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banca on-line in liquidazione:svaniti 80milaeuro correntista


helios
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I primi 100 mila garantiti,
gli altri 80 mila svaniti:
il bail-in sul conto corrente
Il caso del correntista di Banca Network, un istituto online in liquidazione coatta amministrativa. Che si è rivolto al Tar per riavere i suoi soldi
di Mario Gerevini

Puff. Ottantamila euro vaporizzati. Bond subordinati? No, soldi su un conto corrente bruciati nel crac di una banca online, Banca Network. Enzo Buccioni aveva 181 mila euro sul conto che in prima battuta è stato congelato e poi la procedura è stata automatica: 100 mila euro garantiti dal Fondo Interbancario, 80 mila dispersi nel crac.

È un caso raro di «over centomila». Ora Buccioni ha avviato una causa amministrativa contro la Banca d’Italia: vuole accedere ai verbali delle ispezioni. Banca Network è nata 15 anni fa da una costola della Popolare Lodi e poi è stata venduta nel 2007 a una cordata guidata da Sopaf e con Aviva, De Agostini, Banco Popolare. Nel novembre 2011 Bankitalia ha disposto l’amministrazione straordinaria e, a maggio 2012, 28mila clienti si sono visti congelare i conti. A sorpresa? No, considerato che il primo provvedimento di Bankitalia è anteriore di sei mesi. Hanno pagato la fiducia nell’istituto o forse si sentivano garantiti proprio dall’insediamento dei commissari. Ora l’istituto è in liquidazione coatta amministrativa. E il Fondo Interbancario di tutela dei depositi garantisce solo fino a 100mila euro. Buccioni è rimasto con un cerino in mano del valore di «81.325,31 euro», secondo quanto si legge in una sentenza del Tar del Lazio depositata il 2 dicembre scorso. La cifra è quella «iscritta nello stato passivo della liquidazione e ad oggi non recuperata».

Al Tar l’investitore, tramite l’avvocato romano Nicolò Paoletti, si è rivolto per ottenere da Bankitalia, che gliel’ha negato, l’accesso a tutta la documentazione sulle ispezioni in Banca Network. Questo perché Buccioni intende «valutare eventuali responsabilità» di Bankitalia per «possibili ritardi e manchevolezze» nello svolgimento delle ispezioni. Lo scopo è «essere risarcito» degli 81mila euro. Ma il Tar ha confermato la linea di Bankitalia sulla riservatezza dei documenti che «devono considerarsi coperti da segreto d’ufficio». Materia interessante che ora sarà trasferita al Consiglio di Stato al quale Buccioni farà appello.
15 dicembre 2015 (modifica il 15 dicembre 2015 | 13:37)

http://www.corriere.it/economia/finanza_e_risparmio/notizie/i-primi-100-mila-garantiti-altri-80-mila-svaniti-bail-in-conto-corrente-ed71b4e8-a24c-11e5-bc29-364a59bfeed9.shtml


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giorgiogio48
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Ma quando è fallita questa banca? In rete non si trovano conferme. Questo caso dovrebbe interessare a tutti di questi tempi.


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helios
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Ma quando è fallita questa banca? In rete non si trovano conferme. Questo caso dovrebbe interessare a tutti di questi tempi.

Bankitalia ha negato l accesso alla documentazione sulle ispezioni,c è scritto nell articolo.
Il tra dice che il tutto è coperto da segreto di ufficio.

Difficile capire perché non si trovano conferme in rete?

La notizia che la banca stava fallendo è del 2012 con tanto di 30mila clienti con conti bloccati.

Banca Network vicina al fallimento blocca i conti di trentamila clienti. Un risparmiatore: «Non sono più padrone dei miei soldi» - Video

con articoli di Vito Lops e Enrico Marro14 giugno 2012Commenti (73)

«Non sono più padrone dei miei soldi». Nelle parole di Massimo c'è tutta la rabbia e l'impotenza di chi da un giorno all'altro si è visto negare dalla banca i propri soldi. Lui, infatti, è uno dei 30mila risparmiatori a cui Banca Network dal 31 maggio scorso ha bloccato il conto. Non un preavviso o una comunicazione ai propri clienti: solo un comunicato sul sito in cui si spiega che la misura si è resa necessaria per «fronteggiare la situazione di difficoltà». «A casa non è arrivata nessuna comunicazione, telefonate o avvisi via mail. Niente». Massimo vive a Milano da appena 2 mesi: a Messina ha lasciato la moglie e due figlie. Come altri malcapitati ha scoperto il blocco per caso.

«Sono andato dal meccanico per riparare la macchina guasta. Ho pagato col bancomat ma risultava bloccato. Ho chiamato il promotore e mi ha detto di questo provvedimento del 31 maggio». Banca Network dal novembre del 2011 è in amministrazione straordinaria: l'istituto, nato da una costola della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, ora è in mano a due commissari nominati dalla Banca d'Italia, gli stessi che hanno deciso lo stop ai pagamenti.
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Banca Network blocca i conti dei clienti: la rabbia di Massimo
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Le 10 banche italiane a rischio
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Banca Network, l'istituto milanese nato da una costola della Popolare di Lodi di Fioriani

I conti di Banca Network, che ha tra i principali azionisti la Sopaf dei fratelli Magnoni, il gruppo assicurativo britannico Aviva, il Banco Popolare e De Agostini, raccontano una situazione sull'orlo del fallimento, in cui per ora a rimetterci sono i clienti. «Non solo non posso prendere i miei soldi, ma la cosa più grave ancora è che non può neanche essere accreditato lo stipendio perchè la banca è inesistente».

www.twitter.com/vitolops

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-14/banca-network-134118.shtml?uuid=AbHKxBsF&refresh_ce=1

già nel 2012 scippavano i soldi ai correntisti, non solo nel 2015.


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giorgiogio48
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Ok. Grazie


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guido
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Citazione. "Non sono più padrone dei miei soldi"
dice un correntista derubato.

Lui e tanti altri non lo sanno che depositando i soldi in banca questa ne diventa la PROPRIETARIA.

In altre parole il correntista PRESTA i suoi soldi in cambio dell'interesse (minimo) e del rischio.

Gli increduli e gli ignoranti leggano l'articolo 1834 del Codice Civile.


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helios
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Citazione. "Non sono più padrone dei miei soldi"
dice un correntista derubato.

Lui e tanti altri non lo sanno che depositando i soldi in banca questa ne diventa la PROPRIETARIA.

In altre parole il correntista PRESTA i suoi soldi in cambio dell'interesse (minimo) e del rischio.

Gli increduli e gli ignoranti leggano l'articolo 1834 del Codice Civile.

Grazie di ripeterlo anche, chissà se viene recepito.
Repetita iuvant e qui bisogna continuare a fare repetita.

La legge non ammette ignoranza, questo qualcuno nel dare i soldi alla banca lo deve sapere, altro che considerare il bancario amico.


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enzosabe
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Che io mi ricordi questa banca fu oggetto di un articolo di Rischio Calcolato quando fu messa in Amministrazione (forse era il 2012?). La tesi (per quel che mi ricordi) dell'articolista era che questo era l'inizio dei crack bancari italiani. Cosa che non è avvenuta fino a circa un mese fa (con le quattro note banche).
Confermo che la BNI è partita come Banca Popolare di Lodi e ha cambiato almeno due volte nome (assumendo anche il nominativo di Banca Aletti per un brevissimo periodo di tempo).
Dico questo perchè sono stato correntista di questa banca fino a circa quattro mesi prima della messa in Amministrazione.
Sono stato una persona fortunata (a non sperimentare lo stress del correntista tradito)? No. Già circa sei-sette mesi prima del crack la BNI si comportava con me in maniera diciamo "poco bancaria": nel mio caso, per quel che mi ricordi, ha ritardato un bonifico, un'altro non me lo ha eseguito proprio (salvo rimandare l'ordine), ha ritardato un disinvestimento di un titolo che avevo con la Aviva Assicurazioni (facendomi perdere dei soldi) e poi un altro paio di cose di cui ora non mi ricordo.
Quindi, e questo è il mio parere, non era in difficoltà di carattere generale come quelle in cui si trovavano tutte le altre banche (difficoltà che esistevano ma non erano note al pubblico e comunque non erano tali da provocare un crack) ma perchè era proprio gestita male.
E poichè credo che non lo facevano apposta per fare un dispetto proprio a me ma che lo facevano un pò con tutti, allora posso affermare che il correntista di cui all'articolo o deve essere stato molto distratto oppure potrebbe essere che è stato riassicurato più volte ed in maniera convincente dal suo promotore finanziario (la banca non aveva sportelli al pubblico) che tutto era a posto.
Altrimenti non saprei spiegare come ha fatto a non vedere i segni del disastro che si stava avvicinando.


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Stodler
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Citazione. "Non sono più padrone dei miei soldi"
dice un correntista derubato.

Lui e tanti altri non lo sanno che depositando i soldi in banca questa ne diventa la PROPRIETARIA.

In altre parole il correntista PRESTA i suoi soldi in cambio dell'interesse (minimo) e del rischio.

Gli increduli e gli ignoranti leggano l'articolo 1834 del Codice Civile.

Grazie di ripeterlo anche, chissà se viene recepito.
Repetita iuvant e qui bisogna continuare a fare repetita.

La legge non ammette ignoranza, questo qualcuno nel dare i soldi alla banca lo deve sapere, altro che considerare il bancario amico.

Se è per questo la costituzione tutela anche il risparmio...


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enzosabe
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(assumendo anche il nominativo di Banca Aletti per un brevissimo periodo di tempo).

Una rettifica. Quello che ho detto ed è evidenziato forse non è corretto. E' piuttosto corretto dire: "che almeno una volta ho ricevuto dalla Banca Aletti dei documenti (estratto conto o altro) che si riferivano al mio conto che avevo aperto con la Banca Popolare di Lodi".
Quindi quello che ho affermato nel mio post originario potrebbe essere non corretto (potrebbe essere che la Banca Aletti ha gestito per un piccolo periodo di tempo il portafoglio o altro della vecchia Banca Popolare di Lodi e poi lo ha ceduto o altro).
Mi scuso con la Banca Aletti per la mia falsa affermazione (se così dovesse essere).


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Stodler
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@ enzosabe

Guarda che puoi correggere il post che hai scritto, vai sulla scritta edit che trovi in alto a destra del post clicchi entri e riscrivi.


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makkia
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In altre parole il correntista PRESTA i suoi soldi in cambio dell'interesse (minimo) e del rischio.

1843 C.C.:
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi.
Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto
.

Non leggo dell'interesse da nessuna parte. E infatti ci sono conti che non corrispondono alcun interesse o addirittura costano, senza che nessuno intraprenda azioni legali per lamentarsi. Semplicemente l'interesse non è disciplinato in questo articolo.

Non vedo neanche dov'è scritto che ci si accolla un qualche rischio.
L'unico rischio (ma solo implicito dalla forma contrattuale e nella parola "obbligata") è per chi non restituisce a richiesta legittima del depositante. Ma è un rischio di tutti i contratti: non vederseli onorati.

Anche sul prestito.
L'acquisizione in proprietà con obbligo di restituzione non è un prestito, che ha una disciplina diversa. La "cessione di proprietà" è necessaria anche (ma non solo) per distinguerlo dal deposito vero e proprio, dove il bene rimane di proprietà del depositante e viene solo custodito, con relativi oneri e obblighi (es: le cassette di sicurezza o le prese in cura di pellicce, automobili, animali, ecc).
Ma anche volendo stiracchiare e chiamare il deposito in denaro come prestito, allora ci si chiede perché non assimilarlo al comodato d'uso: cioé all'obbligo di restituire lo stesso oggetto avuto in uso nelle condizioni in cui era stato ceduto.
Somiglierebbe di più a quello che succede col deposito bancario, in cui c'è l'autorizzazione alla banca ad usare il denaro depositato (pratica che nessuno ha MAI occultato)... finché il depositante non lo richiede indietro.


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helios
Illustrious Member
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Citazione. "Non sono più padrone dei miei soldi"
dice un correntista derubato.

Lui e tanti altri non lo sanno che depositando i soldi in banca questa ne diventa la PROPRIETARIA.

In altre parole il correntista PRESTA i suoi soldi in cambio dell'interesse (minimo) e del rischio.

Gli increduli e gli ignoranti leggano l'articolo 1834 del Codice Civile.

Grazie di ripeterlo anche, chissà se viene recepito.
Repetita iuvant e qui bisogna continuare a fare repetita.
La legge non ammette ignoranza, questo qualcuno nel dare i soldi alla banca lo deve sapere, altro che considerare il bancario amico.

Se è per questo la costituzione tutela anche il risparmio...

Se è per questo il risparmio non esiste considerato che sel lo prende le banche e ne fa il caxxo che vuole senza che nessuno se ne accorga pensando che il bancario sia anche e una persona per bene. Poi se arriva un ladro a casa loro gli sparano quando i soldi loro stessi li hanno dati a chi non glieli restituisce però li considerano brave persone.


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guido
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@makkia - Mer Dic 16, 2015 6:46 am
(ed aventuali lettori ancora ignari)

Ho cercato di far capire in due righe (e non rispondermi che sono sette) la sostanza delle cose che, come ho constatato di personalmente, è ignorata quasi da tutti, compresi molti laureati in discipline varie e persone che pure hanno rapporti con le banche per la loro attività professionale o commerciale.

Il fatto semplice è che la gente comune è convinta di avere dei PROPRI denari (intesi come quei biglietti colorati che si tengono nel portafoglio o sotto il materasso) in una banca, il che è palesemente FALSO, e non perché la banca li ha prestati nell'ambito della propria attività ma perché ne ha prestato molti di più di quanto ne aveva realmente in deposito (o come altro si può chiamare).

Ti dirò di più: in Italia esistono circa 150 miliardi di Euro ma i "depositi" sotto varie forme sono oltre 5 (cinque) volte superiori. In altre parole non esiste la POSSIBILITA' FISICA di averli tutti indietro, semplicemente quei soldi non ci sono.

Chiaro?

Che poi questo imbroglio sia legale è un altro discorso.


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reio
 reio
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@makkia - Mer Dic 16, 2015 6:46 am
(ed aventuali lettori ancora ignari)

Ho cercato di far capire in due righe (e non rispondermi che sono sette) la sostanza delle cose che, come ho constatato di personalmente, è ignorata quasi da tutti, compresi molti laureati in discipline varie e persone che pure hanno rapporti con le banche per la loro attività professionale o commerciale.

Il fatto semplice è che la gente comune è convinta di avere dei PROPRI denari (intesi come quei biglietti colorati che si tengono nel portafoglio o sotto il materasso) in una banca, il che è palesemente FALSO, e non perché la banca li ha prestati nell'ambito della propria attività ma perché ne ha prestato molti di più di quanto ne aveva realmente in deposito (o come altro si può chiamare).

Ti dirò di più: in Italia esistono circa 150 miliardi di Euro ma i "depositi" sotto varie forme sono oltre 5 (cinque) volte superiori. In altre parole non esiste la POSSIBILITA' FISICA di averli tutti indietro, semplicemente quei soldi non ci sono.

Chiaro?

Che poi questo imbroglio sia legale è un altro discorso.

ehlamadona, tutto chiaro


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omega86
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Citazione. "Non sono più padrone dei miei soldi"
dice un correntista derubato.

Lui e tanti altri non lo sanno che depositando i soldi in banca questa ne diventa la PROPRIETARIA.

In altre parole il correntista PRESTA i suoi soldi in cambio dell'interesse (minimo) e del rischio.

Gli increduli e gli ignoranti leggano l'articolo 1834 del Codice Civile.

In realtà anche quando disponiamo di contante, non siamo padroni del nostro denaro.
La carta moneta è SEMPRE di proprietà dell'ente che la emette, noi siamo utilizzatori, di fatto il nostro accesso al denaro è regolamentato e non illimitato.


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