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Alpiq nucleare si'/no


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Da: www.gdp.ch/articolo.php?id=2410

Energia elettrica
Alpiq lascia un varco aperto al nucleare

GdP - 29 aprile 2011

L’opzione nucleare rimane una questione aperta per la Svizzera, secondo Alpiq Holding, responsabile di circa un terzo dell’approvvigionamento elettrico del Paese e proprietaria del 40% della centrale nucleare di Gösgen e il 32% di quella di Leibstadt.

La decisione di rinunciarvi o meno spetta al popolo e il gruppo saprà adattarsi di conseguenza, ha detto il presidente del Consiglio di amministrazione (CdA) Hans Schweickardt durante l’assemblea generale del gruppo ieri a Olten (SO).
«In Svizzera non si è ancora deciso né di abbandonare, né di mantenere l’energia nucleare», ha affermato, aggiungendo che Alpiq accetterà le decisioni politiche «senza se e ma». In ogni caso – ha precisato Schweickardt – l’esistenza del gruppo non dipende da una sola tecnologia. «Abbiamo le nostre convinzioni, ma siamo aperti a diverse vie». L’azienda si è infatti sviluppata sia verso la produzione di energia di picco, che di base, investendo in centrali termiche, idroelettriche o energie rinnovabili.

Continuare con il nucleare

Nel caso in cui si decida di continuare con il nucleare bisognerà prima di tutto analizzare l’incidente a Fukushima e apportare i necessari adeguamenti alle nostre centrali, ha proseguito il presidente del CdA. La sicurezza dovrà avere la priorità, «ma senza dimenticare il principio della proporzionalità». E, visto che le nuove centrali sono più sicure di quelle vecchie, «quanto prima ci saranno nuove centrali, tanto più elevata sarà la sicurezza».
Comunque – ha aggiunto – il rischio zero non esiste e la grande domanda politica del momento è se accettare o meno il «rischio residuo».

... o senza il nucleare

Se invece si deciderà di rinunciare all’atomo, le centrali a gas a ciclo combinato sono una valida alternativa, secondo il gruppo.
I tempi di costruzioni sono brevi, i costi bassi e i rendimenti flessibili. Hanno lo svantaggio di produrre CO2 e rendere dipendenti dall’estero per le forniture. Quanto alle energie alternative, Alpiq riconosce il loro potenziale e i vantaggi ecologici, ma presentano due pecche: i costi sono elevati e i tempi per svilupparle lunghi.

Malgrado la difficile situazione, Alpiq continua a progredire, ha sottolineato ancora Schweickardt. La nuova strategia per il 2020 del gruppo mira a raddoppiare la produzione e a investire 8 miliardi di franchi in nuovi impianti. Alpiq ha speso finora 35 milioni per la pianificazione di una nuova centrale nucleare che dovranno essere ammortizzati visto che il Consiglio federale ha sospeso le procedure di autorizzazione.
Alla fine del 2010 le società Axpo, Alpiq e BKW si erano accordate su una collaborazione nella pianificazione e costruzione di due nuove centrali nucleari, previste per sostituire le capacità di produzione nucleare che verranno a mancare in Svizzera e i contratti d’importazione a lungo termine con la Francia di prossima scadenza.


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