigia distruttrice - ossia non sarà disponibile a un nuovo sistema di riciclo dei surplus con conseguente distribuzione della ricchezza - pena la perdita del proprio potere; ma se non la supererà finirà distrutto perché sarà sopraffatto dal resto del mondo che preme da tutte le parti in un sistema destinato a crollare

Questo Varoufakis non lo dice esplicitamente ma se si legge con attenzione il libro si nota la fredda e implacabile determinazione di chi ha compreso che facendo sfogare la sua furia animalesca al nemico, opponendogli solo una incrollabile fermezza quasi passiva, lo porterà a impiccarsi con le proprie mani.

Ecco perchè Varoufakis insiste col trovare a ogni costo un accordo con i creditori; ecco perché cerca di rassicurare i greci che non si uscirà dall'euro e che anzi nel caso fosse cacciato farebbe ricorso.

Da un lato deve tranquillizzare la sua gente altrimenti oggi ci saremmo trovati con una vittoria del sì e anzi, probabilmente Syriza non sarebbe mai stata eletta.
Dall'altro sa, e in questo è veramente un genio, che l'Impero lo hai già sconfitto anche solo se lo costringi a trattare in estenuanti e apprentemente inconcludenti colloqui. Come facevano i vietnamiti con Kissinger che raccontava della sua ansia nei suoi confronti con gli asiatici che gli cambiavano continuamente le carte in tavola impuntandosi con la massima pignoleria su qualsiasi questione, anche la più insignificante.

Lo costringi a parlare con te quasi alla pari, presentando delle tue pretese, fai un estenuante tira e molla, lo obblighi a venire a patti, dichiari che ti rivolgerai al popolo per fare approvare gli accordi (mettendolo di fronte all'impossibilità di rinnegare quella democrazia che l'impero normalmente usa come arma contro i Pesi recalcitranti ma che qui gli si ritorce violentemente contro) e quasi magicamente l'Impero perde il suo carisma di fronte ai cittadini, comincia ad avere paura, freme di rabbia, blandisce, minaccia...e non è più "sacro"...perde il suo manto regale e appare nel suo vero aspetto... quello della "Bestia"...quello del Minotauro...e lo puoi uccidere senza scandalo...

La prova che Varoufakis stava giocando una partita a carte coperte è in un fatto secondo me abbastanza curioso.

In un suo articolo che è apparso anche sul Sole24Ore

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-05-26/austerity-gia-fatta-063535.shtml?uuid=ABT9tfmD

Varoufakis scrive che la Germania in realtà non alcun bisogno di farsi ripagare i crediti con la Grecia, basta che li segni all'attivo e già ci può fare un certo profitto evitando d
i martoriare un'intera popolazione.
E allora perchè lo fa?
Scrive Varoufakis:

"È evidente che la richiesta di ancora più austerity da parte dei nostri creditori non è motivata dall’interesse per autentiche riforme o dal desiderio di indirizzare la Grecia lungo un percorso finanziario sostenibile. Quale sia la loro reale motivazione è una questione che è meglio lasciare agli storici futuri"

In sostanza evita di dare una risposta precisa...parla degli storici futuri il che ha un suono vagamente minaccioso...ma non risponde...

Eppure, qui è il punto, nel libro la risposta la dà e con la massima precisione. I tedeschi in quanto gauleiter dell'Impero vogliono che la Grecia e gli altri Paesi periferici restino in ginocchio incatenati ai loro debiti che dovranno per di più vivere come una colpa infamante.
E il fatto che nel libro, scritto quattro anni fa, lo abbia detto con cruda chiarezza ma nell'articolo, scritto in concomitanza dei colloqui con in tedeschi, abbia evitato la risposta diretta mi fa pensare alla assoluta determinazione di quest'uomo nel lottare contro un nemico di cui pensa che non sia in grado di capire il suo gioco. Glielo nasconde perché per lui è essenziale, da vero Danaos (Δαναός), che il nemico creda nella sua disponibilità a piegarsi mentre la sua reale intenzione è la totale distruzione del Minotauro anglo-celtico-germanico-...e forse qualcos'altro.


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Whistleblower
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veramente non è una recensione ma un'analisi della strategia di Tsipras per cui sarebbe più logico che stesse in opinioni...


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Georgejefferson
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La narrazione dominante del dopo 89 e' anche il dogma (urlato da sempre dalle destre) che il conflitto non e' di classe ma di popoli.

Il conflitto di classe proprio non esiste e non e' mai esistito nella contemporanea narrazione vincente, fingendo una ingenua (lasciato intendere) conciliazione capitale / lavoro idealista ,spacciata come realta possibile quando in verita non e' mai stata voluta nelle prospettive ideali dei vertici del potere.

Allora qualcuno cambia narrazione semantica e si adegua accontentando il paradigma nuovo imposto dal potere e con lo stesso narrato dominante, tenta di far riemergere il conflitto di classe, "sentito" dai popoli eventualmente sotto altri nomi e dialettiche, ma sempre quello e'.


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Teopratico
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Una analisi così meriterebbe la home secondo me. Ma non voglio scatenare chissà quali diatribe, per me può rimanere dov'è. I miei complimenti all'autore.


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Una analisi così meriterebbe la home secondo me. Ma non voglio scatenare chissà quali diatribe, per me può rimanere dov'è. I miei complimenti all'autore.

Grazie, caro. Di solito mi becco degli insulti e ogni tanto fa piacere un apprezzamento.
Anche perché, vorrei far notare, sono stato l'unico in tutto il web italiano a dire già vari mesi fa che Tsipras e Varoufakis stavano giocando una partita magistrale.


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Primadellesabbie
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Varoufakis ha scritto un bellissimo libro nel 2011, "The Global Minotaur"...

Da quello che dici non sembra aria frullata.

Mi hai convinto, lo leggerò, anche se avevo giurato che l'economia...mai più.


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Rosanna
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Purtroppo oggi Varoufakis si è dimesso ...
quindi il suo popolo resterà ancora per un po' schiavo ...


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Purtroppo oggi Varoufakis si è dimesso ...
quindi il suo popolo resterà ancora per un po' schiavo ...

Bisogna vedere che significano queste dimissioni.
Un fatto è certo e cioè che Tsipras non potrà più accettare un accordo al ribasso.

1) I tedeschi sono pronti a concedere la fine dell'austerità e un haircut sul debito o proprio non possono farlo?

2) Negli altri Paesi salirà di tono il dissenso?

La questione è tutta nelle risposte a queste due domande. Varoufakis il suo lo ha fatto e non è assolutamente detto che se ne sia andato per dissidi interni. Potrebbe essere un "sacrificio di torre" come efficacemente sintetizzato da Truman.
Diciamo però che finalmente è successo qualcosa di buono quindi almeno per una settimana godiamocelo in santa pace. No?


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mincuo
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E' una lettura interessante e quindi è un contributo per me.
Ma non mi convince.
-Io non ho letto il libro ma ho seguito alcune discussioni sue e di altri.
-E lui faceva delle assunzioni su un impatto molto forte sui mercati, ad esempio, in chiave di arma a suo favore.
Ma su quelle io ero certissimo che non ci sarebbero state.
-E poi ho seguito le trattative. Nei contenuti.
-E poi ho seguito il peggioramento settimana dopo settimana della situazione greca, che a fine 2014 non era cattiva: buon PIL (+3,5%), discreto gettito, riammissione al mercato dei capitali dopo 2 anni, buoni indici di fiducia, buoni ordinativi, e in vista un calo del petrolio e un aumento dell'USD che avrebbe spinto un po' (come dappertutto).
E debito/PIL sembrava stabilizzare.
[N.B. Questo non ha a che vedere con il fatto che l'austerity imposta ai Greci fosse "buona", non lo era, è solo un'analisi della situazione. E cioè che dopo tutti i costi iniqui imposti da quella ricetta si cominciava a vedere almeno qualche beneficio].
Tu devi pensare che il piano era già in corso (firmato dal Governo precedente). Loro l'hanno rifiutato. La Troika ha scelto di discutere, ma poteva chiedere il rimborso immediato.
Però la BCE non ha più potuto (oltrechè voluto) ricevere titoli e finanziare la Grecia. A Febbraio li ha bloccati e ha tenuto solo l'ELA.
In 5 mesi i Greci hanno avuto la situazione completamente capovolta e ora sono in condizioni prossime al caos sociale.
Questo ha aggravato l'austerity, già iniqua di per sè.
Quindi un prezzo alto i Greci lo hanno pagato già in 5 mesi, questo è indiscutibile.
Io non so bene che strategia lui attuasse nè se ce ne era una.
Non era però una strategia no-cost quella di Varoufakis. E nemmeno low-cost. Questo anche è indiscutibile.
Se porterà fuori dall'EUR la Grecia in modo assistito, cioè da BCE ed EU (che è l'unico modo possibile realmente) allora io: primo sono contento e secondo gli faccio i complimenti.
Altrimenti.....se firmeranno un accordo pari o peggiore di 5 mesi fa....


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