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ambasciatore palestinese ucciso a Praga


helios
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Ucciso l'ambasciatore palestinese a Praga, è giallo
Fonti del governo ceco hanno smentito la pista terroristica, ma le indagini sono appena iniziate. Partiti per Praga funzionari dell'Olp
adminSito
giovedì 2 gennaio 2014 12:08

Praga, 2 gennaio 2013, Nena News - A poche ore dalla notte di san Silvestro è esploso un ordigno nella nuova residenza dell'ambasciatore palestinese Jamal Al-Jamal, che stava traslocando con la sua famiglia nel nuovo appartamento situato a Suchdol, uno dei quartieri residenziali di Praga. Il diplomatico, arrivato a Praga soltanto in ottobre 2013, è morto poche ore dopo il ricovero. Indenni gli altri membri della sua famiglia presenti nell'appartamento.

La dinamica dell'esplosione non è stata ancora confermata ma alcune fonti della polizia parlano di una cassetta di sicurezza esplosa nel momento in cui Jamal Al-Jamal tentava di aprirla. Secondo questa versione la cassetta proveniva dalla sede dell'ambasciata e la vittima non avrebbe prestato attenzione a un dispositivo di sicurezza contenuto al suo interno. Verso sera è stata infine organizzata l'evacuazione di alcune abitazioni limitrofe al luogo dell'esplosione, in quanto all'interno della villa sarebbero stati trovati (a più di sei-sette ore dall'arrivo delle forze dell'ordine) dei nuovi ordigni. Una notizia diffusa dal sindaco di Praga Tomas Hudecek che non ha ancora ricevuto conferma.

Fonti del governo ceco hanno poi smentito che l'esplosione sia riconducibile a una pista terroristica, affermazioni che sembrano decisamente premature e preconcette a indagini appena iniziate. Nonostante i rumor e le prese di posizione non ufficiali del governo, la dinamica dell'esplosione rimane ancora tutta da decifrare e analizzare.

Il silenzio ufficiale dei massimi vertici della politica e del governo ceco dopo il decesso del massimo rappresentante palestinese in Repubblica Ceca, mostra appieno l'imbarazzo con cui viene vissuta la rappresentanza dell'Anp nel Paese. Fin dall'inizio degli anni '90 la politica estera dei governi cechi si è contraddistinta per uno spiccato orientamento pro-israeliano. Di qualunque colore politico fosse il governo di turno, i premier e i ministri degli esteri sono stati sempre ricevuti con i massimi onori a Tel Aviv e la Repubblica Ceca rappresenta uno degli alleati più fedeli dello Stato ebraico.

La tendenza pro-israeliana si è ulteriormente rafforzata negli ultimi due anni. La Repubblica Ceca è stata infatti l'unico Paese membro dell'Ue a votare nel 2012 contro l'adesione dello Stato Palestinese all'Onu, mentre il presidente della Repubblica Milos Zeman è conosciuto per il suo forte sentimento anti-islamico, che lo ha portato a dire in diverse occasioni di considerare Yassir Arafat alla stregua di Adolf Hitler.

Infine Praga è stata negli ultimi anni al centro di diverse operazioni di intelligence e di mistificazione legate allo scacchiere mediorientale. L'episodio più noto è senz'altro il falso incontro tra il chargé d'affaire iracheno a Praga e uno degli attentatori alle Torri Gemelle Mohamed Atta sulla possibilità di cedere ad Al-Qaeda le armi chimiche possedute da Saddam Hussein. La notizia, costruita in collaborazione con i servizi di sicurezza cechi, era stata divulgata a livello internazionale per dimostrare il presunto legame tra il governo iracheno di allora e Al-Qaeda, giustificando così l'invasione del 2003. Grazie al radicato orientamento pro-israeliano del governo ceco e degli apparati di sicurezza locali, Praga è un terreno propizio per episodi di guerra sporca o per operazioni sotto falsa bandiera.

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=94410&typeb=0&Ucciso-l-ambasciatore-palestinese-a-Praga-e-giallo


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Stopgun
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Normalmente a Praga si usava la defenestrazione...


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helios
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Praga, 2 gen. (TMNews) - Tutt'altro che risolto a Praga il giallo della morte dell'ambasciatore palestinese, ucciso mercoledì nella sua residenza da una strana esplosione, per la quale si comincia a parlare con insistenza di attentato.

Ad alimentare il mistero e le più diverse congetture è il luogo dove questo fatto è avvenuto, Praga, oggi considerata la capitale in Europa più vicina alle posizioni dello Stato di Israele, mentre un tempo, durante il vecchio regime pre '89, l'allora Cecoslovacchia comunista sosteneva risolutamente le istanze della Organizzazione per la liberazione della Palestina.

Non sembra reggere la prima ricostruzione degli inquirenti cechi, secondo la quale Jamal al-Jamal, 56 anni, sarebbe stata fatale l'apertura incauta di una vecchia cassaforte dotata di una dispositivo autodistruggente.

"Questo genere di dispositivi serve tutt'al più per liquidare il contenuto di uno scrigno di sicurezza, per esempio documenti, ma non è credibile che sia stato uno scoppio di questo genere la causa della morte" è l'opinione di Tomas Haas, un esperto, ex consulente del governo ceco. Il quale continua: "il fatto che si sia riunito immediatamente un comitato di crisi, alla presenza di tutti i rappresentati degli apparati di sicurezza del nostro Paese, fa pensare a qualcosa decisamente di più grosso del semplice scoppio di una cassaforte. Non si spiega altrimenti il motivo della evacuazione subito disposta ieri di tutti gli abitanti dei dintorni. E' invece probabile che nella dimora del diplomatico ci fosse altro esplosivo".

L'ambasciatore Jamal al-Jamal a Praga da poco più di due mesi - si era trasferito appena da due giorni nella nuova dimora, in uno stabile destinato ad essere la futura missione diplomatica palestinese nella capitale ceca. Il quartiere è quello di Suchdol, una tranquilla zona residenziale in collina, semiperiferia nord della città. Durante il trasloco al-Jamal si sarebbe portato dietro, fra le varie cose, anche la vecchia cassaforte, poi esplosa, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti.

L'emissario palestinese è morto all'ospedale militare di Praga, poche ore dopo l'esplosione. Insieme a lui è stata ricoverata anche la moglie, una donna di 52 anni, alle prese con un forte stato di shock e subito dimessa.

Sempre più insistenti in queste ultime ore le voci secondo le quali a uccidere il diplomatico sarebbe stato il Semtex, lo storico di esplosivo di produzione ceco, marchio di fabbrica della vecchia Cecoslovacchia comunista. Il Semtex, "la plastilina del terrore", è una sostanza il cui enome ha fama sinistra, guadagnata in decennni nel mondo.

Sviluppato negli anni '50 per scopi militari e applicazioni civili nel settore edilizio e minerario, questo esplosivo è conosciuto in primo luogo per l'utilizzazione che ne hanno fatto diverse organizzazione terroristiche negli anni '70 e '80. Ne erano pieni gli arsenali del blocco dell'Est, in particolare quelli dell'Armata Rossa ed in generale dalle forze armate dell'allora Patto di Varsavia e dei cosiddetti "paesi amici", fra cui la Siria, la Libia, l'Iran, la Corea del Nord, l'Iraq e il Vietnam. Successivamente, negli anni '70 e '80, il Semtex divenne strumento di morte delle più pericolose organizzazioni estremistiche internazionali.

Intanto, a rendere il quadro ancora più inquietante, giungono questa mattina a Praga i dubbi sulla morte dell'ambasciatore palestinese e le prime accuse di attentato volto a eliminare Jamal al-Jamal, che cominciano a sollevare le autorità palestinesi.

Un cambio di linea a 180 gradi rispetto a ieri, quando, in un primo momento, le stesse autorità palestinesi avevano accreditato la tesi della cassaforte esplodente. "era una cassetta di sicurezza che non veniva aperta da quasi trent'anni" l'ipotesi subito avanzata da Riyad Al-Malik, ministro degli Esteri palestinese.

Oggi invece un'agenzia cinese Nuvoa Cina riporta la tesi di un "anonimo alto rappresentante della Palestina" secondo il quale la morte dell'ambasciatore sarebbe da ricondurre a un attentato.

021012 GEN 14 Gus

http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/ambasciatore-palestinese-a-praga-ucciso-da-esplosione-e-giallo-20140102_102746.shtml

*****

Presso la residenza dell'ambasciatore palestinese a Praga, Jamal Al Jamal, dove lo stesso diplomatico morì in un'esplosione, sono state trovate delle armi, lo ha detto il portavoce della polizia locale Andrea Zoulova. Qual è stata l'arma trovata e in che quantità, Zoulova non lo ha specificato.
A seguito dell'esplosione l'ambasciatore palestinese in Repubblica Ceca subì gravi lesioni e fu ricoverato in gravi condizioni ma i medici non poterono salvargli la vita. In precedenza è stato riferito che l'esplosione avvenne in un momento in cui l'ambasciatore aprì una cassaforte che presumibilmente non veniva utilizzata da 20 anni. Più tardi, un dipendente della missione diplomatica ha riferito che invece era esplosa un'altra cassaforte che viene costantemente utilizzata dal personale dell'ambasciata.

http://italian.ruvr.ru/2014_01_03/Nella-residenza-dellAmbasciatore-della-Palestina-a-Praga-trovate-armi/


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Luca Martinelli
Noble Member
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non ci vuole molto a capire che il Mossad ha colpito ancora...


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helios
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L'ambasciatore della Palestina nella Repubblica Ceca Jamal al-Jamal, morto mercoledì dall'esplosione della cassaforte nella sua residenza a Praga, è stato vittima di un attentato, ritiene la figlia del diplomatico Rana.

“Noi, membri di famiglia, siamo convinti che è stato eseguito un crimine”, citano le sue parole i media cechi.

“Una notte prima dell'esplosione una compagnia da trasporto ceca ha portato la cassaforte a casa. Inoltre l'esplosivo è scoppiato non dentro la cassaforte, ma sotto il suo fondo”, ha aggiunto la figlia dell'ambasciatore.

Giovedì il facente funzione del Premier della Repubblica Ceca Jiří Rusnok sulla base dei dati delle indagini ha dichiarato che si trattava di “un incidente e l'accaduto in nessun modo era da considerarsi attentato”.

http://italian.ruvr.ru/2014_01_03/Lambasciatore-palestinese-a-Praga-e-vittima-di-un-attentato/


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