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A Pechino l'assenza di politici occidentali


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A Pechino l'assenza di politici occidentali
Giuseppe Masala

L'altro ieri a Pechino si è svolta la tradizionale parata per festeggiare la fine della Seconda Guerra Mondiale e per ricordare gli oltre trentacinque milioni di morti cinesi causati dall’aggressione imperialista giapponese.

Alla parata hanno sfilato oltre al contingente dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese anche truppe di paesi che ormai, oltre ad essere considerati amici, possono essere considerati veri e propri alleati strategici tra i quali, ovviamente, la Russia e il Kazakistan.

Nota stonata di questa importante commemorazione è l'assenza di politici occidentali di primo piano tranne il presidente ceco Milos Zeman. Tale assenza è stata giustificata come dovuta alle dispute territoriali che la Repubblica Popolare ha con alcuni suoi confinanti quali Filippine, Vietnam e Giappone. Da sottolineare però che — paradossalmente — l'esistenza di dispute territoriali tra Vietnam e Cina non ha impedito allo stesso Presidente vietnamita Trương Tấn Sang di partecipare alla commemorazione.

Al di là delle scuse diplomatiche la vera ragione che ha impedito agli europei di partecipare è il latente conflitto finanziario, commerciale, diplomatico e militare in corso tra Cina e USA. Ormai gli americani vedono nella Cina (che è la seconda economia del mondo) il vero competitor globale che rischia di scalfire l'egemonia unipolare — nata con il crollo dell'URSS — e di cui godono gli USA.

I motivi di frizione tra USA e Cina di certo non mancano: da un punto di vista finanziario la Cina ormai da anni chiede l'accettazione dello Yuan tra le monete di conto internazionale nel paniere delle monete utilizzate dal Fondo Monetario Internazionale, richiesta sempre boicottata dagli USA. Altri motivi di scontro sono la crescente influenza cinese in Africa e in Europa che rischia di danneggiare enormemente la posizione americana. Infine, ultimo ma non ultimo per importanza, gli USA vedono come il fumo negli occhi l'alleanza tra Cina e Federazione Russa che può rappresentare — come ben sa la diplomazia americana dai tempi di Kissinger e Nixon — un colpo mortale per tutta l'egemonia occidentale.

Da notare che l'Italia, così come per la parata del 9 Maggio a Mosca, ha mandato una delegazione se non di primissimo livello certamente non di secondo ordine e comprendente il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Tale scelta appare se non come un tentativo di mostrare una certa indipendenza rispetto ai diktat provenienti da Bruxelles e da Washington almeno come un atto di riguardo nei confronti della Repubblica Popolare Cinese e della Storia.

Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20150904/1093410.html#ixzz3ksfy05bP


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Anonymous
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Un'assenza per noi italiani, europei ed occidentali imbarazzante, un'assenza su cui i nostri mass media avrebbero dovuto focalizzare la nostra attenzione.

Temuchin, nei limiti delle tue possibilità, porta alla conoscenza dei cinesi con i quali sei quotidianamente a contatto, a partire da tua moglie, l'esistenza di un'Italia altra, attenta alla politica cinese ed alla necessità di costruire una politica estera autenticamente multipolare ed il più possibile sganciata dal giogo usraeliano.


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Nieuport
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Fra l’altro, la parata era bellissima, si trova in rete, è uno spettacolo.


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helios
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Non ci sono andati in cina i capi di stato occidentali ma c e andato bank i moon.
L unico che dovevan non andarci.


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Un'assenza per noi italiani, europei ed occidentali imbarazzante, un'assenza su cui i nostri mass media avrebbero dovuto focalizzare la nostra attenzione.

Temuchin, nei limiti delle tue possibilità, porta alla conoscenza dei cinesi con i quali sei quotidianamente a contatto, a partire da tua moglie, l'esistenza di un'Italia altra, attenta alla politica cinese ed alla necessità di costruire una politica estera autenticamente multipolare ed il più possibile sganciata dal giogo usraeliano.

Caro Ogg, quella di far vedere ai cinesi e alla Cina la parte bella, vera (ma quasi scomparsa) dell'Italia, non solo è mio dovere ma anche un piacere.
Risulta fin troppo facile farlo, la considerazione che hanno di noi, in quanto italiani, è ancora notevole. Nei loro desideri c'è sempre quello di visitare il Bel Paese. Adorano la nostra pasta e i nostri vestiti. Gli italiani all'estero, sono la punta di diamante della nostra italianità, siamo noi (mi ci metto anche io) i veri ambasciatori del nostro paese, peccato che, siamo lasciati completamente allo sbando, dal nostro Stato e questa è una testimonianza basata su fatti e su moltissime testimonianze. Israele qui, non se lo filano nemmeno.


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Fra l’altro, la parata era bellissima, si trova in rete, è uno spettacolo.

Esatto!

http://english.cntv.cn/2015/09/03/VIDE1441266721531806.shtml

Singolare vedere marciare generali a due e tre stelle in mimetica in testa ai reparti, in Italia, sono tutti seduti comodi nella tribuna d'onore.

Poi, molto interessante, è vedere gli accoppiamenti e scambi di parole, tra i vari leader, oltretutto, grande occasione perché poi, molti paesi hanno firmato contratti e collaborazioni strategiche con la Cina.

Erano presenti praticamente tutti i leader politici della Cina, tanto per dire un nome, Jian Zemin. Nei discorsi vari, non è mai stato nominato il nome del grande timoniere.


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Non ci sono andati in cina i capi di stato occidentali ma c e andato bank i moon.
L unico che dovevan non andarci.

Non capisco perché non avrebbe dovuto andarci.
Comunque, alla minestazione, c'era Milos Zeman, e, anche (ma mai inquadrato) il ministro degli esteri francese Fabius e italiano Gentiloni, almeno uno straccio di presenza, degli americani e inglesi, chi c'era???
Il diversamente colorato era a farsi i selfie in Alaska...e non aggiungo altro


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