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Argentina, la dollarizzazione patacca

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Tao
 Tao
Illustrious Member
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Da oggi in Argentina è disponibile un nuovo strumento di pagamento, che nelle intenzioni del fantasioso governo di Buenos Aires dovrebbe collocarsi a metà tra il bistrattato peso domestico e l’agognato dollaro. Si chiama cedin, che sta per Certificato di deposito per investimenti, e viene emesso a fronte di conferimento di dollari, detenuti all’estero o in patria senza essere dichiarati. In pratica, è uno strumento di sanatoria sui capitali denominati in dollari, nel disperato tentativo di innalzare il livello di riserve ufficiali del paese che, a poco più di 37 miliardi, sta diventando pericolosamente basso, malgrado le misure tra il draconiano ed il grottesco sinora adottate dal governo di Cristina Kirchner per evitare l’inesorabile perdita di riserve. Come finirà? Come spesso finiscono le cose in Argentina, in farsa.

Il cedin, in pratica, è un certificato denominato in dollari che avrà un mercato secondario in pesos (qui http://www.cedintrading.com.ar/ le quotazioni indicative denaro-lettera). Possono essere convertiti in dollari, dietro presentazione alla banca centrale, che dovranno essere utilizzati per transazioni immobiliari, che da sempre in Argentina si svolgono in dollari e che negli ultimi anni hanno subito una gelata proprio per le restrizioni al reperimento del biglietto verde. Ma il governo ha un piano più ambizioso: i cedines potranno essere utilizzati come valuta parallela, ad esempio per l’acquisto di elettrodomestici, estinzione di debiti e pagamento di vacanze all’estero, secondo quanto recita la legge istitutiva dello strumento, approvata lo scorso 29 maggio.

Ad oggi, i cedines sono trattati sul mercato secondario con un cambio implicito del peso a circa 7,2 contro dollaro, più basso del cambio ufficiale, che è a 5,8, ma migliore del cambio al mercato nero, che è intorno a 8. Questa è anche la componente di “penalità” implicita nella sanatoria, che mira all’emersione di una massa di dollari dei residenti stimata in 160 miliardi di dollari. Che destino avranno questi certificati? Intanto, i venditori di immobili, che saranno pagati con i cedines, avranno una gran fretta di mettere le mani su dollari veri, e quindi la banca centrale argentina dovrà convertirli. Il che significa che l’eventuale aumento di riserve valutarie sarà del tutto effimero. Poi è appena il caso di segnalare che, con questa operazione, il governo argentino ha scelto di diventare il maggiore riciclatore “legale” di dollari sporchi sul pianeta ma queste sono considerazioni marginali, sul piano economico. Peraltro, vista la credibilità generale acquisita dal governo argentino negli ultimi anni, chi garantisce i titolari di cedines che la convertibilità in dollari avverrà comunque, senza decurtazioni e penali?

In sintesi, esiste una elevata probabilità che i cedines si dimostrino una patacca (da non confondersi coi patacones ( http://en.wikipedia.org/wiki/Patac%C3%B3n_%28bond%29 ) , altra moneta fantasiosa in voga in Argentina prima del crack del 2001), a conferma che la storia tende a ripetersi, sopratutto in alcuni paesi. Poi, la nemesi suprema: la presidente Fernandez de Kirchner nei giorni scorsi ha candidamente dichiarato che le piacerebbe molto avere una “macchinetta” per stampare dollari. Il che è perlomeno buffo, per una signora che guida un paese che da oltre un decennio ho orgogliosamente recuperato la propria sovranità monetaria e l’ha buttata nello sciacquone con una politica economica populistica che ha causato perdita di competitività e soprattutto inflazione, sinora sempre negata e minimizzata, e che è in realtà alla base del costante deflusso di riserve valutarie del paese e dei successivi grotteschi ( http://phastidio.net/2012/09/20/argentina-prigione-valutaria-2/ ) tentativi ( http://phastidio.net/2013/06/11/argentina-sempre-piu-prigione-valutaria/ ) di frenare l’emorragia.

Perché tu puoi pure stampare furiosamente ma prima o poi il conto ti arriva, e pure salato. E anelare ad avere una “macchinetta” per stampare divisa altrui indica solo che, prima o poi, qualcuno si accorge che la tua valuta domestica è diventata carta straccia. Forse una riflessione su questo punto andrebbe fatta, per i cultori delle “vie di uscita”.

Fonte: http://phastidio.net
Link: http://phastidio.net/2013/07/01/argentina-la-dollarizzazione-patacca/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidio.net%29
1.07.2013


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hal900
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www.phastidio.net: "Il sito non esprime un orientamento partitico, ma certamente ne esprime uno politico: liberalismo, libero mercato, conservatorismo fiscale."
E' ovvio che l'Argentina vi stia sulle balle...


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Truman
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E' ritornato dall'Argentina da poco un mio amico e la sensazione è che si stia meglio in Argentina che in Italia.
E non è il punto di vista del turista, preoccupato di mangiare molto e spendere poco, è il punto di vista di chi osserva le persone intorno a sé e vede molta socialità in Argentina, un sistema sociale che tiene, mentre in Italia siamo più ricchi, ma drogati dalla TV, dall'individualismo, dai miti del consumismo.


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Truman
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Per chi vuole approfondire c'è un lunghissimo thread qui su comedonchisciotte, che parla dell'Argentina e anche del sudamerica, con numerosi interventi approfonditi di mincuo. Sarebbero da estrarre e mettere in home, ma non so se ho tempo:

Bagnai capisce che dopo il Brasile toccherà all' Argentina
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=60703


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Solounintervento
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Tanti dati,tanto scrivere;ma senza alcuna conclusione.


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Black_Jack
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E' ritornato dall'Argentina da poco un mio amico e la sensazione è che si stia meglio in Argentina che in Italia.
E non è il punto di vista del turista, preoccupato di mangiare molto e spendere poco, è il punto di vista di chi osserva le persone intorno a sé e vede molta socialità in Argentina, un sistema sociale che tiene, mentre in Italia siamo più ricchi, ma drogati dalla TV, dall'individualismo, dai miti del consumismo.

E certo, ci mancava pure questa.
Vado in Argentina dal 1988, l'uktima volta due anni fa (14 ore di volo, non ho più l'età, che se poi c'è nebbia a Ezeiza ti fermi a Montevideo e arrivi a Bue che sei in anestesia totale); che uno dica che si sta meglio là e che "il sistema sociale tiene" è una tale corbelleria che devo per forza oensare che si tratta di un signore poco affidabile.
Dall'altra parte però ci stanno quelli che vengono con le carriolate di dati che non si sa cosa vogliano dimostrare, e poi si inkazzano pure, per dire che le politiche economiche sudamericane sono fallimentari; ma cosa vuoi che facciano che vengono da una storia infernale che nessuno conosce, nessuno sa cosa significa essere nel territorio dell'ex Viceregno di Nuova Spagna o essere della zona sud o essere della zona portoghese, nessuno si rende conto della tragedia che comporta discendere da una società multirazziale che non si è amalgamata e dove quelle che da noi sono differenze di classe laggiù inconsciamente si trasformano in destini riservati a una o all'altra razza (da noi anche, ma in modo molto più nascosto e meno esplosivo).

Andateci a Buenos Aires per cortesia e non limitatevi a San Telmo, alla Recoleta, A Puerto Madero. Se ne avete il coraggio e sapete muovervi andate nei quartieracci della città, parlate con la gente, guardate i prezzi e capirete che oggi, nonostante tutto, noi siamo ancora primo mondo mentre laggiù è una disgrazia esserci nato se non sei almeno benestante.

Quindi, e l'ho detto seimila volte, l'unica cosa che si può sperare da un governo sudamericano è che insieme agli altri paesi dell'area riescano a diventare veramente indipendenti dagli USA sia politicamente, che militarmente che, cosa più importante, culturalmente, liberandosi da quel senso di fatalistica inferiorità dei latino americani verso i gringos del carajo.

Questi stati sudamericani sono o non sono diventati davvero più indipendenti?
Quello che è successo è questo: una parte della loro classe dominante si è svegliata davvero e ci sta provando, solo che ancora in maniera "barzotta", né carne né pesce per cui siamo al governo di un'élite migliore della precedente, ma sempre di un'élite senza risveglio della consapevolezza e della voglia di partecipazione del popolo.
Però ribadisco: se almeno si è creata una vera coscienza sudamericana sarebbe già un meraviglioso primo passo al quale seguirebbe certamente il secondo in cui le élites si rendono conto che senza stabilire nuovi rapporti sociali e di lavoro in accordo col popolo (un popolo che è interesse di tutti che diventi consapevole e pieno di voglia di partecioare politicamente, cosa che adesso ancora non esiste né qui ne là) non potranno resistere nemmeno loro alla spinta delle altre élites, quelle molto più potenti e ormai transnazionali con base negli USA (detto molto grosso modo e con puntini sospensivi...).


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Solounintervento
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Black ho cercato la voce venezuelan petrldollars :letteratura immensa nel web.
Chavez ha persino inviato petrolio a prezzo davvero irrisorio o gratis per i poveri dell'usa, ha regalato petrolio a tutti i paesi poveri latino americani, in compenso ha effettuato una politica interna disastrosa proprio per la sua idea di socialismo per tutti; ha importato medici cubani etc etc.

Quindi i calcoli di Mincuo sono errati.

Adesso ho capito dove sono finiti i soldi del petrolio.
Tutto il petrolio prodotto e venduto non è stato venduto a prezzo di mercato addirittura è stato regalato.

Non ci potevo dormire su. Dovevo capire.

Lo scrivo di qua, perchè nell'altra discussione non ha senso.

Non inserisco i link perchè non li ho salvati.


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Black_Jack
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Black ho cercato la voce venezuelan petrldollars :letteratura immensa nel web.
Chavez ha persino inviato petrolio a prezzo davvero irrisorio per i poveri dell'usa, ha regalato petrolio a tutti i paesi poveri latino americani, in compenso ha effettuato una politica interna disastrosa proprio per la sua idea di socialismo per tutti; ha importato medici cubani etc etc.

Quindi i calcoli di Mincuo sono errati.

Mincuo è bravissimo e di finanza ci capisce più di tutti noi messi assieme.
Solo che ha i paraocchi e quelli alla sua età non li levi più.
Peccato perché uno così che si liberi e si decida a darsi da fare sarebbe un'arma atomica.
Per il Venezuela ripeto per la milionesima volta che io non è che "so" qualcosa, ma solamente conosco il sudamerica e a naso traggo delle conclusioni. Ora francamente che mi si venga a dire che Chavez o Morales volevano fregare il popolo ma non ci credo nemmeno se vedo la dichiarazione scritta.
Se mi si dice che a un certo punto è successo qualcosa e si infiltrato qualcuno allora è diverso ma uno deve portare un minimo di straccio di elemnti per dimostrarlo.

Non so esattamente cosa sia successo in Venezuela; certamente la criminalità era aumentata e certamente gli USA avevano ancora un ruolo importantissimo in quell'economia.
Ma mantengo la speranza che sia successo quello di cui parlavo nel post sopra e cioè che Chavez, Lula, Kirchner, Castro, Correa e Ortega etc etc stiano veramente gettando le fondamenta di una nuova idea di Sudamerica, terra che non è solo un luogo geografico, ma come tutti i luoghi iberici, un luogo dell'anima.
Pensare a un luogo anglosassone come a una porzione della propria anima è un po' difficile.


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Solounintervento
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Black, sempre leggendo tutta la letteratura sui petroldollars, ho scoperto che gli usa individuano l'asse del male in quei paesi che scambiano petrolio anzichè in dollari, in euro. Gli usa temono l'euro!
E Chavez rompeva le scatole, perchè regalando petrolio ai poveri usa tentava di esportare il bolivarismo negli states, inoltre insieme a Siria, Libia, Iran, Corea del Nord Russia eCina aveva deciso di scambiare il proprio petrolio in euro. Il primo ad osare fu Saddam. La guerra all'iraq fu proprio la guerra contro il tentativo di cambio di moneta nello scambio del petrolio. Tutto a beneficio della Federal reserv.

Insomma l'euro è il satana per gli usa


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Black_Jack
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Black, sempre leggendo tutta la letteratura sui petroldollars, ho scoperto che gli usa individuano l'asse del male in quei paesi che scambiano petrolio anzichè in dollari, in euro. Gli usa temono l'euro!
E Chavez rompeva le scatole, perchè regalando petrolio ai poveri usa tentava di esportare il bolivarismo negli states, inoltre insieme a Siria, Libia, Iran, Corea del Nord Russia eCina aveva deciso di scambiare il proprio petrolio in euro. Il primo ad osare fu Saddam. La guerra all'iraq fu proprio la guerra contro il tentativo di cambio di moneta nello scambio del petrolio. Tutto a beneficio della Federal reserv.

Insomma l'euro è il satana per gli usa

Su questo non mi pronuncio e lascio la parola a chi si intende davvero di economia.
I petrodollari sono importanti per gli USA ma temo che la questione sia molto ma molto più complessa di così.


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Solounintervento
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Gli anglosassoni non sono aridi come pensi, ne' tantomeno gli iberici sono così pregni di sensibilità: pensa ai conquistadores e all'orribile usanza dei reali di Spagna di circondarsi di nani.


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Solounintervento
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Ovvio, ma fidati, gli americani non hanno convenienza ad un euro concorrente, proprio perchè il sistema dei petroldollars è vitale per il tesoro, la federal reserv e l'economia americana nel complesso, in quanto i petroldollari costituiscono un bonus di sussistenza per tutta la popolazione usa, a causa di un meccanismo economico che non sto qui a spiegare.

Ad ogni modo adesso che ho ottenuto quello che cercavo posso addormentarmi.

Chavez è stato un uomo Grandioso, non un chilometro, ma un migliaio di chilometri sopra agli altri!


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mincuo
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@Solounointervento
Lei si cerchi tutto quello che vuole signora e dica quel che le pare ma dire "i dati di Mincuo sono errati" lo dice a sua sorella. NON SI DEVE PERMETTERE perchè questo ha a che vedere con il mio lavoro. Non sono dati "di Mincuo". Vada a fare discredito a casa sua. Sono dati del Governo Venezuelano e della Banca Centrale Venezuelana, non di Mincuo, che può trovare anche lei. Glielo ho già detto e in più io metto proprio i grafici quindi dica quel che le pare delle opinioni ma sul resto io le consiglio di fare attenzione.


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Solounintervento
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Non si arrabbi, Mincuo.
Lei ha calcolato, se non ricordo male,sono con il cell, schermo piccolo e poco agevole per andare a cercare nell'altro thread il prezzo a circa 100 a barile, ma in realtà Chávez vendeva anche a 17 o addirittura regalava ai paesi poveri.
Appena avrò tempo andro' a cercare i bilanci della compagnia nazionale, mi pare PVDA ,se non ricordo male ,e cerco di capire.

Lei nel frattempo, visto che è l'esperto, se mi da una mano, li cerchi e li pubblichi, così poi vado a raccontar lo a mia sorella, lo raccontiamo al forum e anche lei può raccontar lo a suo fratello. 😀


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mincuo
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Questi sono i dati TRIMESTRALI in DOLLARI dei ricavi export Venezuela 2009 2013.

Questi 2004 2008

Non di Mincuo. Del Governo del Venezuela.

Shalom.


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