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“Pechino viola l’embargo e vende armi a Teheran”


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il gigante asiatico è diventato il primo fornitore militare della repubblica islamica. Gli Usa: “Sanzioni Onu ignorate, all’Iran tecnologia nucleare cinese”

La Cina continua a vendere armi all’Iran. Di sicuro armi convenzionali, che molto probabilmente violano le sanzioni Onu, ma forse anche tecnologia utilizzabile nel settore nucleare. La denuncia è contenuta in un rapporto della «Us-China Economic and Security Review Commission», una commissione del Congresso, che verrà pubblicato il 16 novembre. Si tratta di una rivelazione che aumenta la pressione sul presidente Obama, proprio mentre da Israele e dalla Gran Bretagna arrivano voci di un possibile intervento militare a breve contro Teheran.

Il rapporto sostiene che Pechino ha venduto alla Repubblica islamica armi per 312 milioni di dollari, e questa cifra riguarda solo gli scambi ufficiali. Così ha scavalcato come primo fornitore la Russia, che ha rallentato i commerci dopo le sanzioni approvate all’Onu. La Cina ha sicuramente passato all’Iran missili per colpire le navi, tra cui i pericolosi C-802, che aveva promesso agli Stati Uniti di non cedere. Queste armi forse non violano l’«Iran, North Korea and Syria Nonproliferation Act» del 2006, perché non superano la gittata di 300 chilometri e non possono portare testate con 500 chili di esplosivo, però infrangono altre misure come il «Comprehensive Iran Sanctions, Accountability and Divestment Act» del 2010, che vietava l’esportazione nella Repubblica islamica di «armi convenzionali avanzate». Il rapporto, però, aggiunge anche un sospetto molto più grave: «Ci sono voci secondo cui la Cina, o entità cinesi, hanno continuato silenziosamente a fornire sostegno all’Iran nella ricerca di armi di distruzione di massa e missili balistici». Una chiara violazione delle sanzioni Onu.

L’ambasciata di Pechino a Washington ha smentito tutto, dicendo che rispetta alla lettera tutti i trattati di non proliferazione, e sollecitando il Congresso ad abbandonare questa mentalità da guerra fredda. Il rapporto, però, arriva in un momento delicato. Due giorni fa Israele ha provato con successo un missile balistico che potrebbe colpire l’Iran, mentre alcuni media scrivono che il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Barak stanno cercando di convincere i parlamentari della necessità di attaccare. E che l’ipotesi sia concreta è dimostrato anche dall’apertura di un’inchiesta per appurare il responsabile della fuga di notizie che ha portato i media ieri a rivelare le intenzioni del governo Netanyahu. E ieri in Israele c’è stata un’esercitazione ipotizzando attacchi missilistici iraniani su Tel Aviv.

Tutto questo aumenta la pressione su Obama. Parlando a margine del G20, il capo della Casa Bianca ha detto che il programma nucleare iraniano continua a rappresentare una minaccia e perciò la comunità internazionale deve mantenere alta l’attenzione. Molti analisti, però, sono convinti che Obama non ha alcun interesse a lanciarsi in un’altra guerra durante la campagna presidenziale, e infatti Washington ha usato il recente complotto contro l’ambasciatore saudita solo per chiedere più sanzioni. Il ministro degli Esteri iraniano Salehi ha comunque risposto alle voci, promettendo al giornale turco Hurriyet una «risposta brutale», se l’Iran verrà attaccato.

Paolo Mastrolilli
Fonte: www.lastampa.it
4.11.2011


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cloroalclero
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fa bene l'Iran a comprarsi le armi e fa bene Pechino a vendergliele.


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glab
 glab
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oooh! che cattivi!


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Luca Martinelli
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speriamo che Pechino collabori anche al programma nucleare iraniano, in modo che l'Iran possa dotarsi di armi nucleari al piu' presto, in modo da potersi difendere dai nazi-sionisti. Le partite vanno giocate alla pari. Perche' i criminali yankee e i loro amici sionisti devono avere armi nucleari e gli altri no? o tutti o nessuno.


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vimana2
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Terza guerra mondiale:

Prove di guerra, aerei israeliani a Decimomannu.
I caccia Nato ...di stanza a Decimomannu (Cagliari) avevano appena finito di bombardare la Libia, che subito si è svolta nell...a base aerea l’esercitazione Vega 2011. Ospite d’onore l’aviazione israeliana, che con quelle italiana, tedesca e olandese si è esercitata ad «attacchi a lungo raggio». Come riporta la stessa stampa israeliana, ciò rientra nella preparazione di un attacco agli impianti nucleari iraniani. L’esercitazione fa parte della cooperazione militare Italia-Israele, stabilita dalla Legge 17 maggio 2005. Rientra allo stesso tempo nel «Programma di cooperazione individuale» con Israele, ratificato dalla Nato il 2 dicembre 2008, circa tre settimane prima dell’attacco israeliano a Gaza.
Esso comprende non solo esercitazioni militari congiunte, ma l’integrazione delle forze armate israeliane nel sistema elettronico Nato e la cooperazione nel settore degli armamenti. Così viene di fatto integrata nella Nato l’unica potenza nucleare della regione, Israele, anche se rifiuta di firmare il Trattato di non-proliferazione (mentre l’Iran, che non possiede armi nucleari, l’ha firmato).
Due giorni fa Israele ha testato un nuovo missile balistico a lungo raggio, che il ministro della difesa Ehud Barak ha definito «un importante passo avanti in campo missilistico e spaziale». Ciò conferma il rapporto di una commissione britannica indipendente, appena pubblicato dal Guardian, secondo cui Israele è impegnato a potenziare le sue capacità di attacco nucleare, in particolare i missili balistici Jerico 3 con gittata intercontinentale di 8-9mila km e i missili da crociera lanciati dai sottomarini. Tale programma è supportato dai maggiori paesi della Nato.
La Germania ha fornito a Israele negli anni ’90 tre sottomarini Dolphin (due sotto forma di dono) e gliene consegnerà nel 2012 altri due (il cui costo di 1,3 miliardi di dollari viene finanziato per un terzo dal governo tedesco), mentre è aperta la trattativa per la fornitura di un sesto sottomarino. I Dolphin, dotati dei più sofisticati sistemi di navigazione e combattimento, sono stati modificati così che possano lanciare missili da crociera nucleari a lungo raggio: i Popeye Turbo, derivati da quelli statunitensi, con gittata di 1.500 km.
Gli Stati uniti, che hanno già fornito a Israele oltre 300 cacciabombardieri F-16 e F-15, si sono impegnati a fornirgli almeno 75 caccia F-35 Joint Strike Fighter di quinta generazione (il cui costo unitario è salito a 120 milioni di dollari) e ad addestrare per primi i piloti israeliani, così da formare al più presto tre squadriglie di F-35 che costituiranno «una nuova punta di lancia strategica delle forze aeree israeliane».
L’Italia, nel quadro dell’accordo di cooperazione militare, sta collaborando a progetti di ricerca congiunta soprattutto con gli istituti israeliani Weizmann e Technion, che compiono ricerche sulle armi nucleari e quelle di nuovo tipo.
In tale quadro rientra l’esercitazione di Decimomannu, confermando che si sta mettendo a punto un piano di attacco all’Iran, con la partecipazione di forze israeliane, statunitensi, britanniche e altre, supportate dai comandi e dalle basi Nato. E sicuramente il piano prevede, per scoraggiare eventuali pesanti rappresaglie, di puntare alla testa del paese attaccato la pistola con la pallottola nucleare in canna.

(il manifesto, 4 novembre 2011)
Manlio Dinucci


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Luca Martinelli
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niente di nuovo. Che Israele partecipasse alle esercitazioni Nato e non solo è cosa risaputa da tempo. Non significa che debba attaccare l'Iran per forza. Israele bazzica il Mediterraneo da decenni. All'inizio in maniera clandestina (Ustica) poi in maniera ufficiale. saluti


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vimana2
Famed Member
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Anche peres ha fatto intendere che l'attacco ci sarà e alla TV anche.


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